nuove visioni / 04 settembre 2020
[ita]
Un salotto con pareti color salmone, arredato da arazzi, busti, piante e un manichino da sarta. Su una poltrona di velluto siede Wilma Azevedo/Edivina Ribeiro, 74 anni, la “regina della letteratura sadomasochistica” brasiliana. Racconta la sua storia che si ramifica in una serie di aneddoti erotici che includono banane non troppo mature, dildo di carta vetrata e nervi sovrastimolati. Quando la memoria recalcitra interviene Wanda, un’attrice che dovrebbe interpretarla in un film di prossima realizzazione, cui è affidata la lettura dei suoi racconti e delle lettere degli ammiratori.
Dall’intervista traspare la creazione, dalla rievocazione il processo compositivo. Wilma è Edivina, un unico corpo che racchiude in sé bene e male, fede ed erotismo, finzione e documentazione, e i suoi racconti animano inerti manichini con la forza dirompente del desiderio.
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A drawing room with salmon-coloured walls, tapestries, busts, house plants, a dressmaker’s dummy. In a velvet armchair sits Wilma Azevedo/Edivina Ribeiro, 74, Brazil’s “queen of sadomasochistic literature”. She tells the story of her life, which quickly branches out into a series of detailed erotic anecdotes involving green bananas, dildos made of sandpaper and over-stimulated nerves. Sometimes her memory fails her, at which point Wanda, the young actress in the background, who is supposed to play her in an upcoming film, comes to her aid, reading her stories and the letters of the admirers.
From the interview shines through the creation, from the recollection the compositional process. Wilma is Edivina, a single body that contains within itself good and evil, faith and eroticism, fiction and documentation, and her stories enliven inert mannequins with the disruptive force of desire.
nuove visioni / 04 settembre 2020
[ita]
Tito è in trappola. È così affetto dalla paura da aver sviluppato una gobba. Ogni tentativo di avventurarsi nel mondo esterno lo precipita nel pericolo di fantomatici predatori che gli danno la caccia senza tregua. Finché, un curioso intruso, non entra nella sua vita con la promessa d’una colazione fatta in casa e di protezione...
Tito è un racconto che parla del sentirsi preda, d’amicizia e paura, narrato attraverso uno sguardo follemente inventivo ed espressivo. Un lavoro visionario, un’opera prima che suona come una buona premessa per la carriera di una filmmaker desiderosa di esplorare temi complessi (l’identità di genere ed i pregiudizi sociali nello specifico) con una voce unica.
[eng]
Tito is trapped. He is so stricken with fear that he has developed a hunch in his back. Any attempt to venture into the outside world is met with the threat of elusive predators who hunt him relentlessly. Until the sudden arrival of a cheerful intruder, offering breakfast and protection...
Tito is a story about predation, friendship, and fear told through a wildly inventive and expressive new lens. A visionary work, a first feature film that bodes well for the career of a filmmaker willing to tackle complex themes (gender identity and social biases both come into play) with a singular voice.
nuove visioni / 04 settembre 2020
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Marcelo è un dandy quarantenne che si ricorda le sue vite precedenti, un uomo che ricama fra le trame insondabili della vita una dose di tragedia calcolata. Un tempo fu un pingue condottiero, o ancora un poeta romantico desideroso di trovare il fiore azzurro e di sfiorare ciò che non esiste ma che, tuttavia, c’è. Il suo corpo, insostenibilmente carnale, è filmato nel suo farsi figura senza organi, assecondando un percorso che oscilla tra vita e morte, brutto reale e bello ideale.
Sfidando lo sguardo indagatore della cinepresa, Marcelo non si sottopone a una seduta psicanalitica, ma racconta le sue memorie di necrofilo, consapevole che l’azzurro non può essere carpito dall’occhio, ma dal suo rovescio volgare, un ano profondo come un buco nero che racchiude in sé l’origine e la fine del mondo.
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Marcelo is a dandy in his forties who can recall his past lives, a weaver of calculated tragedies among the unfathomable wefts of life. He was once a stout warlord and also a romantic poet who wanted to find the blue flower in order to touch what does not exist but that can be felt. His body, unbearably carnal, is filmed in the becoming a figure without organs, following a path that oscillates between life and death, ugly reality and ideal beauty.
Defying the inquiring gaze of the camera, Marcelo does not undergo a psychoanalytic session, but instead recalls his memories of necrophile who is aware that the blue cannot be grasped from the eye, but from its vulgar reverse, an anus as deep as a black hole that contains in itself the origin and the end of the world.
nuove visioni / 04 settembre 2020
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Gennaio 2016. Dopo la fine di una storia d’amore Frank Beauvais si rifugia in un remoto villaggio dell’Alsazia, immergendosi in una solitudine pressoché assoluta e, soprattutto, nel cinema. Nel frattempo la Francia è sotto shock per gli attacchi terroristici di novembre e nel pieno dell’emergenza. Frank guarda ossessivamente un film dopo l’altro, come se il cinema potesse recargli sollievo, conducendolo verso un’illuminazione che, in un primo, lungo momento, non potrà non infliggergli un dolore ancora più lancinante. Nei mesi successivi ha composto un diario audiovisivo montando immagini degli innumerevoli film che ha visto, scoperchiando un inconscio psico-visuale da cui affiorano ricordi dell’amore perduto e reminiscenze famigliari.
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January 2016. After the end of a love story, Frank Beauvais takes refuge in a remote village in Alsace, immersing himself in almost absolute solitude and, above all, in cinema. Meanwhile, France is in the midst of the emergency and still in a state of shock from the terrorist attacks in November. Frank obsessively watches one film after another, as if the cinema could bring him relief, leading him towards an illumination that, for a first, long moment will inflict an even more excruciating pain. In the following months he composed an audiovisual diary by assembling images of the countless films he saw, uncovering a psycho-visual unconscious from which memories of lost love and family reminiscences emerge.
nuove visioni / 04 settembre 2020
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Una giovane regista si reca nella provincia di Krabi, in Tailandia, per effettuare alcuni sopralluoghi in vista del suo prossimo progetto. Gli abitanti osservano con preoccupato stupore, memori della catastrofe ambientale prodotta dall’incremento dei flussi turistici dopo la produzione del film di Danny Boyle con Di Caprio, The Beach. Mentre è impegnata a intersecare vicende famigliari (la storia dei genitori che si recavano spesso in un cinema ormai dismesso) e storia nazionale (le proteste studentesche degli anni settanta e il clima militarizzato odierno) si perdono però le sue tracce.
Krabi, 2562 è una ricerca per immagini, sondate nella loro complessità stratigrafica, che ritorna alle origini mitologico-primitive dell’uomo delle caverne e alle forme di vita anfibie, sospese tra due elementi – acqua e terra – e due ere geologiche – Paleocene e Olocene.
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A young directress travels to Krabi province, Thailand, for on-site inspections in view of her next project. The inhabitants observe with worried amazement, mindful of the environmental disaster determined by the increasing flow of tourists after the production of Danny Boyle’s The Beach. While busy intersecting family affairs (the story of her parents who often went to a by now abandoned cinema) and national history (the student protests of the ‘70s and today’s militarized climate), the directress’ traces are lost.
Krabi, 2562 is a search by images, probed in their stratigraphic complexity, which returns to the mythological-primitive origins of the cavemen and to the amphibious life forms, suspended between two elements – water and earth – and two geological eras – Paleocene and Holocene.
nuove visioni / 04 settembre 2020
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La rivoluzionaria Indianara lotta per la sopravvivenza delle persone transgender in Brasile. Nel rifugio che lei stessa ha istituito, sulle strade, alle manifestazioni, è un continuo battersi per i propri ideali, persino a casa con il marito Maurício. Vicina ai cinquanta, attaccata anche dai suoi compagni di partito e sofferente per l’avanzata del totalitarismo, Indianara deve unire le forze per l’ultimo atto di resistenza.
Una dei più vibranti caratteri apparsi sullo schermo da tempo, Indianara, viene colta dai registi Aude Chevalier-Beaumel e Marcelo Barbosa in un momento cruciale per la storia politica brasiliana. Eppure, nonostante l’urgenza, gli autori riescono a trovare il modo di combinare il senso di immediatezza delle battaglie, degli sforzi dell’intera comunità, come in un , con un ritratto morbido ed esteticamente elegante capace di prendersi il tempo e lo spazio nel raccontare i personaggi.
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The revolutionary Indianara fights with her gang for the survival of transgender people in Brazil. In the shelter she founded, in the streets and the demonstrations, she strives to practice her ideals, including in her relationship with Maurício, her husband. Nearing her fifties, facing the attacks of her political party, and suffering the advance of totalitarianism, Indianara joins forces for a last act of resistance.
One of the most vibrant people seen on screen in a while, Indianara is caught by directors Aude Chevalier-Beaumel and Marcelo Barbosa at a turning point in Brazil's political history. Yet, despite the events' urgency, they still find a way to depict the fights and struggles of an entire community that combines the sense of urgency of an instant movie with a sensible and visually beautiful portrait that takes time and space to explore his characters.
nuove visioni / 04 settembre 2020
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Lasciatevi cadere nelle sperimentali creazioni sonoro-musicali di Felix Kubin. Il ritratto di un grande artista con la musica perennemente nella testa. Felix è il piccolo Nemo di un nuovo universo insonne di musica e gioia pura!
Losier è l’unico soggetto dietro la macchina da presa: lavora in solitaria, brandendo la camera e registrando il suono. Di conseguenza la relazione sulla quale si basa il film diviene parte integrante del film stesso. è ancora un altro viaggio di meraviglie, un affettuoso legame tra due artisti incessantemente in gioco che demolisce la barriera tra regista e soggetto filmato. Una fusione continua di creatività visionaria e densa esplorazione del lavoro dell’artista.
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Fall into the world of Felix Kubin’s experimentation and creation of music sound. A portrait of a great artist who never stops living with music in his head. Felix is the little Nemo of a new sleepless world of music and pure joy!
Losier is a one-person filmmaker: she works alone, wielding the camera and recording the sound. Hence the relationship on which the film is built is brought into the film. , is again another journey of marvel and tender bonding between two artists who never stop playing with each other therefore breaking down barriers between the filmmaker and the subject in a continuous merger of visual creativity and in-depth exploration of artists at work.
nuove visioni / 04 settembre 2020
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Nina e Madeleine, due pensionate, sono segretamente innamorate da decenni. Per tutti, inclusa la famiglia di Madeleine, sono semplicemente le dirimpettaie dell’ultimo piano del palazzo. Le due, in realtà, vanno e vengono tra gli appartamenti condividendo la tenerezza del quotidiano. Finché, un giorno, il legame viene messo alla prova da un limite improvviso alla loro libertà.
Rievocando la grazia nel tratteggiare un amore di tarda età – ostacolato dagli eventi e da figli ottusamente egoisti – dell’ultimo Comencini (), Meneghetti colora una storia in apparenza classica di tinte noir ed oniriche in un gioco tra realtà e memoria che sfugge al melodramma. Sostenuto da interpreti che sfidano la gamma tonale, dalla commedia di situazione all’intensità drammatica degli sguardi, il film è un vero omaggio alla pervicacia dell’amore.
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Nina and Madeleine, two retired women, are secretly in love for decades. From everybody's point of view, including Madeleine's family, they are simply neighbors living on the top floor of their building. They come and go between their two apartments, sharing the tender delights of everyday life. Until, one day, their bond is put to the test when they are suddenly unable to move freely between each other's apartments.
Bringing back to mind the graceful depiction of elderly lovers hindered by events and obtuse children of the last Comencini's movie , Meneghetti blends a seemingly classic narrative with noir and dreamlike elements, therefore achieving a mix of realism and reminiscence preventing melodrama. Sustained by performers defying acting range, from comic
nuove visioni / 04 settembre 2020
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Bianca è una transessuale di 39 anni che vive nell’hinterland milanese, in un appartamento avvolto da una tenace penombra, scalfita soltanto dalla luce delle candele. Riceve ogni giorno telefonate di lavoro che si concretizzano in appuntamenti in cui il sesso è forse l’aspetto meno insolito. Lei attende però soprattutto la telefonata di Natasha, sua compagna di una vita che vive in Brasile e con la quale progetta di ricongiungersi. Bianca è anche figlia d’arte. Suo padre era lo scultore Cesare Riva e la sua presenza aleggia in ogni angolo della casa.
Dopo e , è la terza parte di una Trilogia domestica che, attraverso un rigoroso equilibrio formale, si addentra nelle vite delle persone che abitano e rendono unici e sorprendenti questi spazi.
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Bianca is a 39-year-old transsexual who lives in the Milanese hinterland, in an apartment wrapped in a dim light, grazed only by the light of the candles. Every day she receives business calls that usually concretize in dates where sex is perhaps the least unusual aspect. Above all, however, she awaits the phone call from Natasha, her lifelong partner who lives in Brazil and with whom she plans to reunite. Bianca is also daughter of an artist. Her father was the sculptor Cesare Riva, whose presence hovers in every corner of the house.
After and , is the third part of a Domestic Trilogy that, with a rigorous formal balance, enters the lives of people who live and make these spaces unique and surprising.