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queer short / 13 maggio 2024

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Un’esplorazione del corpo transgender e non-binary colto e rappresentato attraverso il mordançage, un processo fotografico del XIX secolo che ricorre all’utilizzo di sostanze chimiche aggressive in grado di alterare la patina delle foto, sottoponendole a un processo di lenta e graduale trasformazione.
In questo film di Mia Felić, il supporto fotografico e il corpo umano diventano un unico, inscindibile medium. Lo sfaldarsi epidermico della loro superficie svela, infatti, la nascita di nuove forme di vita e nuovi modi d’essere. Il corpo in transizione assume qui la protoplasmaticità tipica degli organismi unicellulari: stampato sulla carta fotografica, il corpo/medium galleggia – proprio come le amebe – in un liquido mortifero e contemporaneamente vitale, sperimentando una onnipotenzialità che gli consente di compiere mutamenti metamorfici improvvisi e di passare da una condizione a un’altra, da un genere a un altro, evolvendosi, stadio dopo stadio, sino a fissarsi nella forma ritenuta più adatta.


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An exploration of the transgender and non-binary body caught and represented through the mordançage, a photographic process of the Nineteenth century that consists in aggressive chemicals capable of altering the silver gelatine prints, causing them to undergo a process of slow and gradual transformation.
In this film by Mia Felić, the photographic support and the human body become a unique, inseparable medium. The epidermal disintegration of their surface reveals, indeed, the birth of new forms of life and new ways of being. The body in transition assumes here the protoplasticity typical of unicellular organisms: printed on photographic paper, the body/medium floats - just like the amoebas - in both a deadly and vital liquid, experimenting with a transformability that allows it to make sudden metamorphic changes and to move from one condition to another, from one gender to another, evolving, stage after stage, until fixing in the form deemed most suitable.

ticket online (28/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504126
ticket online (29/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504007
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queer short / 13 maggio 2024

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Una relazione ormai finita, un telefono rotto, e i ricordi del protagonista che si fanno memoria personale e archivio digitale. Entrambi frammentati, entrambi ricomposti per rivelare squarci di un amore svanito.
Loveboard non è solo la ricostruzione di momenti privati che, trasposti sullo schermo, diventano immagini universali, ma è soprattutto una mise en abîme del processo creativo del regista. L’osservazione ricorrente al microscopio della memoria interna di un telefono smembrato in ogni sua parte non è altro che la medesima azione che il regista compie con i ricordi della sua relazione. Provare a riparare un telefono rotto significa allora tentare di salvare dall’oblio pezzi di vita reali e digitalizzati, cose immaginate e momenti diventati immagini compromesse, video glitchati, scorci d’amore intravisti tra un pixel e l’altro, che divorano l’immagine fino ad annichilire ciò che di vero è stato vissuto.


[eng]

A broken relationship, a broken phone and the protagonist’s memories that become both personal memory and digital archive. Both fragmented, both reassembled to reveal glimpses of a vanished love.
Loveboard is not only the reconstruction of private moments that, transposed on the screen, become universal images, but above all it is a mise en abîme of the director’s creative process. The recurrent observation under the microscope of the internal memory of a telephone dismembered in all its parts is nothing more than the same action performed by the director with the memories of his relationship. Trying to fix a broken phone then means trying to save from oblivion real and digitized pieces of life, imagined things and moments become compromised images, glitchy videos, glimpses of love seen between pixels, that devour the image to the point of annihilating what was truly lived.

ticket online (28/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504126
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queer short / 13 maggio 2024

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La storia di una famiglia matriarcale vista attraverso gli occhi (e la voce) di una bambina. Immagini di repertorio, originariamente create come strumenti didattici e propagandistici nella Polonia comunista, vengono riproposte come luogo di memorie auto-fiction, maneggiate e distorte, portate su lidi cosmici e sperimentali.
Creato a partire dai materiali d'archivio dell'Educational Film Studio di Łódź, è una riflessione stratificata sulla parentela, sulle relazioni interspecie e sull'identità: le donne della famiglia si impegnano in un processo di creazione di sé e del mondo, trasformando i presupposti sessisti e antropocentrici di un intero immaginario in strumenti di resistenza. Così, in questa danza di immagini e suoni trasfigurati, la Baba Jaga, figura ancestrale della tradizione fiabesca slava, la terribile donna ai margini del bosco, si libera dei vincoli patriarcali e prende le forme di una potente dea preistorica, compagna di piante ed animali.


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The story of a matriarchal family through the eyes (and the voice) of a child. Archive images, originally created as didactic and propagandist tools in communist Poland, are turned into a locus of auto-fictional memories, through manipulation and distortion, until they reach cosmic and experimental horizons.
Created from archive images from the Educational Film Studio in Łódź, it is a layered reflection on kinship, interspecies relationships and identity: the women in the family engage in a process of self-making and world-making, overturning the often sexist and anthropocentric basis of an entire imaginary into tools of resistance. At the center of this dance made of transfigured images and sounds, the classic Slavic witch figure, Baba Jaga, the mysterious woman at the edge of the woods, finally free from patriarchal constraints, is reimagined as a 'prehistoric goddess from the times of the matriarchy', companion and allied with plants and animals.

ticket online (28/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504126
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presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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C’è una scena, nel film La princesa de Francia di Matías Piñeiro, ambientata in un museo. Nella scena, mentre i due protagonisti parlano, un terzo personaggio “satellite” dialoga con loro mentre scatta delle fotografie a una statua e ad alcuni dipinti allo scopo di realizzare un catalogo. Matías Piñeiro ritrova le foto scattate durante le riprese dall’attrice, Gabriela Saidón, e si accorge di quanto siano inadatte a quel catalogo inesistente, e a quanto fossero precise quanto più l’attrice era calata nella parte.
A partire da questo presupposto, il regista argentino si interroga sui borgesiani labirinti di possibilità che possono nascere intrecciando le finzioni in una storia. Questo viaggio nella fantasia lo fa incrociare con altri registi, altri film, altre storie, scoprendo come ciò che non si vede e non esiste possa procurare concrete e vivide emozioni.


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There is a scene, in the film La princesa de Francia by Matías Piñeiro, that is set in a museum. In the scene, while the two protagonists talk, a third “satellite” character talks to them while taking photographs of a statue and some paintings in order to create a catalogue. Matías Piñeiro finds the photos taken during the shooting by the actress, Gabriela Saidón, and realizes how unsuitable they are for that non-existent catalogue, and how precise they were the more the actress was immersed in her role.
Starting from this assumption, the Argentine director questions himself on the Borgesian labyrinths of possibilities that can arise by intertwining fictions into a story. This journey into fantasy brings him together with other directors, other films, other stories, discovering how what cannot be seen and what does not exist can provide concrete and vivid emotions.

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presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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Dopo un anno dalla morte del padre, Victor torna a Buenos Aires e cerca di ricostruire i pezzi della sua vita amorosa, una vita che aveva abbandonato all’improvviso e che forse ora vuole riconquistare. Nel frattempo, pianifica la realizzazione di un radiodramma su Pene d’amor perdute di Shakespeare.
In equilibrio sottile e ironico fra sentimentalismo e cerebralità, La princesa de Francia si propone l’ambizione di coniugare solennità e scherzo, assecondando i mille rivoli del destino dei suoi protagonisti. Questo trasforma la vita, dentro il film di Piñeiro, in un tranello di giochi, pieno di invenzioni visive e di intrufolamenti curiosi in luoghi e tempi sacri (i musei, la musica di Felix Mendelssohn) che vengono rimaneggiati con un savoir faire che viene direttamente dalla nouvelle vague francese.


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A year after his father’s death, Victor returns to Buenos Aires and tries to rebuild the pieces of his love life, a life that he had suddenly abandoned and that perhaps he now wants to regain. In the meantime, he plans to make a radio drama about Shakespeare Love’s Labour’s Lost.
In a subtle and ironic balance between sentimentality and cerebrality, The Princess of France aims to combine solemnity and joke, supporting the thousand rivulets of the destiny of its protagonists. This transforms life, within Piñeiro’s film, into a trap of games, full of visual inventions and curious intrusions into sacred places and times (such as museums or Mendelssohn’s music) which are reworked with a savoir faire that comes directly from the French Nouvelle Vague.

 

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presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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Viola, Cecilia, Agustín, Javier, Sabrina. Una storia di attrici e di uomini, un labirinto di intrighi sentimentali, mentre sullo sfondo, ma forse neanche troppo lontano dalle quotidianità dei protagonisti, si organizza l’allestimento della Dodicesima notte di William Shakespeare.
Sempre attraverso i versi e le battute dalle opere del drammaturgo inglese, Piñeiro riesce a unire volti diversi, situazioni differenti e distanti, suggerendo i fili che legano fra loro tutte le parti di un disegno complessivo, umano e drammatico, in bilico fra verità e menzogna. Un altro esperimento di creatività narrativa, pieno di grandi momenti di grazia che rendono il cinema del regista argentino così unico e accattivante.


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Viola, Cecilia, Agustín, Javier, Sabrina. A story of actresses and men, a labyrinth of sentimental intrigue, while in the background, but perhaps not too far from the daily lives of the protagonists, the staging of William Shakespeare’s Twelfth Night is organized.
Again through the verses and lines from the works of the English playwright, Piñeiro manages to unite different faces, various and distant situations, suggesting the threads that bind together all the parts of an overall, human and dramatic design, poised between truth and lie. Another experiment in narrative creativity, full of great moments of grace that make the Argentine director’s cinema so unique and captivating.

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presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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Un gruppo di attori si trasferisce su un’isola immersa nella natura per fare le prove di un’opera di William Shakespeare, Come vi piace, ma i dialoghi e i rapporti fra i personaggi shakespeariani sembra sempre di più ricalcare la passione, il veleno e l’inganno che scorre fra gli attori, e Luisa, che interpreta Rosalinda, comincia a perdersi dentro questo grande sogno arcadico.
Una ronde di persone, di battute, di sottintesi: gli esseri umani di Piñeiro non si isolano per poter essere finalmente loro stessi, ma per poter finalmente interpretare altro da sé, forse persino per scappare da sé stessi. Una coreografia di piccoli e grandi inganni che ricorda il più grande cinema francese e traduce in immagini e movimenti i magici rivoli linguistici dell’opera di Shakespeare.

 

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A group of actors move to a island surrounded by nature to rehearse As you like it by William Shakespeare, but the lines and the relationships among the characters of the play start to seem very similar to the passion, the venom and the deceit among the actors, and Luisa, who plays Rosalinda, starts to get lost inside this Arcadian dream.
A ronde of people, of dialogues, of implications: Piñeiro’s human beings do not isolate themselves to enthusiastically be themselves, but to enthusiastically interpret someone different from themselves, maybe even to escape from themselves. A choreography of little and big deceptions that reminds of the greatest French cinema and that translates in images and movements the magic linguistic streams of Shakespeare’s works.

presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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Helena invita a casa sua alcuni suoi amici ventenni, con uno scopo misterioso. Tutti mentono: i tre uomini, le quattro donne, perfino la casa in campagna che li ospita. Ogni risvolto di trama, ogni battuta di dialogo, potrebbe essere una menzogna, tanto da far perdere qualsiasi distinzione fra quadri falsi e sentimenti falsi, fra letture di testi di fantasia e riferimenti ad eventi reali. 
Se c’è un regista che riesce a trasformare una scena all’aperto in una commedia teatrale, o in un piccolo concerto da camera, quello è Matías Piñeiro. I suoi personaggi si muovono tramite traiettorie imprevedibili dentro e fuori il campo visivo, si agitano come in un formicaio, mentre il suo occhio li attraversa con un nitore degno di Jacques Rivette. È come se avessero tutti sempre un obbiettivo da svolgere, un compito, una funzione, e mentre si dimenano in un gioco intellettuale dei sentimenti perdono il quadro generale della realtà. Tanto che non si capisce se un bacio è solo un bacio o nasconde un agente segreto nell’ombra. Cinema come lucido e garbato complottismo.


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Helena invites some of her twenty-year-old friends to her house, with a mysterious purpose. Everyone lies: the three men, the four women, even the house in the countryside that hosts them. Every plot twist, every line of dialogue, could be a lie, so much so that any distinction between false paintings and false feelings, or between readings of fictional texts and references to real events, is lost.
If there is a director who is able to transform an outdoor scene into a theatrical comedy, or in a small chamber concert, that director is Matías Piñeiro. His characters move through unpredictable trajectories in and out of the image, they shake as if in an anthill, while his eye passes through them with a clarity that’s worthy of Jacques Rivette. It’s as if they all always had an objective to accomplish, a task, a function, and while they struggle in an intellectual game of feelings they lose the general picture of reality. The effect is that it is not clear whether a kiss is just a kiss or hides a secret agent in the shadows. Cinema as lucid and polite conspiracy.

 

queer short / 12 maggio 2024

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Un ballerino di nome Fran fa ritorno al suo paese natale per concedersi un po’ di riposo e far visita alla madre. Il suo arrivo, però, si trasforma presto in qualcosa di speciale per la sua comunità. Attraverso il ritmo del bolero, Fran guiderà gli abitanti del paese e gli spettatori verso il raggiungimento di nuove vette del piacere.
In un caotico climax ascendente, che dal voyeurismo si trasforma in una sacra contemplazione collettiva, Fran diventa – attraverso lo sguardo del popolo – una profana figura cristologica venuta a rivelare una nuova forma di conoscenza che passa dall'uso del corpo e della vista e che conduce, in ultimo, a una celebrazione processionale dell’appagamento dei sensi, spirituali ma soprattutto fisici.


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A dancer named Fran returns to his hometown to rest and visit his mother. But his arrival soon turns into something special for his community. Through the rhythm of Bolero, Fran will guide the villagers and the spectators towards new heights of pleasure.
In a chaotic ascending climax, that from voyeurism turns into a sacred collective contemplation, Fran becomes - through the gaze of the people - into a profane Christological figure who has come to reveal a new form of knowledge that comes through the use of the body and the sight, and that ultimately leads to a processional celebration of the satisfaction on the senses, spiritual but, above all, physical.

ticket online (28/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504126
ticket online (29/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504007
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eterotopie / 11 maggio 2024

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Da quando la piccola Amal è tornata nel suo quartiere, ricorda solo un grande albero che non c’è più. Un sicomoro su cui lei e i suoi fratelli si arrampicavano. Si ricorda di quando portava il caffè a suo padre nel frutteto. Dopo è arrivata la guerra. Amal e i suoi fratelli hanno perso tutto. Sono figli della famiglia Samouni, dei contadini che abitano alla periferia della città di Gaza. È passato un anno da quando hanno sepolto i loro morti. Ora devono ricominciare a guardare al futuro, ricostruendo le loro case, il loro quartiere la loro memoria.
Sul filo dei ricordi, immagini reali e racconto animato (le animazioni sono realizzate da Simone Massi) si alternano a disegnare un ritratto di famiglia, prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno stravolto le loro vite in quel gennaio del 2009, quando, durante l’Operazione Piombo fuso, vengono massacrati ventinove membri della famiglia.

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Ever since little Amal returned to her neighborhood, she has only been able to remember a huge tree which no longer exists. It was a sycamore that she and her siblings used to climb. Then the war broke out. Amal and her siblings lost everything. They are children of the Samouni family, farmers who live on the outskirts of Gaza City. A year has passed since they buried their dead. Now they must start to look to the future once again, rebuilding their houses, their neighborhood and their memories. On the cusp of memory, real-life images and animations (created by Simone Massi) take turns to sketch out a family portrait, before, after and during the tragic events that turned their lives upside down in January 2009, when twenty-nine members of their family were butchered during Operation Cast Lead.

carte postale à Serge Daney / Magnifico Sirk / 29 novembre 2023

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Seconda guerra mondiale: il giovane soldato tedesco Ernst Graeber torna in licenza nella sua città, semidistrutta dai bombardamenti alleati. Alla ricerca dei genitori dispersi, l’incontro con l’ex compagna di scuola Elizabeth lo porterà a scoprire la possibilità di un amore in mezzo all’orrore della guerra. Jean-Luc Godard ne scrisse entusiasta sui “Cahiers du Cinéma”: «Chi non ha mai visto o amato Liselotte Pulver correre sulla riva di non so più quale Reno o Danubio, abbassarsi bruscamente per passare sotto lo steccato, poi risollevarsi, hop, con un colpo di reni, chi non ha visto a questo punto la grossa Mitchell di Douglas Sirk abbassarsi contemporaneamente e poi, hop, risollevarsi con lo stesso morbido movimento di gambe, ebbene, costui non ha mai visto niente, o semplicemente non sa cosa sia la bellezza». Il ritorno di Sirk in Europa, per uno dei film più sentiti dal regista, con Erich Maria Remarque anche in veste di attore.

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Second World War: young German soldier Ernst Graeber returns on leave to his hometown, which is now half-destroyed by Allied bombings. In his quest to find his missing parents amid the ruins, he reunites with his former schoolmate, Elizabeth. She becomes the beacon of love in the midst of the horrors of war. Jean-Luc Godard expressed enthusiastic praise for the film in the “Cahiers du Cinéma”, stating, Who never saw or loved Liselotte Pulver running on the shores of that Rhine Danube river, abruptly getting down to pass over the fance, then rising up, hop, with a jump, and who never saw at this time the big Douglas Sirk’s Mitchell getting down and then rising up, hop, with the same soft legs movement, well, this man never saw anything, or simply does not know what beauty is.' This marks Sirk’s return to Europe for one of his most heartfelt films, featuring Erich Maria Remarque also in an acting role.

carte postale à Serge Daney / Magnifico Sirk / 20 ottobre 2023

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Negli anni Trenta, in piena Grande Depressione, il giornalista Burke Devlin incontra un gruppo di acrobati del cielo: l’ex eroe di guerra Roger Shumann, sua moglie Laverne e il meccanico Jiggs. Shumann è ossessionato dalla passione per il volo ed è pronto a sacrificargli ogni cosa, anche la famiglia; Laverne è il centro di attrazione attorno a cui tutto gravita, compreso l’amore di Jiggs e di Devlin. Ma un senso di morte e di pessimismo attraversa il film, splendidamente fotografato da Irving Glassberg in un bianco e nero che accenta la cupezza e la luminosità di personaggi intrappolati nelle loro vite. Una danza macabra all’insegna della circolarità che rappresenta, come ha notato Jean-Loup Bourget, l’eredità pietosa e grottesca della Prima Guerra Mondiale.

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In the ’30s, amid the Great Depression, journalist Burke Devlin encounters a group of sky acrobats: the veteran Roger Shumann, his wife Laverne, and the mechanic Jiggs. Shumann is consumed by his passion for flight, willing to sacrifice everything, including his family. Laverne serves as the gravitational center of the story, drawing in the affections of both Jiggs and Devlin. However, a pervasive sense of death and obscurity permeates the entire film, beautifully captured by the cinematographer Irving Glassberg in a striking black and white that accentuates the characters' gloom and lightness as they find themselves ensnared in their own lives. The film unfolds as a danse macabre marked by circularity, revealing, as noted by Jean-Loup Bourget, the pitiful and grotesque legacy of the First World War.

carte postale à Serge Daney / Magnifico Sirk / 20 ottobre 2023

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Maestro incontrastato del melodramma hollywoodiano degli anni Cinquanta (ma non solo), grande scopritore e direttore di attori e attrici che hanno fatto la storia del cinema, la sua opera è stata oggetto di costante di ammirazione e oblio ma anche di incomprensioni e grandi fraintendimenti. Nato nel 1897 ad Amburgo, Germania, col nome di Dietlef Sierck, lascia la Germania all’alba della Seconda guerra mondiale girando per l’Europa e arrivando infine in America. Tra i grandi e iconici capolavori si annoverano Lo specchio della vita, Secondo amore, Tempo di vivere, Magnifica ossessione e Come le foglie al vento.

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Undisputed master of ’50s Hollywood melodrama (but not only that), great discover and director of actors and actresses that made the history of cinema, his work has been long admired and forgotten but also mistaken and greatly misunderstood. Born in 1897 in Hamburg, Germany, under the name of Dietlef Sierck, he leaves Germany at the dawn of Second World War travelling through Europe and at last arriving in America. Among his greatest and iconic masterpieces are Imitation of Life, All That Heaven Allows, A Time to Love and a Time to Die, Magnificent Obsession and Written on the Wind.

carte postale à Serge Daney / Magnifico Sirk / 27 settembre 2023

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L’attrice Lora Meredith assume come governante Assie Johnson, una donna nera che si occuperà di crescere le figlie di entrambe, Susie e Sarah Jane. Due madri, due figlie e ancora una volta vite che si intrecciano, con le loro illusioni e gli inganni offerti dai modelli sociali. Ultimo lungometraggio di Sirk prima del ritiro, remake del film omonimo di John M. Stahl (1934), per Fassbinder è «un grande film folle sulla vita e sulla morte; e sull’America», e la crudeltà sta nel fatto che tutti i personaggi hanno ragione, ma che nessuno potrà aiutarli «a meno di non cambiare il mondo. Per questo motivo abbiamo tutti pianto al cinema: perché è così difficile cambiare il mondo».

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The actress Lola Meredith hires the black woman Assie Johnson as housekeeper: she’ll take care of her and Lola’s daughters, Susie and Sarah Jane. Two mothers, two daughters, and once again lives that intertwine, with their illusions and the deceptions of the social stereotypes. The last feature film by Sirk before retirement, remake of John M. Stahl’s Imitation of Life (1934), according to Fassbinder ‘a great mad film about life and death; and about America.’ Cruelty is due to the fact that all the characters are right, but anyone can help them ‘unless they could change the world. That’s the reason we all cry in the movie theatre: because it is so difficult to change the world.’

nuove visioni / 25 maggio 2023

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La pop idol e wrestler Misa the Killer, seguita da un’operatrice per la realizzazione di un documentario, fa la conoscenza della mistress Kanon e diventa lei stessa mistress nel club sadomaso “H”. Ma essere la slave di Kanon e la mistress di altri clienti del club potrebbe portare a più di una difficoltà…

Il controverso regista di J-Horror Koji Shiraishi realizza un roman porno in pieno stile Nikkatsu, attingendo dalle sue più folli ossessioni (tra cui il mockumentary) per comporre un’ode divertente e stralunata alla perversione e all’amore fuori da ogni regola e vincolo. Una commedia erotica strampalata e imprevedibile, tanto una rielaborazione del pinku eiga tradizionale quanto un’esaltante messa in discussione della cultura pop nipponica.

 

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The pop idol and wrestler Misa the Killer, followed by a camera operator for the making of a documentary, meets the mistress Kanon and becomes herself a mistress in the BDSM club “H”. But being Kanon’s slave and other club’s clients’ mistress can bring more than a trouble…

The controversial J-Horror director Koji Shiraishi realizes a roman porno in perfect Nikkatsu style, combining his maddest obsessions (among which a mockumentary) to compose a funny and eccentric ode to perversion and boundless love. An erotic, wacky and unforeseeable comedy, a traditional pinku eiga re-elaboration as well as an exhilarating questioning of the Japanese pop culture.

nuove visioni / 25 maggio 2023

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È l'alba nella capitale del Mozambico. I giovani lasciano le discoteche. Nei cortili, le donne iniziano la loro giornata. Un uomo percorre correndo le principali arterie della città, una donna torna da un viaggio, un turista esplora le vie, un operaio prende i mezzi pubblici e la radio di Maputo Nakuzandza annuncia la scomparsa di una sposa che ha lasciato sull’altare il marito che la tradiva.

Con i suoi gesti ripetuti e momenti di interconnessione umana, Maputo Nakuzandza è la poesia cinematografica di una città dove diverse vite si intrecciano con i suoni di un programma radiofonico locale, un’opera sospesa, priva di pose e capace, attraverso pochi gesti quotidiani, di costruire piccoli ritratti e alludere al passato coloniale che ancora aleggia sulle strade della metropoli.


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It’s dawn in the capital of Mozambique. Young people are leaving the nightclubs. In the backyards, women are starting their day. A jogger roams the main arteries of the city, a woman is coming back from a trip, a tourist is walking, a worker is taking public transport, and Maputo Nakuzandza radio announces the disappearance of a bride after having left her cheating husband at the altar.

With its repeated gestures and moments of human interconnection, Maputo Nakuzandza is the cinematic poetry of a city where different lives interwoven with the sounds of a local radio program, a suspended work, devoid of poses and capable, through the depiction of few everyday gestures, of constructing small portraits and alluding to the colonial past that still hovers over the streets of the metropolis.

queer short / 25 maggio 2023

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La Serranía Baja de Cuenca (Spagna) è una terra dove si coltivano due specie di mandorle: le larguetas e le marconas. Quando l'artista è andato a scuotere i mandorli con la sua famiglia, Cande Lázaro ha capito "mariconas" ("frocio" in spagnolo) invece di "marconas". Da questo spostamento, l'artista inizia a porsi domande sui confini di cui le persone queer fanno esperienza nelle aree rurali.

Un montaggio di video personali e archivi fotografici, Mar(i)cona offre una riflessione intima sul rapporto tra territorio e identità, ruralità e queerness, norma e dissidenza, tracciando uno spazio espressivo tra saggio audiovisivo e personal cinema che sfida le false evidenze sulla costruzione del sé, il rapporto con l'ambiente e la rappresentazione di un territorio troppo spesso ridotto a paesaggi pastorali o a un vuoto geografico.

 

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The Serranía Baja de Cuenca (Spain) is a land where two species of almonds are grown: larguetas and marconas. When the artist went to shake the almond trees with his family, Cande Lázaro understood "mariconas" ("faggot" in Spanish) instead of "marconas". From this displacement, the artist starts arising questions about the boundaries queer people have in rural areas.

A montage of personal video and photo archives, Mar(i)cona delivers an intimate reflection on the relationship between territory and identity, rurality and queerness, norm and dissidence, mapping out a space of expression between audiovisual essay and personal cinema challenging the false evidence on the construction of the self, the relationship to the environment and the representation of a territory too often reduced to pastoral landscapes or to a geographical void.

 

nuove visioni / 25 maggio 2023

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Youcef sogna qualcosa di diverso dal mestiere che sta per iniziare e dalla sua relazione di coppia ed è attratto dalla vita avventurosa di una troupe di drag queen in tournée nel suo villaggio. Un ragazzo percorre strade deserte sui tacchi a spillo in attesa dei risultati di ammissione ad un corso che lo porterà lontano da lì. Jonas posa per Mathieu, fotografo gay specializzato nel ritrarre giovani ragazzi in costume.

Borghi isolati, pomeriggi sospesi, voglia di avventura, ragazzi che amano i ragazzi. Il cinema di Gaël Lépingle prende le distanze dai modelli trendy della comunità LGBT+, immergendosi nei territori anonimi che compongono il mosaico della provincia francese.

 

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Youcef dreams about something different from the job he's about to start and his couple relationship and he feels attracted to the adventurous life of a drag troupe in tour in his village. A boy walks along desert streets on stiletto heels waiting for the results of the admission to a course that will take him away from there. Jonas poses for Mathieu, a gay photographer specialized in portraying young boys in costume.

Isolated villages, suspended afternoons, desire for adventure, boys who love boys. Gaël Lépingle moves away from the trendy models of the LGBT+ community and dig deep down into the anonymous territories that make up the mosaic of the French province.

queer short / 25 maggio 2023

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Un uomo e una donna, marito e moglie, convivono ma come in due mondi separati, dentro giganteschi palazzoni grigi e piccoli appartamenti anonimi. Una voce dice loro cosa fare, come lavarsi, come comportarsi, costringendoli nello schema di una routine. Come in un enigma irrisolvibile, uno sguardo tra la satira e il surreale sulle trappole del quotidiano e sull’alienazione che detta il nostro stile di vita. Raccontato con ambigua ironia e sotterranea inquietudine, Future Flowers è un’opera incentrata sugli imperativi economici e produttivi imposti nella quotidianità: sogni eterodiretti che dettano un’idea di felicità intrisa di dovere precostituito. I “fiori del futuro”, la nuova vita che potrebbe nascere, offriranno una reale possibilità di cambiamento?

 

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A man and a woman, husband and wife, live together but as in two different worlds, inside giant grey skyscrapers and little anonymous flats. A voice tells them what to do, how to wash up, how to behave, forcing them into a routine scheme. As in a unsolvable enigma, a sight between satire and surreal into the traps of everyday life and into the alienation that orders out lifestyle. Narrated with ambiguous irony and subterranean restlessness, Future Flowers is a work centered on the economic and productive imperatives imposed in everyday life: hetero-directed dreams that dictate an idea of happiness imbued with preconceived duty. Will the "flowers of the future," the new life that might be born, offer a real chance for change?

queer short / 25 maggio 2023

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In un hotel che rende omaggio a Elvis Presley, cinque donne si riuniscono per portare a termine una missione: rimuovere il cadavere di un uomo dal locale. In questo giallo esuberante, dove l'omicidio di un uomo alimenta un'amicizia tra cinque donne, tutti i cliché del film poliziesco sono messi in crisi: nessun personaggio femminile è vittima, la polizia non ha alcun ruolo e gli uomini sono inutili. Emma Axelroud Bernard, che firma il suo primo film, dimostra grande inventiva nell'uso falsamente pastiche dei codici del fotoromanzo e del noir americano, e combina abilmente umorismo anticonformista e pamphlet femminista.


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In a hotel that pays homage to Elvis Presley, five women come together to complete a mission: remove a dead man from the premises. In this jubilant giallo, where the murder of a man federates a friendship between five women, all the clichés of the crime film are undermined: no female character is a victim, the police play no role and the men are useless. Emma Axelroud Bernard, who signs her first film, shows great inventiveness in her falsely pastiche use of the codes of the photo novel and the American film noir, and skillfully combines offbeat humor and feminist pamphlet.