panorama queer / 30 agosto 2021
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Ambientato all’interno del Museo della Caccia e della Natura di Parigi, Taxidermisez-moi vede un ambiguo e apparentemente giocoso rispecchiamento tra gli animali imbalsamati ritratti e una serie di figure liminali tra l’universo ferino e l’umano. Giocando su un confine labile tra cacciatore e cacciato, tra bestia e predatore, Marie Losier ci seduce con un racconto dall’estetica barocca, fantasmatico e ironico, ma a cui non manca un j’accuse contro l’animale più spietato.
Un piccolo manifesto della poetica dolcemente malinconica di Losier, creatrice e “cacciatrice” di immagini nelle quali insufflare la vita attraverso accostamenti sinestetici e raffinati collage.
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Set inside the Museum of Hunting and Nature in Paris, Taxidermisez-moi sees an ambiguous and apparently playful mirroring between the taxidermied animals portrayed and a series of liminal figures between the feral and human universe. Playing on the delicate boundary between hunter and hunted, between beast and predator, Marie Losier seduces us with a story of baroque aesthetics, imaginative and ironic, but which does not lack a j'accuse against the most ruthless animal.
A small manifesto of Losier’s sweetly melancholy poetics, creator and “hunter” of images in which to insufflate life through synesthetic juxtapositions and refined collages.
panorama queer / 30 agosto 2021
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Libera rilettura del film Un Chant d’Amour (1950) di Jean Genet, una storia d’amore omosessuale tra detenuti di un carcere, consumata sotto gli occhi sadici e desideranti di una guardia carceraria.
Dietro lo spioncino però non più i corpi rampanti descritti dall’autore e cineasta francese, bensì quelli di un folto gruppo di donne anziane in menopausa. Ecco il cortocircuito: il celerino-voyeur non può far altro che constatare la forza violenta e senza freni di un erotismo inaspettato e aggressivo, ormai libero dal giogo riproduttivo e che sfugge dunque alle aspettative ed ai costrutti patriarcali.
Il film, originariamente pensato per il cinema, è realizzato su commissione della Bergen Assembly Triennal; s’inserisce nel contesto della mostra all'Hamburger Bahnhof, all’interno della Hot Flashes Forest, un'installazione immersiva pensata per combinare lavori compositi che riflettono sul corpo della donna in relazione al tema della riproduzione.
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Qu’un Sang Impur began as a loose remake of Jean Genet’s Un Chant d’Amour (1950), a homoerotic love story between inmates in a prison, under the yearning watch of a sadistic prison guard full of desire.
Behind the peephole, this time, there aren’t the rampant bodies described by the French author and filmmaker, but those of a large group of elderly women in menopause. Here is the short-circuit: the guard-voyeur can do nothing but observe the violent and unrestrained force of that unexpected and aggressive eroticism, finally free from the reproductive yoke and from patriarchal expectations and constructs.
The film, originally made for cinema, is a commission of the Bergen Assembly Triennal. It is in the context of the show at the Hamburger Bahnhof, installed in the Hot Flashes Forest, an immersive installation thought to combine a multiple of works that deal with reproductive idea of the woman’s body.
panorama queer / 30 agosto 2021
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ll respiro della macchina riempie l'aria, dove il canto può fluire. Nina è in piedi, di fronte al robot che si muove. I corpi morbidi e nudi si misurano, a volte si armonizzano. I respiri dilatano gli organi che si gonfiano e si piegano; trasmutano il movimento sintetico in slancio vitale e la vulva in bocca, che si gonfia fino ad allargarsi.
Magnetica, mistica e potente elaborazione di una rinnovata poetica del desiderio; un manifesto che fa propria la lezione di Donna Haraway e che sfida la cultura binaria dominante, aprendo così a uno scenario futuro fluido, in continua metamorfosi, in cui immaginare spazi dove carne e macchina, ecologia e tecnologia, natura e cultura possano convivere ed in cui tessere relazioni, sociali e affettive, inedite.
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The breath of the machine fills the air, where the singing can flow. Nina stands in front of the wiggling robot. The soft naked bodies measure up themselves, sometimes harmonize. The breaths dilate the organs which swell and fold; transmute the synthetic movement into vital impetus and the vulva into mouth, which inflates until it spreads.
Magnetic, mystical and powerful elaboration of a renewed poetics of desire; a manifesto that adopts Donna Haraway's lesson and challenges the dominant binary culture, opening up to a fluid futuristic scenario, in a continuous metamorphosis, in which we can imagine places where flesh and machines, ecology and technology, nature and culture can coexist and in which we can finally weave new, social and emotional, kind of relationships.
panorama queer / 30 agosto 2021
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Nato dalla collaborazione tra Yann Gonzalez e la musicista Jita Sensation, Fou de Bassan è fluida utopia sessuale, sogno erotico, improvvisazione libera sulle note di un sassofono che riscalda la notte. Tra Louis Malle, Lynch e Fassbinder una rivisitazione lesbica del cruising, gioco seducente en plein air, una «Querelle de Brest» al femminile dove nebbia e neon blu-rosati avvolgono una città morta vivificata dal desiderio e resa, così, palcoscenico.
È cinema queer anche nella forma, un cinema che non teme di attraversare le frontiere dei generi: videoclip? Cortometraggio? Al bando le definizioni. Nella notte si liberano i fantasmi e la magia vibra al suono della musica.
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Born from the collaboration between Yann Gonzalez and the musician Jita Sensation, Fou de Bassan is a fluid sexual utopia, an erotic dream, a free improvisation on the notes of a saxophone that warms the night. Between Louis Malle, Lynch and Fassbinder, the film is a lesbian reinterpretation of cruising, a seductive game en plein air, a feminine "querelle de Brest" where fog and pinkish-blue neon envelop a dead city enlivened by desire, that is transformed into a stage.
It is queer cinema also in its form, a cinema that is not afraid to cross the borders of genres: video clip? Short film? Definitions are banished. In the night, ghosts are released and magic vibrates to the sound of music.
panorama queer / 20 agosto 2021
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In un lontano futuro, su un pianeta selvaggio un'adolescente solitaria, Roxy, libera un’assassina dalle sabbie in cui è stata sepolta. Non appena è libera, la criminale uccide le amiche di Roxy. Roxy e sua madre Zora sono ritenute responsabili, bandite dalla loro comunità e costrette a cercare l'assassina. Iniziano un lungo viaggio percorrendo i territori soprannaturali del loro paradiso ormai contaminato.
After Blue (Dirty Paradise) è una fantasia futuristica in mondo abitato solo da donne. Un racconto picaresco ambientato su un pianeta in cui la realtà è quella immaginata dalle sue protagoniste. Una celebrazione del cinema, delle attrici, un'avventura che attinge dal western, dalla mitologia e dalla fantascienza.
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In a faraway future, on a wild and untamed planet, a lonely teenager, Roxy, releases an assassin from the sands she was buried in. As soon as she’s free, the criminal sparks death all around. Roxy and her mother Zora are held accountable, banished from their community and forced to track the murderer down. They start a long journey pacing the supernatural territories of their filthy paradise.
After Blue (Dirty Paradise) is a futuristic fantasy, in a feminine world. A picaresque tale set on another planet, that of the imagination. An ode to cinema, an ode to actresses, a singular and universal adventure, borrowing from the western, from ancient tales and from science fiction.
panorama queer / 20 agosto 2021
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Dorothy è una regista un po' sfigata. Sola nella sua stanza e un po’ annebbiata dall’alcol, si concentra sulla sua sceneggiatura, BIKER CHICKS IN LOVE. Ma una telefonata del suo produttore le fa passare la voglia: basta con le commedie queer, è ora di cominciare a fare film meno estremi e più commerciali! Accasciata in pigiama nel suo minuscolo monolocale, Dorothy sprofonda negli abissi della paranoia e della disperazione. Congelata dai dubbi su sé stessa, cerca conforto nel suo programma televisivo preferito Romy l'ammazzavampiri... Sfortunatamente per Dorothy, i suoi stessi demoni hanno deciso di uscire allo scoperto e sarà una notte da ricordare!
Dopo De la Terreur mes soeurs! un’altra opera squisitamente kitsch a rivendicare un nuovo cinema militante queer che guarda al camp glitterato degli anni ’90 e all’irriverenza sgraziata del grunge e del pop-punk, in grado di rovistare nel trash televisivo e musicale per ribaltarlo e farlo esplodere, con ironia, dall’interno.
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Dorothy’s a film director and a bit of a loser… Alone and fueled up on Heineken, she lets loose on her script, BIKER CHICKS IN LOVE. But a call from her producer kills her buzz: enough already with the queer comedies, it’s time to start making mainstream films. Slumped in her pajamas in her tiny studio apartment, Dorothy sinks to the deepest depths of paranoia and despair. Frozen by self-doubt, she seeks comfort in her favorite TV show Romy the Vampire Slayer… Unfortunately for Dorothy, her own demons have decided to come out of the woodwork and it’s going to be a night to remember!
After Terror, Sisters! another exquisitely kitsch work which claims a new militant queer cinema inspired by the glittering camp of the 90s and by the irreverence of grunge and pop-punk music, capable of rummaging in the TV and music trash to overturn it and to make it explode, ironically, from the inside.
panorama queer / 20 agosto 2021
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Il neo adolescente afroamericano “Grullo” vive nel ghetto con la madre malata e la sorella e devono fronteggiare, senza possibilità economiche, uno sfratto imminente. Così Grullo si lascia convincere da uno scassinatore locale a rapinare la lussuosa casa di una coppia all’apparenza unicamente sui generis, che si rivelerà dedita al sequestro, alla tortura, all’omicidio e molto altro.
Parodia horror della falsa morale della middle class statunitense, metafora iperbolica delle divisioni tra classi e forte critica sociale, il film di Wes Craven The People Under The Stairs (La Casa Nera nella versione italiana) ha in sé tutti i tratti distintivi della cinematografia del regista: l’ironia, il gusto per il grottesco, la riflessione politica agita tramite il cinema di genere, lo smodato utilizzo di sangue e violenza.
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African-American teenager "Fool" lives in the ghetto with his sick mother and his sister. They are facing an imminent foreclosure and have no financial means. Grullo is then persuaded by a local burglar to rob the luxurious house of a seemingly uniquely sui generis couple, who will turn out to be dedicated to kidnapping, torture, murder and more.
A horror parody of the false morality of the American middle class, an hyperbolic metaphor of the divisions between classes and a strong social criticism, Wes Craven's film The People Under The Stairs has all the distinctive traits of the director's cinematography: irony, a taste for the grotesque, political reflection acted out through genre cinema, the immoderate use of blood and violence.
panorama queer / 29 maggio 2021
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Due giovani innamorati lasciano Hong Kong per Buenos Aires, in cerca di un futuro radioso e di un posto speciale come le cascate dell’Iguazú dipinte sulla lampada che illumina soffusamente la loro camera. Yiu-fai, metodico e affidabile, e Po-wing, vanitoso e incostante, sono due opposti che si attraggono. Il primo lavora come buttadentro in un tango bar, mentre l’altro conduce una vita promiscua, avendo l’ardire di condurre i suoi amanti al locale dove lavora Yiu-fai. Desiderio, passione, gelosia, rabbia e tradimento si intrecciano nel languido e voluttuoso tango della loro vita, cadenzata dai continui “ricominciamo da zero” pronunciati da Po-wing. La versione restaurata presenta alcune scene censurate dalla distribuzione italiana, rendendo la visione di uno dei primi film dell’Estremo Oriente a dare “visibilità” a dei soggetti queer ancora più palpitante.
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Two young lovers leave Hong Kong for Buenos Aires, in search of a bright future and a special place like the Iguazu Falls painted on the lamp that softly lights their room. Yiu-fai, methodical and reliable, and Po-wing, vain and fickle, are two opposites drawn together. The first works as a doorman in a tango bar, while the other leads a promiscuous life, having the audacity to lead his lovers to the place where Yiu-fai works. Desire, passion, jealousy, anger and betrayal are intertwined in the languishing and sensual tango of their life, punctuated by the continuous “let's start over” said by Po-wing. The restored version features some scenes censored by the Italian distribution, making the vision of one of the first East Asian films to give “visibility” to queer subjects even more vibrant.
panorama queer / 29 maggio 2021
panorama queer / 29 maggio 2021
panorama queer / 29 maggio 2021
panorama queer / 29 maggio 2021
panorama queer / 29 maggio 2021
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Un'immersione nelle fasi preparatorie dello spettacolo di danza Crowd della coreografa Gisèle Vienne. Lo sguardo di Patrick Chiha mira a restituire allo spettatore il processo di continua osmosi tra i movimenti, l'energia dei corpi, l'incontro-scontro tra i danzatori e ciò che avviene fuori dal palcoscenico, ovvero le conversazioni tra i danzatori nei camerini che si riflettono (e viceversa) in modo consapevole o meno sulle interazioni "guidate" dalle indicazioni della coreografa. Il dispositivo cinematografico del ralenti ci consente di osservare da vicino i corpi che sul palco si muovono al suono di musica techno. Realtà e finzione si fondono e un documentario sulla danza si trasforma in un ritratto sui danzatori e un'esplorazione dei rapporti che li (e ci) legano in quanto esseri umani.
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An immersion in the preparatory phases of Gisèle Vienne’s dance piece Crowd. Patrick Chiha's camera keeps us plunged into the process of continuous osmosis between the movements, the energy of the bodies, the encounter-clash between the dancers and what happens outside the stage. The staged one-on-one conversations between the performers in the dressing rooms shape on, consciously or not, the interactions on stage "guided" by the choreographer's directions. The use of slow motion allows us to closely observe the bodies that dance on stage to the to rhythm of techno music. Reality and fiction begin to blend and a documentary about dance turns into a portrait of the performers and into an exploration of the relationships that connect them (and us) as human beings.
panorama queer / 29 maggio 2021
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Femminista radicale, combattente, sognatrice concreta Judy Rebick ha lottato insieme a molte altre donne per il diritto di disporre liberamente del proprio corpo e per il diritto di aborto, contribuendo a smascherare e combattere quella che lei stessa definisce "un'epidemia di violenza maschile". Questo documentario commovente e visivamente sperimentale, girato in Super 8, racconta il ruolo fondamentale di Judy Rebick nel definire i principi chiave del femminismo della seconda ondata e offre un ritratto intimo del suo percorso di emancipazione, in cui il personale e il politico si intrecciano in modo indissolubile. Primo di una serie di film sul capitalismo che mirano a evocare nuovi sogni di un'altra vita che potremmo realizzare insieme.
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Radical feminist, warrior, concrete dreamer Judy Rebick fought together with many other women for the right to freely dispose of her body and for abortion rights, helping to unmask and fight what she herself defines as an "epidemic of male violence". This moving and visually experimental documentary, shot in Super 8, chronicles Judy Rebick's pivotal role in defining the key principles of second-wave feminism and offers an intimate portrait of her path to emancipation, where the personal and the political are intertwined in an indissoluble way. First of a series of films about capitalism that aim to evoke new dreams of another life that we could achieve together.
panorama queer / 29 maggio 2021
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Nel prestigioso pensionato della Légion d’honneur, vicino a Parigi, Fanny fa amicizia con una nuova allieva, Melissa, giovane haitiana arrivata in Francia dopo il terremoto del 2010. Fanny e le sue amiche accettano Melissa nella loro confraternita segreta; in cambio, Melissa rivela loro alcuni misteri del voodoo, ricollegando la sua storia familiare con quella di un antenato zombi. Sovvertendo i luoghi comuni dell'horror, Zombi Child imbastisce un racconto carnale e misterioso attraverso cui veicolare una dolente allegoria politica.
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In the prestigious boarding house of the Légion d’honneur, near Paris, Fanny makes friends with a new student, Melissa, a young Haitian who arrived in France after the 2010 earthquake. Fanny and her friends accept Melissa into their secret guild; in return, Melissa reveals to them some mysteries of voodoo, linking her family history with that of a zombie ancestor. Subverting the clichés of horror, Zombi Child sets up a carnal and mysterious tale through which to convey a painful political allegory.
panorama queer / 29 maggio 2021
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Parvis è un giovane di origini iraniane che vive ad Hannover. Beccato a rubare al supermercato, si ritrova a fare da interprete ai rifugiati di una struttura cittadina. Lì incontra Amon che, insieme alla sorella, è desideroso di vivere una vita meno precaria. Mentre tra i due inizia una relazione tortuosa, la sorella scopre che non le sarà concesso rimanere in Germania. Vincitrice del Teddy Award alla Berlinale 2020, l’opera prima di Shariat filma i personaggi nel loro prendere possesso di un luogo, riuscendo a cogliere il movimento impercettibile attraverso cui il corpo individuale e intimo si trasforma in corpo sociale a tutti gli effetti, diventando pienamente visibile.
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Parvis is a young man of Iranian origin who lives in Hanover. Caught stealing from the supermarket, he finds himself working as an interpreter for refugees in a city facility. There he meets Amon who, together with his sister, is eager to live a less precarious life. As the two begin a torturous relationship, her sister discovers that she will not be allowed to stay in Germany. Winner of the Teddy Award at the 2020 Berlinale, Shariat's first feature follows the characters as they take possession of a place, managing to grasp the subtle movement through which the individual and intimate body transforms itself into a full-fledged social body, and hence becoming wholly visible.
panorama queer / 29 maggio 2021
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Québec, inizio anni Settanta. Dominic è un uomo giovane e affascinante, profondamente innamorato della propria immagine. Quando la nonna che lo aveva cresciuto muore, ritrova la madre che pensava fosse morta di parto e suo fratello gemello che vive in un remoto monastero gestito da un prete depravato. Dopo aver liberato il fratello, la famiglia può così riunirsi, condividendo la quotidianità con la madre e la compagna di lei, impelagandosi in un groviglio fatto di sesso, vendetta e redenzione.
Estetica leather, motociclette, doppelgänger, incesto, mitologia greca e ossessione per l'immaginario religioso confluiscono nel film più recente e tradizionalmente narrativo di Bruce LaBruce.
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In 70s Québec, Dominic is a young and handsome man with a fetish for himself. When Dominic loses the grandma who raised him, he finds the mother he thought had died in childbirth and his twin brother who lives in a remote monastery lead by a depraved priest. After freeing his brother, they finally reunite with their mother and her lover and become embroiled in a web of sex, revenge and redemption.
Leather, motorcycles, doppelgangers, incest, Greek mythology and obsession for religious imagery come together in the last film and most traditionally narrative film of Bruce LaBruce.