[ita]
Marcelo è un dandy quarantenne che si ricorda le sue vite precedenti, un uomo che ricama fra le trame insondabili della vita una dose di tragedia calcolata. Un tempo fu un pingue condottiero, o ancora un poeta romantico desideroso di trovare il fiore azzurro e di sfiorare ciò che non esiste ma che, tuttavia, c’è. Il suo corpo, insostenibilmente carnale, è filmato nel suo farsi figura senza organi, assecondando un percorso che oscilla tra vita e morte, brutto reale e bello ideale.
Sfidando lo sguardo indagatore della cinepresa, Marcelo non si sottopone a una seduta psicanalitica, ma racconta le sue memorie di necrofilo, consapevole che l’azzurro non può essere carpito dall’occhio, ma dal suo rovescio volgare, un ano profondo come un buco nero che racchiude in sé l’origine e la fine del mondo.
[eng]
Marcelo is a dandy in his forties who can recall his past lives, a weaver of calculated tragedies among the unfathomable wefts of life. He was once a stout warlord and also a romantic poet who wanted to find the blue flower in order to touch what does not exist but that can be felt. His body, unbearably carnal, is filmed in the becoming a figure without organs, following a path that oscillates between life and death, ugly reality and ideal beauty.
Defying the inquiring gaze of the camera, Marcelo does not undergo a psychoanalytic session, but instead recalls his memories of necrophile who is aware that the blue cannot be grasped from the eye, but from its vulgar reverse, an anus as deep as a black hole that contains in itself the origin and the end of the world.