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presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

Figura rilevante del cinema underground, l’artista Mike Kuchar – che assume in questo film le fattezze di un pesce, poi di un astro e infine di un volatile, in un omaggio alla sfrenata fantasia del cinema delle origini – parla del suo rapporto con la settima arte, si ricorda del suo parto, rievoca la sua attrazione per le stelle, i centri commerciali e gli uccelli, la cui libertà si ritrova nella volontà del regista americano di esplorare nuovi orizzonti dell’arte del cinematografo. Il suo discorso si sviluppa secondo un principio di libera associazione di idee ed è rispecchiato dalle immagini oniriche dell’opera, la cui estetica rende omaggio a quella dei film a basso costo di Kuchar. Marie Losier fornisce un ritratto intimo e spensierato dell’amico, offrendo un atlante spiritoso dell’immaginario del regista.

[ENG]

A major figure in underground cinema, the artist Mike Kuchar – who in this film turns into a fish, then into a star, and finally into a bird, as a tribute to the unbridled imagination of early cinema – talks about his relationship with film, remembers his birth, recalls his fascination for stars, shopping malls and birds, whose liberty is to be found in the American director’s will to explore new horizons of cinematographic art. His speech unfolds according to free association of ideas, mirrored in the dream-like images of the film whose aesthetics pays tribute to Kuchar’s B movies. Marie Losier delivers an intimate and cheerful portrait of her friend and offers a humourful atlas of the director’s world.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

L’artista e regista americano George Kuchar, la cui testa compare qui al posto del leone della celebre sigla della Metro Goldwyn Mayer, parla della sua passione per il meteo, si abbandona ai ricordi delle bufere di neve in Oklahoma, il cui cibo gli piace molto, prima di riflettere sul mangiare come rituale sociale, sulla sua riluttanza nel lavare le lenzuola e sul modo di fare la doccia. Ancora una volta il metodo è quello della libera associazione, e le Immagini di Kuchar (prima nudo mentre affronta la neve e il freddo, poi sotto la doccia vestito con un impermeabile rosso) danno ritmo al suo discorso spontaneo e spiritoso. Un’esplorazione fantasiosa delle ossessioni di una figura cult dell’underground newyorkese, con cui Marie Losier ha stretto una grande amicizia.

[ENG]

American artist and director George Kuchar - whose head replaces the famous Metro Goldwyn Mayer lion in the opening credits - talks about his fascination for the weather, gives into a recollection of snowstorms in Oklahoma, whose food he likes a lot, before reflecting on eating as a social ritual, his reluctance to wash his bed sheets and his way of having shower. Once more the film unfolds according to free associations, and the images of Kuchar (first naked, braving the snow and the cold, then under the shower wearing a red raincoat), gives rhythm to his spontaneous and humorous speech. An imaginative exploration of the obsessions of a cult figure from New York underground scene, with whom Marie Losier became friend.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

“Nel teatro si tratta sempre di sesso”, dichiara il regista teatrale Richard Foreman, fondatore dell’Ontological-Hysteric Theater, che reinventava il teatro americano negli anni Sessanta. Mentre lavora a una produzione teatrale, approfondisce la sua concezione del teatro come atto profondamente erotico, spiegando che, quando era giovane, gli attori non gli piacevano, perché la loro sola presenza in scena gli sembrava un’ingiunzione ad amarli. Un’affascinante immersione nel pensiero di Foreman, per il quale il teatro è un modo di esplorare la natura desiderante dell’essere umano. Marie Losier riesce a catturare l’energia vitale all’origini di una delle operi teatrali più originali degli ultimi cinquant’anni.

[ENG]

“Theater is about sex”, states the theater director Richard Foreman, founder of the Ontological-Hysteric Theater, who reinvented American theater in the sixties. While working on a theater production, he elaborates on his conception of theater as a deeply erotic act. For instance, he explains that he did not like actors when he was young, because their very presence on stage came across to him as an injunction to love them. A fascinating immersion into Foreman’s thought, according to which theater is a way to explore the hidden desires of human soul. Marie Losier manages to capture the vital energy at the heart of one of the most original theater work of the last fifty years.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

Il compositore minimalista Tony Conrad lo ricorda perfettamente: da bambino era molto introverso. Davanti alla cinepresa di Marie Losier è tutto il contrario: si trasforma in personaggi stravaganti ed eccentrici, giocando con i suoi piedi o con delle arance, cucinando delle pellicole cinematografiche per metterle in conserva o ancora ballando follemente en travesti. Il grande artista e musicista statunitense, ispiratore della musica dei Velvet Underground, racconta la sua vita, gli spettacoli di marionette che faceva con sua madre, la scoperta del violino, la sua amicizia con La Monte Young, il suo incontro con Jack Smith. Marie Losier offre non soltanto un ritratto dolce e divertente del suo amico Tony Conrad, ma anche un’ode all’amicizia e ai piccoli momenti di fantasia che sono il sale della vita.

[ENG],

Minimalist composer Tony Conrad remembers that as a child, he was much introverted. Yet, in front of Marie Losier’s camera, it is hard to believe. Indeed, he turns into odd and eccentric characters, playing with his feet or oranges, cooking reels and canning them, or crazily dancing dressed as a woman. The great American artist and musician, who inspired the Velvet Undergound, tells about his life, the puppet shows he used to do with his mother, his discovery of violin, his friendship with La Monte Young, and his meeting with Jack Smith. Marie Losier offers not only a sweet and funny portrait of her friend Tony Conrad, but also an ode to friendship and to the tiny moments of creativity that amount to the salt of life.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

L’artista coreano di fama internazionale Chong Gon Byun raccoglie oggetti trovati per usarli in un modo surrealista che mette in discussione la società post-industriale che li produce. Oggetti di qualsiasi tipo: giocattoli, manichini, orologi, strumenti, cappelli, occhiali, maschere, lampade e altro che tiene nelle stanze del suo studio, offrendo un mosaico di tutto ciò che la nostra civilizzazione crea e butta. Marie Losier compie un’esplorazione visiva del mondo dell’artista, quasi un’enciclopedia delle piccole cose, filmando gli oggetti raccolti da Chong Gon Byun e proponendo un inventario della sua opera. Il montaggio frenetico e la mobilità della cinepresa a mano non fanno altro che rispecchiare la smania consumistica sulla quale si basa il nostro rapporto con gli oggetti.

[ENG]

World famous Korean artist Chong Gon Byun collects found objects to use them in a surrealist way in order to challenge the post-industrial society where they are produced. Objects of any kind: toys, dummies, clocks, instruments, hats, glasses, masks, lamps and so on, that he keeps in his studio, offering thus an atlas of everything that our civilization creates and throws away. Marie Losier conducts a visual exploration of the artist’s world, filming the objects collected by Chong Gon Byun. She offers thus a sort of inventory of his work. The frantic editing and the shaky camera effects do nothing but mirroring the consumerist urge on which our relationship with objects is based.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

Com’era la vita del cantante e artista Alan Vega (Suicide, The Sisterhood)? La risposta è data in questo film attraverso un ritratto familiare. Dalle lezioni di sassofono del figlio Dante al bucato con la moglie Lize Lamere, per non parlare della preparazione dell’albero di Natale, tutto fornisce il pretesto per una serie di giochi senza fine. La vita quotidiana sembra dovere essere sempre reinventata, come se la routine fosse destinata a essere sovvertita. “La vita stessa è rivoluzionaria”, dice Alan Vega mentre cammina di notte per le strade di New York coperte di neve. Di sicuro la sua vita era cosi, e Marie Losier riesce ad entrare con grande tenerezza e intimità nella vita della famiglia Vega-Lamere, con cui condivide momenti di sincera complicità.

[ENG]

How was the life of singer and artist Alan Vega (Suicide, The Sisterhood)? The answer is provided in this film through a family portrait. From the saxophone lessons of Vega’s son Dante to the laundry with his wife Lize Lamere, to say nothing about decorating the Christmas tree, everything serves as pretext for a series of endless games. Daily life seems to have to be reinvented all the time, as if the routine was doomed to be subverted. “Life itself is revolutionary”, says Alan Vega while walking in the snow-covered New York streets. No doubts his life was so. Marie Losier manages to capture scenes from the Vega-Lamere family life with tenderness and intimacy, sharing with them true moments of complicity.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

Come altri parenti della famiglia Moreno, le sorelle Rossy, Esther e Cynthia sono lottatrici professioniste di lucha libre. Non c’è dubbio: lottare è la passione della loro vita. Lo fanno ovunque, non solo sul ring, ma anche a casa, dove il soggiorno può trasformarsi all’improvviso in un’arena di wrestling, a ritmo di cha cha cha. Quando non lottano, Rossy cucina nel suo ristorante, Esther si occupa di suo figlio, mentre Cynthia si esercita. In questi momenti di pausa parlano della loro traiettoria di vita e dell’evoluzione dei loro rapporti. Marie Losier filma i corpi delle tre donne con grande tenerezza, in un modo che ricorda l’opera di Fellini o di Werner Schroeter, affascinata dalla loro esuberanza e generosità. Un film che anticipa di qualche anno il ritratto del più celebre tra gli exoticos: il lottatore Cassandro cui dedicherà nel 2018 un lungometraggio.

[ENG]

Like many relatives from the Moreno family, the sisters Rossy, Esther and Cynthia are professional lucha libre wrestlers. There is no doubt about it: wrestling is their life passion. They do it everywhere, not only on the ring, but also at home. The living room may suddenly be turned into a wrestling area, cheered up by the cha cha cha rhythm. When they do not fight, Rossy cooks in her restaurant, Esther looks after her son, while Cynthia works out. In these moments of break they talk about their life course and the evolution of their relationship. Marie Losier films the three women’s exuberant and generous bodies with great tenderness, in a manner reminiscent of Fellini’s and Werner Schroeter’s works. This short film was made a few years before Losier’s portrait of the most famous exotico, namely the wrestler Cassandro, protagonist of her 2018 feature Cassandro, the Exotico!.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

Inquadratura fissa: il compositore tedesco Felix Kubin, vestito di un abito blu e di una camicia rossa, suona il pianoforte, ma senza pianoforte. Non si sa da dove provenga la musica: incantesimo, magia, o trucco? Questo rimane un mistero. L’unica cosa di cui siamo sicuri è l’agilità di Kubin, filmato in mezzo primo piano, che picchietta con le dita nell’aria con grande destrezza, in un’immagine che ricalca una celebre sequenza interpretata da Jerry Lewis alla macchina da scrivere. Con questo cortometraggio, la cui estetica ricorda i film di Georges Meliès, Marie Losier sviluppa una riflessione filosofica e ludica sul potere della musica, mentre rende omaggio agli effetti speciali dell’epoca del film muto. Kubin sarà protagonista di un nuovo lungometraggio di Marie Losier, attualmente in fase di montaggio.

[ENG]

Still shot. German composer Felix Kubin, wearing a blue suit and a red shirt, plays the piano without piano. A halo of mystery surrounds the origin of the music he plays: enchantment, magic or trick? This remains a puzzle. The only thing we know for sure is Kubin’s great agility. A medium shot shows him tapping his fingers with dexterity, in a reminiscent manner of famous Jerry Lewis’s typewriter scene. Through this short whose aesthetics reminds of Georege Meliès’ films, Marie Losier addresses the power of music in a philosophical and playful way, while paying tribute to special effects from the silent era. Kubin will be the protagonist of Marie Losier’s next feature, which is currently being edited.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

Nei primi anni Novanta, l’artista e musicista Genesis Breyer P-Orridge conosce Lady Jaye, un incontro che segna l’inizio di una storia d’amore fuori norma. Dopo il matrimonio, i due artisti intraprendono il progetto ‘pandroginia’, un processo di trasformazione del loro corpo per assomigliarsi. La loro vita quotidiana diventa un campo di sperimentazioni permanenti, Genesis e Lady Jaye sfidano qualsiasi tipo di norma nel loro agire inventando rituali – quali ricostruire la prima volta che hanno fatto l’amore – che trasformano la loro vita in un’opera d’arte.

Marie Losier ritrae la coppia in un modo intimo e affettuoso attraverso immagini della loro vita quotidiana e la narrazione di Genesis, che ricorda con emozione la sua compagna deceduta e il desiderio che il loro rapporto fosse ricordato come una delle relazioni sentimentali più grandi di sempre.

[ENG]

In the early nineties, the artist and musician Genesis Breyer P-Orridge meets Lady Jaye, a meeting that marks the beginning of an extraordinary love story. After the marriage, the two artists undertake the “pandrogyny” project, a look alike transformation process of their bodies. Their daily life becomes a permanent experimentations camp, Genesis and Lady Jaye challenge every tipe of rules in their act, making up rituals – such as reenacting the first time they made love – which transform their life into an artwork.

Marie Losier portraits the couple in an intimate and tender way through images of their daily life and Genesis’s voice over, who reminds with emotion his deceased partner and the desire that their relationship would be remembered as one of the greatest love story ever.

presenze / 21 maggio 2019

[ITA]

Figura cult della lucha libre dichiaratamente omosessuale, Cassandro è famoso per i suoi talenti sportivi ed anche come exótico, una categoria di lottatori che combattono travestiti. Malgrado le difficoltà incontrate nella sua carriera, tra tentativi di suicidio e tossicodipendenza, ha ottenuto riconoscimenti grazie ai suoi successi e si è affermato come uno dei personaggi queer più importanti del wrestling, trasformando il ring in una metafora della lotta per affermare il diritto di assumere la propria identità.

Marie Losier segue Cassandro nella sua vita quotidiana, tra incontri di wrestling e periodi di risposo, filmando con una grande tenerezza il corpo dello sportivo coperto di cicatrici, che racconta una storia di lotta e di sofferenza, ma anche di vittoria.

[ENG]

An overtly gay cult figure from Lucha Libre, Cassandro is famous for his talent and also as an “exótico”, a category of wrestlers that fight wearing drag. Despite the obstacles faced during his career, between suicide attempts and drug addiction, he obtained recognition thanks to his successes establishing as one of the most important queer wrestling characters, transforming the ring into a metaphor of the fight to assert the right to assume his own identity.

Marie Losier follows Cassandro in his daily life, between wrestling matches and resting periods, filming with great tenderness the body of the athlete covered by scars, who tells a story of fight and suffering, but also of victory

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Arely è giunta a New York dal Messico. Ha compiuto un suo percorso identitario e adesso è un transessuale, per questa ragione riceve continue minacce dagli abitanti del Queens, uno dei quartieri della città. Fortemente cattolica, si avvicina al culto della Santa Muerte, creato dagli emerginati dalla società.

Il palpitante sentire dei fedeli è l’oggetto di questo film in bilico tra documentario e finzione, foderato da una messa in scena sontuosa per colori, costumi e trucco. La vicenda scandaglia il delicato rapporto omosessualità-fede e le tradizioni culturali messicane: tra spirito di abnegazione e puro spettacolo canoro, sfila una suggestiva galleria di maschere.

[ENG]

Arely is just arrived in New York from Mexico. She completed an identitary path and now she’s a transsexual, for this reason she is menaced constantly by Queens residents, one of the city’s neighborhood. Heavily catholic, she comes closer to a religious community which idolize the Santa Muerte, created by those marginalised by society.

The worshippers’ throbbing feeling is the object of this movie on the brink between documentary and fiction, covered of a lavish mise-en-scene for colors, costumes and make up. The sequence of the events plumbs the delicate relation between homosexuality-faith and Mexican traditions: between self-denial spirit and pure singing performance, parade a suggestive gallery of masks.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Tan Wei Keong evoca alcuni suoi ricordi: ora veglia la madre moribonda nella sua camera da letto; ora si ritrova a un passo dall’altare, accanto al suo promesso sposo, Stephen; ora visualizza una spiaggia sferzata dal vento e affollata da misteriose figure femminili.

Eros e Thanatos si confondono attraverso percorsi poco delineati e per questo affascinanti, grumi color pastello che si mescolano, si affastellano, sembrano sbiadire come la memoria per poi rinascere attraverso delicati disegni e nuove figure cariche di senso. Poetico, intimista, biografico lavoro, frutto di una tecnica che unisce animazioni, disegni e fotografie nel tentativo di sondare la stessa identità dell’autore, divenendo in realtà una più ampia riflessione sull’enigma della felicità.

[ENG]

Tan Wei Keong evokes some of his memories: now he watches over his dying mother who lies in her bedroom; now he finds himself one step away from the altar, next to his betrothed, Stephen; now he visualizes a beach lashed by the wind and crowded with mysterious female figures.

Eros and Thanatos merge into little outlined paths: a fascinating blend of pastel-colored lumps, piled up together, that seem to fade like memory and then be reborn through delicate, meaningful drawings and shapes. A poetic, intimate, biographical work, the result of a technique that combines animations, drawings and photographs in an attempt to probe the identity of the author, while actually becoming a wider reflection on the enigma of happiness.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Nei tardi anni Cinquanta Agnes si rivolge allo UCLA Medical Center per richiedere una operazione chirurgica di riassegnazione del sesso. Il suo caso – a lungo considerato eccezionale – ha contribuito a definire la comprensione medica delle persone transgender. Come gli studi classici freudiani, il caso di Agnes sopravvive nella cultura popolare e continua a destare l’interesse di studiosi e attivisti.

Framing Agnes presenta la scoperta dei due registi di casi finora sconosciuti di persone, dal genere non conforme, contemporanee di Agnes. Queste storie cambiano la documentazione storica, negando la nozione che quello Agnes fosse un caso eccezionale. Il film mette in conversazione le storie di Georgia, Denny e Henry con Agnes nel tentativo di rendere ben più stratificata la definizione medica di sessualità e genere di quel momento storico.

[ENG]

In the late 1950s, a woman named Agnes approached the UCLA Medical Center seeking sex reassignment surgery. Her case study – long considered to be singular – would go on to define the medical understanding of transgender people. Much like Freud’s classic studies, Agnes’ story endures in popular culture and continues to capture the imagination of scholars and activists alike.

Framing Agnes captures the two directors discovery of never-before-seen case studies of gender non-conforming people who had been Agnes’ contemporaries. These stories change the historical record, disrupting the notion that Agnes was exceptional at the time. The film puts the life stories of Georgia, Denny and Henry in conversation with Agnes to complicate the medical definition of sex and gender in the mid-century.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

“Forse il guardare inizia prima di aprire gli occhi”: questo è l’enigmatico brano in esergo con il quale si apre Azul Vazante. Le immagini successive non sono meno misteriose: notte, una cattedrale gotica sullo sfondo, un letto di ospedale al centro di una piazza, una donna matura – probabilmente una madre – che veglia il degente, il paesaggio sonoro di canti e preghiere animatosi non lontano dal letto, il dettaglio dello smalto azzurro del malato. Su questi elementi di partenza il pubblico può provare a ricostruire il senso di una storia che parla alla coscienza di ciascun individuo e riconosce la sofferta esposizione di tutte le minoranze.

Attraverso uno stile registico che ricorda il cinema del maestro Pedro Costa, Azul Vazante è un coacervo di simboli onirici, religiosi e politici.

[ENG]

“Perhaps looking begins before the eyelids open”: this is the enigmatic excerpt with which Azul Vazante opens. The subsequent images are no less mysterious: late night, a gothic cathedral in the background, a hospital bed in the center of the square, a mature woman – probably a mother – is watching over the patient, a soundscape of chants and prayers lifts up not far from the bed, a close-up of the hands of the patient whose nails are painted of light blue. From these elements the audience can try to reconstruct the meaning of a story that speaks to the conscience of each individual and acknowledges the tormented exposition of all minorities.

Through a directorial style reminiscent of Master Pedro Costa’s cinema, Azul Vazante is a mixture of dreamlike, religious and political symbols.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Fermo immagine su un quadro di arte bizantina, forma espressiva che nacque con la scissione dell’Impero Romano d’Oriente e d’Occidente. Anche il matrimonio a cui partecipa Yana da invitata si rivela profondamente scisso. C’è infatti la sala principale dove si svolgono i festeggiamenti, con Yana che si sottopone alle foto di rito, ascolta i tronfi proclami di auguri agli sposi e intrattiene suo malgrado stucchevoli conversazioni con familiari e invitati. C’è poi il lato oscuro del matrimonio, il ripostiglio, il sottoscala, dove Yana fugge tra una pausa e l’altra per incontrare segretamente una cameriera incrociata in sala.

Luce piatta e fredda in sala, densa e torbida nel guardaroba, per un racconto con originali spunti visivi che rivisita e problematizza, anche nella danza, le abituali wedding comedy.

[ENG]

Freeze-frame on a picture of Byzantine art, an expressive form that was born with the split of the Roman Empire of the East and the West. Even the marriage to which Yana goes as a guest turns out to be profoundly divided. There is in fact the main hall where the celebrations take place, with Yana who undergoes the usual photos, listens to the conceited exchanges of good wishes to the newlyweds and entertains clumsy conversations with her relatives and guests. Then there is the dark side of marriage, the closet, the basement, where Yana escapes between breaks to secretly meet a waitress she had crossed in the hall.

A flat and cold light in the room, dense and murky in the wardrobe, for a story with original visual cues that revisit and problematize, even in dance, the usual wedding comedy.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Nel 2017 l’amministrazione di Pechino decide d’intervenire sugli immobili abusivi a uso commerciale, rattoppando porte e finestre con mattoni che trasformano gli animati locali di prima in desolati muri. Il negozio della signorina Mi è uno dei pochi a resistere, anche se su di esso incombe la chiusura. Quello degli hutong, vicoli e stradine tipiche dei sobborghi, è il regno di Kacchan, studente che fotografa gli interventi edilizi e registra i mutamenti del quartiere. Mentre gli altri rapporti umani sembrano rendere Kacchan indifferente, l’incontro con la signorina Mi desta la sua curiosità.

Attraverso una messinscena ordinata e geometrica che accoglie il colore e articola le immagini in una commistione di realtà filmata, streaming live, fumetto e performance musicale, l’evoluzione urbana e sociale della Cina s’intreccia all’incontro dei due personaggi.

[eng]

In 2017, the Beijing administration decides to intervene on illegal commercial properties, patching up doors and windows with bricks that transform the former lively shops into desolate walls. Miss Mi's shop is one of the few to resist, even if closure is hanging over it. That of the hutongs, alleys and narrow streets typical of the suburbs, is the kingdom of Kacchan, a student who photographs building interventions and records changes in the neighborhood. While other human relationships seem to make Kacchan feel indifferent, the meeting with Miss Mi arouses his curiosity.

Through an orderly and geometric staging that welcomes color and articulates images in a mixture of filmed reality, live streaming, comics and musical performance, the urban and social evolution of China intertwines with the meeting of the two characters.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

In una città coreana una coppia visita un nuovo appartamento. Il cambio della casa scatena il ricordo della loro assai delicata vicenda coniugale, la trasformazione identitaria del marito in un transessuale. Un’evoluzione che entro le mura domestiche viene accettata dalla moglie, ma che si complica quando il luogo cambia e diventa un locale pubblico con altri testimoni.

Silenzi, vetrate opache e sguardi irresoluti sono i segni d’interpunzione di un linguaggio cinematografico maturo, assai raffinato nella messa in scena e nella scelta delle lenti fotografiche. I dialoghi sono invece volutamente classici, fondativi della struttura rifiuto–comprensione-accettazione che anima la tensione tra i personaggi.

[ENG]

In a Korean city a couple visits their new apartment. Changing their home causes the memory of their delicate marital affair, the husband’s identity transformation in a transsexual. An evolution which is accepted by the wife at home, but that gets twisted when the place changes into a public space with other witnesses.

Silences, matt glass windows and uncertain looks are the punctuation marks of a mature cinematographic language, highly sophisticated in the mise-en-scene and in the lenses selection. On the contrary the dialogues are classical, founding of the structure refusal-compassion-acceptance which animate the tension between the characters.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Francisco decide di aiutare la sua amica Flavia nella ristrutturazione di un vecchio appartamento. Durante i lavori di rifacimento, la stessa esigenza di rinnovamento sembra innescarsi nell’animo di Francisco. Egli non sembra infatti accettarsi pienamente. Non si tratta di una mancata accettazione della propria identità sessuale, bensì del suo aspetto fisico caratterizzato dall’obesità. Man mano che procedono i lavori nell’appartamento, si infittisce il confronto tra Francisco e Flavia: le rivelazioni di lui, i consigli di lei e i nuovi incontri porteranno forse Francisco a una maggiore consapevolezza?

Fábio Leal, attore e regista, mette tutta la sua fisicità a disposizione di una storia che alterna diurno e notturno, paura e desiderio, scandagliando il suo stesso corpo attraverso l’occhio della macchina da presa.

[ENG]

Francisco decides to help his friend Flavia renovating an old apartment. During the reconstruction works, the same need for renewal seems to be triggered in Francisco's soul. He does not seem to fully accept himself. It is not a matter of not accepting his own sexual identity, but rather his physical appearance which is characterized by obesity. As the work in the apartment proceeds, the confrontation between Francisco and Flavia thickens: will his revelations, her advices as well as new encounters lead Francisco to greater awareness?

Fábio Leal, actor and director, puts his physicality at the disposal of a story that alternates day and night, fear and desire, scanning his own body through the eye of the camera.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Alice è una ragazza spensierata. Scorrazza per la città con un gruppo di amiche, con le quali è in grande sintonia. Il suo fidanzato, Albin, sembra desiderarla molto. Tra i due la definizione dei ruoli talvolta è schematica, noiosa, tanto che Alice si sente trattata in modo fin troppo cavalleresco. Cosa accadrà quando Alice deciderà di mettere alla prova Albin con un piccolo regalino di 18 centimetri acquistato in un sexy shop?

Linguaggio filmico fresco, diretto e contemporaneo per una vicenda che non a caso si svolge in gran parte all’aperto, sotto i raggi del sole e in una dimensione pubblica che favorisce gli incontri e il confronto tra i personaggi: forse la ridefinizione della retorica machista e dei ruoli di coppia sclerotizzati arriverà da adolescenti capaci di mettersi in gioco e ascoltare l’altro.

[ENG]

Alice is a carefree girl. She runs around the city with a group of friends, with whom she is in great harmony. She is in a relationship with her boyfriend, Albin, who seems to want her very much. Between the two, the definition of roles is sometimes schematic, boring, so much so that Alice feels treated in a way that is far too chivalrous. What will happen when Alice decides to put Albin to the test with a small 18cm gift purchased in a sex shop?

A fresh, straightforward and contemporary cinematic language for a story that, not by chance, mostly takes place in the open air, under the sunbeams and in a public dimension that favors encounters and confrontation between the characters: perhaps the redefinition of macho rhetoric and sclerotic couple roles will come from teenagers who are able to get involved and listen to each other.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Nella mitologia greca Narciso è un cacciatore che disdegna ogni persona che lo ama. A seguito di una maledizione inflittagli dagli dei, s’innamora della sua immagine riflessa, annegando in un lago. Allo stesso modo Yamazaki, illustratore settantenne, dà la caccia a giovani ragazzi nei sobborghi di Tokyo. Non riesce ad accettare la sua vecchiaia che manda in frantumi la bella immagine di sé da giovane. L’incontro con l’avvenente Leo sembra infondergli rinnovata fiducia, ma il masochismo da “vecchio narciso” riaffiora sinistro, portandolo ad autoinfliggersi nuove pene e a sprofondare nell’abisso del dolore.

Un melodramma nel solco della tradizione giapponese che affronta i temi cruciali dell’invecchiamento e della solitudine pur mantenendo una buona freschezza narrativa, con originali idee visive e un colorismo musicale in grado di smorzare la componente patetica.

[ENG]

In Greek mythology, Narcissus is a hunter who disdains every person who loves him. Following a curse inflicted on him by the gods, he falls in love with his reflection, drowning in a lake. Similarly, Yamazaki, a seventy-year-old illustrator, is hunting young boys in the suburbs of Tokyo. He cannot accept his old age that shatters the beautiful image of himself as a young man. The encounter with the attractive Leo seems to infuse him with renewed confidence, but the "old narcissus" masochism resurfaces sinisterly, leading him to self-inflict new pains and sink into the abyss of pain.

A melodrama in the wake of the Japanese tradition that addresses the crucial themes of aging and loneliness while maintaining a good narrative freshness, with original visual ideas and a musical colourism which is able to dampen the pathetic component.