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queer short / 13 maggio 2023

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Nel 1940, Claude Cahun e Marcel Moore, due artiste lesbiche ed ebree, decidono di lasciare Parigi e trasferirsi sull’isola di Jersey per sfuggire alle persecuzioni naziste. Minacciate dallo sbarco delle truppe tedesche sull'isola, optano per la resistenza. Armate della loro telecamera 8 mm, danno vita ad un esercito di "soldati senza nome" che fanno andare nel panico la macchina nazista. Un film sull’amore, la passione per l’arte e la resistenza di due eroine che sfidano il totalitarismo a colpi di immaginazione; un’opera che asseconda l’estro dinamitardo delle sue protagoniste ricorrendo a registri narrativi e stilistici divergenti, accostando agli scricchiolii analogici di ascendenza surrealista delle forme di sovversione più “contemporanee”, muscolari e dal piglio punk, proprie del cinema di genere.


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In 1940 Claude Cahun and Marcel Moore, two lesbian and Jewish artists, move from Paris to Jersey island to escape the Nazi persecution. Threatened by the arrival of German troops on the island too, resist. Armed with a 8mm camera, they create an army of "nameless soldiers" who panic the Nazi machine. A film about love, passion for art and the resistance of two heroines who challenge totalitarianism with the power of the imagination; a work that supports the radical flair of its protagonists by resorting to divergent narrative and stylistic registers, juxtaposing the analog creaks of surrealist ascendancy with more "contemporary", muscular, punk-looking forms of subversion typical of genre cinema.

panorama queer / 13 maggio 2023

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Armato dei suoi strumenti di ripresa, il protagonista/narratore parte in piena pandemia per Los Angeles, dopo aver ritrovato grazie a Facebook una sua vecchia fiamma, conosciuta quarant’anni prima a New York. In questo road movie girato all’interno di un’avvolgente Ford Mustang, Dieutre cattura le immagini di una città piena di eccessi e contraddizioni. L’abbagliante megalopoli gli regala attimi di sublime introspezione e profonda analisi sulle relazioni sociali e sui processi di urbanizzazione, dove l’iperreale di Baudrillard incontra le visioni apocalittiche di E. E. Cummings, Ocean Vuong e Claudia Rankine. In un contesto dominato dall’imperativo del continuo movimento, i due amanti si ritagliano inconsciamente una dimensione atemporale, scandita dall’incontro dei loro corpi non più giovani.


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With his camera equipment, the protagonist/narrator sets off for Los Angeles in the middle of the Pandemic, after having found an old flame on Facebook he met forty years before in New York. In this road movie shot from the comfort of a Ford Mustang, the director captures through his camera a city full of excess and contradictions. The dazzling megalopolis gives him moments of sublime introspection and profound analysis of social relations and urbanisation processes, where Baudrillard's hyperreal meets the apocalyptic visions of E. E. Cummings, Ocean Vuong and Claudia Rankine. In a context dominated by the imperative of constant movement, the two lovers unconsciously carve out a timeless dimension, marked by the intersection of their no-longer-young bodies.

panorama queer / 13 maggio 2023

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Moritz è un giovane che arriva a Berlino senza piani, seguendo per amore Jonas, un attraente fotografo che vive a pieno la intensa e fluida vita berlinese. Quando la relazione finisce improvvisamente, Moriz inizia a vagare per la città, in una ricerca di se stesso che lo porta a immergersi a pieno in una vita notturna grazie alla quale può realizzare i suoi desideri repressi. Con sensibilità da documentario, il lungometraggio d’esordio di Hannes Hirsch ritrae una iniziazione nella scena gay di Berlino. Una negoziazione continua delle nozioni di immagine del corpo di mascolinità, dove le costellazioni sessuali e le insicurezze sono sedate dall’eccitazione di incontri sempre nuovi. Rendendo la vulnerabilità di Moritz sempre percepibile, Drifter guarda sotto la superficie seducente di una cultura notturna che non conosce limiti e dei suoi giochi di breve durata, rivelando le persone reali piuttosto che celebrare il cliché.


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Moritz is a young man who arrives in Berlin without plans, following for love Jonas, who is an attractive photographer who fully lives the intense and fluid life in Berlin. When the relationship suddenly ends, Moritz begins to wander around the city in search for himself, and that leads him to fully immerse himself in a nightlife where he can fulfill his repressed desires. With documentary sensibility, Hannes Hirsch’s feature debut portrays an initiation into Berlin’s gay scene. A continuous negotiation of body image’s notions of masculinity, where sexual constellations and insecurities are sedated by the excitement of new encounters. Making Moritz’s vulnerability always perceptible, Drifter looks beneath the seductive surface of a nocturnal culture that knows no bounds and its short-lived games, revealing real people rather than celebrating cliché.

panorama queer / 13 maggio 2023

panorama queer / 13 maggio 2023

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In occasione della terza edizione del Sicilia Queer filmfest, tenutasi nel 2013, una delle mattine del festival è dedicata a una discussione tra alcuni degli ospiti. Paul Vecchiali – presidente di giuria di quell’edizione – Vincent Dieutre, Arnold Pasquier, Cosimo Terlizzi, riuniti attorno a un tavolo con Éric Biagi e Andrea Inzerillo che li invitano a dialogare a partire da una semplice domanda: che cos'è l'indipendenza al cinema? La conversazione, filmata da Valentina Pellitteri e Jean Elia, è stata poi pubblicata in due parti sui numeri 640 e 641-2 della rivista Filmcritica diretta da Edoardo Bruno, tra il dicembre 2013 e il gennaio 2014.

 

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At the third edition of the Sicilia Queer filmfest, held in 2013, one of the mornings was dedicated to a discussion among some of the guests. Paul Vecchiali – president of the jury of that edition – Vincent Dieutre, Arnold Pasquier, Cosimo Terlizzi, gathered around a table with Éric Biagi and Andrea Inzerillo who invited them to dialogue starting from a simple question: what is independence in cinema? The conversation, filmed by Valentina Pellitteri and Jean Elia, was then published in two parts in issues no. 640 and 641-2 of the magazine Filmcritica directed by Edoardo Bruno, between December 2013 and January 2014.

panorama queer / 13 maggio 2023

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Cosa sarebbe potuto succedere – cosa sarebbe dovuto succedere – se due giganti della storia del cinema come Greta Garbo e Sergej Michajlovič Ėjzenštejn avessero potuto dichiararsi reciprocamente il proprio amore? L’attrice più famosa del mondo, cittadina russa onoraria del cinema per le sue molteplici interpretazioni; il regista più radicale del mondo, che avrebbe potuto fare del suo volto uno dei suoi celebri primi piani? La sfinge Garbo non voleva stare sola: voleva solo sposare il grande Sergej. Forse avrebbe potuto interpretare Trockij o Pancho Villa in uno dei suoi film. Forse i loro amici Charlie Chaplin, Walt Disney e Josef von Sternberg avrebbero approvato il loro amore. Forse avrebbero potuto avere un figlio insieme. Forse tutto questo può comunque essere successo, in un film di Mark Rappaport.


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What could have happened – what should have happened – if two giants in film history, like Greta Garbo and Sergei Michajlovič Eisenstein, could have declared their love for each other? The world's most famous actress, an honorary Russian citizen of cinema for her many performances; the world's most radical director, who could have immortalized her face in one of his famous close-ups? Sphinx Garbo did not want to be alone: she just wanted to marry the great Sergei. Perhaps she could have played Trotsky or Pancho Villa in one of his films. Perhaps their friends Charlie Chaplin, Walt Disney and Josef von Sternberg would have approved their love. Maybe they could have had a child together. Maybe all this could still have happened, in a Mark Rappaport film.

panorama queer / 13 maggio 2023

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John Dall ha recitato in due grandi film: Nodo alla gola (1948) di Alfred Hitchcock e La sanguinaria (1950) di Joseph H. Lewis. Ma, per qualche motivo, non è sufficiente per fare carriera. La strada per il successo nel mondo dello spettacolo è costellata da molte insidie. E cosa fare quando scopri che il regista avrebbe preferito un altro attore ma ha dovuto accontentarsi di te? Sarebbe stato un film diverso se fosse stato quell'attore ad avere la tua parte? Con Rope’s End Mark Rappaport continua a ripensare la storia del cinema come arte della digressione, della riscoperta e persino di una sua scrittura revisionistica: una controstoria fatta anche dai se e dai mai più.


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John Dall starred in two great films, Alfred Hitchcock's Rope (1948) and Joseph H. Lewis' Gun Crazy (1950). But, for some reason, that is not enough to make a career. The road to success in show business is lined with many pitfalls. And what do you do when you find out the director preferred another actor but had to settle for you? Would it have been a different movie if that actor had gotten your part? With Rope's End Mark Rappaport continues to rethink the history of film as the art of digression, of rediscovery and even of a revisionist writing of it: a counter-history also made up of the ifs and the “nevers”.

presenze / Laura Citarella / 13 maggio 2023

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Immersi nella campagna argentina, lontani dalla concitata atmosfera cittadina, un gruppo di artisti – una famiglia – si ritrova a registrare, sotto forma di diario, i momenti trascorsi a prendersi cura di un branco di maiali, in attesa della nascita di una cucciolata. Episodio di Bitácoras – miniserie composta da cinque documentari realizzati da altrettante registe –, Diario rural è un manifesto della poetica di Laura Citarella e un resoconto dell’anomalo periodo pandemico. Arduo stabilire dove inizi la creazione e dove finisca l’osservazione, tanto che la parola “filmare” può essere confusa con “rubare”: ci sono degli attori che pur “fingendo” creano una narrazione imperniata nel reale, nella contingenza. Un cinema rurale in cui i tempi dell’inquadratura non sono dettati dal volere di un demiurgo, ma assecondano i ritmi del mondo animale; un gesto artistico che costruisce un presente alternativo a quello del confinamento, filmando/rubando la “parte vitale” per esorcizzare la morte.

 

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Immersed in the Argentine countryside, far from the bustling city, a group of artists – a family – find themselves recording, in the form of a diary, the moments spent caring for a herd of pigs, awaiting the birth of a litter. An episode of Bitácoras – a miniseries composed of five documentaries made by as many female directors –, Diario rural is a manifesto of Laura Citarella's poetics and a report of the anomalous pandemic period. It is hard to determine where creation begins and observation ends, so much so that the word "filming" can be confused with "stealing": there are actors who, while "pretending", create a narrative hinged in reality, in contingency. A rural cinema in which the timing of the shot is not dictated by the will of a demiurge, but panders to the rhythms of the animal world; an artistic gesture that constructs an alternative present to that of confinement, filming/stealing the "vital share" to exorcise death.

presenze / Laura Citarella / 13 maggio 2023

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Questa è la storia di due uomini che cercano una donna, anzi: è la storia di una donna che va alla ricerca di sé stessa (e di un’altra donna; e poi di altre due donne). In questa storia che, come un tesoro, contiene molte altre storie, la ricerca di sé e la ricerca dell’altro sono costantemente intrecciate, mentre vita sognata e vita vissuta non coincidono. Ma non è un film filosofico: è un film d’amore e d’avventura, dove l’esplorazione di una città della pampa argentina è solo un’occasione per scandagliare più a fondo nell’animo umano. La protagonista, interpretata da Laura Paredes, sembra ripartire da dove l’avevamo lasciata undici anni prima in Ostende, ma il mistero la avvolge in modo ancora più forte, fino a trasformare il film ricreando atmosfere lynchiane. Un romanzo visivo in cui perdersi, un’ode alla ricerca e alla bellezza, l’ultimo film di Laura Citarella, un capolavoro del cinema contemporaneo.

 

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This is the story of two men searching for a woman, or rather: it is the story of a woman who goes in search of herself (and another woman; and then two other women). In this story that, like a treasure, contains many other stories, the search for self and the search for the other are constantly intertwined, while dreamed life and lived life do not coincide. But this is not a philosophical film: it is a film of love and adventure, where the exploration of a town in the Argentine pampas is just an opportunity to plumb deeper into the human soul. The protagonist, played by Laura Paredes, seems to pick up where we left her off eleven years earlier in Ostende, but here the mystery envelops her even more strongly, to the point of transforming the film by recreating Lynchian atmospheres. A visual novel in which to lose oneself, an ode to quest and beauty, Laura Citarella's latest film is a masterpiece of contemporary cinema.

presenze / Laura Citarella / 13 maggio 2023

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Una poetessa muore. Un’altra, più giovane, riceve come eredità il mandato di far conoscere la sua opera. A questo compito si unisce una squadra di donne del cinema. Questo strano connubio mette in moto questo film che, curiosamente, non assume la forma di un’indagine ma di un quadro ancora più complesso e sottile. Com'era prevedibile, sorgono domande, ma anche rivelazioni, riaffiorano segreti e una persistente incertezza che finisce per diventare un traguardo. Attraverso queste strategie laterali, la poetessa Juana Bignozzi emerge nel film in tutto il suo splendore.


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A poet dies. Another poet, a younger woman, receives as an inheritance the mandate to divulgate her work. A team of women filmmaker joins her. That strange triangle begins to make a film which, oddly, does not take the form of an investigation but of a more complex and subtle portrait. As expected, questions arise, but also revelations, secrets reappear and a lingering uncertainty that ends up becoming a goal. Thanks to these lateral strategies, the poet Juana Bignozzi emerges in the film in all her glory.

nuove visioni / 13 maggio 2023

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Tra le regole di Internet, la 34 afferma che se qualcosa esiste, ne esisterà la versione pornografica, come se all’interno di tutto vi fosse un seme di desiderio originario. Si articola così la pulsionalità di Simone, studentessa di giurisprudenza e cam sex worker, in un gioco di poli oppositivi tra loro in simbiosi: di giorno discute di legalità e di un sistema violento verso corpi razzializzati e femminili; di notte erotizza squilibri di potere attraverso il proprio corpo e le pratiche BDSM, nelle quali il dolore è custodito dal piacere e dalla cura. Nello stesso modo in cui è impossibile definire chi possegga più gradi di libertà nella relazione dominant/submissive, Julia Murat sceglie di allontanare la propria opera dal terreno dei giudizi di valore e lascia emergere zone di luce e ombra di una realtà irrisolvibile.


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Among the rules of the Internet, the 34 states that if something exists, a pornographic version of it will exist, as if within everything there is a seed of original desire. Thus the drive of Simone, a law student and cam sex worker, is articulated in a symbiotic interplay of oppositional poles: during the day she discusses legality and a violent system toward racialized, female bodies; during the night she eroticizes power imbalances through her own body and BDSM practices, in which pain is guarded by pleasure and care. In the same way that it is impossible to define who possesses more degrees of freedom in the dominant/submissive relationship, Julia Murat chooses to move her own film away from the terrain of value judgments to allow areas of light and shadow of an unsolvable reality to emerge.

panorama queer / 12 maggio 2023

extra / 12 maggio 2023

panorama queer / 12 maggio 2023

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Patricia Highsmith è la celebre autrice di ventidue romanzi, molti dei quali sono stati adattati per il grande schermo: i più noti sono L’altro uomo, adattato da Alfred Hitchock, Il talento di Mr. Ripley diretto da René Clément, Wim Wenders e Anthony Minghella, e Carol, romanzo in parte autobiografico su una storia d’amore tra due donne, da Todd Haynes. La Highsmith occupa uno spazio scomodo all’interno della letteratura queer per la sua tendenza a mescolare l'omoerotismo con l'omicidio e per come alcuni dei suoi personaggi più famosi affrontano la questione dell'eliminazione di ogni senso di colpa. Basato sui diari di Highsmith, il film getta nuova luce sulla sua vita e la sua opera, permeata dal tema dell'amore e incentrata sulla sua ricerca di identità e sulla sua travagliata vita amorosa.

 


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Patricia Highsmith wrote over 22 novels, many were adapted to the big screen: best known are Strangers on a Train, adapted by Alfred Hitchock, The Talented Mr. Ripley directed by René Clément, Wim Wenders and Anthony Minghella, and Carol, a partly autobiographic novel on a lesbian love story, by Todd Haynes. Highsmith occupies an uneasy space in the queer literary canon for her tendency to mix homoeroticism with homicide in her novels and for the way that some of her most famous character deals with the issue of getting rid of any feeling of guilt. Based on Patricia Highsmith’s diaries, the film casts new light on the famous thriller writer’s life and oeuvre, permeated by themes of love and focused on her quest for identity and her troubled love life.

panorama queer / 12 maggio 2023

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Uno scambio, tra Palermo e Parigi, tra un regista che firma un autografo e il destinatario che lo riceve, mentre ascolta un estratto del suo film preferito. Girato a margine del Sicilia Queer filmfest, dove Paul Vecchiali era presidente di giuria nel 2013, L’autographe è una meditazione sugli sconfinamenti, sul cinema e sulle sue immagini che continuano a rimbombare nella testa e nel cuore di chi lo ama, anche quando la proiezione è ormai terminata. Un omaggio sentito a Paul Vecchiali, scomparso nel gennaio di quest’anno, e alla potenza imperitura del cinema. “Nessuno muore”, dice la protagonista di Corps à cœur – ed è proprio la morte renderlo a lei chiaro – così come non muore la memoria e l’opera di un grande cineasta.


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An exchange, between Palermo and Paris, between a director who signs an autograph and his recipient who receives it, while listening to an excerpt of his favorite film. Shot on the sidelines of the Sicilia Queer Film Festival of Palermo where Paul Vecchiali was president of the jury, L'autographe is a meditation on trespassing, on cinema and its images that continue to reverberate in the heads and hearts of those who love it, even when the screening is now over. A heartfelt tribute to Paul Vecchiali, who passed away in January this year, and to the imperishable power of cinema. "Nobody dies", says the protagonist of Drugstore Romance, and it is death that makes it clear to her, just as the memory and work of a great filmmaker will never die.

nuove visioni / 12 maggio 2023

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Quando nel 1974 i portoghesi lasciano l’Angola per soccombere alle violente rivendicazioni indipendentiste, un gruppo di giovani soldati barricati dentro le mura di un insediamento militare cominciano ad essere braccati da presenze misteriose.

Un’indagine sui fantasmi del colonialismo e un film di genere sulla crescita e il superamento dei traumi personali e collettivi, sullo sfondo di un paese dalla forza primigenia incontrollabile. Carlos Conceição torna sulla Storia colonialista portoghese, osservando i turbamenti dell’adolescenza e la scoperta dei rapporti e della sessualità, attraverso gli occhi sconcertati del giovane João Arrais, già suo attore feticcio e sorta di alter ego. E la cecità ingenua dell’adolescenza diventa per estensione un disagio condiviso sull’inconoscibilità della Storia e sul mistero atavico delle proprie radici più profonde.


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When in 1974 Portugal leaves Angola to submit to the violent independentist claims, a group of young soldiers barricaded within the walls of a military settlement starts to be besieged by mysterious presences.

A survey about the ghosts of colonialism and a genre film about growth and overcoming of personal and collective traumas, with the primeval uncontrollable force of a country in the background. Carlos Conceição comes back to colonialist Portuguese history as he observed anxieties and ambiances of a teenage searching for relations and sexuality, through the confounded eyes of the young João Arrais, already his muse and sort of alter ego. And the naïf blindness of teenage unavoidably becomes a shared discomfort about unknowability of History and about atavistic mystery of one’s own deepest roots.

carte postale à Serge Daney / 12 maggio 2023

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La società e la famiglia, con le loro regole e i loro molti vincoli, impediscono la realizzazione dei desideri della ricca vedova Cary Scott e del giovane giardiniere Ron Kirby, due anime diverse per età e condizione sociale che si incontrano e decidono di amarsi, contro tutto e contro tutti. Il Walden di Thoreau e la sua filosofia ispirano le azioni dei personaggi, mentre l’uso dei colori definisce e caratterizza gli spazi e le emozioni, facendone un punto di riferimento nella storia del Technicolor. Il rapporto tra genitori e figli trova nella sequenza più famosa del cinema di Sirk una delle sue vette di spietatezza, cui fa da contraltare musicale la terza Consolation di Franz Liszt, ormai perennemente indissociabile da questo film. Nel 1973 Fassbinder ne farà un remake dal titolo , mentre Todd Haynes gli renderà omaggio nel 2002 con .


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With their rules and their many constraints, society and family prevent the fulfillment of the desires of wealthy widow Cary Scott and young gardener Ron Kirby, two souls differing in age and social status who meet and decide to love each other, against everything and everyone. Thoreau's and his philosophy inspire the characters' actions, while the use of color defines and characterizes spaces and emotions, making it a landmark in Technicolor history. The relationship between parents and children finds in Sirk's most famous sequence one of its peaks of ruthlessness, to which Franz Liszt's third now perennially inseparable from this film, provides a musical counterpoint. In 1973 Fassbinder made a remake of it entitled , while Todd Haynes paid homage to it in 2002 with .

panorama queer / 12 maggio 2023

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Chi ha paura della clitoride? Tre adolescenti ci guidano in un viaggio nel piacere femminile oltre i tabù. Una geografia di corpi, prime volte, scoperte e inciampi, umori ed emozioni, giudizio e godimento, ridisegnata da chi solitamente non ha voce in capitolo, dalle teorie alle lenzuola. Sfruttando le potenzialità dell’intervista e del linguaggio documentario, Marta Basso indaga e cerca di formulare per immagini le incertezze di un’età indecifrabile e spesso incapace di decifrare se stessa. Il suo montaggio di voci, immagini e contesti richiamano alla necessità di una maggiore consapevolezza del sé e degli altri a partire dalla vita quotidiana, dai gesti più spontanei ai momenti più speciali e irripetibili, contro la disinformazione e l’ignoranza.


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Who is afraid of clitoris? Three teenage girls guide us in a journey into female pleasure beyond taboos. A geography of bodies, first times, discoveries and obstacles, moods and emotions, judgement and enjoyment, redrawn by someone who usually does not have say, from theories to sheets. Exploiting the potential of the interview format and of the documentary language, Marta Basso investigates and tries to formulate in images the uncertainties of an indecipherable and often incapable of self-deciphering age. Her editing of voices, images and contexts recalls the need for greater self-awareness and for greater awareness of others starting from daily life, from the most spontaneous gestures to the most special and unrepeatable experiences, against misinformation and ignorance.

queer short / 12 maggio 2023

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Quando un giovane regista cinese torna nella sua città natale alla ricerca di sé stesso, una lunga conversazione con la madre li spinge a cercare l'accettazione e l'amore.

Girato in Super 8, Will You Look At Me è un montaggio associativo di frammenti di vita quotidiana e di ricordi del regista, che ripercorre la sua traiettoria dalla fine del liceo e dalla scoperta della sua omosessualità da parte della madre, fino agli interrogativi odierni quando, dopo aver completato i suoi studi, si trova disorientato e vede la sua cerchia di amici disfarsi, il suo compagno lasciare la Cina per il Belgio e le aspettative della famiglia incalzarlo. Con il suo secondo cortometraggio, Shuli Huang offre una fuga in un presente incerto, un confronto con un passato doloroso e una visione di un futuro aperto, firmando così una poesia sulla vita che va e un manifesto di personal cinema.


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As a young Chinese filmmaker returns to his hometown in search for himself, a long due conversation with his mother dives the two of them into a quest for acceptance and love.

Shot on Super 8 film, Will You Look At Me is an associative montage of fragments of the filmmaker's daily life and memories, which traces his trajectory from the end of high school and his mother's discovery of his homosexuality, to his present-day questions when, after completing his studies, he finds himself disoriented and sees his circle of friends unravel, his companion leave China for Belgium, and his family's expectations catch up with him. With his second short film, Shuli Huang delivers a flight into an uncertain present, a confrontation with a painful past and a vision for an open future, and signs thereby a poem on life as it goes and a manifesto of personal cinema.

queer short / 12 maggio 2023

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La voce dell’attrice due volte premio Oscar Glenda Jackson ci accompagna in un’immersione nella scena lesbica londinese del 1966. Alla ricerca di un piccolo microcosmo in cui fuggire da una realtà che odorava (o forse odora) unicamente di discriminazione e morte.

Come dei palombari, in The Microcosm gli spettatori navigano fra immagini e volti che ricostruiscono l’atmosfera di sicurezza e vitalità del Gateways Club di Chelsea, a Londra negli anni Sessanta, quando l’omosessualità è ancora criminalizzata, sia che riguardi uomini sia che riguardi donne. La prosa poetica di Maureen Duffy, protagonista di quella realtà del passato, lascia intendere che forse quei problemi e quei paradossi non sono poi così lontani.

 

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The voice of the two-times Oscar winner Glenda Jackson accompanies us in a submersion into the London lesbian scene in 1966. In search of a little microcosm in which one can hide from a reality that only smelled (or maybe still smells) of discrimination and death.

Like divers, in The Microcosm viewers swim around images and faces that build up the atmosphere of security and vitality of Chelsea’s Gateways Club, in London in the Sixties, when homosexuality was still criminalised, for men as well as for women. The poetic prose of Maureen Duffy, protagonist of that past reality, makes us understand that maybe those problems and those paradoxes are not so far yet.