nuove visioni / 27 maggio 2024
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Le voci, i volti e i corpi degli studenti del Liceo Artistico Mengaroni di Pesaro incarnano i personaggi di due romanzi di Cesare Pavese, La bella estate e Il diavolo in collina. A distanza di settant’anni, le “belle estati” di Ginia e Guido, Amelia e Poli, Oreste, Pieretto, sono messe in scena da corpi contemporanei che leggono le parole di Pavese e scoprono la vicinanza delle tematiche affrontate dall’autore rispetto al loro vissuto, provando sulla propria pelle le emozioni che suscita in loro la messa in scena di alcuni episodi delle due opere.
Quello di Santini è un cinema sempre radicato nella contemporaneità, volto a incorporare l’atto creativo nella narrazione stessa, con l’obiettivo duplice di smascherarlo ma anche di caricarlo di nuova linfa vitale attraverso le emozioni spontanee, fragili e giocose al tempo stesso, dei ragazzi che le mettono in scena.
[eng]
The voices, faces and bodies of the students of the Liceo Artistico Mengaroni in Pesaro embody the characters of two novels by Cesare Pavese, La bella estate and Il diavolo in collina. Seventy years later, the "beautiful summers" of Ginia and Guido, Amelia and Poli, Oreste, Pieretto, are staged by contemporary bodies who read Pavese's words and discover the closeness of the themes addressed by the author to their own experience, feeling the emotions that the staging of some episodes of the two works arouses in them.
Santini's cinema is deeply rooted in contemporaneity, and it aims to incorporate the creative act into the narrative itself, with the dual objective of unmasking it but also of charging it with new lifeblood through the spontaneous emotions, simultaneously fragile and playful, of the boys and girls who stage them.
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presenze / Matías Piñeiro / 27 maggio 2024
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Una voce di donna presenta l’isola deserta dove la strega Sycorax è approdata insieme al figlio Calibano, lo schiavo deforme della Tempesta di William Shakespeare. Ma le immagini sono quelle del presente, ogni personaggio dell’opera viene cucito sopra l’immagine di una persona vista per strada. Si tratta forse del pensiero di una donna che deve adattare il dramma del drammaturgo inglese in terra portoghese? E perché, allora, si perde in un bosco alla ricerca di Ariel, lo spirito dell’aria?
Qui in co-regia con Lois Patiño, Matías Piñeiro pensa che il presente possa nascondere Shakespeare dietro ogni angolo, e per farlo vedere allo spettatore intesse il suo film più sospeso e magico, una seduta di ipnosi tenuta da una strega che sa far oscillare i confini fra realtà e finzione.
[eng]
A female voice presents the desert island where the witch Sycorax landed with her son Caliban, the crooked slave from William Shakespeare’s The Tempest. But the images are the ones of the present, and every character from the play is sewed on the image of a person seen in the street. Is it maybe all about the thoughts of a woman who needs to adapt the English playwright’s drama in Portuguese land? And why, then, she gets lost in the woods looking for Ariel, the spirit of the air?
Co-directing with Lois Patiño, Matías Piñeiro thinks that the present day may hide Shakespeare behind any corner, and to make the spectator see that he creates his more suspended and magic movie, an hypnotic session held by a witch who’s able to blur the borders between reality and fiction.
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panorama queer / 27 maggio 2024
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Ancora di più, un corpo in più. Uno slogan, uno stendardo che sorregge da sé un montaggio singolare, pensato per un’installazione e rielaborato in forma di proiezione canonica con un triplo split screen, per raccontare militanze, riunioni, manifestazioni, dibattiti, interviste all’inizio degli anni Novanta in Francia, in epoca di diffusione dell’AIDS e di urgente necessità di sensibilizzazione sul tema.
La rielaborazione grafica e musicale delle immagini puntella e riadatta la mastodontica quantità di materiale che Lionel Soukaz ha raccolto nei suoi Journal Annales, restituendo un’energia che lo spettro della malattia non è in grado di dissipare. Un frammento densissimo e intenso di una testimonianza decennale, gestito dal montatore-autore Stéphane Gérard nella necessità di “andare avanti e indietro tra azioni pubbliche e elaborazioni private, costruendo continuità tra incontri e manifestazioni per riflettere al meglio l’operato degli attivisti”.
[eng]
Even more, a body more. A slogan, a banner that supports a singular montage, designed for an installation and reworked in the form of a canonical projection with a triple split screen, to tell the story of militancy, meetings, demonstrations, debates, interviews at the beginning of the nineties in France, in the era of the spread of AIDS and the urgent need to raise awareness on the topic.
The graphic and musical reworking of the images supports and adapts the gigantic quantity of material that Lionel Soukaz collected in his Journal Annales, restoring an energy that the specter of the disease is unable to dissipate. A very dense and intense fragment of a ten-year testimony, managed by the editor-author Stéphane Gérard in the need to “go back and forth between public actions and private elaborations, building continuity between meetings and demonstrations to best reflect the work of the activists”.
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premio Nino Gennaro / 27 maggio 2024
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Dorothea ha fallito nel suo sogno d’amore romantico con Heinz ad Amburgo, e sulla scorta dei racconti di sua madre sull’amore libero negli Stati Uniti viaggia fino a San Francisco, dove si ritrova coinvolta in un turbinio di nuove esperienze.
Monika Treut ci trasporta con Dorothea dentro un sogno punk femminista, la storia di un coming out lesbico, in cui il desiderio travalica i generi e una donna può scoprirsi soddisfatta nei modi più imprevisti. Il film è libero fin dall’inizio, con un bianco e nero così intenso e dei primi piani degni del cinema muto; ma è solo quando Dorothea si libera lei stessa che il film rilascia le sue scosse elettriche quasi cyberpunk, tra la ripresa in stile guerriglia e la pulsione orgiastica, senza mai sconfinare in una retorica New Age ma catturando lo spirito dei tempi, disilluso quando necessario, esplosivo quando lo desidera.
[eng]
Dorothea has failed in her dream of romantic love with Heinz in Hamburg, and remembering her mother’s stories of free love in the USA she travels to San Francisco where she finds herself involved in a whirlwind of new experiences.
Monika Treut transports us with Dorothea into a feminist punk dream, the story of a lesbian coming out, in which desire transcends genders and a woman can find herself satisfied in the most unexpected ways. The film is free from the beginning, with such an intense black and white and close-ups that are worthy of silent cinema; but it is only when Dorothea frees herself that the film releases its almost cyberpunk electric shocks, between guerrilla filmmaking and the orgiastic impulse, without ever straying into New Age rhetoric but capturing the spirit of the times, disillusioned when necessary, explosive when it wants it.
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eterotopie / 27 maggio 2024
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A Nazareth, in un quartiere residenziale dal vicinato scorbutico e violento, un uomo si sente male. Il figlio lo raggiunge, approfittando dell’attraversamento del checkpoint di Al-Ram a est di Gerusalemme per incontrare una donna che aizza e attira il desiderio dei soldati. La vita palestinese in Israele, all’inizio del Nuovo Millennio, è piena di assurdità e contraddizioni.
Il maestro del cinema palestinese Elia Suleiman racconta la difficile convivenza fra due popoli e due religioni trovando una sintesi satirica e accattivante che fa luce sull’atmosfera delle piccole cattiverie che israeliani e palestinesi si scambiano, nell’incapacità di trovare a loro volta una sintesi pacifica. Nelle piccole scenette comiche in stile Jacques Tati, in cui lo stesso regista si muove come attore protagonista quasi a reincarnare il mitico personaggio del bambino palestinese Handala, disegnato dall’artista Naji al-Ali, si mette in scena un’arena del conflitto gratuito e fine a sé stesso, comico e allo stesso tempo straziante, coreografia di un quotidiano ferito ma capace ancora di sognare e volteggiare con la leggerezza di un palloncino rosso.
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In Nazareth, in a grumpy and violent residential neighbourhood, a man feels ill. His son joins him, taking advantage of crossing the Al-Ram checkpoint, in East Jerusalem, to meet a woman who incites and attracts the soldiers’ desire. Palestinian life in Israel, at the beginning of the New Millennium, is full of absurdities and contradictions.
The master of Palestinian cinema Elia Suleiman talks about the difficult coexistence between two peoples and two religions, finding a satirical and captivating synthesis that sheds light on the atmosphere of the small mean things that Israelis and Palestinians exchange, in their inability to find a peaceful synthesis themselves. In the small comic sketches in Jacques Tati style, in which the director himself plays as the leading actor almost reincarnating the mythical character of the Palestinian child Handala, designed by the artist Naji al-Ali, an arena of gratuitous and useless conflict is staged, comical and at the same time heartbreaking, a choreography of a wounded everyday life but still capable of dreaming and twirling with the lightness of a red balloon.
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nuove visioni / 27 maggio 2024
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«Move slowly, and when the movement starts to feel automatic stop. Feel again», sussurrano gli invisibili, coloro che implodono nella danza della morte, il butoh. La trance dance, cuore di Invisible People, nasce in Giappone nell’atmosfera sperimentale del secondo dopoguerra e ribolle di carne che perde tutto ciò che la rende leggibile, escluso il movimento; si anima di corpi liberati dal proprio collasso e di materia che si dissolve per divenire varco tra la vita e la morte.
Il documentario di Alisa Berger si lascia sommergere da questo linguaggio segreto, orfano di parole, per intessere un’estetica erotica e spettrale. Attraversa le immagini dei danzatori con cui prende parte alla meraviglia della distruzione razionale. Si ferma. Sente di nuovo.
[eng]
«Move slowly, and when the movement starts to feel automatic stop. Feel again», whisper the invisible people, those who implode in the dance of death, the butoh. The trance dance, the heart of Invisible People, was born in Japan in the experimental atmosphere after World War II and seethes with flesh that loses everything of its legibility, excluding movement; it comes alive with bodies freed from their own collapse and with matter that dissolves to become a gateway between life and death.
Alisa Berger's documentary is submerged by this secret language, orphaned of words, to weave an erotic and spectral aesthetic. It traverses the images of the dancers with whom it partakes in the wonder of rational destruction. It stops. It feels again.
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presenze / Matías Piñeiro / 26 maggio 2024
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Tre mesi nella vita di Camila, traduttrice ed esperta di teatro shakespeariano, tre mesi in cui vola a New York da Buenos Aires per partecipare a un progetto su Sogno di una notte di mezza estate e intreccia più storie con uomini e donne, affrontando il passato e approdando nel futuro. Con l’aiuto di una serie di misteriose cartoline che cominciano ad esserle recapitate.
Con la consueta grazia, Matías Piñeiro sperimenta col racconto esplorando tutte le possibili direzioni della vita di Camila, tornando sui versi poetici del drammaturgo inglese e sfruttando i riconoscibilissimi volti di sue attrici feticcio come María Villar, Agustina Muñoz e Laura Paredes. Il regista annoda assieme inglese e spagnolo, uomini e donne, silenzio e musica, fino a disegnare le linee e i sentieri di una mappa di una commedia umana in cui ogni persona è la caccia al tesoro di un’altra.
[eng]
Three months in the life of Camila, translator and expert of Shakespeare’s theatre, three months in which she flies to New York from Buenos Aires to attend a project based on A Midsummer Night’s Dream and she intertwines relationships with men and women, facing her past and discovering her future. With the help of a series of mysterious postcards that she starts to receive.
With his usual grace, Matías Piñeiro experiments with storytelling exploring all the possible directions of Camila’s life, thinking about the poetic verses of the English dramatist and employing the very known faces of some of his muses like María Villar, Agustina Muñoz and Laura Paredes. The director bonds together English and Spanish languages, men and women, silence and music, with the aim to draw the paths and the trajectories of a map of a human comedy where every person is the treasure hunt of another.
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carte postale à Serge Daney / Daniel Schmid / 26 maggio 2024
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Il grande regista tedesco Douglas Sirk si racconta di fronte alla macchina da presa, in compagnia della moglie Hilde Jary: il rigetto per il nazismo, i film per la tedesca UFA, la fuga negli Stati Uniti, il lavoro negli studios di Hollywood, l’ossessione per la composizione dell’inquadratura e per gli specchi. Intanto il sole di Lugano filtra dalle finestre della sua casa in Svizzera, e illumina sia lui che la moglie dandogli occasione, nonostante i problemi di vista, di trovare anche durante l’intervista momenti di luce perfetti ai suoi occhi di regista.
Lo svizzero Daniel Schmid dialoga con quello che lui e Rainer Werner Fassbinder ritenevano e veneravano come maestro assoluto del melodramma, il regista di There’s Always Tomorrow, Written on the Wind e Imitation of Life. Le sue domande interrogano gli occhi, le mani e le espressioni di un regista sempre serio e concentrato, sempre interessato ai drammi più profondi degli esseri umani, alla loro psiche, alla loro ricerca inutile della moralità, al loro girare in tondo come preambolo oscuro della morte.
[eng]
The great German director Douglas Sirk talks about himself in front of the camera, alongside with his wife Hilde Jary: his rejection of Nazism, his films for the German UFA, his escape to the United States, his work in the Hollywood studios, his obsession with the composition of the shot and for the mirrors. Meanwhile, the Lugano sun filters through the windows of his house in Switzerland, and illuminates both him and his wife, giving him the opportunity, despite his sight problems, to find perfect moments of light in his director’s eyes even during the interview.
The Swiss Daniel Schmid talks with the one he and Rainer Werner Fassbinder considered and venerated as the absolute master of melodrama, the director of There’s Always Tomorrow, Written on the Wind and Imitation of Life. His questions interrogate the eyes, the hands and the expressions of a director who is always serious and concentrated, always interested in the deepest dramas of human beings, in their psyche, in their useless search for morality, in their running in circles as a dark preamble of death.
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premio Nino Gennaro / 26 maggio 2024
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C’è differenza fra delle gambe o delle braccia legate assieme in una pratica BDSM e le sbarre e le ringhiere che tappezzano le strade e gli ambienti urbani? La differenza c’è, sì, e non si declina con il semplice sguardo, perché i nodi BDSM e le strisce pedonali possono occupare lo stesso spazio in una stessa inquadratura. La differenza va trovata con la parola, con la testimonianza di un’esperta di bondage, con delle immagini di libertà su quella stessa strada che tanto lega a degli obblighi e a degli stereotipi, molto più di quanto un nodo BDSM leghi la carne.
Alternando un’intervista ad alcuni montaggi sperimentali allusivi, nel terzo episodio dell’antologia Female Misbehaviour, la grande regista tedesca propone lo sconfinamento del desiderio privato nello spazio pubblico, dimostrando che i nodi BDSM fatti per il proprio piacere dànno calore, e che i nodi stritolanti delle geometrie urbane dànno terrore. Per Monika Treut il sesso è anche performatività e creatività, e le parole delle sue interviste diventano il pennello con cui si disegna la grande mappa del desiderio libero.
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Is there a difference between legs or arms tied together in a BDSM practice and the bars and railings that cover streets and urban environments? There is a difference, yes, and it cannot be seen with a simple glance, because BDSM nodes and pedestrian crossings can occupy the same space in the same shot. The difference must be found with the word, with the testimony of a bondage expert, with images of freedom on that very same urban street that binds so much to obligations and stereotypes, much more than a BDSM knot binds the flesh.
Alternating an interview with some allusive experimental montages, in the third episode of the anthology Female Misbehaviour, the great German director proposes the trespassing of private desire into public space, stating that BDSM knots made for one’s own pleasure give heat, and that knots crushing elements of urban geometries give terror. For Monika Treut sex is also performativity and creativity, and the words of her interviews become the brush that draws the great map of free desire.
panorama queer / 26 maggio 2024
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Indignati per il bombardamento di Gaza del 2021, gli attivisti queer palestinesi Hamza e Walid reclutano il romanziere Jean Genet per sabotare l’Eurovision a Gerico con l'aiuto di Buddy e Pedro, i famosi pinguini gay nudi di Toronto. L’affermarsi del queer BDS (boicottaggio, disinvestimenti, sanzioni) come movimento globale guidato dai palestinesi emerge attraverso interviste e azioni, opere liriche e agitprop, proteste e scherzi.
Raccontando quindici anni di appassionato attivismo a Toronto e in tutto il mondo, Photo Booth giustappone una narrazione operistica surreale a scene documentaristiche che ci mostrano gay Pride e pinkwashing, soldati gay e omonazionalismo. Gli attivisti queer Ghadir Shafie, Judith Butler, Ali Abunimah e altri raccontano le vittorie e le battute d'arresto di questo movimento emergente per la giustizia sociale. Genet si trasforma in un attivista digitale che cerca di farsi strada attraverso le diverse sfide di megafoni e cabine fotografiche, musica dodecafonica e schermo diviso, frisbee e gas lacrimogeni, Gaga e Gaza, solidarietà e silenzio.
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Outraged by the 2021 bombing of Gaza, Palestinian queer activists Hamza and Walid recruit novelist Jean Genet to sabotage the Eurovision singing contest in Jericho with the help of Buddy and Pedro, Toronto's famous naked gay penguins. The emergence of queer BDS (boycott, divestment, sanctions) as a dynamic, Palestinian-led global movement is brought to life through interviews and actions, opera and agitprop, protests and jokes.
Chronicling fifteen years of passionate activism in Toronto and around the world, Photo Booth juxtaposes a surreal operatic narrative with documentary scenes exploring pride and pinkwashing, gay soldiers and homonationalism. Queer activists Ghadir Shafie, Judith Butler, Ali Abunimah, and others chronicle the victories and setbacks of this emerging social justice movement. Genet transforms into a digital activist trying to navigate his way through the various challenges of megaphones and photo booths, dodecaphones and split screen, frisbees and tear gas, Gaga and Gaza, solidarity and silence.
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panorama queer / 26 maggio 2024
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Da quando Thom, ex drag queen, e Henri, agente di polizia, si sono incontrati trentacinque anni fa, il loro amore non ha mai vacillato. Ma la vita apparentemente perfetta che si erano costruiti a Bruxelles inizia a mostrare segni di crisi quando Henri va in pensione, e le sue giornate sembrano allungarsi all’infinito. Nonostante i litigi, però, Thom non sarà disposto ad arrendersi e farà di tutto per salvare la sua relazione e rivitalizzare il loro amore, anche a costo di chiedere il divorzio al marito.
Il regista David Lambert affronta il tema della crisi di una vecchia coppia ritraendola mentre i due litigano, si lamentano, si fanno dispetti, ma anche mentre condividono momenti di dolcezza e tenerezza come potrebbe avvenire in una commedia con Katherine Hepburn e Spencer Tracy come interpreti. E i due attori protagonisti, Olivier Gourmet e Dave Johns, offrono una performance mozzafiato.
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Since Thom, ex drag queen, and Henri, police officer, met 35 years ago, their love for each other has never faltered. But the seemingly perfect life they had built in Brussels started to go awry when Henri retired, and his days seem to stretch endlessly. Despite the arguments, anyway, Thom is not ready to give up, and he will do anything to save his relationship and rekindle their love, even if that means asking his husband for a divorce.
Director David Lambert tackles the theme of the crisis of an old couple by portraying them while they argue, complain, tease each other but also while they share moments of sweetness and tenderness as it could happen in a comedy starring Katherine Hepburn and Spencer Tracy as protagonists. And the two lead actors, Olivier Gourmet and Dave Johns, deliver a breathtaking performance.
ticket online | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=503685
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nuove visioni / 25 maggio 2024
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«Puoi conquistare l’oscurità che avvolge le stelle», dicono le milioni di voci di Mamántula, l’essere affamato di sperma e desiderio che estrae la vita dei propri amanti dai genitali. Due detective, guidate dalla propria reciproca pulsione erotica, indagano per risolvere il caso, ripercorrendo la scia di morti.
In Mamántula ogni identità resta impigliata nei fili di una ragnatela gore ed erotica: il carnefice può essere contemporaneamente amante, orso e ragno, e il sesso e il desiderio guidano le azioni di tutti, rivelandone doppiezze, ambivalenze e molteplicità. Ion de Sosa traccia una mappa ironica e aracnide di un presente alternativo in cui immaginare amori transdimensionali e morti di piacere, mentre smembra aspettative cinefile e innesta generi cinematografici che “senza soluzione di continuità” viaggiano fra il poliziesco, l’horror, l’erotico, per un’esperienza completamente inedita.
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«You can conquer the darkness that envelops the stars,» say the millions of voices of Mamántula, the being hungry for sperm and desire that extracts the lives of its lovers from its genitals. Two detectives, guided by their mutual erotic drive, investigate to solve the case, retracking the trail of dead.
In Mamántula every identity gets entangled in the threads of a gore and erotic web: the executioner can be simultaneously lover, bear and spider, and sex and desire guide everybody’s actions, revealing duplicity, doubleness and ambiguity. Ion de Sosa draws an ironic and arachnid map of an alternate present in which to imagine transdimensional loves and deaths of pleasure, while dismembering cinephile expectations and incorporating cinematic genres which “seamlessly” travel through detective story, horror, erotic, for a completely new experience.
ticket online (26/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=503673
ticket online (30/05/2024) | https://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=505262
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queer short / 25 maggio 2024
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Andy e Charlie si esibiscono insieme performando e creando spettacoli erotici. In estate, lontane dal cabaret, le due giovani donne si confrontano e inventano, ripercorrendo e ridefinendo i propri itinerari.
Con uno sguardo lucido e attento, Livia Lattanzio segue le due protagoniste nei loro andirivieni emotivi in un viaggio alla riscoperta di sé stesse, restituendo i motori più puri e spontanei della loro libertà, e della forza con cui la difendono. Andy et Charlie è una testimonianza delicata e autentica di autodeterminazione femminile nel perseguire le proprie scelte e una narrazione intelligente e incisiva del sex work.
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Andy and Charlie perform together on stage in erotic shows. In the summer, far from the cabaret, the two young women confront each other and invent their own itineraries, retracing and redefining them.
With a lucid and careful gaze, Livia Lattanzio follows the two protagonists in their emotional journey during a self-discover time, returning the purest and most spontaneous engines of their freedom, and the strength they defend it with. ever psychoanalyzing them or questioning them about the ethical front of their actions, instead restoring the purest and most spontaneous drivers of their freedom, and of the strength they have to defend it. Andy & Charlie is a delicate and authentic testimony of female self-determination in pursuing their own choices and an intelligent and incisive narration of sex work.
ticket online (26/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=503999
ticket online (30/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504120
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carte postale à Serge Daney / Daniel Schmid / 25 maggio 2024
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Le Onnagata, nella tradizione del teatro giapponese, sono gli uomini che interpretano i personaggi femminili. Tamasaburo Bando è una delle Onnagata più celebri, in grado di interpretare figure di donne non sulla base di un’idea di imitazione ma per coglierne la reale essenza e restituirla tramite il ballo, il movimento, lo sguardo.
Daniel Schmid viaggia in Giappone per catturare la filosofia più profonda dell’arte delle Onnegata, rinunciando alla struttura classica del documentario ma concentrandosi sulle performance di Bando e di altri artisti, per indagare cosa significhino l’identità e il genere sessuale nel magico reame del palcoscenico del teatro Kabuki. Le soluzioni non sono semplici, e trovano in questa straordinaria tradizione non un piano sostitutivo per allontanare le donne dalla recitazione, ma un’occasione arricchente per esplorare i confini fra essenza del femminile e sua percezione, mentre il film costruisce un raffinatissimo apparato formale che ipnotizza.
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Onnagata, in the tradition of Japanese theater, are men who play female characters. Tamasaburo Bando is one of the most famous Onnagata, able to interpret female figures not on the basis of an idea of imitation but to catch their real essence and return it through dance, movement, gaze.
Daniel Schmid travels to Japan to capture the deepest philosophy of Onnegata’s art, giving up on the classic documentary structure but focusing on the performances of Bando and other artists, in order to survey what identity and sexual gender mean in the magical realm of the stage of Kabuki theater. The solutions are not simple, and they find in this extraordinary tradition not a substitute plan to distance women from acting, but an enriching opportunity to explore the boundaries between the essence of the feminine and its perception, while the film builds a highly refined formal apparatus that mesmerizes.
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panorama queer / 25 maggio 2024
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Bernadette Mayer ha pubblicato più di trenta testi fra poesie e saggi fra il 1968 e il 2021, prima di morire nel 2022. In Utopia, del 1984, immagina un mondo alternativo, un’ucronia senza malattie, senza soldi, in cui le porte sono tutte grandi e le finestre sono tutte aperte. Una donna fa leggere al proprio figlio una versione editata della poesia, istruendolo sugli errori di pronuncia e disegnando, con uno schizzo surreale improvviso, cosa potrebbe voler dire utopia 40 anni dopo.
Beatrice Gibson modella in due minuti una nuova chance per l’immagine e per la poesia al cinema. Leisure, Utopic è un haiku di speranza perché ogni individuo nel mondo abbia una storia, come alla fine della poesia di Mayer: “even me”.
[eng]
Bernadette Mayer published more than thirty poems and essays between 1968 and 2021, before dying in 2022. In Utopia, from 1984, she imagines an alternative world, a uchronia without disease, without money, in which the doors are all large and the windows are all open. A woman makes her son read an edited version of the poem, instructing him on pronunciation errors and drawing, with a sudden surreal sketch, what utopia could mean 40 years later.
Beatrice Gibson models in two minutes a new chance for images and poetry in cinema. Leisure, Utopic is a haiku of hope because every individual in the world has a story, as at the end of Mayer’s poem: “even me”.
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presenze / Matías Piñeiro / 25 maggio 2024
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tú me abrasas si apre col ricordo del suicidio di Pavese il 27 agosto del 1950, in una camera dell'albergo Roma a Torino. Sul comodino c’erano i Dialoghi con Leucò, scritti da Pavese tra il 1945 e il 1947. Le immagini scorrono sullo schermo riunendo frammenti di vita in Spagna, in Grecia, a New York, mentre le attrici protagoniste parlano di amore, amicizia, dolore, memoria, rimpianto, morte e destino attraverso letture e traduzioni che vanno oltre i miti di Pavese e della poetessa greca Saffo. Torino è semi deserta nella canicola di agosto, le onde si infrangono ripetutamente sugli scogli, un rubinetto sta colando, i palazzi si muovono, un campanello suona.
Con tú me abrasas Piñeiro adatta il dialogo di Saffo e Britomarti cercando i segreti nella metrica e nei misteri atavici dei versi della poetessa attraverso immagini allusive ed enigmatiche. Il risultato è una narrazione che si rinnova a ogni lettura e rende le conversazioni tra la poetessa e la ninfa aperte a sempre nuove interpretazioni.
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You Burn Me opens with an image of the room at the Roma hotel in Turin where Pavese committed suicide on 27 August 1950. On the night table he left a copy of Dialogues with Leucò, written by Pavese himself between 1945 and 1947. The images scroll across the screen bringing together fragments of life in Spain, Greece, New York, while the main actresses talk about love, friendship, pain, memory, regret, death and destiny through readings and translations that go beyond the myths of Pavese and of the poet Sappho. Turin is semi-deserted in the heat of August, the waves repeatedly crash on the rocks, a tap is dripping, buildings are moving, a doorbell rings.
With You Burn Me Piñeiro adapts the dialogue between Sappho and Britomartis looking for secrets in the metrics and in the ancestral mysteries of the poet’s verses through allegorical and enigmatic images. As an end result, we can relish various layers of reading, and the conversations between the Greek poet Sappho and the nymph Britomartis open to being viewed in newer and newer ways.
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nuove visioni / 25 maggio 2024
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Due pupi in un teatro di marionette presentano uno spettacolo: è la performance-sfogo di Domenico Monetti, un rituale ferreriano di commento libero sul cinema e sulla vita mentre trangugia ostriche e litri di vino. Qualche spettatore commenta, uno strano figuro sorteggia delle domande, e le domande diventano sempre più cupe.
Uno dei consueti dispositivi rigidi del cinema di Luca Ferri viene sfidato dall’ebbrezza e dalle parole libere di Monetti, in un labirinto di specchi concettuali che fa riflettere il film su sé stesso, fino a un suggestivo punto di rottura nel finale. Una seduta di psicanalisi al protagonista e al cinema in generale, forse addirittura al nostro rapporto col cinema, che riesce a far breccia nei sentimenti più profondi del protagonista da traiettorie imprevedibili.
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Two puppets in a puppet theatre present a show: it is Domenico Monetti’s performance-outburst, a Ferrerian ritual of free commentary on cinema and life while gulping down oysters and litres of wine. Some spectators comment, a strange figure draws questions, and the questions become increasingly darker.
One of the usual rigid devices of Luca Ferri’s cinema is challenged by Monetti’s intoxication and free words, in a labyrinth of conceptual mirrors that makes the film reflect on itself, up to a suggestive breaking point in the finale. A psychoanalysis session on the protagonist and on cinema in general, perhaps even on our relationship with cinema, which manages to penetrate the protagonist’s deepest feelings from unforeseeable trajectories.
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Sicilia Queer 2024 / 21 maggio 2024
SICILIA QUEER 2024
International New Visions
FILMFEST
Palermo, Cantieri Culturali alla Zisa
25-31 maggio 2024
BIGLIETTI
biglietti intero / queer card / studenti
tessera sostenitore € 100
tessera festival € 60 € 45
accredito studenti € 30
ingresso giornaliero € 12 € 10 € 8
ingresso singolo € 6 € 5 € 4
opening night € 8
Tutti i biglietti sono in vendita online su > www.liveticket.it/siciliaqueer
Opening Night € 8 > ticket online
Il Cine-Concerto della Felicità € 10 > ticket online
Closing Night / Premiazioni € 6 > ticket online
Closing Party / Nziria Live A/V € 15 > ticket online
I film della sezione Queer Short saranno proiettati con i sottotitoli inclusivi in italiano che sono stati ideati da Sudtitles Srl per promuovere l’idea di “Cinema per tutti” e favorire l’inclusione sociale della comunità sorda.
NOTA BENE
Il presente programma potrebbe subire variazioni per cause di forza maggiore indipendenti dalla volontà degli organizzatori. Si invita pertanto a verificare gli eventuali aggiornamenti consultando il sito.
FESTIVAL E DINTORNI
TIRESIA - IL FESTIVAL AD OCCHI CHIUSI
Dopo il successo degli scorsi anni, torna Tiresia il podcast ideato e realizzato da Alberto Nicolino che racconta le giornate del SQFF. Un modo per restituire l’atmosfera del festival attraverso i suoni e i rumori del village ai Cantieri Culturali alla Zisa.
RADICI. PICCOLO MUSEO DELLA NATURA - ALLEANZE, CONNESSIONI, ECOSISTEMI
In occasione della quattordicesima edizione del Sicilia Queer filmfest, Radici propone uno spazio per letture e attività semistrutturate dedicate a bambine e bambini. All’interno dei pomeriggi due appuntamenti dedicati ai laboratori tematici su alleanze, connessioni, ecosistemi.
laboratori tematici
sabato 25, ore 17.00 | Cre.zi Plus
Trasformazioni. Officina dei colori e laboratorio di parole
domenica 26, ore 17.00 | Bottega 6, Teatro Ditirammu
Trame. Viaggi microscopici intorno alla materia
ingresso libero fino a esaurimento posti
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PALERMO
Quest’anno gli allestimenti del village del Sicilia Queer ai Cantieri Culturali alla Zisa verranno realizzati in collaborazione con le classi di Design, Ecodesign e museografia dell’Accademia di Belle Arti di Palermo coordinati dalla docente Agnese Giglia. Il dialogo nato negli scorsi mesi nasce dall’idea di rendere sempre più funzionale e accogliente lo spazio per il nostro pubblico.
ENTE NAZIONALE SORDI - PROIEZIONI ACCESSIBILI
Rinnovato l'accordo tra il Festival e l'ENS sezione di Palermo: per il quarto anno consecutivo, i Queer Short, la sezione di cortometraggi dedicati alle nuove visioni e a tematiche LGBTQ+, saranno accessibili grazie ai Sottotitoli Inclusivi, un tipo di sottotitolazione che permette il pieno godimento e fruizione dei contenuti anche alle persone sorde e ipoacusiche.
I tesserati ENS potranno usufruire del biglietto a costo zero. Invece, durante le altre proiezioni del Festival, sempre accessibili grazie ai sottotitoli in italiano, il biglietto di entrata è ridotto a 4,00€.
COOPCULTURE
Per il terzo anno consecutivo si rinnova l’accordo con CoopCulture per permettere ai numerosi ospiti del Festival di fruire delle guide all’interno dei siti turistico-monumentali gestiti dalla cooperativa. Quest’anno verranno proposte le guide all’interno dei seguenti siti: Orto Botanico di Palermo, Castello della Zisa, Palazzo Chiaramonte-Steri, Museo Archeologico Salinas.
Al contempo, esibendo la Queer Card o un biglietto del SQFF2024, si riceverà uno sconto del 10% sul biglietto di ingresso alla mostra “Palermo Felicissima” in programma presso Palazzo Bonocore. La mostra, attraverso un percorso espositivo interattivo e cross-mediale, racconta un’epoca breve ma irripetibile in cui Palermo, grazie alla spinte di una borghesia emergente e rampante, seppe porsi all’avanguardia nei campi della tecnica, della produzione e del commercio.
MOBILITÀ SOSTENIBILE
Dott (Compagnia di monopattini elettrici in sharing)
Da quest’anno potrete raggiungere facilmente il SQFF con i monopattini elettrici Dott, operatore di micromobilità europeo e leader in Italia che offre un metodo di trasporto alternativo, accessibile, ecologico e sicuro. Grazie alla partnership con Dott il pubblico del Festival potrà usufruire di sconti ed offerte. I nuovi utenti, utilizzando il codice “SQFF24”, avrann o a disposizione due corse gratuite della durata di 10 min, mentre a quelli già iscritti è riservato uno sconto del 30% su tre corse con il codice “SQFF30”.
Sconti per i ciclisti e per i mezzi sostenibili (booq - bibliofficina di quartiere)
Per promuovere una mobilità sostenibile in città e rendere il Festival sempre più green, il Sicilia Queer offre uno sconto a tutti coloro che raggiungeranno i Cantieri Culturali alla Zisa in bicicletta, o con un mezzo che rispetti la sostenibilità ecologica. Il progetto è gestito in collaborazione con booq - bibliofficina di quartiere.
SRC - Sicily Rent Car
SRC - Sicily Rent Car è una realtà di noleggio vetture che supporta progetti, iniziative, idee dal valore autentico, che fanno la differenza per il territorio e le persone. In linea con questo principio l’azienda sarà mobility partner del Sicilia Queer filmfest mettendo a disposizione del Festival due automobili brandizzate.
Sicilia Queer 2024 / 21 maggio 2024
Quest’anno Rosi Castellese e Luigi Carollo non parteciperanno al Sicilia Queer, perché hanno lasciato questo pianeta. Cominciare l’editoriale rivolgendo il nostro pensiero a questi due costruttori di mondi è un modo per esplicitare immediatamente un profondo e sentito debito di gratitudine nei loro confronti. Il lascito di esperienze, relazioni, esempi che la loro esistenza porta con sé è enorme, e per questa ragione – tutta pubblica, interamente politica, ma per noi inevitabilmente anche umana e personale – a loro questo festival è dedicato. Militanti, partigiani, hanno difeso i diritti non soltanto delle persone lgbtqia+ agendo sullo spazio pubblico, creando luoghi di incontro e discussione che prima non esistevano, scommettendo sul futuro e contribuendo concretamente, con il loro lavoro, a fare di Palermo una città migliore. Sarà la storia a dire in che misura operare a partire dai margini – creando ad esempio spazi indipendenti come i circoli lesbici nel quartiere del Borgo Vecchio (prima Lady Oscar, poi ‘nzocché) ed esperienze come quella di Palermo lesbicissima, o immaginare che il Pride dovesse avere sin da subito un’impostazione intersezionale e trasversale e tenere insieme segmenti ampi della società tutta – abbia contribuito a cambiare il volto della città in cui viviamo, a nostro avviso più di quanto non si sia soliti ammettere, respingendo in maniera gioiosa e vitale l’ammissibilità di discorsi omobitransfobici, classisti, xenofobi, razzisti e fascisti. Rosi e Luigi hanno dato prova con le loro vite che il lavoro culturale conta ed è politico, producendo effetti nello stesso tempo instabili e duraturi. Hanno mostrato come il rigore non esclude le risate, e viceversa; e che le conseguenze di una vita luminosa sono imprevedibili – il nostro festival ne è uno dei frutti. Pensiamo dunque a loro come un esempio a cui guardare e da proteggere preziosamente per il presente e per il futuro, e con questo spirito ci rivolgiamo alle persone che al festival saranno presenti, gli spettatori e le spettatrici di questa edizione. Cosa offriamo loro?
panorama queer / 16 maggio 2024
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