header-text

panorama queer / 13 maggio 2015

Germania 1968. Ruby e Martin sono due adolescenti che vivono con sofferenza il contesto sociale costrittivo che li circonda. La scuola è un luogo dove i loro sogni e le loro aspirazioni sembrano annegare nella convenzionalità e nel conformismo di un’istituzione poco attenta alle esigenze dei ragazzi. Anche le rispettive famiglie, che non accettano il loro rapporto sentimentale, appaiono come luoghi di nevrosi e ipocrisie. L’unica alternativa è la fuga verso una libertà che li porterà a confrontarsi con la durezza della vita del riformatorio. Von jetzt an kein zurück è un film che racconta la tensione spontanea e costante verso la libertà e verso l’affermazione di se stessi, la ribellione giovanile e la voglia di sottrarsi alle norme imposte dall’alto. Riguarda con occhio critico alla storia della seconda metà del novecento, a quella società ancora impegnata a fare i conti con il suo recente passato (la guerra su tutto) e con la necessità di trovare nuovi orizzonti sociali e culturali.

Germany 1968. Ruby and Martin, two teenagers, have a hard time in the social context that surrounds them. The school is a place where their dreams and aspirations seem to drown in the conventionality and conformism of an institution not very mindful of the students' needs. Even their families, that don't accept their love relationship, seem to be places of neurosis and hypocrisy. Their only alternative is to escape towards a freedom which will lead them to face the hardness of juvenile hall. Rough Road ahead is a film about the spontaneous and constant tension towards freedom and self-determination, about teenage rebellion and about the wish to escape the rules imposed from on high. It examines critically the history of the second half of the twentieth century and the society still dealing with its recent past (with the war more than anything) and with the necessity of finding new social and cultural developments.

panorama queer / 13 maggio 2015

In un piccolo paesino dominato da una centrale elettrica nel sud dell'Olanda, dove tutti sono connessi così come i cavi che ne sovrastano i cieli, vive la giovane Anne. Silenziosa e confusa, la ragazza non sì trova mai a suo agio con i suoi coetanei, che tiene debitamente a distanza ma da cui, in una realtà così piccola, è impossibile separarsi. Ma, con l'arrivo in paese della ribelle Lena, la monotona e noiosa estate di Anne, così come la sua stessa vita, cambierà irrimediabilmente. Ambientato nella calda atmosfera di un'estate olandese, è un film sui confini e sulle convenzioni che ne sono origine, un affascinante ritratto dell'adolescenza alla ricerca di un percorso lontano dal solco degli stereotipi per raggiungere e affermare la propria identità.

The young Anne lives in a small village dominated by a power station in the south of Holland, where everyone is as connected to one another as the cables in the sky. Quiet and confused, the girl never feels at ease with her friends, that she keeps to a distance even though in such a small town she can’t really be set apart from them. However, with the rebel Lela's coming, Anne's monotonous and boring summer, as her life itself, will change irremediably. Set in the hot atmosphere of a Dutch summer, Zomer is a movie about limits and the conventions originating them, a fascinating portrait of a teenager who looks for a path far from stereotypes to reach and to affirm her own identity.

 

panorama queer / 13 maggio 2015

Nel 1931, al vertice della sua carriera, il regista sovietico Sergei Eisenstein è in Messico per girare un film. Incalzato dal regime stalinista, che vorrebbe richiamarlo in patria quanto prima, Eisenstein passa gli ultimi dieci giorni del suo viaggio nella cittadina di Guanajuato. Sarà qui, con la complicità della sua guida Palomino Cañedo, che scoprirà molte cose sul Messico ma anche sulla propria sessualità e identità di artista. Con uno stile visionario che non ha eguali nel cinema contemporaneo, Greenaway firma un ritratto originale e irriverente del grande regista russo, legandolo a una riflessione sul cinema, il sesso e la morte che sconvolge e affascina. Accolto con entusiasmo all’ultimo Festival di Berlino, il film segna il ritorno di Greenaway all’energia coinvolgente delle sue opere migliori.

In 1931, at the top of his career, the soviet director Sergei Eisenstein is in Mexico to shoot a movie. Pursued by the Stalinist's regime, which wishes to  recall him to his homeland as soon as possible, Eisenstein spends the last days of his trip in the small town of Guanajuato. It's here, with the complicity of his guide Palomino Cañedo, that he will discover many things about Mexico but also about his own sexuality and artistic identity. With an unparallelled visionary style in the contemporary cinema, Greenaway signs an original and irreverent portrait of the great soviet director, connecting him to a reflection on cinema, sex and death that shocks and attracts at the same time. Welcomed with entusiasm at the last Berlin Festival, the movie marks Greenaway's return to the engaging energy of his best works.

panorama queer / 13 maggio 2015

Durante gli anni '70, Christian Braad Thomsen girò delle interviste mai pubblicate al più prolifico regista della storia del cinema: Rainer Werner Fassbinder. Tenuta insieme dai ricordi dell'amico, la complicata e ambivalente figura del regista tedesco ci verrà raccontata tramite le testimonianze di familiari e amici cari. L'infanzia, i sogni, la carriera, l'amore, la psicoanalisi, il matrimonio, la follia, la morte. Mettendo a nudo la vita di Fassbinder, il film non solo svela l'uomo dietro al personaggio ma indaga anche su quanto la storia possa influenzare la vita di una singola persona. Presentato nella sezione Panorama della 65esima edizione del festival di Berlino, un ritratto appassionato e coinvolgente del grande regista tedesco.

During the 70s, Christian Braad Thomsen shot some unpublished interviews to the most productive director in the history of cinema: Rainer Werner Fassbinder. Bound together by his friend's memories, the complex and bivalent figure of the German director will be told through the statements of his relatives and close friends. Childhood, dreams, career, love, psychoanalysis, marriage, madness, death. Baring Fassbinder's life, the movie reveals not only the man behind the character but also investigates how much history can influence the life of a single person. Presented in the Panorama section of the 65th Berlinale edition, it is a passionate and moving portrait of the great German director.

panorama queer / 13 maggio 2015

Nell’isolata base militare di Fort Buchanan Roger attende in compagnia della figlia adottiva e di un assortito gruppo di donne e uomini il ritorno del proprio marito Frank, militare in missione in Africa. La comunità di mogli, anch’esse in attesa dei propri mariti inviati al fronte, passa oziosamente il tempo tra discussioni filosofiche al limite del grottesco e giochi di seduzione. Frank vive con gelosia il silenzio del marito e decide di partire con il gruppo alla volta del fronte africano. Girato in 16 mm e diviso in quattro parti, è un film che racconta con un tono ironico, sottile e mai scontato le dinamiche di desiderio all’interno di una situazione quasi surreale. Il regista riprende elementi della cultura statunitense e francese per fonderli in uno sguardo dissacrante che sa evidenziare in maniera straniante gli stereotipi legati al genere e alla famiglia.

In the isolated military base of Fort Buchanan Roger is waiting, together with his adoptive family and an assorted group of women and men, the return of his husband Frank, a soldier on a mission in Africa. The community of wives, while waiting like him for their husbands sent to the front, lazily spends its time making almost grotesque philosophical discussions and seduction games. Frank lives with jealousy the silence of his husband and decides to leave with the group for the African front. Shot in 16mm and divided in four parts, Fort Buchanan is a film that, with an ironic subtle and never predictable tone, tells the dynamics of desire within an almost surreal situation. The director evokes elements of the American and French culture to merge them in a desecrating gaze that underlines in an alienating way the stereotypes linked to gender and family.

panorama queer / 13 maggio 2015

David Gold ha appena perso l’ennesimo lavoro nella sua mediocre carriera da attore a causa del suo problema con l’alcol. Come se non bastasse, gli viene diagnosticato un cancro alla pelle e il rifiuto di accettare la sua omosessualità lo porta a vivere una vita piena di bugie e ricordi. Senza più un soldo e con l’affitto da pagare, David decide di recitare la parte di un orientatore scolastico che aiuta i ragazzi problematici della Grusin High School. Ma le cose non saranno così facili come si aspetta. Guidance è una scanzonata commedia che ci racconta con ironia, sarcasmo ed un tocco di cinismo la folle vita del queer per antonomasia.

David Gold has just lost his last job of his lousy acting career for his problem with the bottle. On top of that he was diagnosed with skin cancer and, to make things worse, his refusal to accept his homosexuality makes him live a life full of lies and memories. Already broke and with a rent to pay David decides to act as a school counsellor supporting the problematic students of Grusin High. The problem is that things will not be easy as predicted. Guidance is an easygoing comedy that tell with irony, sarcasm and a little bit of cynicism the crazy life of the queer par excellence.

panorama queer / 13 maggio 2015

Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, fotografa e giornalista svizzera, emblematica e scoppiettante figura dei tardi anni '30, figlia della "generazione perduta", antifascista e lesbica, dipendente da morfina ed altre svariate droghe, viene dimenticata fino alla metà degli anni '80, quando viene pubblicata la sua biografia. Nel 2014, 16 giovani attori ricostruiscono la vita della Schwarzenbach incarnando lei, i suoi amici e i suoi amori, emulandone i gesti, i vizi e le contraddizioni. Ne esce fuori un ritratto allo stesso tempo singolare e molteplice, una biografia colma di intime memorie, ricreato dall'incontro dello donna di ieri con la generazioni di oggi, in cui il confine tra realtà e finzione, inevitabilmente, diventa sempre più confuso.

Annemarie Schwarzenbach was a Swiss writer, photographer and journalist, emblematic and crackling figure of the late 30s, child of the "lost generation", antifascist and lesbian, addicted to morphine and other drugs. She was forgotten until the mid-80s, when her autobiography was published. In 2014, 16 young actors recreated Schwarzenbach's life impersonating her, her friends and her lovers, emulating her gestures, her vices and her contradictions. A portrait pops out, at the same time singular and multiple, a biography full of intimate memories, recreated from the gathering of the woman of yesterday with today's generation, in which the border between reality and fiction becomes inevitably more and more blurred.

 

panorama queer / 13 maggio 2015

Michel vive in un ospedale psichiatrico da molti anni. Blaise Othnin-Girard è affascinato da questa figura fuori da qualsiasi canone, compresi quelli ai quali vorrebbe ridurlo un isolamento forzato. Arte, amore, amicizia nelle parole di Michel sembrano diversi. «Mi sembra che il paradiso… è un amore che ti trapassa il ventre e che ti rende davvero felice… una sensazione come di esplosione d’amore in un luogo lontano. È un luogo in cui si può godere, il paradiso». Il regista non vede Michel dai tempi dell’appartamento terapeutico di Mâcon, nel 2001, dove abitava prima che insorgessero alcuni problemi. Lo ritrova adesso all’ospedale in una Unità di Psichiatria Complessa: un settore chiuso e silenzioso. La sue parole si rivelano tra dolore e resistenza, humour e lucidità, lasciando intravedere una storia d’amore tra corpi impediti.

Michel has been living in a psychiatric hospital for many years. Blaise Othnin-Girard is fascinated by this figure who rejects all kind of rules, even those that would see him put in solitary confinement. Art, love, friendship, in Michel’s words they all seem different. «To me paradise… is a love that cuts through your stomach and makes you truly happy… it’s like a love explosion in the distance. Paradise is a place where you can thrive». The director hasn’t seen Michel since 2001, when he still lived in a therapeutic apartment in Mâcon, before his conditions got worse. He meets him again now in the Acute Psychiatric Unit: a secluded and quiet area in the hospital. His words unveil pain and resistance, humour and awareness, and they hint at a love story between inept bodies.

panorama queer / 13 maggio 2015

Dovrebbe essere un idillico seppur melanconico weekend. Anna e Stefan, Bernd e Marc, due coppie di amici, passano qualche giorno in campagna. La miniera di carbone a cielo aperto in continua espansione, che presto inghiottirà il paese, i suoi boschi e i suoi prati, li riporta a casa. Il posto è quasi deserto, la scuola in rovina, perfino le tombe sono state riesumate e messe a riposare da un'altra parte. Tuttavia le due coppie si godono il soggiorno. Ma il ritorno a casa sembra avere un effetto minaccioso su Anna. Lei e Bernd sono perseguitati da incubi, le realtà cominciano a cambiare. Come se non bastasse, Stefan è attratto dalla relazione poliamorosa dei due altri uomini – una verità usata da Marc per fare dei giochetti mentali con Anna, che sente che la sua vita ben strutturata sta andando fuori controllo...

It's  supposed to be an idyllic, although melancholy weekend. Anna and Stefan, Bernd and Marc – two couples – spend a few days in the  countryside.  The  ever -expanding  open-cast coal mining operation, which will soon be swallowing the village, its woods and meadows, brings them back home. The place is almost deserted, the schoolhouse in ruins, even the graves have been exhumed and laid to rest elsewhere. Still, they're enjoying their visit. But coming back home seems to have a menacing effect on Anna. She and Bernd are haunted by nightmares, realities begin to shift. On top of that, Stefan is attracted by the polyamorous relationship of the two other men – a fact used by Marc to play mind games with Anna. She feels her well-structured life slipping out of control...

 

panorama queer / 10 maggio 2015

Personale diario di un anno "in viaggio" per combattere HIV ed epatite C. Attraverso una narrazione visiva del suo quotidiano il regista mostra le sue reazioni alla malattia utilizzando solamente lo scarno filtro della drammaturgia filmica, nulla insomma che possa mediare l’autenticità di queste confessioni personali. Lo fa registrando tutto ciò che lo circonda, discutendo di tempo e memoria, di globalizzazione e natura ripensando ai suoi amici scomparsi (João César Monteiro, Raúl Ruiz, Serge Daney tra gli altri) e al ruolo avuto da essi nella sua vita e nel panorama artistico internazionale. Non mancano riflessioni sull’arte, la letteratura, la musica, e il cinema. Un’opera piena di vita e di passione con uno sguardo intriso di un sentimento religioso che oltrepassa ogni stretta visione dottrinale e dogmatica.

Journal of an year-long “journey” to fight HIV and hepatitis C. Through a visual narration of his daily routine, the director shows his reactions to the disease  using nothing but the minimal filter of filmed dramaturgy, so that there is nothing mediating the authenticity of his personal confessions. He does so recording everything that surrounds him, discussing about time and memory, globalization and nature, remembering his friends who passed away (João César Monteiro, Raúl Ruiz, Serge Daney among others) and their role in his life and in the international artistic panorama. Reflections about art, literature, music and cinema are abundant. A work full of life and passion with a look deep with  religious feeling crossing all strict doctrinal and dogmatic vision.

 

panorama queer / 10 maggio 2015

Federico è uno studente di architettura dell’università di Palermo. Trascorre le sue giornate in giro nella zona nuova della città alla ricerca di edifici moderni da fotografare e disegnandone i dettagli. Durante il suo vagabondare incontra un ragazzo, Borobudur, che gli aprirà le porte di una nuova dimensione urbanistica della città. Sulla scia di questo magico incontro Federico abbandonerà il suo quotidiano per immergersi in una città in continua trasformazione e che lo avvierà a una personale metamorfosi. Borobudur è una riflessione sullo spazio urbano e sulla percezione che ne hanno i suoi abitanti, è un viaggio supportato da uno sguardo originale rivolto verso una parte della città spesso poco considerata, un affresco che prova ad allontanarsi dalla retorica di una Palermo “paradiso perduto”.

Federico is an architecture student of the University of Palermo. He spends his days walking around the new city looking for modern buildings to photograph and drawing some of their details. In his wandering he meets a guy, Borobudur, who will disclose him the doors of a new urban dimension of the city. In the wake of this magic encounter Federico will abandon his routine to plunge into a city undergoing constant transformation that will drive him towards a personal metamorphosis. Borobudur is a reflection on the urban space and on the perception that its habitants have about it, it is a journey supported by an original look on a part of the city often little considered, a fresco that tries to take distance from the rhetoric of Palermo as a “lost paradise”.

panorama queer / 10 maggio 2015

È mezzanotte al palazzo del principe Dom Luis Felipe Maria, una donna esce correndo dalla dimora reale e affrettandosi per le scale scivola, perdendo una scarpetta. Sarà l’unico segno rimasto al principe della presenza della donna al ballo appena conclusosi. Il giorno dopo il principe, aiutato dal suo fedele Dom Alfonso, comincerà un’ossessiva ricerca della donna e della scarpa mancante. Prendendo spunto dalla celebre favola popolare, Boa noite Cinderela è una riscrittura che mette al centro il tema del desiderio in un gioco fatto di intrecci e ambiguità, con una messa in scena perennemente sospesa in un clima tra l’onirico e il fiabesco. Il film ha partecipato alla Semaine de la critique del Festival di Cannes nel 2014.

It's midnight in Prince Dom Luis Felipe Maria's palace, a woman leaves hastily the royal palace and, while she is running away, she slides on the steps and loses her little slipper. It's the only hint left to the prince of her presence at the ball. The next day the prince, helped by his loyal Dom Alfonso, starts an obsessive search for the woman and the missing slipper. Inspired to the famous folk tale, Boa noite Cinderela is a rewriting that focuses on the theme of desire in a plot made of twists and ambiguity, with a set-up constantly suspended in a dreamlike and fantastic mood. The movie was screened at the Cannes Film Fest's Semaine de la critique in 2014.

panorama queer / 06 maggio 2015

Nous ne serons plus jamais seuls | Yann Gonzalez France 2012 / 10’ / v.o. sott. it.

Nel fragore di una festa intrisa di una strana atmosfera onirica un gruppo di adolescenti si ritrova a ballare nel ritmo frenetico di una musica assordante. I loro corpi, i loro sguardi si intrecciano rivelando tutta la loro energia, i loro desideri i loro eccessi come un’ultima volta prima della fine del mondo. Nous ne serons plus jamais seuls appartiene a un progetto del regista Cheng-Chui Kuo che ha chiesto a cinque cineasti diversi di girare cinque cortometraggi in bianco e nero utilizzando una pellicola in super8 sul tema del desiderio.

panorama queer / 06 maggio 2015

Zwei Mütter | Anne Zohra Berrached Germany 2013 / 79’ / v.o. sott. it.

Il matrimonio tra Katja e Isabella è legato da un amore profondo tra le due e procede felicemente. Ben presto cominciano ad avvertire la necessità di rendere il loro rapporto ancora più completo grazie alla decisione di avere un bambino. La procedura che permette alla coppia di diventare genitori si rivela però essere più complicata e onerosa di quanto si aspettassero. Il percorso cominciato dalle due metterà a dura prova anche il loro rapporto e metterà in luce la mancanza di diritti per le coppie omosessuali anche in un contesto civile e progressista come quello tedesco. Zwei Mütter è un film doloroso dove la questione legata ai diritti delle coppie omosessuali si intreccia alle questioni strettamente intime e personali delle due protagoniste mettendo in evidenza come le questioni legate all’omogenitorialità siano ancora intrise di discriminazioni e pregiudizi.

panorama queer / 06 maggio 2015

Who's afraid of Vagina Wolf? | Anna Margarita Albelo Francia-USA 2013 / 83’ / v.o. sott. it.

Per Anna, arrivata al traguardo dei fatidici 40 anni comincia l’inevitabile momento di riflessione sulla propria vita e su ciò che è diventata. La sua carriera da regista, dopo i promettenti esordi, non ha raggiunto i risultati sperati, il suo ultimo fidanzamento risale a 10 anni prima e la sua vita sociale è ancora troppo simile a quella dei suoi 20 anni. Insoddisfatta di tale condizione decide di scrivere una nuova opera ispirandosi alla trama del suo film preferito Chi ha paura di Virginia Woolf?. Insieme ad un gruppo di attrici e amiche comincia la sua impresa decisa a conquistare la giovane protagonista Katia. Who's afraid of Vagina Wolf? racconta la storia di una crisi artistica e umana con un tocco di leggerezza e una messa in scena metacinematografica che si interroga sugli affetti e sulla difficoltà di far coincidere realizzazione personale e vita privata.

panorama queer / 06 maggio 2015

Vincent Dieutre – Lo sguardo altrove | Tiziano Sossi Italia 2014 / 42’

Una candida conversazione senza veli sul terrazzo dell’Istituto Francese di Napoli con il regista francese noto per le sue sperimentazioni ardite. Dal bambino pieno di curiosità al giovane alla scoperta di New York, di Andy Warhol, della droga e del Punk, fino ai Festival e al riconoscimento internazionale. Vincent Dieutre ha partecipato alle prime 3 edizioni del Sicilia Queer Film Fest presentando tra l’altro in anteprima nazionale Jaurés (2012) e l’installazione Sakis, un tombeau (2013). Ha partecipato all’ultima edizione della Festival Internazionale del Film di Roma con il lungometraggio Roland Blessé (2013) presentato tra le anteprime di quest’anno del Sicilia Queer filmfest.

panorama queer / 06 maggio 2015

Tom à la ferme | Xavier Dolan Canada-Francia 2013 / 105’ / v.o. sott. it.

Tom è un giovane pubblicitario che decide di recarsi alla fattoria dell’amato Guillaume per partecipare al suo funerale. Guillaume è morto in un incidente stradale pochi giorni prima. Nell’isolata fattoria della campagna canadese Tom scoprirà una realtà totalmente diversa da quella che aveva immaginato, tutti sono all’oscuro dell’omosessualità del defunto e di conseguenza dell’esistenza di Tom come compagno di Guillaume. Francis, fratello maggiore di Guillaume, preoccupato di nascondere la verità alla madre e di proteggere la rispettabilità della famiglia utilizzerà qualsiasi mezzo per mantenere il silenzio.

panorama queer / 06 maggio 2015

Stadt Land Fluss | Benjamin Cantu Germany 2011 / 88’ / v.o. sott. it.

Quando arriva la stagione del raccolto, anche la domenica diventa giorno di lavoro. La stalla deve essere ben spazzata, e se la mucca si rifiuta di dar da mangiare al vitello, esso deve essere nutrito a mano. Marko ha appena cominciato a lavorare in una fattoria più grande nella valle di Nuthe-Urstrom, sessanta chilometri a sud di Berlino. Se dovesse passare i suoi esami, potrà finalmente considerarsi un vero contadino. Non ha ancora deciso se sia quello che vuole fare veramente nella vita o no. Al di là del lavoro, Marko non ha tanti amici. Gli altri undici apprendisti pensano che sia un tipo solitario. Tuttavia, quando Jacob, un nuovo tirocinante, compare alla fattoria, Marko comincia lentamente a liberarsi del suo ruolo da outsider. Durante il raccolto, mentre il grano viene trasportato e i vitellini vengono trasferiti, i due giovani cominciano a conoscersi meglio. Un giorno vanno a Berlino e da quel momento niente sarà più come prima. Il primo film di Benjamin Cantu racconta una rurale storia d'amore gay, combinando uno stile di osservazione prettamente documentaristico ed una drammatizzazione romanzata in maniera estremamente originale.

panorama queer / 06 maggio 2015

Something Must Break | Ester Martin Bergsmark Svezia 2014 / 81’ / v.o. sott. it.

Sebastian è un giovane omosessuale svedese che ama vestirsi da donna e andare alla ricerca di pericolose avventure sessuali con sconosciuti. Durante una di queste esperienze all’interno di un bagno pubblico, Sebastian viene salvato da un pestaggio grazie all’intervento di Andreas. I due cominciano a frequentarsi e a piacersi nonostante Andreas dubiti fortemente di essere omosessuale. Tra fughe e successive riconciliazioni, i due giovani vivranno la loro relazione come un momento di crescita e scoperta delle proprie identità. Il risultato è un quadro intimo ed energico di persone in cerca di ciò che sono e di ciò che gli è permesso di essere.

panorama queer / 06 maggio 2015

Something Must Break | Ester Martin Bergsmark Svezia 2014 / 81’ / v.o. sott. it.

Sebastian è un giovane omosessuale svedese che ama vestirsi da donna e andare alla ricerca di pericolose avventure sessuali con sconosciuti. Durante una di queste esperienze all’interno di un bagno pubblico, Sebastian viene salvato da un pestaggio grazie all’intervento di Andreas. I due cominciano a frequentarsi e a piacersi nonostante Andreas dubiti fortemente di essere omosessuale. Tra fughe e successive riconciliazioni, i due giovani vivranno la loro relazione come un momento di crescita e scoperta delle proprie identità. Il risultato è un quadro intimo ed energico di persone in cerca di ciò che sono e di ciò che gli è permesso di essere.