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Sicilia Queer 2016 / 01 gennaio 2016

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Sicilia Queer 2016 / 01 gennaio 2016

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Una storiella di origine induista narra la leggenda di unUna storiella di origine induista narra la leggenda di ungruppo di saggi ciechi che, venuti a conoscenza dell’arrivo incittà di un elefante – animale di cui non avevano mai sentitoparlare prima – vollero conoscerlo direttamente. Il primo ciecosi avvicinò quindi alla testa dell’animale e dichiarò con aria sicura:«Ho capito che cos’è un elefante: è una sfera!». Il secondosi avvicinò alla zampa e disse da par suo: «Ora so cos’è unelefante: è una colonna». Il terzo si avvicinò alla proboscide esmentendo i primi due esclamò: «Un elefante è senz’altro untipo di serpente». Tanti saggi, come i ciechi della leggenda,sono convinti di aver capito che cos’è il Sicilia Queer: da doveproviene, di cosa parla e dove va. A chi interessa e a chi non interessa,a chi si rivolge e a chi no. L’edizione che vi presentiamoè invece il provvisorio punto di arrivo di una serie di riflessioni,discussioni, evoluzioni, incontri. Lo scorso anno la conferenzadi Paul B. Preciado in occasione della consegna del premioNino Gennaro ci ha posto di fronte all’esigenza di analizzare piùrigorosamente il progetto che portiamo avanti dal 2010. Stiamorealizzando un festival lgbt o un festival queer? Cosa significanoqueste diciture? Era come se ci trovassimo davanti a unascelta: la rivendicazione identitaria o la necessità di slegare ilconcetto stesso di identità da ogni rigida categorizzazione. Maforse ci stavamo comportando come quei saggi ciechi, convintidi poter definire l’elefante a partire da uno solo dei suoi aspetti eincapaci di avere una visione più ampia. Siamo consapevoli delfatto che il nostro è un festival atipico nel panorama mondialedei festival queer. Abbiamo riflettuto sul nostro presente – quelloin cui visioni pacificate dell’omosessualità pervadono i mezzidi comunicazione, anche al cinema – e deciso di togliere l’acronimolgbt dal nome del festival, che d’ora in poi si chiameràdunque Sicilia Queer – Festival internazionale di nuove visioni.Non certo per rinnegare alcunché: il Sicilia Queer non mutanella sostanza e mantiene come sempre una programmazioneaperta, stratificata e problematica. Semmai per chiarire ulteriormentealcuni obiettivi e non subire proiezioni esterne che non rispecchiano il nostro lavoro, o che ne esaminano un solonon rispecchiano il nostro lavoro, o che ne esaminano un soloaspetto: il Sicilia Queer è e vuole essere un luogo libero di sperimentazionedei saperi, di ibridazione delle culture, di trasformazionedel pensiero, di lavoro sulle complessità. Un cantiererealmente aperto, con tutti i suoi rischi. Ci inorgoglisce pensareche oggi l’unico festival internazionale che presenta lungometraggidi finzione a Palermo sia proprio un festival Queer, contutto il portato di differenza che questo comporta, e pensiamoche sia un messaggio importante, un segnale di apertura e forseanche un inizio di trasformazione concettuale e linguisticadi quello che il termine queer stesso significa (non sarebbe,d’altronde, la prima volta).È la nostra interpretazione del termine a far nascerequest’anno un nuovo concorso, dedicato appunto alle nuovevisioni: una competizione internazionale di lungometraggi che– accanto a quella di cortometraggi – prova a scommettere suinuovi autori del futuro, presentando opere prime e seconde ofilm di autori che sono già riconosciuti in tutto il mondo comepunti di riferimento e che in Italia sono ancora pressoché sconosciuti.Una scommessa dei cui risultati potremo discutere solofra qualche tempo.Un festival non è un sistema né ha pretese totalizzanti: è lalaboriosa presentazione di una ricerca in atto. È questo che lorende un corpo vivo e un prodotto originale che guarda sempreal futuro, consapevole della storia da cui proviene. Viviamo unperiodo di lenta trasformazione: è di questi giorni l’approvazionein Parlamento di una legge sulle unioni civili che porta l’Italia adotarsi – con molto ritardo – di uno strumento legislativo cheè frutto di un compromesso al ribasso rispetto alle mire iniziali.Lungi da ogni trionfalismo, è molto discutibile che riconoscerela parità di diritti delle persone attraverso istituti giuridici diversisia un reale passo avanti, se non altro da un punto di vistaculturale. Se per alcuni può trattarsi pur sempre di una base,ci riconosciamo più in chi pensa che si tratta di un punto dalquale ripartire per una battaglia che punti a mutamenti più significativi,e che anche luoghi come questo possono contribuire asviluppare. Avremo modo di discuterne insieme agli studiosi diCIRQUE, un centro di ricerca interuniversitario sul Queer che ènato a Pisa e a cui abbiamo deciso di assegnare quest’anno ilpremio Nino Gennaro, perché in tempi di proclami ci sembra importantefermarsi a riflettere e approfondire le questioni sociali,estetiche e politiche che il queer implica. Lo faremo insieme adalcuni studiosi britannici che abbiamo incontrato all’Universitàdi Manchester, dove siamo stati invitati per parlare del festivalin un convegno internazionale dal titolo Queer Film Festivals asActivism, pochi giorni prima di partecipare in Spagna a uno deifestival queer più importanti d’Europa come Zinegoak. [...]

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An old Hindu legend tells the story of a group of blindAn old Hindu legend tells the story of a group of blindwise men who, upon having learned that an elephant, an animalthey have never heard of, was coming to town, wanted tosee it person. The first of them went close to the animal’s headand self-assuredly affirmed: «now I know what an elephant is:it’s a sphere». The second one came close to the animal’s footand said: «now I know what an elephant is: it’s a column». Thethird one came close to the animal’s trunk and contradicting histwo companions said: «an elephant is for sure a type of snake».There are many wise men like those in the legend who think theyknow what the Sicilia Queer is: where it comes from, what itspeaks about, and where it is going. (Who is interesting in it,and who is not; to whom it speaks, and to whom it does not).This edition is instead the point of arrival of a number of reflections,debates, developments, encounters. Last year, Paul B.Preciado’s speech upon reception of the “Nino Gennaro Award”prompted us to consider more rigorously the project we havebeen carrying out since 2010. Are we making a LGBT festivalor a queer one? What do these labels mean? It was as if wewere at a crossroad: should we affirm an identity or should weavoid pigeonholing the very notion of identity? Perhaps, we wereacting like those blind wise men convinced they could define theelephant only considering one of its facets, but were in fact incapableof embracing wider vision. We are certainly aware that, ifcompared to other queer festivals all over the world, ours is ratheratypical. We have been reflecting on our present time – a timewhere reconciled visions of homosexuality permeate the meansof communication, films included – and eventually decided toremove the acronym LGBT from the festival name, which fromnow on will be called Sicilia Queer – Festival internazionaledi nuove visioni. To be sure, we are not repudiating anything:Sicilia Queer is not undergoing major changes and maintainsan open, stratified, and thought-provoking offering. Rather, wewould like to make our goals clearer and avoid being the objectof external pressures that do not describe our work, or take it into account only partially: Sicilia Queer is and aims at being ainto account only partially: Sicilia Queer is and aims at being afree place for experimenting with various disciplines, hybridizingcultures, transforming thoughts, and working on complexity. Atruly open working space, with all the risks openness may entail.We are proud to know that the only international festival wherefeature films are presented in Palermo is in fact a queer festival,with all the meaning in terms of difference it has. We believe thisis an important message, a way to show sensitivity and, perhaps,the beginning of a conceptual and linguistic transformation ofwhat the term queer means (not that this would be the first time).Our own interpretation of the word has produced, for thisyear, a new competition, dedicated to new visions: an internationalcompetition of feature films that, next to the one devotedto shorts, tries to invest on authors with a future, having thempresent their first or second works, or on authors who are acclaimedin the rest of the world, but are practically unknown inItaly. Of course, this is a challenge whose results we shall beable to discuss only over the next years. [...]

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eterotopie / 21 maggio 2015

Dopo aver scontato diversi anni di prigione, un individuo cerca la via verso casa attraverso le strade ed i quartieri del Cairo, in una realtà dove tutto ciò che gli era familiare non esiste più. La città è ora governata da un nuovo sistema di norme e regolamentazioni e la vita, così come la conosceva prima di andare in prigione, è definitivamente cambiata. Nella sua ricerca per la vita il protagonista ripercorre tutti gli aspetti del suo passato: la famiglia che non ha visto per anni, la polizia, l'esercito, i netturbini, la città dei morti. Gli abitanti del Cairo sono ignari di tutti i dettagli di quella vita.

After years of incarceration an individual tries to find his way home through Cairo's streets and quarters at a time when anything that used to be familiar to him doesn't exist anymore. The city is now governed by a new set of norms and regulations and life as he knew it before going to prison is now permanently changed. In his quest for life the main character recalls every single aspect of his past: the family he hasn't seen for years, the police, the army, the garbage collectors, the City of the Dead. The inhabitants of Cairo are unaware of all the details of that life.

letterature queer / 21 maggio 2015

Andrea è un artista singolare, nelle sue opere reinterpreta i classici dell'arte – come il San Sebastiano di Mattia Preti – attraverso un raffinatissimo montaggio di fotografie d'insetti: ne possiede a migliaia, coleotteri, lepidotteri, esapodi di ogni specie, conservati in speciali teche o ritratti in uno sterminato archivio iconografico. Ma il perfetto ordine con cui cataloga e impiega i suoi insetti come fossero coloratissimi tocchi di pennello, non basta; Andrea è inseguito da un bisogno di fine, che non lo abbandona soprattutto dopo che Mike, il suo ultimo amore, è scomparso improvvisamente. Con una lucida disperazione mascherata da cinismo, Andrea si immerge nel frenetico universo gay di Milano. Tra palestre, cruising bar e chat, affastella corpi su corpi. Tutti gli amanti di Andrea – che pare collezionare specie rare di uomini come colleziona insetti – soddisfano un bisogno estetico, ma non riempiono il suo vuoto, non riescono a radicarlo a qualcosa. Ma il giorno del suo compleanno Andrea riceve in dono il diario di sua madre Jules, scomparsa quando lui aveva appena sedici anni durante una vacanza insieme a Maiorca. Con la voce di Jules inizia a ricomporsi un dialogo struggente e più che mai necessario, e capace di riportare alla luce segreti sepolti...

Andrea is a peculiar artist who reinterprets classical paintings – such as Mattia Preti’s San Sebastian – making elegant assemblages of insects' photos:  he owns thousands of insects preserved in special shrines or portrayed in an immense iconographic archive. But the perfect order with which he arranges and uses his insects – as if they were colorful brush strokes – is not enough for Andrea. He is haunted by a permanent sense of ending especially emerged after Mike's unexpected passing. Andrea, with a lucid desperation disguised as cynicism, dives into the hectic gay universe of Milan. Among gyms, cruising bars and chats, Andrea collects bodies on bodies. All of Andrea's lovers – he  seems to collect rare species of men as he collects insects – satisfy an aesthetical need but they don't fill the emptiness of his life, neither do they succeed in entrenching him to something. On his birthday, Andrea receives as a gift his mother Jules’ diary, who died when Andrea was sixteen and they were together on holiday in Majorca. Through Jules’ voice, a much-needed and heartbreaking dialogue is recomposed, bringing to light buried secrets…

letterature queer / 21 maggio 2015

La società postmoderna si contraddistingue per essere sottoposta alla costante minaccia di armi di distruzione di massa, per l'industrializzazione dell'esistenza, il consumismo, i simulacri tecnologici dell'umano e le simulazioni del reale. Questi elementi accelerano la crisi delle forme rappresentative, delle nozioni di spazio, tempo e storia, delle strutture soggettive e sociali solide, facendo coincidere l'esperienza del quotidiano postmoderno con l'attesa di un'apocalisse imminente e senza redenzione. Attraverso le opere letterarie di autori emblematici del postmodernismo (Ballard, DeLillo, Dick, Ellis, Pynchon) e i generi cinematografici specifici prima e dopo l'11 Settembre (il disaster movie, la fantascienza e il living dead movie di Romero) in questo libro si costruisce un percorso fatto di immagini catastrofiche, oggetti forieri di distruzione, metropoli simili a novelle Babilonia e corpi ibridi che mettono in crisi il concetto stesso di umano, di vita e di morte, dando forma all'esperienza dell'apocalisse postmoderna.

Postmodern society is characterised by the constant threat of weapons of mass destruction, the industrialisation of human lives, consumerism, technological simulacra of human beings and simulations of the real. These elements accelerate the crisis of representational forms, of notions of space, time and history, as well as of subjective and social structures. In so doing, they force a collision between the experience of postmodern daily existence and the expectation of an imminent and unredeemable apocalypse. By analysing the literary work of well-known postmodern writers (Ballard, DeLillo, Dick, Ellis, Pynchon) and cinema genres before and after 9/11 (disaster movies, sci-fi and Romero’s living dead movie), this book develops an itinerary full of catastrophic images, portents of destruction, metropolises like new Babylons and hybrid bodies which deconstruct the very notions of human, life and death, thus giving a shape to the experience of postmodern apocalypse.

letterature queer / 21 maggio 2015

Questa pubblicazione – che apre la collana “femminileoltre” – prende spunto dai Pride tenutosi a Palermo dal 2010, i quali sono raccontati attraverso saggi e interviste. Parla di donne che hanno assunto una visione femminista e di donne che hanno adottato come filtro privilegiato della loro esistenza il loro orientamento sessuale. Il volume raccoglie saggi e interviste che narrano di scelte non conformi a modelli femminili considerati nella norma; si tratta spesso di scelte che generano sgomento, se non addirittura fastidio. I percorsi proposti nel volume discutono ed esaminano come è possibile superare il pregiudizio al fine di acquisire dei diritti necessari per un nuovo dialogo tra le donne. Il libro mette al centro della cultura e formazione LGBTQI le questioni lesbiche, transessuali e femministe.

All'interno del volume troviamo interviste a B. Amodeo e a T. De Simone, e i saggi di S. Antosa, C. Ross, G. Burgio, G. Pisciotta, M. Baldo e altri.

This volume – the first in the series “femminileoltre” – – is inspired by the Pride parades which have been held in Palermo since 2010, which are recounted through essays and interviews. The book discusses women who have assumed a feminist perspective and women whose sexual orientation has become a key focus in their lives. The volume includes essays and interviews that narrate life choices which deviate from normative models of femininity; often these choices provoke disappointment, or even discomfort. The different themes proposed by the book discuss and examine how to overcome prejudice in order to acquire the necessary rights for a new dialogue between women. In the light of these two starting points, the volume locates questions related to lesbianism, transsexuality and feminism at the centre of LGBTQI culture and development.

The book includes interviews with Amodeo and De Simone, and articles and essays by Antosa, Ross, Burgio, Pisciotta, Baldo and others.

letterature queer / 21 maggio 2015

Tre donne, una casa imponente, un passato per tutte difficile e pieno di non detti. Anna Freud, figlia del celebre fondatore della psicoanalisi e studiosa dei disturbi comportamentali infantili, malata e ormai al tramonto dei propri giorni, vive con la giovane Sarah, irlandese dal passato oscuro, giunta a Londra in cerca di lavoro e scelta come domestica dall'anziana donna. La loro quotidianità verrà sconvolta dall'arrivo di Judith, ventenne omosessuale insoddisfatta e irrequieta, una ragazza che studia psicologia e vuole scrivere la propria tesi di laurea sulla figura di Anna. La casa della celebre dottoressa diventerà presto teatro di scontri e confronti, antipatie, confessioni e inattese scoperte sessuali e sentimentali.

Three women, a huge house, a difficult shared past teeming with what was left unsaid. Anna Freud, the daughter of the well-known founder of psychoanalysis and herself an expert in infantile behavioural problems, is ill and at the end of her life. She lives with Sarah, an Irish young woman whose past is unknown, who has come to London in search of a job and has been appointed as a domestic assistant for Judith. Their daily lives are interrupted by the arrival of Judith, a dissatisfied and restless twenty-year old lesbian with a borderline personality, who studies psychology and wants to write her dissertation on Anna’s life. The famous doctor’s house soon becomes  the setting for conflicts and clashes, unpleasantness and confessions, which pave the way to unexpected sexual and sentimental discoveries.

letterature queer / 21 maggio 2015

Gli zombie non piacciono soltanto. Affascinano, fanno sognare, inquietano la mente e i corpi. Cosa c'è in questo stranamore sempre più diffuso tra i giovani? Una passione evidente nei prodotti culturali a loro destinati, confezionati secondo il loro gusto. Questo libro parte dagli studi statunitensi, ormai molto approfonditi, sulla cultura pop, dal cinema ai fumetti, per mettere in luce tutte le conseguenze dell'innegabile successo dei morti viventi nell'immaginario mondiale. Tra le false paure di istigazione alla violenza e alla mancanza di rispetto, ma anche di evitando il facile alibi della catarsi, questo testo profondo e divertente ci mette a tu per tu con paure e allucinazioni del nostro e del tempo che verrà.

Zombies are not only enjoyed by everyone – they are fascinating, they make us dream, but they also have a disturbing effect on minds and bodies. What drives this ambivalent interest that is ever more widespread  among young people? A clear passion is evident in the cultural texts aimed at these young readers, designed with their tastes in mind. This book discusses some of the established American studies that deal with pop culture, from cinema to comics, in order to highlight the consequences of the undeniable success of the living dead in the collective global imaginary. By considering the ungrounded fears about their potential to inspire violent behaviour and lack of respect among the young without falling into the trap of a simplistic cathartic readings, this well-written and amusing text brings us face to face with the anxieties and hallucinations of our current moment and of the future.

letterature queer / 21 maggio 2015

Dopo la “svolta digitale”, la proliferazione di immagini sessuali ha preso forma quantitativamente (grazie alla moltiplicazione di canali di produzione e distribuzione) e qualitativamente (facendo emergere una pluralità di nuove forme di rappresentazione). In questo contesto, differenti gruppi sociali – comprese le donne e le subculture non-normative – hanno ottenuto il diritto di piena cittadinanza nella “pornosfera”, superando la loro tradizionale marginalizzazione o esclusione. Queste pornografie “non convenzionali” esistono tramite una relazione dialettica con la produzione mainstream nella misura in cui al tempo stesso la continuano e la rifiutano (sul piano estetico, economico e politico). Questo volume indaga l'emergere delle pornografie alternative evidenziandone l'eterogeneità discorsiva, lo status culturale e le connessioni a identità e pratiche non-normative, e il loro ruolo nel ridefinire l'idea stessa di pornografia. Questa pubblicazione mappa le principali aree delle pornografie alternative: l’alt porn, la pornografia queer, il porno indie, il post porno, le teorie femministe e il porno amatoriale.

Con saggi di C. Smith, S. Paasonen, G. Maina, K. Jacobs, S. Messina, WARBEAR, E. Lust, T. Dean, F. Zecca, e altri.

After the “digital turn”, the expansion of sexual representations has taken shape quantitatively (thanks to the multiplication of production and distribution channels) and qualitatively (giving rise to a plurality of new representational forms). In this context, several social groups – including women and non-normative sexual subcultures – have obtained full citizenship rights within the “pornosphere”, moving beyond their traditional marginalization or, indeed, exclusion. These “non-conventional” pornographies exist in a dialectical relationship with mainstream production in so far as they are at the same time a development and repudiation of the latter (on an aesthetic, economic and political level). This volume investigates the emergence of alternative pornographies highlighting their discursive heterogenity, their cultural status and connections to identities and non-normative practices, and their role in redefining the very idea of pornography. The publication maps the main areas relating to alternative pornographies: alt porn, queer pornography, indie porn, post porn, feminist theory and amateur porn.

With essay by C. Smith, S. Paasonen, G. Maina, K. Jacobs, S. Messina, WARBEAR, E. Lust, T. Dean, F. Zecca, and others.

panorama queer / 13 maggio 2015

Borobudur Arnold Pasquier Francia 2014 / 80’ / v.o. sott. it. / copia di lavorazione in anteprima assoluta

Federico è uno studente di architettura dell’università di Palermo. Trascorre le sue giornate in giro nella zona nuova della città alla ricerca di edifici moderni da fotografare e disegnandone i dettagli. Durante il suo vagabondare incontra un ragazzo, Borobudur, che gli aprirà le porte di una nuova dimensione urbanistica della città. Sulla scia di questo magico incontro Federico abbandonerà il suo quotidiano per immergersi in una città in continua trasformazione e che lo avvierà a una personale metamorfosi. Borobudur è una riflessione sullo spazio urbano e sulla percezione che ne hanno i suoi abitanti, è un viaggio supportato da uno sguardo originale rivolto verso una parte della città spesso poco considerata, un affresco che prova ad allontanarsi dalla retorica di una Palermo “paradiso perduto”. Federico is an architecture student of the University of Palermo. He spends his days walking around the new city looking for modern buildings to photograph and drawing some of their details. In his wandering he meets a guy, Borobudur, who will disclose him the doors of a new urban dimension of the city. In the wake of this magic encounter Federico will abandon his routine to plunge into a city undergoing constant transformation that will drive him towards a personal metamorphosis. Borobudur is a reflection on the urban space and on the perception that its habitants have about it, it is a journey supported by an original look on a part of the city often little considered, a fresco that tries to take distance from the rhetoric of Palermo as a “lost paradise”.

Arnold Pasquier è nato nel 1968 a Parigi dove ha cominciato a studiare cinema. Inizia molto giovane con alcune collaborazioni come ballerino e scenografo all’interno di compagnie di danza. Nel 1997 è artista in residenza al Fresnoy – Studio national des arts contemporains, dove realizza l’installazione C’est ici que je donne des baisers. Nel 1999 presenta all’interno della Grande Nef di Fresnoy lo spettacolo C’est merveilleux. Ha lavorato come direttore della fotografia con vari registi come Vincent Dieutre, Frank Smith e François Nouguiès. Tra i suoi lavori L’Italie (2012) e Si c’est une île, c’est la Sicile (2013), entrambi presentati nel corso della terza edizione del Sicilia Queer filmfest. È autore del trailer della quinta edizione del festival. Arnold Pasquier was born in 1968 in Paris where he began to study cinema. He started very young some collaborations with some dance companies as a dancer and scenographer. In 1997 he was an artist-in-residence at the Fresnoy – Studio national des arts contemporains, where he realized the installation C’est ici que je donne des baisers. In 1999 he presented into the Grande Nef by Fresnoy the show C’est merveilleux. He has worked as director of photography with film directors like Vincent Dieutre, Frank Smith and François Nouguiès. Among his works L’Italie (2012) and Si c’est une île, c’est la Sicile (2013) both presented during the third edition of the Sicilia Queer filmfest. He is the author of the festival fifth edition trailer.

 

screenplay & cinematography Arnold Pasquier   editing Rémi Mencucci   sound Danilo Romancino   cast Giuseppe Provinzano Federico Urso Andrea Sciascia Armaan Bhujun Mario Trentanelli Marco Ingrassia Alberto Monaco Antonio Raffaele-Adamo Damiano Ottavio Bigi   producer Arnold Pasquier Rodolphe Olcèse Clément Postec   contact http://www.toomanycowboys.com/ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. document.getElementById('cloake39e628fe4dfcb686d8093f872fc3d94').innerHTML = ''; var prefix = 'ma' + 'il' + 'to'; var path = 'hr' + 'ef' + '='; var addye39e628fe4dfcb686d8093f872fc3d94 = 'info' + '@'; addye39e628fe4dfcb686d8093f872fc3d94 = addye39e628fe4dfcb686d8093f872fc3d94 + 'toomanycowboys' + '.' + 'com'; var addy_texte39e628fe4dfcb686d8093f872fc3d94 = 'info' + '@' + 'toomanycowboys' + '.' + 'com';document.getElementById('cloake39e628fe4dfcb686d8093f872fc3d94').innerHTML += ''+addy_texte39e628fe4dfcb686d8093f872fc3d94+'';

panorama queer / 13 maggio 2015

All’indomani della morte di Marcella Di Folco, avvenuta nel 2010, Simone Cangelosi intraprende un viaggio che da Bologna lo porta a Roma, dove avvia la sua ricerca alla scoperta di persone, luoghi e ricordi che gli restituiscano la complessità della figura dell’amica, leader del MIT (Movimento Identità Transessuale), una figura preminente del movimento politico italiano per i diritti civili degli ultimi quarant'anni. La costruzione del film è compiuta attraverso il filtro di una relazione intima, intrecciando numerosi piani narrativi composti da una vasta eterogeneità di materiali audiovisivi: la vita di Marcella prima a Roma e poi, una volta donna, a Bologna; il ritratto di Marcella a cavallo tra la dimensione pubblica e quella privata; il contrappunto delle vicende storiche italiane; il rapporto tra Marcella e Simone che ci accompagna dall'inizio alla fine del film.

After the death of Marcella Di Folco, occurred in 2010, Simone Cangelosi embarks on a journey that takes him from Bologna to Rome where he begins a research to find people, places and memories able to give him back the complexity of his friend's figure, leader of the MIT (Transexual Identity Movement), preeminent figure of the Italian political movement for the civil rights of the last four decades. The film is structured through the filter of an intimate relationship, weaving together various narrative levels composed of a wide heterogeneity of audiovisual materials: Marcella's life first in Rome and then, once a woman, in Bologna; her portrait between the public and private dimension; the counterpoint of the Italian historic events; the relationship between Marcella and Simone who accompanies us throughout the film.

panorama queer / 13 maggio 2015

Un nottambulo passeggia ogni sera sul molo di un porto dove trascorre il suo anno sabbatico. Incontra lì una giovane donna in attesa dell'uomo della sua vita. Passa quattro notti reali e immaginate con lei, parlando della vita, e si rende conto che si sta innamorando di questa donna. Ma l'amante atteso finalmente arriva. Ispirato a Le notti bianche di Dostoevskij, Nuits blanches sur la jetée racconta il celebre romanzo, già raccontato al cinema da Visconti e Bresson, con il tocco leggero di un grande e navigato autore. Uno sguardo profondo e innamorato sui due protagonisti, sulle dinamiche relazionali che compongono il film in di un gioco di luci e ombre dove i fantasmi affiorano dalla notte.

A nightbird takes a walk every night on the pier in a harbour where he spends its sabbatical. He meets there a young woman waiting for the man of her life. He passes four nights, both real and fantasized, with her talking about life, and he realizes he is falling for this woman. But the expected lover finally arrives. Inspired by Dostoevskij's White Nights, Nuits blanches sur la jetée narrates the famous novel, already narrated by Visconti and Bresson, with the light touch of a great and mature author. A deep and loving look over the two protagonists, on the relationship dynamics that compose the movie in a game of lights and shadows where ghosts emerge from the night.

 

panorama queer / 13 maggio 2015

Tre donne di nome Rosa si abbandonano a fantasie e desideri profondi, in una sorta di rêverie erotica allucinatoria, rivelando così a se stesse la propria natura più nascosta. Tre donne disperate, immortalate attraverso i loro volti disfatti. Il film vanta una messa in scena ben studiata dal punto di vista estetico. Premio come miglior regia al Cortocinema di Pistoia, con la giuria che ha sottolineato il “quadro morale e razionale privo di finalità della pellicola”.

Three women named Rosa indulge in fantasies and deep desires, in a sort of erotic hallucinatory dream, thus revealing to themselves their most hidden nature. Three desperate women, immortalized through their exhausted faces. The movie has a well-thought-out set-up from the aesthetic point of view. Best Directing prize to the Cortocinema of Pistoia, the jury underlined the "movie's moral and rational profile, lacking a purpose".

 

panorama queer / 13 maggio 2015

"La vita di una donna inizia con la menopausa!". Parola di Thérèse Clerc, infaticabile ultraottantenne femminista che ha dedicato la sua vita alla lotta per l’emancipazione femminile. Thérèse racconta la sua vita, mostrando l’innovativa Casa delle Baba Yaga, un progetto di co-abitazione per donne over 65, ultimo di una lunga lista d'iniziative da lei guidate, dedicate all’emancipazione delle donne. è il ritratto intimo di una donna straordinaria e delle sue illuminanti idee sulla vecchiaia come “età della piena libertà” in opposizione a una visione tradizionale che vede nella cosiddetta terza età un momento di lento processo involutivo. L’esempio di Thérèse è un invito a tutte le donne a riprendersi la propria vita, a utilizzare le proprie esperienze per rendere la propria vecchiaia un momento consapevole e gioioso.

“A woman's life begins with menopause!”. Word of Thérèse Clerc, some eighty-year-old tireless feminist who devoted her life to fight for women's emancipation. Thérèse tells her story, showing the innovative Baba Yaga House, a project of cohabitation for women over 65, the last of a long series of initiatives she led. Rebel Menopause is an intimate portrait of an extraordinary woman as well as of her enlightening ideas about old age as “ the age of full freedom” as opposed to the traditional vision of the old age as a slow, involutional process. The example given by Thérèse is an invitation to the women to start living their life the way they want to and to use their experience to make their old age a conscious and joyful moment.

panorama queer / 13 maggio 2015

Alla morte di Christian Dior viene nominato responsabile della prestigiosa casa di moda il giovanissimo Yves Saint Laurent. L'amore con Pierre Bergé, conosciuto alla sua prima sfilata, l'apice della sua carriera, gli anni tra il '67 e il '76. Le gioie e le sofferenze di colui che voleva essere il migliore della sua generazione, che voleva far scendere la moda nelle strade e vestire la donna moderna, in un mondo che cambia, inondato di festa e spensieratezza. Biografia non autorizzata dello stilista francese, un film viscontiano che riesce a restituire il fascino che promanava dalla figura oggi mitica di YSL, cogliendo tutta la fragilità e l’esaltazione di un corpo incarnato magnificamente da un Gaspar Ulliel circondato da un cast stellare.

After Christian Dior's death the young Yves Saint Laurent is appointed manager of the prestigious fashion house. The love story with Pierre Bergé, met at his first fashion show. The peak of his career between 1967 and 1976. The happiness and sufferings of a man who wanted to be the best of his generation, who wanted to bring his fashion on the streets and to dress the modern woman, in an ever-changing world, flooded with parties and carelessness. It is an unauthorized biography of the French fashion designer, a Visconti-like movie that conveys the charm of YSL mythological figure and captures the frailty and the excitement of a character beautifully interpreted by Gaspar Ulliel, surrounded by a stellar cast.

 

panorama queer / 13 maggio 2015

La notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 a New York non è una notte come le altre. Allo Stonewall Inn, un bar nel Greenwich Village, scoppiano gli scontri che porteranno alla nascita del movimento di liberazione gay (Gay Liberation Front) negli Stati Uniti. Si inaugura una prassi politica di rivendicazione dei diritti degli omosessuali che prende le distanze dai precedenti movimenti degli anni Cinquanta. Un anno dopo gli scontri, il 28 giugno 1970, migliaia di persone partecipano al Christopher Street Liberation Day, una marcia che conduce dal Greenwich Village a Central Park: è il primo Gay Pride della storia.

The night between June 27th and 28th 1969 is not a night like any other in New York. At the Stonewall Inn, a bar in Greenwich Village, the clashes that will give birth to the Gay Liberation Front in the USA break out. The political procedure of claiming homosexuals rights begins, taking a distance from the previous movements of the 50s. A year after the clashes, on June 28th, thousands of people participate to the Christopher Street Liberation Day, a parade from the Greenwich Village to Central Park: it's the first gay pride in history.

panorama queer / 13 maggio 2015

Nijmegen, Olanda, 2013. Joy ha due madri lesbiche e due padri gay. Ha un ragazzo, Timo, di origini nigeriane, e una ragazza, Bibi, di origini portoghesi. È nata diciotto anni fa da un’inseminazione passata per un barattolo di burro di arachidi. Dice il regista: «Mentre si dibatte sulla questione del matrimonio omosessuale, del diritto dei gay all’adozione o alla procreazione, Joy, con la sua carica di desiderio e di vita, è già qui tra noi. La ragazza che viene dal futuro vive nel presente. Nella ricerca del migliore approccio cinematografico e con il desiderio di fare un film senza le sfiancanti attese legate ai finanziamenti, ho deciso di partire da solo, con uno smartphone. Girare con un oggetto che potesse fare parte di lei, che potesse appartenerle, con il quale lei stessa girerebbe un film sui suoi diciott’anni. Joy è anche un film che viene dal futuro».

Nijmegen, Holland, 2013. Joy has two lesbian mothers and two gay fathers. She has a boyfriend of Nigerian origins, Timo, and a Portuguese girlfriend, Bibi. She is eighteen and she was born through an insemination passed in a jar of peanut butter. Abbruzzese says: “While contemporary societies are are still discussing same-sex marriage, adoption and procreation rights, Joy is already here, fluttering about. The young girl from the future lives in the present. Looking for the best cinema approach, with the desire to make a film without having to undergo the long-lasting financing phases, I chose to go on my own, carrying only a smart phone. A device that could be part of Joy and her world, which could belong to her. Something she might use herself to shoot a film about her eighteen years. This Is the Way, too, is coming from the future.”

panorama queer / 13 maggio 2015

Libere conversazioni con Tony Patrioli, il primo fotografo italiano di nudo maschile dagli anni ‘60, storico fotografo del mensile Babilonia che ha pubblicato i suoi libri e servizi fotografici sia in Europa che negli Stati Uniti. Prima di Mapplethorpe e dopo Wilhelm Von Gloeden, Patrioli ha vissuto un rapporto professionale e di complicità coi suoi modelli, in parte simile a quello di Pasolini coi suoi ragazzi di vita. In questa parte a colori si alternano interventi del fotografo e critico d’arte Luigi Mazzoleni, dello storico di cultura gay ed ex editore di Babilonia Giovanni Dall’Orto e del modello preferito di Tony, Bruno. Un mix di avventure tragicomiche, drammi e riflessioni su religione, eutanasia, sull’essere gay negli anni ‘50-‘60-‘70 e sulla censura americana di George Bush. Il tutto alla presenza del più grande amico di Tony: un cane bastardino di nome Tony Bau.

Uninhibited conversations with Tony Patrioli, the first Italian photographer of male nudes in the 60s, historic photographer for the monthly magazine Babilonia that published his books and photoshoots both in Europe and in the USA. Before Mapplethorpe and after Wilhelm Von Gloeden, Patrioli lived a professional relationship of complicity with his models, partially similar to the one Pasolini had with his hustlers (ragazzi di vita). This part shot in colours alternates speeches by the photographer and the art critic Luigi Mazzoleni, by the gay culture historian and ex editor of Babilonia Giovanni Dall’Orto, and by Tony's favourite model, Bruno. A mix of tragi-comical adventures, dramas and reflections on religion, euthanasia, the fact of being gay in the 50s-60s-70s and the American censorship made by George Bush. All this in presence of Tony's best friend: a mixed-breed dog called Tony Bau.

panorama queer / 13 maggio 2015

Libere conversazioni con il fotografo Tony Patrioli, il primo fotografo italiano di nudo maschile dagli anni 60, storico fotografo del mensile Babilonia che ha pubblicato i suoi libri e servizi fotografici sia in Europa che negli Stati Uniti. Prima di Mapplethorpe e dopo Wilhelm Von Gloeden, Patrioli ha vissuto un rapporto professionale e di complicità coi suoi modelli, in parte simile a quello di Pier Paolo Pasolini coi suoi ragazzi di vita. Questa parte in bianco e nero presenta le foto storiche, le storie dietro esse, il suo nascere da una ragazza madre e la difficile infanzia, gli incontri con Joe Staiano e La contessa. Il rapporto tra le foto artistiche, i ritratti e le foto porno fatte per sopravvivenza. Drammi, aneddoti, esperienze a fior di pelle del fotografo le cui foto hanno preso l’aggettivo di patriolesche visto il loro marchio distintivo e originale.

Uninhibited conversations with Tony Patrioli, the first Italian photographer of male nudes in the 60s, historic photographer for the monthly magazine Babilonia that published his books and photoshoots both in Europe and in the USA. Before Mapplethorpe and after Wilhelm Von Gloeden, Patrioli lived a professional relationship of complicity with his models, partially similar to the one Pasolini had with his hustlers (ragazzi di vita). This part in black and white presents the historic photographs, the stories behind them, his birth by a single mother and his hard childhood, his encounters with Joe Staiano and “The countess”. The connection among the artistic photos, the portraits and the pornographic photos made to survive. Dramas, anecdotes, experiences on the skin by the photographer whose name became a brand of distinction and originality.

panorama queer / 13 maggio 2015

In un teatro di posa una troupe cinematografica si ritrova per le prove di Los tontos y los estúpidos. Nello scarno allestimento del teatro metteranno in scena, attraverso le direttive del regista, le vicende di Miguel, Lourdes, Mario, Paula e altri personaggi, protagonisti di varie storie che si intrecciano tra di loro con la casualità che è della vita stessa. Il desiderio, l’amore, la gelosia, l’amicizia sono solo alcuni dei temi di Los tontos y los estúpidos, pellicola che mette in evidenza le debolezze, le nevrosi e le ipocrisie delle relazioni tra le persone. Il film di Roberto Castón è anche una riflessione sulla messa in scena: la riduzione all’osso del processo filmico ne mette in luce gli ingranaggi, facendoci ricordare come la costruzione delle storie al cinema abbia sempre a che fare con una grande illusione.

A film crew gathers in a film studio to rehearse Los tontos y los estúpidos. In the basic staging of the studio they will set up, following the director's guideline, the stories of Miguel, Lourdes, Mario, Paula and all the other characters, all intertwined in the same randomness as life itself. Desire, love, jealousy, friendship are just some of the themes of Los tontos y los estúpidos. It is a film that points out the weakness, the neurosis, and the hipocrisis behind any relationship among people. The movie by Roberto Castón is also a reflection on staging: the filmic process reduced to the bare minimum shows off its inner working, reminding us that the building up of a story, for what concerns cinema, is always related to a grand illusion.