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letterature queer / 30 agosto 2021

dialogano con l’autore Francesco Paolo Alexandre Madonia (Università di Palermo), Luigi Carollo e Francesca Schirripa (Palermo Pride) 



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Della bisessualità maschile la ricerca si è occupata pochissimo, specialmente in Italia.
Giuseppe Burgio, professore Associato di Pedagogia Generale e Sociale all'Università “Kore” di Enna e direttore del CIRQUE-Centro Interuniversitario di Ricerca Queer, intende colmare la lacuna attraverso un approccio inedito: rileggere la vasta letteratura scientifica esistente sull'omosessualità, nell'ipotesi che siano stati descritti come tali comportamenti che in realtà sono bisessuali. In parallelo, vi si analizzano le trasformazioni contemporanee dell'eterosessualità maschile, caratterizzate da una crescente sperimentazione sessuale.

Attraverso quest'analisi interdisciplinare si ricava un dossier di desideri, pratiche e rappresentazioni la cui analisi dimostra l'esistenza di un comportamento bisessuale maschile molto più diffuso di quanto abbiamo finora sospettato, spingendoci a mettere in discussione il modo tradizionale in cui pensiamo alla sessualità maschile e persino il concetto stesso di orientamento sessuale, in direzione di una rappresentazione più fluida, complessa e queer, che interroga la ricerca sul genere e la sessualità sui suoi presupposti teorici e il movimento LGBT+ sulla sua agenda politica.

 

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Reseaches and essays on male bisexuality are rare, especially in Italy.
Giuseppe Burgio, Associate Professor of General and Social Pedagogy at the "Kore" University of Enna and director of the CIRQUE-Queer Interuniversity Research Center, aims to fill the gap with an unprecedented approach: re-reading the vast scientific literature existing on homosexuality, driven by 'hypothesis that they have been described as such behaviors that are actually bisexual. At the same time, he analyzes the contemporary transformations of male heterosexuality, characterized by an increasing sexual experimentation.

This interdisciplinary analysis leads to a map of desires, practices and representations which reveals the existence of a male bisexual behavior more widespread than expected and pushes us to question the traditional definition male sexuality and the concept of sexual orientation towards a more fluid, complex and queer representation and open new challenges for the theoretical assumptions of the research about gender and sexuality and for the political agenda of the LGBT + movement.

premio Nino Gennaro / 30 agosto 2021

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Il quindicenne Abdellah cresce a Casablanca in una famiglia numerosa di umili origini e con un padre violento. Silenzioso e solitario, è ossessionato dal fratello maggiore Slimane, l'unico modello maschile positivo nella sua famiglia, anche se la sua sessualità – occasionalmente ha rapporti con uomini – rende i suoi sentimenti per Slimane molto confusi. Passano dieci anni. Abdellah abita con l’amante svizzero Jean. Lascia il Marocco per Ginevra, ma decide di troncare la relazione e iniziare da solo una nuova vita. Trova riparo in una casa dell’Esercito della Salvezza, dove incontra un ragazzo marocchino gli canta una canzone del suo idolo Abdel Halim Hafez.

L'adattamento cinematografico del primo romanzo autobiografico di Abdellah Taïa descrive il percorso di formazione di un ragazzo in cerca di equilibrio tra tradizione marocchina e cultura occidentale, tra smarrimento e desiderio di emancipazione.


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15-year-old Abdellah is raised in a lower-class family in Casablanca with a violent father. Very quiet by nature, Abdellah is obsesses over the single male role model in his family: his older brother Slimane, though his sexuality – he occasionally has sexual intercourses with men – make his feelings for Slimane very confused. Ten years later, Abdellah lives with his Swiss lover, Jean. He leaves Morocco and goes to Geneva, where he decides to break up and to start a new life alone. He takes shelter in a house of the Salvation Army, where he meets a fellow Arab who sings him a song by his idol Abdel Halim Hafez.

France-based Moroccan novelist Abdellah Taïa’s film adaptation of his autobiographical first novel is a coming-of-age story of a boy in search of balance between Moroccan tradition and Western culture, between disarray and the ambition to succeed.

nuove visioni / 30 agosto 2021

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Bernard ha 63 anni, vive da solo con due gatti ed è appena andato in pensione. Dopo vent’anni ha deciso di lasciare Parigi per trasferirsi a Lilas. Il regista, suo amante e slave, lo segue con la macchina da presa nelle varie fasi della separazione dalla casa dove ha vissuto, dagli oggetti (ed i ricordi) accumulati e dai due amori della sua vita morti di AIDS.

Tracce di una vita piena che Bernard riesce a raccontare in modo autentico, mantenendo un perfetto equilibrio tra nostalgia e sguardo rivolto al futuro, tenerezza e provocazione.

I giochi sessuali che lo legano al regista diventano un'occasione per unire due generazioni: tra lo schiocco di una frusta e una briglia di cuoio, si parla di amore, di morte, di AIDS, del nuovo progetto di vita di Bernard e della loro relazione. Le ferite e il bagaglio funebre di chi è sopravvissuto, un grido di vita alla luce delle pulsioni sessuali e del desiderio.

 

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Bernard, 63 years old, just retired. He lives alone with his two cats and decides leave Paris and to move to Lilas. The film director, his lover and slave, follows him with the camera in the different phases of the separation from the house where he lived, from the objects (and memories) accumulated and from the two loves of his life who died of AIDS. 

Bernard retrace his full life in an authentic way and with an emotional storytelling, achieving a balance between tenderness and provocation, nostalgia and expectations for the last chapter of his life.

The sexual games that bond him to the director become an opportunity to connect two generations: between a whip and a leather harness, they discuss love, death, AIDS, Bernard’s new life project, their relationship. The wounds and the grave goods of a survivor, a cry of life under the lights of sexual urges and desire.

nuove visioni / 30 agosto 2021

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Tre anni dopo la morte inspiegabile di sua nipote Kalla, Angelo Madsen Minax torna nella sua città natale per girare un film sulle lacune del sistema giudiziario. Sua sorella Jesse, che aveva trovato una temporanea stabilità come madre, dopo un’adolescenza complicata e problemi di dipendenza, è sospettata dalle autorità di essere responsabile, insieme al compagno David, della morte di Kalla.

Usando video in VHS e in super 8, riprese dei familiari e ritratti di paesaggi, il regista riesce a offrire allo spettatore una riflessione lirica e imprevedibile che abbraccia un ampio arco temporale e affronta i temi della depressione, della violenza domestica, della maternità e della mascolinità transgender per poi trasformarsi in una terapia familiare catartica, un'opportunità per collaborare e creare insieme una versione personale di giustizia in costante evoluzione.

 

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Three years after the unexplained death of his niece Kalla, Angelo Madsen Minax returns to his rural hometown to make a film about a faulty judicial system. His sister Jesse, who had found temporary stability as a mother after a difficult youth, is suspected by the authorities of being responsible, along with her partner David, for the death of Kalla.

Using the family's VHS and super 8 home movies, staged actions, and landscape portraits the film weaves an altogether lyrical and unpredictable reflection that spans a broad arc, negotiating the topics of depression, domestic violence, motherhood and transgender masculinity in what turns out to be cathartic family therapy, an opportunity to collaborate, and create together their own version of transformative justice.

nuove visioni / 30 agosto 2021

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Theo, un giovane di 27 anni con la sindrome di Down, abita con il padre in una casa isolata nel mezzo di una foresta. Vivono in armonia con la natura e gli animali, ma un giorno il padre se ne va, lasciando il figlio solo con le sue visioni e le sue trasformazioni. Theo inizia quindi la sua odissea in cui si reinventa, si apre al mondo, sperimenta la libertà, e cerca di scoprire la natura delle cose e degli esseri.

Un'utopia “naturalista“ che si nutre di allucinazioni, vita e resilienza in cui l'inconscio gioca un ruolo primordiale e che cambia la nostra prospettiva sulla realtà e sul cinema.


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Theo, a 27-year-old young man with Down’s syndrome, lives with his father in an isolated house in the middle of a forest. They live in harmony with nature and animals, but one day the father goes away, leaving his son alone with his visions and his metamorphosis. Theo then begins his odyssey in which he reinvents himself, opens up to the world, experiences freedom, and tries to discover the nature of things and of beings.

A naturalist utopia full of hallucinations, life and resilience in which the unconscious plays a primordial role

and which changes our perspective on reality and cinema.

nuove visioni / 30 agosto 2021

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Aloma e Mila si incontrano sotto la luce frivola di località turistiche posticce lungo il litorale valenciano. Mila è alla ricerca di un posto in cui provare un senso di appartenenza, il calore effervescente e gravido di promesse delle assolate estati adolescenziali… e invece trova Aloma. La complicità tra le due è immediata, giocosa, e la loro amicizia diventa un antidoto contro la solitudine e la fatua stravaganza dell’ambiente circostante.

Un film che cattura il momento magico in cui l’incontro tra due persone, ciascuna con le proprie fragilità, può ancora avvenire all’insegna della più spiritosa delicatezza, abbracciando con inquieta spensieratezza le incertezze della vita. I due personaggi principali sono ispirati alle giovani protagoniste di due romanzi catalani: Solitud di Víctor Català e Aloma di Mercè Rodoreda.

 

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Aloma and Mila meet under the frivolous lights of fake summer cities on the coast of Valencia. Mila is looking for a place where to feel a sense of belonging, the sparkling and promising warmth of sunny teenage summers… and instead she finds Aloma. Instantly feeling drawn to each other, they will use their new friendship that builds on laughter and complicity, to cope with the loneliness and empty extravagance of the surrounding environment.

Aloma i Mila is a film that captures the magical moment in which the encounter between two people, each with their own frailties, can still take place in the name of the wittiest delicacy, by embracing the uncertainties of life with restless lightheartedness. The two main characters are inspired by the young protagonists of two Catalan novels: Solitud written by Víctor Català and Mercè Rodoreda’s Aloma.

nuove visioni / 30 agosto 2021

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A 40 anni dall'inizio dell'epidemia di AIDS, sette artisti e un medico attivista, persone affette da HIV, offrono nuove immagini e prospettive per affrontare la sierofobia in Brasile. L’esplorazione di performance eccentriche rispetto alle presunte norme eterosessuali e alla concezione binaria del genere e delle sessualità si affianca a interviste più canoniche offendo una percezione odierna della sieropositività in cui l’esperienza personale si intreccia con l’analisi sociale.

Gustavo Vinagre e Fábio Leal trattano in maniera diretta e coraggiosa il tabù dell’AIDS, ma anche le paure del nostro tempo con un occhio al Brasile contemporaneo.


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40 years after the beginning of the AIDS epidemic, seven artists and an activist doctor, people living with HIV, offer new images and perspectives to deal with serophobia in Brazil. The exploration of eccentric performances which infringes heterosexual norms and the binary conception of gender and sexuality alongside more canonical interviews offer a contemporary perception of HIV in which personal experience is intertwined with social analysis.

Gustavo Vinagre and Fábio Leal’s documentary shines a light on the taboo of AIDS, but also the fears of our time with an eye on contemporary Brazil.

nuove visioni / 30 agosto 2021

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Una partitura cinematografica articolata in tre episodi, ognuno dei quali ruota attorno a una donna. Tre episodi che raccontano di un triangolo amoroso non previsto, di una trappola seduttiva ai danni di un professore universitario, di un incontro fortuito che sembra proiettare la storia nel suo complesso in un’altra dimensione. La duplicazione e il rispecchiamento dei personaggi metteranno in moto la macchina del caso e della narrazione.

Un’opera in cui la frammentazione enfatizza la complessa architettura finzionale per rivelare le abitudini e la magia, più o meno rassicurante, del caso, attivato dalla scelta di lasciare le “porte spalancate” alla Fortuna, accettando il rischio di subire uno scacco o di essere invece irradiato dalla luce della grazia.


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A cinematic score divided into three episodes, each of which revolves around a woman. Three episodes that tell of an unexpected love triangle, of a failed seduction trap perpetrated against a university professor, of a chance encounter that seems to project the story as a whole right into another dimension. Duplication and mirroring of female characters will set the machine of fate and narration in motion.

A film in which the fragmentation emphasizes the complex fictional architecture in order to reveal the habits and the more or less reassuring magic of chance, initiated by the choice to leave the “doors wide open” to Fortune, accepting the risk of suffering a setback or, instead, of being illuminated by the light of grace.

panorama queer / 30 agosto 2021

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Ambientato all’interno del Museo della Caccia e della Natura di Parigi, Taxidermisez-moi vede un ambiguo e apparentemente giocoso rispecchiamento tra gli animali imbalsamati ritratti e una serie di figure liminali tra l’universo ferino e l’umano. Giocando su un confine labile tra cacciatore e cacciato, tra bestia e predatore, Marie Losier ci seduce con un racconto dall’estetica barocca, fantasmatico e ironico, ma a cui non manca un j’accuse contro l’animale più spietato.

Un piccolo manifesto della poetica dolcemente malinconica di Losier, creatrice e “cacciatrice” di immagini nelle quali insufflare la vita attraverso accostamenti sinestetici e raffinati collage.


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Set inside the Museum of Hunting and Nature in Paris, Taxidermisez-moi sees an ambiguous and apparently playful mirroring between the taxidermied animals portrayed and a series of liminal figures between the feral and human universe. Playing on the delicate boundary between hunter and hunted, between beast and predator, Marie Losier seduces us with a story of baroque aesthetics, imaginative and ironic, but which does not lack a j'accuse against the most ruthless animal.

A small manifesto of Losier’s sweetly melancholy poetics, creator and “hunter” of images in which to insufflate life through synesthetic juxtapositions and refined collages.

 

panorama queer / 30 agosto 2021

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Libera rilettura del film Un Chant d’Amour (1950) di Jean Genet, una storia d’amore omosessuale tra detenuti di un carcere, consumata sotto gli occhi sadici e desideranti di una guardia carceraria.

Dietro lo spioncino però non più i corpi rampanti descritti dall’autore e cineasta francese, bensì quelli di un folto gruppo di donne anziane in menopausa. Ecco il cortocircuito: il celerino-voyeur non può far altro che constatare la forza violenta e senza freni di un erotismo inaspettato e aggressivo, ormai libero dal giogo riproduttivo e che sfugge dunque alle aspettative ed ai costrutti patriarcali.

Il film, originariamente pensato per il cinema, è realizzato su commissione della Bergen Assembly Triennal; s’inserisce nel contesto della mostra all'Hamburger Bahnhof, all’interno della Hot Flashes Forest, un'installazione immersiva pensata per combinare lavori compositi che riflettono sul corpo della donna in relazione al tema della riproduzione.

 


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Qu’un Sang Impur began as a loose remake of Jean Genet’s Un Chant d’Amour (1950), a homoerotic love story between inmates in a prison, under the yearning watch of a sadistic prison guard full of desire.

Behind the peephole, this time, there aren’t the rampant bodies described by the French author and filmmaker, but those of a large group of elderly women in menopause. Here is the short-circuit: the guard-voyeur can do nothing but observe the violent and unrestrained force of that unexpected and aggressive eroticism, finally free from the reproductive yoke and from patriarchal expectations and constructs.

The film, originally made for cinema, is a commission of the Bergen Assembly Triennal. It is in the context of the show at the Hamburger Bahnhof, installed in the Hot Flashes Forest, an immersive installation thought to combine a multiple of works that deal with reproductive idea of the woman’s body.

panorama queer / 30 agosto 2021

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ll respiro della macchina riempie l'aria, dove il canto può fluire. Nina è in piedi, di fronte al robot che si muove. I corpi morbidi e nudi si misurano, a volte si armonizzano. I respiri dilatano gli organi che si gonfiano e si piegano; trasmutano il movimento sintetico in slancio vitale e la vulva in bocca, che si gonfia fino ad allargarsi.

Magnetica, mistica e potente elaborazione di una rinnovata poetica del desiderio; un manifesto che fa propria la lezione di Donna Haraway e che sfida la cultura binaria dominante, aprendo così a uno scenario futuro fluido, in continua metamorfosi, in cui immaginare spazi dove carne e macchina, ecologia e tecnologia, natura e cultura possano convivere ed in cui tessere relazioni, sociali e affettive, inedite.

 


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The breath of the machine fills the air, where the singing can flow. Nina stands in front of the wiggling robot. The soft naked bodies measure up themselves, sometimes harmonize. The breaths dilate the organs which swell and fold; transmute the synthetic movement into vital impetus and the vulva into mouth, which inflates until it spreads.

Magnetic, mystical and powerful elaboration of a renewed poetics of desire; a manifesto that adopts Donna Haraway's lesson and challenges the dominant binary culture, opening up to a fluid futuristic scenario, in a continuous metamorphosis, in which we can imagine places where flesh and machines, ecology and technology, nature and culture can coexist and in which we can finally weave new, social and emotional, kind of relationships.

panorama queer / 30 agosto 2021

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Nato dalla collaborazione tra Yann Gonzalez e la musicista Jita Sensation, Fou de Bassan è fluida utopia sessuale, sogno erotico, improvvisazione libera sulle note di un sassofono che riscalda la notte. Tra Louis Malle, Lynch e Fassbinder una rivisitazione lesbica del cruising, gioco seducente en plein air, una «Querelle de Brest» al femminile dove nebbia e neon blu-rosati avvolgono una città morta vivificata dal desiderio e resa, così, palcoscenico.

È cinema queer anche nella forma, un cinema che non teme di attraversare le frontiere dei generi: videoclip? Cortometraggio? Al bando le definizioni. Nella notte si liberano i fantasmi e la magia vibra al suono della musica.


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Born from the collaboration between Yann Gonzalez and the musician Jita Sensation, Fou de Bassan is a fluid sexual utopia, an erotic dream, a free improvisation on the notes of a saxophone that warms the night. Between Louis Malle, Lynch and Fassbinder, the film is a lesbian reinterpretation of cruising, a seductive game en plein air, a feminine "querelle de Brest" where fog and pinkish-blue neon envelop a dead city enlivened by desire, that is transformed into a stage.

It is queer cinema also in its form, a cinema that is not afraid to cross the borders of genres: video clip? Short film? Definitions are banished. In the night, ghosts are released and magic vibrates to the sound of music.

arti visive / 30 agosto 2021

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OPENING è un lavoro documentario girato alla fine degli anni Novanta. Filmato in 16 mm in bianco/nero tra New York e Milano in modo sperimentale, è incentrato sulla documentazione dei “photo album”, lavoro fotografico che John e Alessandro presentarono in due mostre in quegli anni e soprattutto sul discorso che più in generale animava il loro lavoro artistico alla fine del secolo scorso. Un discorso costruito su una rappresentazione autobiografica di tematiche quali l'identità gay, la vita sessuale, la pornografia, il rapporto di coppia e i rapporti familiari. A distanza di un quarto di secolo il discorso di John e Alessandro è fortemente attuale e costituisce un valore collettivo per coloro che riescono ad elaborarlo.

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OPENING is an experimental documentary shot in the late nineties, filmed in 16 mm in black and white, between New York and Milan. It focuses on the "photo albums", a photographic work that John and Alessandro presented in two exhibitions in those years, and, above all, on the discourse that animated their artistic work at the end of the last century. A subject built around an autobiographical representation of issues such as gay identity, sexual life, pornography, couple as well as family relationships. After a quarter of a century, the poetics of John and Alexander is strongly current as it has a collective value for those who manage to elaborate it.

arti visive / 30 agosto 2021

Lovett/Codagnone. Dreams Never End
a cura di Antonio Leone e Donato Faruolo

Palermo, Centro Internazionale di Fotografia / 10 settembre – 8 ottobre 2021
inaugurazione: venerdì 10 settembre ore 18.30
orari: da martedì alla domenica, ore 9.00 – 18.30; ingresso libero

Sicilia Queer in collaborazione con ruber.contemporanea e Centro Internazionale di Fotografia diretto da Letizia Battaglia

Il duo italo-americano, nato nel 1995, spazia con il proprio lavoro dalla fotografia alla scultura, dal video all’installazione fino alla performance, medium che spesso vede protagonisti Alessandro Codagnone e John Lovett di un ironico gioco delle parti teso a smascherare i rapporti di forza che si definiscono socialmente all’interno delle relazioni interpersonali, Closer (1999), For you (2003).
Nel suo insieme è un'esplorazione delle relazioni di potere, una riflessione lucida su quei processi di normalizzazione in atto che castrano e soffocano le sub-culture, le pratiche di dissenso, l'affermarsi del soggettivo.

panorama queer / 20 agosto 2021

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In un lontano futuro, su un pianeta selvaggio un'adolescente solitaria, Roxy, libera un’assassina dalle sabbie in cui è stata sepolta. Non appena è libera, la criminale uccide le amiche di Roxy. Roxy e sua madre Zora sono ritenute responsabili, bandite dalla loro comunità e costrette a cercare l'assassina. Iniziano un lungo viaggio percorrendo i territori soprannaturali del loro paradiso ormai contaminato.

After Blue (Dirty Paradise) è una fantasia futuristica in mondo abitato solo da donne. Un racconto picaresco ambientato su un pianeta in cui la realtà è quella immaginata dalle sue protagoniste. Una celebrazione del cinema, delle attrici, un'avventura che attinge dal western, dalla mitologia e dalla fantascienza.


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In a faraway future, on a wild and untamed planet, a lonely teenager, Roxy, releases an assassin from the sands she was buried in. As soon as she’s free, the criminal sparks death all around. Roxy and her mother Zora are held accountable, banished from their community and forced to track the murderer down. They start a long journey pacing the supernatural territories of their filthy paradise.

After Blue (Dirty Paradise) is a futuristic fantasy, in a feminine world. A picaresque tale set on another planet, that of the imagination. An ode to cinema, an ode to actresses, a singular and universal adventure, borrowing from the western, from ancient tales and from science fiction.

panorama queer / 20 agosto 2021

[ita]

 

Dorothy è una regista un po' sfigata. Sola nella sua stanza e un po’ annebbiata dall’alcol, si concentra sulla sua sceneggiatura, BIKER CHICKS IN LOVE. Ma una telefonata del suo produttore le fa passare la voglia: basta con le commedie queer, è ora di cominciare a fare film meno estremi e più commerciali! Accasciata in pigiama nel suo minuscolo monolocale, Dorothy sprofonda negli abissi della paranoia e della disperazione. Congelata dai dubbi su sé stessa, cerca conforto nel suo programma televisivo preferito Romy l'ammazzavampiri... Sfortunatamente per Dorothy, i suoi stessi demoni hanno deciso di uscire allo scoperto e sarà una notte da ricordare!

Dopo De la Terreur mes soeurs! un’altra opera squisitamente kitsch a rivendicare un nuovo cinema militante queer che guarda al camp glitterato degli anni ’90 e all’irriverenza sgraziata del grunge e del pop-punk, in grado di rovistare nel trash televisivo e musicale per ribaltarlo e farlo esplodere, con ironia, dall’interno.


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Dorothy’s a film director and a bit of a loser… Alone and fueled up on Heineken, she lets loose on her script, BIKER CHICKS IN LOVE. But a call from her producer kills her buzz: enough already with the queer comedies, it’s time to start making mainstream films. Slumped in her pajamas in her tiny studio apartment, Dorothy sinks to the deepest depths of paranoia and despair. Frozen by self-doubt, she seeks comfort in her favorite TV show Romy the Vampire Slayer… Unfortunately for Dorothy, her own demons have decided to come out of the woodwork and it’s going to be a night to remember!

After Terror, Sisters! another exquisitely kitsch work which claims a new militant queer cinema inspired by the glittering camp of the 90s and by the irreverence of grunge and pop-punk music, capable of rummaging in the TV and music trash to overturn it and to make it explode, ironically, from the inside.

panorama queer / 20 agosto 2021

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Il neo adolescente afroamericano “Grullo” vive nel ghetto con la madre malata e la sorella e devono fronteggiare, senza possibilità economiche, uno sfratto imminente. Così Grullo si lascia convincere da uno scassinatore locale a rapinare la lussuosa casa di una coppia all’apparenza unicamente sui generis, che si rivelerà dedita al sequestro, alla tortura, all’omicidio e molto altro.

Parodia horror della falsa morale della middle class statunitense, metafora iperbolica delle divisioni tra classi e forte critica sociale, il film di Wes Craven The People Under The Stairs (La Casa Nera nella versione italiana) ha in sé tutti i tratti distintivi della cinematografia del regista: l’ironia, il gusto per il grottesco, la riflessione politica agita tramite il cinema di genere, lo smodato utilizzo di sangue e violenza.

 

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African-American teenager "Fool" lives in the ghetto with his sick mother and his sister. They are facing an imminent foreclosure and have no financial means. Grullo is then persuaded by a local burglar to rob the luxurious house of a seemingly uniquely sui generis couple, who will turn out to be dedicated to kidnapping, torture, murder and more.

A horror parody of the false morality of the American middle class, an hyperbolic metaphor of the divisions between classes and a strong social criticism, Wes Craven's film The People Under The Stairs has all the distinctive traits of the director's cinematography: irony, a taste for the grotesque, political reflection acted out through genre cinema, the immoderate use of blood and violence.

nuove visioni / 20 agosto 2021

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Siamo a Kutaisi, in Georgia. Lisa, una farmacista, e Giorgi, un calciatore, s’incontrano in una mattina che sembra uguale a tante altre. Dal loro sguardo nasce la promessa di vedersi nuovamente l’indomani, nello stesso crocevia che entrambi percorrono regolarmente tutti i giorni. Quello che non sanno è che un occhio malevolo li ha osservati e deciso di colpirli con una maledizione che li farà svegliare con volti e corpi diversi. A rivelare questo segreto saranno gli oggetti della strada (la grondaia, il tombino, il vento) che li spronano ad andare ugualmente all’appuntamento, anche se non potranno riconoscersi. Lisa trova un lavoro nel bar vicino al ponte dove i due si erano dati appuntamento, e anche Giorgi troverà un lavoro lì vicino. Da qui le loro vite si alternano sullo schermo e i due continueranno a vedersi senza riconoscersi, fino a che qualcuno non offrirà loro la nuova possibilità di un incontro.

Una favola contemporanea in cui poesia e realismo magico si fondono con la città di Kutaisi che contribuisce, insieme a Lisa e Giorgi e a tutti coloro che vi transitano, a ricreare la magia del cinema.


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Lisa, a pharmacist, and Giorgi, a footballer, bump into each other in their city, Kutaisi, on a morning like many others. Clearly dazed, they arrange a date on the day after without even having told each other their names. What they don't know is that the surveillance camera becomes an evil eye, the drainpipe an oracle, they close their eyes and are cursed, condemned to wake up the next day looking completely different. The objects in the street (the gutter, the manhole, the wind) encourage them to go to the appointment anyway even if they won’t recognize each other. Lisa gets a job at the new cafe by the bridge where the ill-starred lovers had arranged to meet, and Giorgi too will find a job nearby. From this moment the daily life of Lisa and Giorgi alternate on the screen as they see each other every day without knowing who they are until the day somebody else offers them the opportunity to meet again.

A contemporary fairy tale in which poetry and magical realism blend with the city of Kutaisi, which contributes, together with Lisa and Giorgi and all those who pass by, to recreate the magic of cinema.

nuove visioni / 20 agosto 2021

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Una giovane trascorre parecchio tempo in una casa. Quasi sempre è da sola, qualche volta chiacchiera al telefono, di rado riceve delle visite: un’amica con il ragazzo, un potenziale fidanzato, degli aspiranti candidati per una stanza in affitto. Finché arriverà la coinquilina giusta…

Un’osservazione ravvicinata della quotidianità di Beatrix, intenta a occupare ed esplorare gli spazi, nel tentativo di appropriarsene, proprio come se si trattasse del suo corpo, ricettacolo di una femminilità che diviene tangibile nel tempo della gioventù; un tempo non capitalizzato, ma dissipato, a stento sopportato, svilito.


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A young woman spends a lot of time in a house. She is usually alone, sometimes she chats on the phone, she rarely receives visits: a buddy with her boyfriend, a potential boyfriend, wannabe candidates for a room to rent. Until the right roommate arrives...

A close observation of Beatrix's everyday life, a girl who is willing to occupy and explore the surrounding space, in an attempt to take possession of it, just as if it were her own body, the den of a femininity that becomes tangible in the time of youth; a time which is not capitalized, but instead dissipated, hardly endured, debased.