[ita]
Un salotto con pareti color salmone, arredato da arazzi, busti, piante e un manichino da sarta. Su una poltrona di velluto siede Wilma Azevedo/Edivina Ribeiro, 74 anni, la “regina della letteratura sadomasochistica” brasiliana. Racconta la sua storia che si ramifica in una serie di aneddoti erotici che includono banane non troppo mature, dildo di carta vetrata e nervi sovrastimolati. Quando la memoria recalcitra interviene Wanda, un’attrice che dovrebbe interpretarla in un film di prossima realizzazione, cui è affidata la lettura dei suoi racconti e delle lettere degli ammiratori.
Dall’intervista traspare la creazione, dalla rievocazione il processo compositivo. Wilma è Edivina, un unico corpo che racchiude in sé bene e male, fede ed erotismo, finzione e documentazione, e i suoi racconti animano inerti manichini con la forza dirompente del desiderio.
[eng]
A drawing room with salmon-coloured walls, tapestries, busts, house plants, a dressmaker’s dummy. In a velvet armchair sits Wilma Azevedo/Edivina Ribeiro, 74, Brazil’s “queen of sadomasochistic literature”. She tells the story of her life, which quickly branches out into a series of detailed erotic anecdotes involving green bananas, dildos made of sandpaper and over-stimulated nerves. Sometimes her memory fails her, at which point Wanda, the young actress in the background, who is supposed to play her in an upcoming film, comes to her aid, reading her stories and the letters of the admirers.
From the interview shines through the creation, from the recollection the compositional process. Wilma is Edivina, a single body that contains within itself good and evil, faith and eroticism, fiction and documentation, and her stories enliven inert mannequins with the disruptive force of desire.