presenze / Laura Citarella / 24 maggio 2023
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Una donna vive ai margini della società in una capanna che ha costruito in aperta campagna, a pochi chilometri da Buenos Aires. Circondata dai suoi cani, si immerge nella natura e fa il minimo indispensabile per sopravvivere giorno dopo giorno. Non ha soldi, parla raramente, ma guarda il mondo che la circonda con una sorta di stupore. Le stagioni, l’alternarsi del giorno e della notte, le diverse versioni del cielo sembrano cullare i suoi pensieri, educando gli occhi a cogliere le meraviglie del mondo. Interpretata dalla co-regista Verónica Llinás, La mujer de los perros è un’opera al contempo quieta e inquietante, il ritratto di una donna senza nome, una lontana parente dell’enigmatica vagabonda “senza tetto né legge” di Agnès Varda.
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A woman lives on the fringes of society in a hut that she built in the open countryside, just a few kilometres from Buenos Aires. Surrounded by her dogs, she immerses herself nature and does the bare minimum to survive day by day. She has no money, she rarely speaks, but she looks she looks at the world around her with a kind of astonishment. Seasons, the alternation of day and night and the different versions of the sky seem to cradle her thoughts. Played by co-director Verónica Llinás, La mujer de los perros is a study at once quiet and haunting, the portrait of a nameless woman, a distant cousin of Agnès Varda's enigmatic protagonist in Vagabond.
panorama queer / 24 maggio 2023
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Psychosynthesis è un’incursione oniroide nelle innumerevoli sub-personalità di Barbara Hammer: bambina, atleta, strega e artista. Sovraimpressioni visive e giustapposizioni sonore, variazioni repentine d’intensità e strati di colore si incontrano grazie al rituale magico e giocoso del cinema. Un trip psichedelico e sperimentale della pioniera e ironica riot girl del cinema lesbico; un lavoro inesausto di decostruzione e apertura di un universo compartimentato e rinchiuso, illusoriamente messo a sistema per meglio essere oggettivizzato e normato; l’esplorazione delle possibili stratificazioni del senso e dello sguardo; la rincorsa carrolliana delle inesauribili versioni del sé.
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Psychosynthesis is an oniroid foray into the innumerable sub-personalities of Barbara Hammer: child, athlete, witch, and artist. Visual superimpositions and sound juxtapositions, abrupt changes of intensity and layers of color come together through the magical and playful ritual of cinema. A psychedelic and experimental journey of the pioneering and ironic riot girl of lesbian cinema; a ceaseless work of deconstruction and opening of a compartmentalized and closed universe, illusorily set up to be better objectified and normalized; an exploration of the possible stratifications of meaning and gaze; a Carrollian chase of the inexhaustible versions of the self.
panorama queer / 24 maggio 2023
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Utilizzando una Bolex 16 mm e un computer Amiga, Barbara Hammer crea un film spiritoso e sorprendente su come le donne vedono la loro sessualità rispetto al modo in cui vengono percepite le immagini maschili delle donne e del sesso. L'impatto della tecnologia sulla sessualità, sulle emozioni e sull'io sensuale viene esplorato attraverso il linguaggio informatico, accostato al linguaggio colloquiale e quotidiano del sesso. No No Nooky T.V. affronta la controversia femminista sulla sessualità con il linguaggio elettronico, i pixel e l'interfaccia grafica. Persino il monitor è erotizzato in questo ibrido film/video che punta il dito sul romanticismo, la sessualità e l'amore nella nostra epoca post-industriale.
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Using a 16mm Bolex and Amiga computer, Barbara Hammer creates a witty and stunning film about how women view their sexuality versus the way male images of women and sex are perceived. The impact of technology on sexuality and emotion and the sensual self is explored through computer language juxtaposed with everyday colloquial language of sex. No No Nooky T.V. confronts the feminist controversy around sexuality with electronic language, pixels and interface. Even the monitor is eroticized in this film/video hybrid that points fun at romance, sexuality, and love in our post-industrial age.
panorama queer / 24 maggio 2023
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Fra Stati Uniti, Canada e Regno Unito, Barbara Hammer documenta le reazioni del suo pubblico prima e dopo la presentazione di alcuni suoi corti: shock, interrogativi sulla pornografia, percezione della fisicità e soprattutto rappresentazione di un’altra narrazione sullo schermo, una narrazione che voglia la donna capace di provare eccitazione per delle immagini. Il cinema di guerriglia di Audience permette allo spettatore di connettersi con sensazioni e contesti diversi dai suoi, in questo caso percependo palpabilmente l’entusiasmo e le emozioni di spettatori, ma soprattutto spettatrici, affascinate dalle potenzialità del cinema d’avanguardia e del cinema queer, alla ricerca di un “linguaggio lesbico” e della sua traduzione per immagini.
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From United States and Canada to United Kingdom, Barbara Hammer documents the reactions of her audience before and after the screenings of some of her short films: shock, questions about pornography, perception of physicality and above all the representation of another narrative on the screen, a narration that considers the woman capable of being turned on by images. The guerrilla cinema of Audience allows the viewers to connect with sensations and contexts that are different from their own, in this case palpably perceiving enthusiasm and emotions of spectators (mainly female spectators) fascinated by the potential of avant-garde cinema and queer cinema, in search of a “lesbian language” and its translation through images.
extra / 24 maggio 2023
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Durante la fine degli anni duemila, Crystabel Riley è andata in tour in Giappone ed Europa con batteria, strumenti elettronici e trucco, nel trio noise Maria and the Mirrors. Questo è stato l'inizio del suo interesse per i pattern sulla pelle - umana e della batteria. Questo interesse per i pattern dimensionali che esistono su (e fuori) diverse superfici è continuato ad evolversi attraverso l'esplorazione dell'idea di 'cura e non cura' della pelle, di sé, degli altri e del mondo, in tutte le pratiche di Crystabel come Artista (Truccatrice, Batterista). Crystabel collabora da lungo tempo con Sue Lynch e con la London Improvisers Orchestra. Attualmente sta lavorando al progetto duo multi-formato @xcrswx con Seymour Wright. Di recente ha suonato al LCMF (London Contemorary Music Festival).
Evento realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X Edizione 2021) della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
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During the late naughties Crystabel Riley toured Japan and Europe using drums, electronics and make-up in noise trio Maria and the Mirrors. This was the start of her interest in patterns on skins - human and drum. This interest in dimensional patterns existing on (and off) different surfaces has continued to evolve through exploring the idea of 'care and uncare' of the skin, self, others, and the world, across all of Crystabel's practices as an Artist (Make-up, Drum). Crystabel has been a long term collaborator of Sue Lynch as well as the London Improvisers Orchestra. She is currently working on the multi-format duo project @xcrswx with Seymour Wright. She recently played at LCMF (London Contemorary Music Festival)
This event is supported by the Italian Council (X Edition 2021), Direzione Generale Creatività Contemporanea of the Ministero della Cultura.
panorama queer / 24 maggio 2023
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Attingendo a foto, filmati d'archivio e ricordi personali, il film ricostruisce la vita di Susanna Valenti, la donna che gestiva Casa Susanna, un luogo sicuro ai piedi delle Catskills, New York, dove una rete clandestina di donne transgender e di travestiti ha trovato rifugio negli anni Cinquanta e Sessanta. Per Diane e Kate, oggi ottantenni, quella casa ormai abbandonata ha rappresentato uno spazio di libertà dove poter esplorare le proprie scelte identitarie. Insieme a loro, Gregory, il figlio di Susanna, e Betsy, figlia di Donald, autore di A Year Among the Girls sulla sua esperienza di travestito a Casa Susanna, sostengono l’idea che la solidarietà e l’impeto ribelle di questo gruppo di donne vestite come le signore della classe media americana possano coesistere con il progetto di famiglia “tradizionale” che parte della sua comunità ha intrapreso.
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Using a rich trove of photos, archival footage and personal remembrances, the film reconstructs the forgotten life of Susanna Valenti, the woman who ran Casa Susanna, a safe place in the Catskills, New York, where an underground network of transgender women and cross-dressing men found refuge in the 1950s and 60s. For Diane and Kate, now in their eighties, that abandoned house represented a space of freedom where they could explore their identity choices. Along with them, Gregory, the son of Susanna, and Betsy, daughter of Donald author of A Year Among the Girls about his experience as a transvestite at Casa Susanna, support the idea that solidarity and rebellion of this group of women dressed like middle class American women can coexist with the "traditional" family project that part of its community have undertaken.
panorama queer / 17 maggio 2023
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Barbara Hammer riprende la sua relazione con Max Almy, raccontando lo scoppio del desiderio e l’inizio della crisi. Entrambe, di comune accordo, decidono di riprendere ciò che avviene durante la loro storia, trasformando la relazione in un film in divenire, che si trasforma con loro. O che, forse, trasforma la relazione esso stesso, infilandosi nelle pieghe del loro quotidiano in comune. Un home-video alla ricerca di un’intimità che il gesto della ripresa perde e riacquista alternativamente, offuscando i confini fra vita privata e performance. Uno straordinario video diario che penetra il rapporto fra psiche, corpo e immagine.
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Barbara Hammer shoots her relationship with Max Almy, recounting the outbreak of desire and the beginning of the crisis. Both, by mutual agreement, decide to resume what happens during their love story, transforming the relationship into a making of, which transforms with them. Or which, perhaps, transforms the relationship itself, slipping into the folds of their shared daily life. A home video in search of an intimacy that the act of filmmaking alternately loses and regains, blurring the boundaries between private life and performance. An extraordinary video diary, which penetrates the relationship among psyche, body and image.
panorama queer / 17 maggio 2023
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Percussioni tribali come suoni provenienti dal profondo delle viscere accompagnano questo vero e proprio saggio sul tatto, un elogio della pelle in quanto superficie che permette di entrare in contatto con il mondo esteriore e involucro sotto al quale brulica la vita interna-organica e interiore-psichica del corpo. La pelle è osservata in quanto area esposta, sempre all’erta, ed esplorata in ogni suo centimetro quadrato che da solo possiede circa centotrenta recettori tattili. Sync Touch è un esperimento di cinema tattile – meno razionale ma paradossalmente più facile da esperire e interiorizzare – che accelera l’invenzione di un linguaggio femminista, anti-cartesiano, che riconduca la mente al corpo, l’intelletto alla ragione, la sensazione fisica alle emozioni: una “pelle linguistica” che dia spazio a delle forme espressive di solito oggetto di repressione.
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Tribal percussions like sounds from the pit of the gut accompany this actual essay on touch, a eulogy of the skin as the surface that allows contact with the outer world as well as the shell under which the inner-organic and inner-psychic life of the body wiggles. The skin is observed as an exposed area, always alert, and explored in every square inch of it, which alone possesses about 130 tactile receptors. Sync Touch is an experiment in tactile cinema – less rational but paradoxically easier to experience and internalize – that hastens the invention of a feminist, anti-Cartesian language that leads mind back to body, intellect back to reason, physical sensation back to emotions: a “linguistic skin” that gives space to forms of expression usually subject to repression.
panorama queer / 17 maggio 2023
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Attraverso i versi della poetessa greca del VI secolo a.C., un gruppo di donne in una spiaggia rievocano il fantasma di una divinità lesbica. Tramite sovrapposizioni e giochi ottici, Barbara Hammer costruisce un rituale erotico-letterario come se l’immagine impressa nella pellicola fosse essa stessa parte del processo, ribadendo, tramite una colonna sonora enigmatica e vari labirinti visivi fatti di intrichi di corpi e di mani, la sacralità della rivendicazione e la solennità di un corpo alla ricerca della propria autodeterminazione. Frantumando i confini dell’immagine e riscrivendoli continuamente, Sappho ricompone un corpo unico, rievocando così il desiderio di uno spirito di condivisione.
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Through the verses of the 6th century BC Greek poet, a group of women on a beach evoke the ghost of a lesbian deity. Through superimpositions and optical games, Barbara Hammer builds an erotic-literary ritual as if the image imprinted on film were itself part of the process, reaffirming, through an enigmatic soundtrack and various visual labyrinths made up of tangles of bodies and hands, the sacredness of the claim and the solemnity of a body in search of its self-determination. By shattering the boundaries of the image and continually rewriting them, Sappho recomposes a single body, thus evoking the desire for a spirit of sharing.
panorama queer / 17 maggio 2023
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Una sinfonia in rosso: il rosso della vita, della morte, dell’amore, del rituale dolorosamente femminile dalla cadenza mensile. Una commedia ironica sugli aspetti sgradevoli delle mestruazioni, in cui le donne recitano i loro drammi su una collina californiana, in un supermercato, all’insegna di una liturgia eretico-eucaristica, filtrata in rosso, una cerimonia a base di antinfiammatori e sangue, che sancisce la nuova ed eterna alleanza tra le donne, tra cataste di assorbenti e rotoli di carta igienica. Menses combina sia l'immaginario che la politica delle mestruazioni in una sagace miscela di commedia e dramma.
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A symphony in red: the red of life, death, love, and the painfully feminine ritual of monthly cadence. A wry comedy on the disagreeable aspects of menstruation, in which women act out their own dramas on a California hillside, in a supermarket, characterized by a red-filtered liturgy, at the same time heretical and eucharistic, a ceremony based on anti-inflammatory and blood that enshrines the new and eternal alliance between women, amidst stacks of tampons and rolls of toilet paper. Menses combines both the imagery and the politics of menstruation in a shrewd blend of comedy and drama.
carte postale à Serge Daney / 15 maggio 2023
A partire dalla pubblicazione dell’autobiografia di Matthias Brunner, Magnificent Obsessions Saved My Life; del libro di Bernard Eisenschitz, Douglas Sirk, né Detlef Sierck; della traduzione del libro di Jon Halliday e Douglas Sirk, Lo specchio della vita, a cura di Andrea Inzerillo; e alla presenza di Roberto Turigliatto (co-curatore della retrospettiva Sirk a Locarno nel 2022 insieme a Bernard Eisenschitz) e Mark Rappaport (autore, tra gli altri, di The Vanity Tables of Douglas Sirk), una tavola rotonda per parlare di Douglas Sirk.
Palazzo Butera, Via Butera, 18
ingresso libero
panorama queer / 13 maggio 2023
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Aicha, Kim e Nell sono tre giovani ragazze che amano il rugby nonostante i pregiudizi e i commenti delle persone che le circondano. Mentre le guardiamo giocare, ridere e confrontarsi, fra camerini e campi da gioco, ascoltiamo le loro voci raccontare cosa vuol dire essere giovani donne e praticare uno sport normalmente associato agli uomini. Un documentario sull’autoaffermazione di genere, fuori da ogni gerarchia normativa maschilista: un invito a non seguire gli schemi imposti dalla società e ad essere sé stesse, abbracciando una sana passione per lo sport, vissuta come una vera e propria forma di resistenza ai preconcetti.
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Aicha, Kim e Nell are three young girls who love rugby despite the prejudices and comments that surround them. While we watch them play, laugh and confront each other, among dressing rooms and playgrounds, we listen to their voices telling what it means to be young women and practice a sport normally associated with men. A documentary on gender self-assertion, out of any male-dominated normative hierarchy: an invitation not to follow the patterns imposed by society and to be yourself, embracing a healthy passion for sports, experienced as a true form of resistance to preconceptions.
presenze / Laura Citarella / 13 maggio 2023
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Un ragazzo, due ragazze: tre amici adolescenti trascorrono insieme le loro giornate, scandite da lezioni noiose – improvvisamente ravvivate dalle ore di educazione sessuale con i suoi siparietti pruriginosi e i sorrisetti imbarazzati –, giorni in piscina, scanzonati giri in bicicletta e notti bianche in cui non si sa bene se a tenere svegli siano più le trame bislacche degli horror di serie B o il desiderio incontenibile di scoprire il corpo proprio e dell’altro. Tres juntos è un’opera al contempo delicata e caparbia; il congedo dall’infanzia armoniosa, minacciata dai tormenti sentimentali, e la speranza che i giochi bambineschi possano non finire mai.
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One boy, two girls: three teenage friends spend their days together, punctuated by boring lessons – suddenly enlivened by class hours of sex education with its prurient antics and embarrassed smirks –, days at the pool, laid-back bike rides and white nights in which one is not sure whether it is more the wacky plots of B-movie horror films or the uncontrollable urge to discover one’s own body as well as the body of the other that keep them awake. Tres juntos is a work at once delicate and stubborn; a farewell to a harmonious childhood threatened by the torments of love, and the hope that those childish games may never end.
nuove visioni / 13 maggio 2023
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“La geografia di un’isola è una metafora di ciò che si vive al suo interno: identità circondate da infinite possibilità che solo i fortunati osano raggiungere”: il tempo sospeso di Ana e Luis sembra intrecciarsi a questa voce fuori campo, guida del traghetto verso l’isola che abitano, San Miguel, nelle Azzorre. Fluttuando sui confini tra terra e mare, le loro storie risiedono in un punto di rottura tra liturgia e rivoluzione in cui svaniscono l’etica, come per Ana che non riesce più a distinguere il bene e il male, e le strutture espressive di genere, come per l’estetica di Luis.
Cláudia Varejão tratteggia un’opera tra finzione e documentario, ritratti frammentati di amara speranza e meraviglia di due vite – e una generazione – isolate e, al contempo, proiettate verso l’unione con l’altro.
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"The geography of an island is a metaphor for what one lives within it: identities surrounded by infinite possibilities that only the lucky dare to reach": the suspended time of Ana and Luis seems intertwined to this voiceover, ferry guide to the island they inhabit, San Miguel, in the Azores. Floating on the borders between land and sea, their stories reside at a breaking point between liturgy and revolution in which ethics vanish, as for Ana who can no longer distinguish between good and evil, and gendered expressive structures, as for Luis' aesthetics.
Cláudia Varejão sketches a work between fiction and documentary, fragmented portraits of bitter hope and wonder of two lives – and a generation – isolated and, at the same time, projected towards the union with the other.
queer short / 13 maggio 2023
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Nel 1940, Claude Cahun e Marcel Moore, due artiste lesbiche ed ebree, decidono di lasciare Parigi e trasferirsi sull’isola di Jersey per sfuggire alle persecuzioni naziste. Minacciate dallo sbarco delle truppe tedesche sull'isola, optano per la resistenza. Armate della loro telecamera 8 mm, danno vita ad un esercito di "soldati senza nome" che fanno andare nel panico la macchina nazista. Un film sull’amore, la passione per l’arte e la resistenza di due eroine che sfidano il totalitarismo a colpi di immaginazione; un’opera che asseconda l’estro dinamitardo delle sue protagoniste ricorrendo a registri narrativi e stilistici divergenti, accostando agli scricchiolii analogici di ascendenza surrealista delle forme di sovversione più “contemporanee”, muscolari e dal piglio punk, proprie del cinema di genere.
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In 1940 Claude Cahun and Marcel Moore, two lesbian and Jewish artists, move from Paris to Jersey island to escape the Nazi persecution. Threatened by the arrival of German troops on the island too, resist. Armed with a 8mm camera, they create an army of "nameless soldiers" who panic the Nazi machine. A film about love, passion for art and the resistance of two heroines who challenge totalitarianism with the power of the imagination; a work that supports the radical flair of its protagonists by resorting to divergent narrative and stylistic registers, juxtaposing the analog creaks of surrealist ascendancy with more "contemporary", muscular, punk-looking forms of subversion typical of genre cinema.
panorama queer / 13 maggio 2023
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Armato dei suoi strumenti di ripresa, il protagonista/narratore parte in piena pandemia per Los Angeles, dopo aver ritrovato grazie a Facebook una sua vecchia fiamma, conosciuta quarant’anni prima a New York. In questo road movie girato all’interno di un’avvolgente Ford Mustang, Dieutre cattura le immagini di una città piena di eccessi e contraddizioni. L’abbagliante megalopoli gli regala attimi di sublime introspezione e profonda analisi sulle relazioni sociali e sui processi di urbanizzazione, dove l’iperreale di Baudrillard incontra le visioni apocalittiche di E. E. Cummings, Ocean Vuong e Claudia Rankine. In un contesto dominato dall’imperativo del continuo movimento, i due amanti si ritagliano inconsciamente una dimensione atemporale, scandita dall’incontro dei loro corpi non più giovani.
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With his camera equipment, the protagonist/narrator sets off for Los Angeles in the middle of the Pandemic, after having found an old flame on Facebook he met forty years before in New York. In this road movie shot from the comfort of a Ford Mustang, the director captures through his camera a city full of excess and contradictions. The dazzling megalopolis gives him moments of sublime introspection and profound analysis of social relations and urbanisation processes, where Baudrillard's hyperreal meets the apocalyptic visions of E. E. Cummings, Ocean Vuong and Claudia Rankine. In a context dominated by the imperative of constant movement, the two lovers unconsciously carve out a timeless dimension, marked by the intersection of their no-longer-young bodies.
panorama queer / 13 maggio 2023
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Moritz è un giovane che arriva a Berlino senza piani, seguendo per amore Jonas, un attraente fotografo che vive a pieno la intensa e fluida vita berlinese. Quando la relazione finisce improvvisamente, Moriz inizia a vagare per la città, in una ricerca di se stesso che lo porta a immergersi a pieno in una vita notturna grazie alla quale può realizzare i suoi desideri repressi. Con sensibilità da documentario, il lungometraggio d’esordio di Hannes Hirsch ritrae una iniziazione nella scena gay di Berlino. Una negoziazione continua delle nozioni di immagine del corpo di mascolinità, dove le costellazioni sessuali e le insicurezze sono sedate dall’eccitazione di incontri sempre nuovi. Rendendo la vulnerabilità di Moritz sempre percepibile, Drifter guarda sotto la superficie seducente di una cultura notturna che non conosce limiti e dei suoi giochi di breve durata, rivelando le persone reali piuttosto che celebrare il cliché.
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Moritz is a young man who arrives in Berlin without plans, following for love Jonas, who is an attractive photographer who fully lives the intense and fluid life in Berlin. When the relationship suddenly ends, Moritz begins to wander around the city in search for himself, and that leads him to fully immerse himself in a nightlife where he can fulfill his repressed desires. With documentary sensibility, Hannes Hirsch’s feature debut portrays an initiation into Berlin’s gay scene. A continuous negotiation of body image’s notions of masculinity, where sexual constellations and insecurities are sedated by the excitement of new encounters. Making Moritz’s vulnerability always perceptible, Drifter looks beneath the seductive surface of a nocturnal culture that knows no bounds and its short-lived games, revealing real people rather than celebrating cliché.
panorama queer / 13 maggio 2023
panorama queer / 13 maggio 2023
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In occasione della terza edizione del Sicilia Queer filmfest, tenutasi nel 2013, una delle mattine del festival è dedicata a una discussione tra alcuni degli ospiti. Paul Vecchiali – presidente di giuria di quell’edizione – Vincent Dieutre, Arnold Pasquier, Cosimo Terlizzi, riuniti attorno a un tavolo con Éric Biagi e Andrea Inzerillo che li invitano a dialogare a partire da una semplice domanda: che cos'è l'indipendenza al cinema? La conversazione, filmata da Valentina Pellitteri e Jean Elia, è stata poi pubblicata in due parti sui numeri 640 e 641-2 della rivista Filmcritica diretta da Edoardo Bruno, tra il dicembre 2013 e il gennaio 2014.
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At the third edition of the Sicilia Queer filmfest, held in 2013, one of the mornings was dedicated to a discussion among some of the guests. Paul Vecchiali – president of the jury of that edition – Vincent Dieutre, Arnold Pasquier, Cosimo Terlizzi, gathered around a table with Éric Biagi and Andrea Inzerillo who invited them to dialogue starting from a simple question: what is independence in cinema? The conversation, filmed by Valentina Pellitteri and Jean Elia, was then published in two parts in issues no. 640 and 641-2 of the magazine Filmcritica directed by Edoardo Bruno, between December 2013 and January 2014.
panorama queer / 13 maggio 2023
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Cosa sarebbe potuto succedere – cosa sarebbe dovuto succedere – se due giganti della storia del cinema come Greta Garbo e Sergej Michajlovič Ėjzenštejn avessero potuto dichiararsi reciprocamente il proprio amore? L’attrice più famosa del mondo, cittadina russa onoraria del cinema per le sue molteplici interpretazioni; il regista più radicale del mondo, che avrebbe potuto fare del suo volto uno dei suoi celebri primi piani? La sfinge Garbo non voleva stare sola: voleva solo sposare il grande Sergej. Forse avrebbe potuto interpretare Trockij o Pancho Villa in uno dei suoi film. Forse i loro amici Charlie Chaplin, Walt Disney e Josef von Sternberg avrebbero approvato il loro amore. Forse avrebbero potuto avere un figlio insieme. Forse tutto questo può comunque essere successo, in un film di Mark Rappaport.
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What could have happened – what should have happened – if two giants in film history, like Greta Garbo and Sergei Michajlovič Eisenstein, could have declared their love for each other? The world's most famous actress, an honorary Russian citizen of cinema for her many performances; the world's most radical director, who could have immortalized her face in one of his famous close-ups? Sphinx Garbo did not want to be alone: she just wanted to marry the great Sergei. Perhaps she could have played Trotsky or Pancho Villa in one of his films. Perhaps their friends Charlie Chaplin, Walt Disney and Josef von Sternberg would have approved their love. Maybe they could have had a child together. Maybe all this could still have happened, in a Mark Rappaport film.
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