queer short / 25 maggio 2023
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La Serranía Baja de Cuenca (Spagna) è una terra dove si coltivano due specie di mandorle: le larguetas e le marconas. Quando l'artista è andato a scuotere i mandorli con la sua famiglia, Cande Lázaro ha capito "mariconas" ("frocio" in spagnolo) invece di "marconas". Da questo spostamento, l'artista inizia a porsi domande sui confini di cui le persone queer fanno esperienza nelle aree rurali.
Un montaggio di video personali e archivi fotografici, Mar(i)cona offre una riflessione intima sul rapporto tra territorio e identità, ruralità e queerness, norma e dissidenza, tracciando uno spazio espressivo tra saggio audiovisivo e personal cinema che sfida le false evidenze sulla costruzione del sé, il rapporto con l'ambiente e la rappresentazione di un territorio troppo spesso ridotto a paesaggi pastorali o a un vuoto geografico.
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The Serranía Baja de Cuenca (Spain) is a land where two species of almonds are grown: larguetas and marconas. When the artist went to shake the almond trees with his family, Cande Lázaro understood "mariconas" ("faggot" in Spanish) instead of "marconas". From this displacement, the artist starts arising questions about the boundaries queer people have in rural areas.
A montage of personal video and photo archives, Mar(i)cona delivers an intimate reflection on the relationship between territory and identity, rurality and queerness, norm and dissidence, mapping out a space of expression between audiovisual essay and personal cinema challenging the false evidence on the construction of the self, the relationship to the environment and the representation of a territory too often reduced to pastoral landscapes or to a geographical void.
queer short / 25 maggio 2023
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Un uomo e una donna, marito e moglie, convivono ma come in due mondi separati, dentro giganteschi palazzoni grigi e piccoli appartamenti anonimi. Una voce dice loro cosa fare, come lavarsi, come comportarsi, costringendoli nello schema di una routine. Come in un enigma irrisolvibile, uno sguardo tra la satira e il surreale sulle trappole del quotidiano e sull’alienazione che detta il nostro stile di vita. Raccontato con ambigua ironia e sotterranea inquietudine, Future Flowers è un’opera incentrata sugli imperativi economici e produttivi imposti nella quotidianità: sogni eterodiretti che dettano un’idea di felicità intrisa di dovere precostituito. I “fiori del futuro”, la nuova vita che potrebbe nascere, offriranno una reale possibilità di cambiamento?
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A man and a woman, husband and wife, live together but as in two different worlds, inside giant grey skyscrapers and little anonymous flats. A voice tells them what to do, how to wash up, how to behave, forcing them into a routine scheme. As in a unsolvable enigma, a sight between satire and surreal into the traps of everyday life and into the alienation that orders out lifestyle. Narrated with ambiguous irony and subterranean restlessness, Future Flowers is a work centered on the economic and productive imperatives imposed in everyday life: hetero-directed dreams that dictate an idea of happiness imbued with preconceived duty. Will the "flowers of the future," the new life that might be born, offer a real chance for change?
queer short / 25 maggio 2023
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In un hotel che rende omaggio a Elvis Presley, cinque donne si riuniscono per portare a termine una missione: rimuovere il cadavere di un uomo dal locale. In questo giallo esuberante, dove l'omicidio di un uomo alimenta un'amicizia tra cinque donne, tutti i cliché del film poliziesco sono messi in crisi: nessun personaggio femminile è vittima, la polizia non ha alcun ruolo e gli uomini sono inutili. Emma Axelroud Bernard, che firma il suo primo film, dimostra grande inventiva nell'uso falsamente pastiche dei codici del fotoromanzo e del noir americano, e combina abilmente umorismo anticonformista e pamphlet femminista.
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In a hotel that pays homage to Elvis Presley, five women come together to complete a mission: remove a dead man from the premises. In this jubilant giallo, where the murder of a man federates a friendship between five women, all the clichés of the crime film are undermined: no female character is a victim, the police play no role and the men are useless. Emma Axelroud Bernard, who signs her first film, shows great inventiveness in her falsely pastiche use of the codes of the photo novel and the American film noir, and skillfully combines offbeat humor and feminist pamphlet.
queer short / 13 maggio 2023
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Nel 1940, Claude Cahun e Marcel Moore, due artiste lesbiche ed ebree, decidono di lasciare Parigi e trasferirsi sull’isola di Jersey per sfuggire alle persecuzioni naziste. Minacciate dallo sbarco delle truppe tedesche sull'isola, optano per la resistenza. Armate della loro telecamera 8 mm, danno vita ad un esercito di "soldati senza nome" che fanno andare nel panico la macchina nazista. Un film sull’amore, la passione per l’arte e la resistenza di due eroine che sfidano il totalitarismo a colpi di immaginazione; un’opera che asseconda l’estro dinamitardo delle sue protagoniste ricorrendo a registri narrativi e stilistici divergenti, accostando agli scricchiolii analogici di ascendenza surrealista delle forme di sovversione più “contemporanee”, muscolari e dal piglio punk, proprie del cinema di genere.
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In 1940 Claude Cahun and Marcel Moore, two lesbian and Jewish artists, move from Paris to Jersey island to escape the Nazi persecution. Threatened by the arrival of German troops on the island too, resist. Armed with a 8mm camera, they create an army of "nameless soldiers" who panic the Nazi machine. A film about love, passion for art and the resistance of two heroines who challenge totalitarianism with the power of the imagination; a work that supports the radical flair of its protagonists by resorting to divergent narrative and stylistic registers, juxtaposing the analog creaks of surrealist ascendancy with more "contemporary", muscular, punk-looking forms of subversion typical of genre cinema.
queer short / 12 maggio 2023
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Quando un giovane regista cinese torna nella sua città natale alla ricerca di sé stesso, una lunga conversazione con la madre li spinge a cercare l'accettazione e l'amore.
Girato in Super 8, Will You Look At Me è un montaggio associativo di frammenti di vita quotidiana e di ricordi del regista, che ripercorre la sua traiettoria dalla fine del liceo e dalla scoperta della sua omosessualità da parte della madre, fino agli interrogativi odierni quando, dopo aver completato i suoi studi, si trova disorientato e vede la sua cerchia di amici disfarsi, il suo compagno lasciare la Cina per il Belgio e le aspettative della famiglia incalzarlo. Con il suo secondo cortometraggio, Shuli Huang offre una fuga in un presente incerto, un confronto con un passato doloroso e una visione di un futuro aperto, firmando così una poesia sulla vita che va e un manifesto di personal cinema.
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As a young Chinese filmmaker returns to his hometown in search for himself, a long due conversation with his mother dives the two of them into a quest for acceptance and love.
Shot on Super 8 film, Will You Look At Me is an associative montage of fragments of the filmmaker's daily life and memories, which traces his trajectory from the end of high school and his mother's discovery of his homosexuality, to his present-day questions when, after completing his studies, he finds himself disoriented and sees his circle of friends unravel, his companion leave China for Belgium, and his family's expectations catch up with him. With his second short film, Shuli Huang delivers a flight into an uncertain present, a confrontation with a painful past and a vision for an open future, and signs thereby a poem on life as it goes and a manifesto of personal cinema.
queer short / 12 maggio 2023
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La voce dell’attrice due volte premio Oscar Glenda Jackson ci accompagna in un’immersione nella scena lesbica londinese del 1966. Alla ricerca di un piccolo microcosmo in cui fuggire da una realtà che odorava (o forse odora) unicamente di discriminazione e morte.
Come dei palombari, in The Microcosm gli spettatori navigano fra immagini e volti che ricostruiscono l’atmosfera di sicurezza e vitalità del Gateways Club di Chelsea, a Londra negli anni Sessanta, quando l’omosessualità è ancora criminalizzata, sia che riguardi uomini sia che riguardi donne. La prosa poetica di Maureen Duffy, protagonista di quella realtà del passato, lascia intendere che forse quei problemi e quei paradossi non sono poi così lontani.
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The voice of the two-times Oscar winner Glenda Jackson accompanies us in a submersion into the London lesbian scene in 1966. In search of a little microcosm in which one can hide from a reality that only smelled (or maybe still smells) of discrimination and death.
Like divers, in The Microcosm viewers swim around images and faces that build up the atmosphere of security and vitality of Chelsea’s Gateways Club, in London in the Sixties, when homosexuality was still criminalised, for men as well as for women. The poetic prose of Maureen Duffy, protagonist of that past reality, makes us understand that maybe those problems and those paradoxes are not so far yet.
queer short / 12 maggio 2023
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Dopo il tragico suicidio di una collega universitaria, la regista documenta gli spazi liminali di Berlino, mentre le lettere della giovane donna scomparsa al fratellastro punteggiano il viaggio. Un'esplorazione toccante delle lotte affrontate dagli individui trans e delle intersezioni tra razza, genere e sessualità che contrassegnano le loro esperienze. In Afterwards, Chongyan Liu compie un gesto di cinema post-mortem: gli spazi svuotati dalla presenza umana sono avvolti da un'aura spettrale, come se fossero visti dalla prospettiva della defunta, di cui ascoltiamo le lettere che raccontano il suo difficile percorso di vita. Allo stesso modo, Afterwards è un viaggio: spaziale, attraverso una Berlino decostruita; esistenziale, attraverso la sua narrazione; politico, in quanto tratta di una lotta individuale. La sua bellezza sobria e tagliente ci ricorda che il cinema non ha bisogno di molto per toccare l'essenziale.
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After the tragic suicide of a university colleague, filmmaker documents the liminal spaces of Berlin, with letters from the deceased young woman to her half-brother punctuating the journey. A poignant exploration of the struggles faced by trans individuals, and the intersections of race, gender, and sexuality that shape their experiences. In Afterwards, Chongyan Liu delivers a gesture of post-mortem cinema: the spaces empty of human presence are enveloped in a ghostly aura, as if they were seen from the perspective of the deceased, whose letters we hear, recounting her difficult trajectory through life. Similarly, Afterwards is a journey: spatial, through a deconstructed Berlin; existential, through its narrative; political, as it is about an individual struggle. Its sober and sharp beauty reminds us that cinema does not need much to touch the essential.
queer short / 03 maggio 2023
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In una Puglia contemporanea dalle tinte pastello, Marcel legge il libro che racconta della sua stessa storia: À la recherche du temps perdu. Legge di giovani e misteriose ragazze nella primavera delle loro vite ma soprattutto di Albertine, tra tutte la più misteriosa e inafferrabile, simbolo stesso di quel desiderio e di quell’amore che è tale proprio perché inarrivabile. Ma dietro al personaggio ossessivamente nominato da Proust, ormai è quasi certo che si celi Alfred Agostinelli, l’autista italiano di cui l’autore fu a lungo innamorato. Ha inizio così un gioco di rimandi in cui reale e immaginario, maschile e femminile si confondono, in cui i linguaggi (letterario e cinematografico) s’intersecano e quella che potrebbe apparire come una semplice storia d’amore estiva prende nuove, inaspettate forme, grazie alla trasformativa potenza queer della grande letteratura.
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In a pastel-shade contemporary Apulia, Marcel reads the book that tells his own story: À la recherche du temps perdu. He reads about young and mysterious girls but especially about Albertine, the most mysterious and elusive, the very symbol of desire and love, that is such precisely because of its elusiveness. But the one who is hiding behind the character obsessively named by Proust is by now almost certain that it is Alfred Agostinelli, the Italian chauffeur with whom the author was long in love. Thus begins a game of cross-references in which real and imaginary, masculine and feminine mingle, in which languages (literary and cinematic) intersect and what might appear to be a simple summer love story, thanks to the transformative queer power of great literature, takes on new, unexpected forms.
queer short / 03 maggio 2023
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Nella quieta oscurità della Londra suburbana, il fantasma di un bambino accende la miccia per una riflessione a posteriori sul rimosso della storia omosessuale all’inizio del Novecento in Inghilterra, fra caccia alle streghe e accuse infondate.
Un accostamento di animazione, filmati in pellicola, diapositive e pieghe autobiografiche per discutere l’alterità trascurata e nascosta dietro la patina borghese e capitalista delle famiglie e delle comunità, che diagnosticano invece di cercare di capire e concepiscono il coming out come una “morte metaforica”.
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In the quiet darkness of suburban London, the ghost of a child lights the fuse for a retrospective reflection on the repressed history of homosexuality at the beginning of 20th century in England, between witch haunting and unfounded accusations.
A juxtaposition of animation, analogue film, slides and autobiographic twists to discuss the neglected and hidden otherness behind the bourgeois and capitalist patina of families and communities, which diagnose instead of trying to understand and conceive the coming out as a “metaphorical death”.
queer short / 03 maggio 2023
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Al ritorno dall’ennesima notte insonne di balli sfrenati e droghe, Jordane trova a casa Chléo, la sua sorellina, in agitazione per una misteriosa assenza d'acqua. Rendendosi subito conto che il disagio sta colpendo l'intera città, Jordane affronta uno dei suoi peggiori incubi e si imbarca in un viaggio allucinato e folle tra le strade di Marsiglia per fermare la sete.
Un’epopea lisergica e apocalittica a suon di techno a metà tra il cinema tedesco post-muro e il cinema indie americano queer degli anni Duemila ma che al contempo esplicita l’urgenza tutta contemporanea del narrare la desertificazione imminente. Brutale, sfrenato ed esaltante anche nelle immagini che non danno tregua ed obbligano lo spettatore a seguire le protagoniste nella loro corsa a perdifiato: «Run, Jordane, run!»
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After another sleepless night of partying and getting high, Jordane finds Chléo home, her little sister, anxious about a strange water shortage. Quickly realizing that the lack of water is affecting the entire city, Jordane faces one of her worst nightmare and embarks on a crazy road trip on foot through the streets of Marseille to stop their thirst.
A lysergic, apocalyptic epic to the sound of techno halfway between «post-wall» German cinema and the queer American indie cinema of the 2000s, but at the same time making explicit the all-contemporary urgency of narrating current desertification. Brutal, unrestrained, and exciting even in the images that give no respite and compel the viewer to follow the protagonists in their headlong rush: «Run, Jordane, run!»