nuove visioni / 13 aprile 2019
Team Hurricane racconta la storia di otto ragazze adolescenti che durante un’estate scoprono il bisogno dell’una per l’altra nell’affrontare il caos che l’adolescenza porta con sé. Nel mettere in scena un gruppo di teenager radicali in un mondo ordinario, questo film punk tutto al femminile fonde materiale documentario con elementi molto stilizzati di finzione. La regista Annika Berg ha scovato le otto protagoniste attraverso i social media e con loro ha sviluppato, in modo collaborativo, i personaggi e lo stile espressivo del film.
Team Hurricane ritrae in modo estremamente onesto e naturale che cosa significa essere adolescenti con tutta la gioia, le difficoltà, i crolli e l’eccitamento che ciò porta con sé, in un mondo che finalmente permette di esplorare appieno la propria identità ben al di là dei ruoli binari di genere.
Team Hurricane tells the story of eight teenage girls that over the course of one summer come to realize they need each other to ride out the storm of adolescence. Depicting radical girls in an ordinary world, the punk chick flick mixes documentary material with highly stylized fiction. Director Annika Berg found the eight girls starring in the film through social media and through close collaboration they developed the characters and narrated the expressive style of the film.
Team Hurricane depicts in a very natural and honest way what being an adolescent means with all the joys, the struggles, the falling and the excitement that comes with it, in a world that finally allows them to fully explore their identities far beyond gender binary roles.
nuove visioni / 13 aprile 2019
Jaime vive gli anni della contestazione comunista contro la dittatura militare argentina. Partecipa attivamente a un collettivo avanguardista formato da omosessuali e cerca di vivere apertamente il proprio desiderio. Sposa una ragazza e diventa padre di una bambina, Agustina. Sarà lei a raccontare la vita di Jaime attraverso filmati di repertorio girati dal padre, videointerviste agli amici di una vita, ai compagni di militanza. El silencio es un cuerpo que cae è un racconto intimo, di una vita tragicamente normale, fatta di accuse pubbliche, rinunce, viaggi, dove emerge la difficoltà di trovare il proprio posto in una società che reprime il desiderio di ciò che viene rappresentato come diverso. Agustina Comedi riflette sulla differenza fra la dimensione pubblica e privata che si raccorda nella forma intrinseca del corpo.
Jaime lives during the years of the communist activity against the Argentinian military dictatorship. He actively participates to a collective formed by homosexuals and he tries to openly live his own desire. He marries a girl and he becomes father of a child: Agustina. She will tell the life of Jaime through tapes filmed by her own father, interviews to his closest friends and other communist militants. Silence Is a Falling Body is an intimate story of a normal life, tragically made of public accusations, renouncements, trips. It is a film about the struggle we face while trying to find our place within a society that holds back private’s sexual desire represented as different. Agustina Comedi reflects upon the difference among the public and private dimension that is joined in the inherent shape of the body.
nuove visioni / 13 aprile 2019
Una commedia degli equivoci ambientata in una Parigi in subbuglio. Due strani personaggi entrano nel surreale microcosmo dell’Hotel Occidental, facendo finta di essere italiani e provocando una serie di incomprensioni e buffi misunderstanding. Chi sono e cosa vogliono questi due individui? Sono forse malviventi che cercano di trovare un modo per derubare gli ospiti dell’albergo? O terroristi islamici che cercano di reclutare combattenti tra i dipendenti dell’hotel? La manager dell’hotel non si lascia convincere dai due loschi figuri e si rivolge alla polizia.
Un’avventura spiazzante, tutta in una notte, che non si concede mai facili risposte. Neïl Beloufa gioca con le differenze culturali per dar vita a una commedia sopra le righe, seduttiva e intrigante.
A hilarious comedy of misunderstandings set in Paris during a permanent riot. Two weird characters, pretending to be Italians, enter the surreal microcosm of the Hotel Occidental and provoke a series of absurd situations. Who are they? Is there some hidden agenda behind their mysterious whispers? Are they criminals trying to find their ways into hotel rooms in order to rob guests? Or maybe Islamic terrorist, attempting to recruit some potential fighter among the hotel staff? Suspicious about the two shady characters, the hotel manager calls the police to share her concerns.
An unsettling adventure that takes place over a night, Occidental is a film that never comes up with easy answers. Neïl Beloufa messes around with cultural differences in order to make a seductive and intriguing comedy.
nuove visioni / 13 aprile 2019
Lo strumento cinematografico è utilizzato da Bertrand Mandico come un’elegia al dionisiaco e all’inesauribile forza delle sue immagini come veicolo sensoriale. I garçons sauvages del suo racconto, un gruppo di ricchi e depravati adolescenti di La Réunion, violentano e uccidono la loro insegnante, diventando in tal modo Trevor, una sorta di divinità pagana assetata di sangue. Da quel momento vengono presi in custodia dal Capitano, che li renderà suoi schiavi e li costringerà ad attraversare l’oceano fino ad approdare su un’isola dai misteriosi poteri, che li muterà in maniera irreversibile. Bertrand Mandico non teme di scandalizzare il pubblico, in questo film che gioca sul gender tramite un’ironia estrema, violenta, folle e iconoclasta.
The cinematographic instrument is used by Bertrand Mandico as an elegy to the Dionysian and to the inexhaustible force of its images as a sensory vehicle. The of his story, a group of rich and depraved teenagers of La Reunion, rape and kill their teacher, thus becoming Trevor, a sort of blood-thirsty pagan deity. From that moment, they are taken into custody by the Captain, who will make them his slaves and force them to cross the ocean. They will arrive on an island with mysterious powers, which will change them irreversibly. Bertrand Mandico is not afraid of scandalizing the public, in this film that plays on gender through an extreme, violent, mad and iconoclastic irony.
nuove visioni / 13 aprile 2019
Mia è una giovane quindicenne appena trasferitasi con la famiglia in una piccola cittadina vicino Zurigo. Come per qualsiasi adolescente, il periodo di ambientamento nella nuova scuola è sempre un po’ difficile e sofferto. Mia però riuscirà a farsi accettare all’interno di un gruppo di ragazzine disinibite seguendole e imitandole nel loro atteggiamento ribelle. Le giornate delle giovani procedono tra droga, sesso e piccoli furti al centro commerciale, ma il corpo di Mia sta cambiando di giorno in giorno in maniera inspiegabile. Blue my mind, lungometraggio d’esordio della regista svizzera Lisa Brühlmann, è un film audace, capace di spiazzare il pubblico mescolando un’apparente narrazione da film sull’adolescenza con un racconto dai forti connotati fantasy e horror; un film che ragiona sul cinema e sulle potenzialità dei generi cinematografici.
Mia is a 15-year-old young girl who has just moved with her family to a small town near Zurich. At first, as a typical teenager, she struggles to fit in at the new school. However, she soon manages to become accepted in a small group of uninhibited girls, following them and imitating them in their rebellious attitude. They spend their days using drugs, having sex and committing petty theft at the mall, while Mia’s body goes through inexplicable transformations. Blue my mind, the debut feature by Swiss director Lisa Brühlmann, is a bold film which floors the audience by mixing an ostensible teen movie narrative with a story strongly characterized by fantasy and horror ingredients; a film which represents a meditation on cinema itself and on the potential of film genres.
nuove visioni / 13 aprile 2019
As Boas Maneiras è un’affascinante e particolarissima riflessione sull’inevitabilità del male, convogliata tramite un linguaggio volutamente naif. Con la grazia di un anomalo racconto per l’infanzia, l’ironia del titolo apparentemente scollegato dalla trama, gli inserti musicali della ninna nanna che accompagna i protagonisti durante gli snodi drammatici del racconto e sembra descrivere ciò che vediamo meglio delle immagini stesse, il film diretto da Marco Dutra e Juliana Rojas (vincitore del Premio speciale della giuria al 70esimo Festival di Locarno) si destreggia tra generi e linguaggi, riuscendo a mantenere raffinatezza e mistero dalla prima all’ultima scena. Partendo dalla storia d’amore tra l’infermiera Clara e la giovane donna dell’alta borghesia Ana, allontanata dalla famiglia per una gravidanza inattesa, il film prosegue seguendo tematiche horror, dove il genere si associa a un’indagine sull’apparenza, sulle classi sociali del Brasile contemporaneo e sulla dimensione affettiva con le sue luci e ombre, per poi abbandonarci a una profonda inquietudine.
Good Manners is a fascinating and very peculiar reflection on the inevitability of evil, conveyed through a deliberately naive language. With the gracefulness of an odd children’s story, the irony of the title seemingly disconnected from the plot, the musical inserts of the lullaby that accompanies the main characters during the dramatic hubs of the story which seem to describe what we see better than the images themselves, the film directed by Marco Dutra and Juliana Rojas (winner of the Special Jury Prize at 70th Locarno Film Festival) juggles between genres and languages, managing to maintain refinement and mystery from the first to the last scene. Starting from the love story between nurse Clara and the upper class young woman Ana, sent away from the family because of an unexpected pregnancy, the film proceeds following horror themes, where genre is associated with investigating the appearance, the social classes of contemporary Brazil, as well as the affective dimension with its lights and shadows, until it finally abandons us to a deep restlessness.
nuove visioni / 13 aprile 2019
In un luogo segreto, un gruppo di sconosciuti si incontra per spiare le abitudini e i gesti dei passanti. Per saperne di più un produttore di documentari incontra uno dei suoi vecchi frequentatori, e la conversazione si trasforma presto in un’esplorazione del fascino che caratterizza uno sguardo libero di osservare qualcuno nella sua totale spontaneità.
À discrétion è un film sul potere dello sguardo, sul piacere e sul desiderio che esso è in grado di innescare, ma anche una grande metafora sul potere del cinema. Un ulteriore tassello per conoscere il mondo di Jacques Nolot, qui straordinario interprete insieme a Sharif Andoura.
In a secret place, a group of strangers meets to spy on the habits and gestures of the passers-by. To find out more, a documentary producer meets one old customer, and the conversation soon turns into an exploration of the charm that characterizes a gaze left free to watch somebody in his absolute spontaneity.
À discrétion is a film about the power of the gaze, the pleasure and desire that it might trigger, as well as a great metaphor for the power of cinema. A further step to learn more about the world of Jacques Nolot, here at his finest, paired with Sharif Andoura.
nuove visioni / 13 aprile 2019
Abu è un viaggio al centro di una famiglia divisa alle prese con questioni come la religione, la sessualità, il colonialismo e la migrazione. Attraverso linee narrative diverse, composte da filmini e fotografie di famiglia, film della Bollywood classica e altri materiali, il regista costruisce il racconto della propria identità omosessuale rivendicata, conducendo gli spettatori dentro le relazioni tese che intercorrono fra la famiglia e il destino, il conservatorismo e il liberalismo, la modernità e i valori del passato. Un film apertamente autobiografico che coniuga, in maniera divertita e consapevole, le memorie personali e quelle di un’intera generazione alle prese con la più classica e complicate delle sfide: il tentativo di trovare un equilibrio fra l’eredità del passato – una generazione di padri amati e detestati – e l’esperienza di un mondo nuovo da conoscere e imparare ad amare.
Abu is a journey to the center of a fragmented family while they grapple with religion, sexuality, colonialism and migration. Through a tapestry of narratives composed of family footage, observation and classic Bollywood films, gay-identifying Pakistani-Muslim filmmaker takes viewers through the tense relationships between family and fate, conservatism and liberalism and modernity and familiarity. Openly based on autobiographical material, Abu is a film that, while adopting an amused and mindful attitude, combines personal memories with those of a whole generation of people dealing with the most traditional and difficult of all challenges: the attempt at finding a balance between the legacy of the past – a generation of beloved and hated fathers – and the experience of a brand new world that needs only to be discovered and loved.
carte postale à Serge Daney / 10 aprile 2019
Santiago è stato il maggiordomo della famiglia Salles per ben quarant’anni, divenendo testimone delle vicende di una casa tra le più importanti del Brasile di quegli anni. Argentino di origini piemontesi, è uomo colto, appassionato di lirica e di arte italiana rinascimentale, ha trascritto per decenni con la sua macchina da scrivere la storia dell’umanità attraverso le vicende delle famiglie aristocratiche. È il 1992 quando João Moreira Salles decide di intervistarlo per raccontare la singolarità del personaggio, ma anche per ripercorrere la storia della sua famiglia e della casa nella quale hanno vissuto insieme per tanto tempo. Una serie di vicende porterà il regista a completare il lavoro di montaggio solo nel 2005, intrecciando le interviste di Santiago a una riflessione sull’evoluzione del documentario stesso e restituendo un lavoro affascinante e magnetico come le storie e i ricordi raccontati dal suo eccentrico protagonista.
Santiago has been Salles’ butler for the last forty years, becoming witness of the events happened in a family, at that time, among the most important in the whole Brazil. Argentinian of Piedmontese origins, he is a cultivated man, fond of opera music and of Italian renaissance art. He has been transcribing for decades with his typewriter the history of humanity through the events of aristocratic families. It is 1992 when João Moreira Salles decides to interview him to tell us about the singularity of this character, but also to retrace the story of his family and of the house where they lived together for a long time. A series of events will lead the director to complete the editing only in 2005, intertwining the interviews to Santiago with a reflection on the evolution of the documentary itself and making a work as fascinating and magnetic as the stories and tales told by its eccentric main character.
carte postale à Serge Daney / 10 aprile 2019
Tony Mounset, giovane e ricco signorotto inglese, decide di assumere Hugo Barnett come suo maggiordomo per la sua nuova casa londinese. Susan, la fidanzata di Tony, non sembra molto contenta del nuovo cameriere e tuttofare nonostante la sua affabilità e professionalità. L’arrivo di Vera, sorella di Hugo, creerà ulteriori motivi di diffidenza. Nel frattempo il rapporto servo-padrone tra Tony e Hugo sembra cominciare a rovesciarsi.
Nato dalla collaborazione tra il regista americano e il commediografo Harold Pinter, Il servo è uno di quei capolavori della storia del cinema fuori da qualsiasi possibile definizione, un’opera che continua a dimostrarsi efficace dopo più di cinquanta anni. Ambientato quasi tutto all’interno della casa, il duo Losey-Pinter mette in scena un dramma di grande effetto scenico dove le dinamiche dell’animo umano si rivelano nel loro lato più morboso e profondo. Grazie anche alla strepitosa interpretazione di Dirk Bogarde, nel rapporto tra i due si rivela in filigrana un sottotesto omosessuale che non mancò di creare scandalo.
Tony Mounset, a young and wealthy English squire, decides to hire Hugo Barnett as his butler for his new London house. Susan, Tony’s girlfriend, does not seem very happy with the new waiter and handyman, despite his affability and dexterity. The arrival of Vera, Hugo's sister, will create further reasons for distrust. Meanwhile, the roles of master-servant between Tony and Hugo start to reverse.
Resulting from the collaboration between the American director and the playwright Harold Pinter, The Servant is one of those masterpieces in the history of cinema that eludes a precise definition, a film that still proves effective after more than fifty years. Set almost entirely within the house, the duo Losey-Pinter builds a mesmerizing scenery, in which the dynamics of the human soul reveal their most morbid and deep side. Also due to Dirk Bogarde’s sensational performance, a homosexual subtext, which did not fail to raise a scandal when the film came out, emerges from the relationship between the two men.
queer short / 10 aprile 2019
In piena notte, un giovane cammina in una strada deserta verso una destinazione ignota. A un certo punto si ferma e telefona alla madre, lasciandole un messaggio in segreteria. Le sue parole, però, fanno trasparire una realtà radicalmente diversa da quella che sta vivendo. Costruito come un vero e proprio thriller, Rafael Last Time Seen mette in scena una storia misteriosa e dall’esito imprevedibile ambientata in un luogo sospeso. Un’ideale seconda parte – il cortometraggio Choice – aggiunge qualche ulteriore dettaglio, continuando a ricorrere a elementi narrativi tutt’altro che scontati.
In the middle of the night, a young man walks in an empty street towards an unknown destination. He calls his mother and leaves her a voice message. His words and actions show two very different realities. Rafael Last Time Seen tells a mysterious story – an actual thriller – set in a suspended place till an unpredictable ending. A second part – Choice – adds some elements but always getting rid of predictable narrative elements.
queer short / 10 aprile 2019
Alexe è una giovane donna trans in transizione. Una sera invita il suo migliore amico Carl a bere qualcosa prima di recarsi a una festa. La loro complicità riscalda l’atmosfera e, lentamente, avvolti in una tenera intimità, i due decidono di fare l’amore insieme per la prima volta. Quello che doveva essere un atto spontaneo, all’insegna dell’amicizia, comporta tuttavia per Alexe molte più complicazioni del previsto. All’avanzare di un treno nella notte corrisponde l’abbraccio complice che trasforma i due amici in amanti immersi in una luce verde quasi hitchcockiana per la sua capacità di scompigliare le carte della realtà.
Alexe is a young trans woman in transition. One evening, she hosts her best friend Carl for a few drinks before going out to a party. Warming up gently during the night, both decide to have sex together for the first time. But what was planned to be a simple and purely friendly act turns out to be much more complex for Alexe. As a train runs through the night, the embrace transforms friends into lovers bathed in a green light that, for its ability to wreak havoc on reality, reveals Hitchcockian echoes.
queer short / 10 aprile 2019
Pedro torna a casa all’alba. Prima che il giovane possa addormentarsi, sua madre lo trascina in spiaggia. Qui Pedro incontra uno sconosciuto e, con una scusa qualunque, lo segue dietro le dune, lasciando la madre sola in una spiaggia quasi deserta ad aspettare un appuntamento che forse non arriverà mai. Girato nei sobborghi di Lisbona, Pedro è un dramma familiare che narra di un adolescente e della madre di mezza età in un giorno di fine estate. Il film, costruito attorno alle aspettative del protagonista su intimità e desiderio, ha il merito di mettere a fuoco l’ambiguità delle relazioni umane senza concedere mai spazio ai luoghi comuni.
Pedro gets back home at dawn. Before the young man can fall asleep, his mother drags him to the beach. Here Pedro encounters a stranger and follows him behind the dunes with an excuse, leaving his mother alone in a deserted beach waiting for a date that perhaps will never show up. Pedro is a family drama shot in the suburbs of Lisbon that narrates of a teenager and his middle-aged mother, on a late summer day. Built around the protagonist’s expectations on intimacy and desire, the film has the merit of focusing on the ambiguity of human relationships while giving no space to clichés.
queer short / 10 aprile 2019
Documentario in forma animata che illustra la storia di Ofer, uomo transessuale, che nota i primi segni della pubertà in quinta elementare e con essi anche i primi segnali di disforia. I dubbi lasciano presto spazio a una sola certezza: il sentimento di odio verso il suo corpo che abbandona le rassicuranti forme infantili per trasformarsi in qualcosa che lo inquieta. Se inizialmente sono le felpe di papà e nonno – che spesso indossa fino a quattro strati – a ovviare al problema, appare presto chiaro che per nascondere il seno non basteranno sempre espedienti così semplici. E non passerà molto tempo prima che giungano anche altri segni di un corpo che si sta sviluppando. La lotta per Ofer è solo all'inizio. Con un’animazione e una voce fuori campo, Keren Nir mette in scena un evento, quello del proprio corpo che muta, inizialmente destabilizzante per chiunque ma ancor più per chi sa già che non sarà mai corrispondente a ciò che sente di essere davvero.
Animated documentary based on the story of Ofer, a transgender man who notices the first signs of puberty during fifth grade and at the same time experiences the first signs of dysphoria. The first doubts soon leave room to a certainty: the feeling of hatred towards his body that leaves its reassuring infantile forms to turn into something that bothers him. If initially the sweatshirts of his dad and his grandfather – which he often wears up to four layers – may do the trick, it soon becomes clear that hiding the breasts will ask for more effective devices. In fact, soon other signs of a body that is in full development will show up. The fight for Ofer is just at the beginning. With an animation and a voice over, Keren Nir stages an event, the changes in one’s body, initially destabilizing for anyone but much more for those who already know that it will never correspond to what they feel they are.
queer short / 10 aprile 2019
Un uomo ossessionato dal coito extraterrestre entra a far parte di un programma di sesso telefonico con alieni che ha luogo all’interno di un’ex base militare. In attesa di un incontro dal vivo che avverrà più di sessant’anni dopo, l’uomo conduce un’esplorazione impassibile dei misteri del desiderio umano. La realtà quotidiana si rivela inadeguata nel soddisfare la libidine dell’uomo che raggiunge vette cosmiche, mentre nelle immagini notturne di ambienti scalcinati si trapiantano inserti disegnati a mano. Combinando cupezza e umorismo, prende forma un ulteriore incontro, quello tra l’indefinitezza del sonoro e la lacunosità dell’immaginazione, dal quale si genera la visione.
A man obsessed with extra-terrestrial coitus enters into an alien phone sex program that occurs in a former military base from which contact can be established. Waiting for a live meeting that will take place in more than sixty years, the man conducts a deadpan exploration of the mysteries of human desire. Everyday reality proves to be inadequate for satisfying his lust that reaches cosmic heights, while hand-drawn animation is transplanted within the nocturnal images of crumbling environments. Combining gloom and humour, a further meeting takes shape, the one between the indefinite nature of sound and the incompleteness of imagination from which vision is generated.
queer short / 10 aprile 2019
La ciclicità scoordinata della vita di una coppia è al centro di questo corto privo di dialoghi e lussureggiante sul piano sonoro. Un racconto impetuoso, filmato in bianco e nero, sulla quotidianità asfissiante di uno scrittore in piena crisi di mezza età e in cerca di ispirazione. Oscillando tra passione febbrile ed esplosioni incontrollabili di violenza, lo scrittore inizia a confondere fantasie e realtà, riversando la propria insoddisfazione sulla moglie. Come spesso accade nel cinema nipponico, piccola e “grande” morte si fanno indiscernibili, scandite da una ritualità spogliata da ogni qualità rassicurante. Nulla, in fin dei conti, destabilizza più della normalità.
The uncoordinated cyclicity of a couple is the theme of this dialogue-less but sonically lush short. An impetuous tale, filmed in black and white, about the stifling everyday life of a writer facing a midlife crisis while seeking inspiration. Torn between feverish passion and uncontrollable outbursts of violence, the writer starts to confuse fantasy and reality, venting his dissatisfaction on his wife. As often happens in Japanese cinema, little and “big” death are indiscernible, marked by a rituality deprived of any reassuring quality. Nothing, after all, is more destabilizing than alleged normality.
queer short / 10 aprile 2019
Gaël è un ragazzo fragile e smarrito, folle d’amore per Victor. Dal momento che questi lo ha lasciato per Julie, Gaël è disposto a tutto pur di riconquistarlo. Animato da un furore implacabile e percorso da una tenera insicurezza – residui adolescenziali – il giovane, in gonna e tacchi a spillo, decide di irrompere in casa dell’amato nel cuore della notte. Rouge amoureuse è un’opera prima commovente, in cui i corpi lottano per non essere inghiottiti dal buio e dal silenzio opprimente di un paesino della Borgogna: paesaggio interiore più che geografico, e teatro di un delirio amoroso che sfilaccia i contorni della realtà. In un continuo attraversamento di soglie, Gaël si rivela un randagio che si spoglia di ogni identità prefissata, colorato da un dolore dalle sfumature sempre mutevoli.
Fragile and a bit lost, Gaël is madly in love with Victor. Since the latter left him for Julie, he will stop at nothing to get him back. Animated by a relentless rage and seized by a tender insecurity – teenage legacies – the young man, in a tight skirt and high heels, decides to break into the house of the beloved in the middle of the night. Red Love is a moving first film, in which bodies struggle to avoid being swallowed up by the darkness and the oppressive silence of a Burgundy’s village, more of an emotional landscape, the scene of a delirious love that frays the contours of reality. In a constant threshold crossing, Gaël reveals himself as a stray cat, stripped of every predetermined identity, coloured by a pain of ever-changing nuances.
queer short / 10 aprile 2019
Nato in un corpo femminile, Riley si è sempre sentito confuso sulla sua identità di genere. Un giorno scopre un modo semplice per modificare il suo genere biologico. Se la fisica ha dimostrato che i sette colori dell’arcobaleno sono in realtà sezioni di una lunghezza d’onda su uno spettro continuo, alcuni psicologi hanno ripreso ed elaborato la scala Kinsey per indicare il nostro orientamento sessuale attraverso sette differenti gradi. Il genere, tuttavia, continua a essere definito come le due uniche facce di una moneta, con molte persone che vivono nel mezzo, nel buio e in confusione. Scritto, diretto e animato da Yue Xia, The decision of Riley è un film sulla metamorfosi che, come in un sogno in stop motion, ci svela un nuovo modo di guardare alle questioni di genere. </p>
Born with a female body, Riley has always been confused about her gender identity. One day, she discovers a simple way to interchange her biological gender. Physicists demonstrated the 7 colours of rainbow are actually sections of wavelengths on a continuous spectrum. Psychologists developed the Kinsey Scale to indicate our sexual orientations with 7 different ratings. However, gender is defined as two sides of a coin with so many people living in between, in dark, and in confusion. Written, directed and animated by Yue Xia, is a movie about metamorphosis that, through a stop-motion dream, shows us a new perspective on gender.
queer short / 10 aprile 2019
Michael è un rabbino carismatico e stimatissimo di una Yeshivah di Gerusalemme. Una confessione rivelatrice di Gadi, suo allievo prediletto, scuoterà le certezze e l’universo familiare in cui il rabbino ha trovato rifugio fino a quel momento. Come conciliare tradizioni rigide e desideri personali? La Parola non lascia trapelare il turbamento emotivo, se non attraverso slanci improvvisi che ne scalfiscano la dimensione corporea. Ha’rav si sviluppa ricorrendo a una tavolozza variopinta di colori e di emozioni, accensioni effimere come luci al neon sfarfallanti. Lame di luce, pervase del bianco inimitabile della Terra d’Israele, irrompono dalle finestre a irradiare una comunità di corpi imbrigliati entro un’assolvenza lunga un’esistenza intera.
Michael is a charismatic and much-admired rabbi at a Jerusalem Yeshivah. A revealing confession by Gadi, his favourite student, will shake the certainties and the whole household in which the rabbi has sought refuge until then. How to balance strict traditions and personal desires? The emotional turmoil cannot seep through the Word, except through sudden outbursts that affect its bodily dimension. The Rabbi develops by using a varied palette of colours and emotions, ephemeral sparks like flickering neon lights. Blades of light, impregnated with the inimitable white of the Land of Israel, break through the windows to irradiate a community of bodies harnessed by a lifelong fade-in.
queer short / 10 aprile 2019
Gustavo Vinagre e Travis Mathews in un mix esplosivo del panorama cinematografico queer contemporaneo. Tiago e João non si sono mai incontrati e non hanno niente in comune, eccetto l’uomo che entrambi hanno frequentato e forse amato. Dopo la scomparsa di questi in seguito a una overdose, i due visitano la casa dell’amante. È qui che le loro strade si incrociano per la prima volta e si accende tra loro qualcosa che li porterà a conoscersi. In un film formalmente apparentato al suo lungometraggio I Want Your Love del 2012, Travis Mathews – regista da sempre fedele alle tematiche LGBT – esplora ancora una volta l’intimità di due personaggi in uno spazio a loro estraneo.
Gustavo Vinagre and Travis Mathews in an explosive mix of the contemporary queer cinema scene. Tiago and João have never met before and have nothing in common, except the man they both had an affair with and perhaps loved. After he died of an accidental overdose, they both visit their lover’s apartment. Here, their paths cross for the first time while something happens between them that will lead them to know each other. In a film formally related to his feature film I Want Your Love (2012), Travis Mathews – filmmaker always loyal to the LGBT themes – once again explores the intimacy of two characters in a foreign space.
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