retrovie italiane / 23 maggio 2019
[ITA]
Un affermato soprano americano, Caterina Silveri, dopo la morte del marito e manager Douglas Winter lascia gli Stati Uniti e si stabilisce a Roma con il figlio Joe. Dalle atmosfere composte di una vita americana a Brooklyn, madre e figlio vengono catapultati in una sensualissima Roma dai colori bruciati dal sole. La città è illuminata anche di notte da una luna che dona visioni, svela e nasconde, riflette desideri, li perverte, li plasma finché non si svela come la guida che attraverso la sua attrazione fatale mostra i conflitti e li compone.
La luna più che un film è un gioco di specchi sul perdersi e il ritrovarsi, sul non riuscire a rivedersi nel mondo senza una guida e un modello, su come i percorsi individuali siano inesorabilmente intrecciati nonostante la nostra temporanea cecità, il nostro nasconderci dietro ciò che accettiamo come vero.
[ENG]
A well-known American soprano, Caterina Silveri, after the death of her husband and manager Douglas Winter, leaves the United States and settles up in Rome with her son Joe. Suddenly from the sober atmospheres of their American life in Brooklyn they are thrown to a sensual, drenched-in-sun Rome. By night the city is lit by a moon that gives visions, unveils and hides, reflects wishes, shapes and perverts them; until it reveals itself to be a guide that shows conflicts and settles them by her fatal attraction.
The moon is a game-of-mirrors movie on losing oneself and find it again, on not being capable to have a place in the world without a guide, on how individual paths are necessarily intertwined despite our superficial blindness, despite the habit of hiding behind what we accept as true.
eterotopie / 23 maggio 2019
[ITA]
Il film racconta la storia di tre donne in tre città differenti. Donne che si sono arrese alla vita. Una vive a Damasco. Ha smesso di parlare con gli altri, isolandosi nel suo appartamento. La seconda ha lasciato Damasco a causa della guerra trasferendosi in Svezia, dove si rifugia nei suoi dipinti, sperando tramite tramite essi di liberarsi del tormento del passato. La terza è finita a Vienna e affronta un futuro incerto, come il fantasma di una donna fuggita da Vienna dopo la Seconda Guerra Mondiale. È una discussione tra l’interiore e l’esteriore – una conversazione impossibile.
Lo sguardo attento e sincero della regista ci restituisce così dei ritratti intimi e accorati di anime altrimenti invisibili, sconfitte da una guerra che non gli è mai appartenuta.
[ENG]
The film narrates the story of three women in three different cities. They have given up on life. One lives in Damascus. She has stopped speaking to others entirely, isolating herself in her flat. The other has left Damascus as a result of the war and went to Sweden, where she imprisons herself in her paintings, hoping through them to rid herself of the torments of the past. The third ended up in Vienna and faces an unknown future, like the ghost of a woman who fled Austria after the Second World War. It is a conversation between the interior and exterior – an impossible conversation.
The director’s attentive and authentic gaze hence pay us back the otherwise invisible souls’ intimate and heartfelt portraits, defeated by a war that never belong them.
panorama queer / 23 maggio 2019
[ITA]
1996: il protagonista del cortometraggio (possibilmente Hoolboom stesso) è un trentacinquenne sieropositivo da ormai 8 anni che riflette sulla propria condizione di malato osservando i cambiamenti cui è soggetto il proprio corpo. E lì dove il linguaggio si arena, liquidando le immagini come infantili e banali, inizia ad aprirsi uno scarto dove si insinua il desiderio e dove continua a sgorgare la vita.
Movimenti coreografici, rime visive, giustapposizioni sinestetiche ed efflorescenze caleidoscopiche si manifestano sullo schermo fino a dilatare l’immagine e il suo senso presunto. Perché, se “qualsiasi uomo che esprime i suoi veri sentimenti è una drag queen”, non resta che tentare il rappacificamento con il corpo, far sì che la sua sofferenza non lo trasformi in un oggetto slegato dall’interiorità.
[ENG]
1996: the protagonist of this short film (seemingly Hoolboom himself) is a thirty-five-year-old HIV-positive man who, for the past 8 years, has been reflecting on his condition of patient observing the changes which his body is subjected to. And there, where language runs aground, dismissing the images as childish and trivial, a gap begins to opens up where desire creeps in and where life continues to flow.
Choreographic movements, visual rhymes, synesthetic juxtapositions and kaleidoscopic efflorescences manifest on screen until they dilate the image and its alleged sense. Because, if “any man who expresses his true feelings is a drag queen”, all that remains is to try to reconcile with the body, to ensure that his own suffering does not transform it into an object disconnected from his inner self.
panorama queer / 23 maggio 2019
[ITA]
Il fragore degli scoppi e le immagini del solenne, risoluto incedere dei manifestanti riscaldano l’atmosfera prima che abbia luogo una conferenza. I luoghi, visualizzati e/o ascoltati, si sovrappongono e annullano ogni frontiera precostituita. Ricorrendo a digressioni storiche che si aprono a una messinscena in costume o, ancora, a una dimensione futuristica, si ritorna però alla rivoluzione in marcia, in cui tanti individui/“io” cercano un “noi” da cui far ripartire la società.
Basato su un discorso tenuto da Paul B. Preciado nel 2003 a Londra e intitolato “Pharmacopornographics counter fiction”, (S)he Said That prende in disamina la continua trasformazione del potere che disciplina i corpi, vincolati a una catena di montaggio in cui riproduzione sessuale e produzione di capitale sono le facce della stessa medaglia: quella del controllo biopolitico.
[ENG]
Roaring explosions and images of the solemn, resolute gait of the protesters warm up the atmosphere before a conference begins. The places, displayed and/or heard, overlap and efface every pre-established boundary. By resorting to historical digressions that opens up to a costume drama or even to a futuristic dimension, we return though to the revolution on the march, in which many individuals/“I” look for a “we” from which to restart the society.
Based on a talk by Paul B. Preciado delivered in London in 2003 and entitled “Pharmacopornographic counter fiction”, (S)he Said That examines the continual transformation of the power that disciplines the bodies, bound to an assembly line in which sexual reproduction and production of capital are two sides of the same coin: that of biopolitical control.
panorama queer / 23 maggio 2019
[ITA]
Una giovane donna arriva su un’isola remota per mettersi tutto alle spalle, rifugiandosi in un moderno studio utopia. Tutto quello che le serve è la quiete e una pace ristorativa, ma la sua permanenza è bruscamente interrotta da un’intrusa: un’artista le cui installazioni acustiche disturbano tutto quello che la ha da offrire il vuoto dell’abitazione spartana. La tensione tra le due donne cresce e la calma immota dà vita a una crescente frustrazione e rabbia. Emergendo dalla natura selvaggia, la casa diventa il terzo personaggio della storia – un labirinto in cui personalità contrastanti si incontrano e stili di vita differenti e aspettative si scontrano.
Fra mistero, erotismo e ironia, un film potente e sinuoso, lodato pubblicamente da Nicolas Winding Refn.
[ENG]
A young woman comes to a remote island to get away from it all, taking refuge at a modern studio utopia. All she needs is restorative peace and quiet, but her stay is jarringly interrupted by an intruder: an artist whose acoustic installation disturbs everything that the starkly empty house has to offer. The tension between the two women rises and the motionless calm gives way to growing frustration and anger. Emerging from the wilds of nature, the house becomes the third character of the story – a labyrinth in which contrasting personalities meet and differing lifestyles and expectations clash.
Trough mistery, etorism and irony, a powerful and sinous movie, publicly praised by Nicolas Winding Refn.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Alla storia di un momento di fioritura culturale, passato il giusto tempo, devono affiancarsi le storie delle singole vite che lo hanno reso possibile. Questo è l’obiettivo di questo documentario, che attraverso la testimonianza di parenti, amici, ammiratori e collaboratori mostra l’evoluzione della carriera di Alfredo Cohen tra politica, insegnamento, teatro, musica e cinema. Il film racconta la storia di un uomo che ha lasciato una traccia piegando le forme di espressione che frequentava, sfumando i confini fra i sessi e le sessualità, tra italiano e dialetto, tra teatro colto e popolare, tra vita e arte. L’itinerario esistenziale di una figura centrale per importanza politica e creativa per fecondare il nostro presente e farlo risuonare di voci che possono farci riscoprire l’importanza dell’immaginazione.
[ENG]
The story of a moment of cultural flowering, after the right time has passed, must be accompanied by the stories of the individual lives that made it possible. This is the goal of this documentary, which shows the evolution of the career of Alfredo Cohen between politics, teaching, drama, music and cinema through the testimonies of relatives, friends, fans and collaborators. The movie tells the story of a man that left a trace by bending the forms of expression that he associated with, by shading the borders between sexes and sexualities, between italian and dialect, between high and popular theatre, between life and art. The existential path of a figure that’ s central for political and creative significance is what can fertilize our present and make it reverberate with voices that can make us rediscover the importance of imagination.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Negli anni 2000 Berlino è diventata il polo d’attrazione della cultura europea. Da Mitte a Kreuzberg, guidati da una narratrice lucida e tenera, siamo invitati a calarci nel mondo fragile dei Berlin Based, artisti di ogni sorta che hanno scelto di trasferirsi lì, nei quartieri di una città satura di storia in cui tutto sembrava ancora possibile.
Tra mitologie berlinesi e precarietà degli artisti nell’epoca dell’ipercapitalismo, il ritratto di una città ancora oggi appassionante e una meditazione sulla condizione del lavoro culturale oggi.
[ENG]
During all the 2000 Berlin became the center of attraction of Europe culture. From Mitte to Kreuzberg, led by a tender and lucid narrator, we are invited to descend upon the fragile world of the Berlin Based, artists of any kind who decided to move there, in certain areas of a city saturated by history in which everything seemed still possible.
Through Berlin mythologies and artists’s precariousness in the age of ipercapitalism, the portrait of a city even today fascinating and a meditation about today’s condition of cultural work.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
A metà degli anni 90 un gruppo di ballerini si riunisce in uno sperduto college abbandonato per preparare le coreografie in vista di un imminente spettacolo. Finite le prove però, tra il gruppo di ballerini inizia a generarsi un’insolita e bizzarra paranoia e quella che era iniziata come una tranquilla festa a base di sangria si tramuterà in un incubo allucinatorio da cui è impossibile fuggire.
L’ultima, sconvolgente opera di Gaspar Noé. Un viaggio sensoriale dentro la mente del regista franco-argentino, un’esperienza psicotropa ed epilettica che mette a dura prova la sfera emozionale di ogni spettatore. Lasciate ogni speranza, o voi che entrate!
[ENG]
In the mid-90s a group of dancers meet in a lost abandoned college in order to work over the choreographies in sight of a forthcoming play. When the rehearsals are over, among the dancer’s group starts generating a strange and bizarre paranoia and what begun as a relaxed sangria party turns into a dazzling nightmare from which is impossible to run away.
Gaspar Noé’s last disturbing movie. A sensorial trip inside the French-Argentinian director’s mind, a psychotropic and epileptic experience which will hard test every spectator’s emotional sphere. All hope abandon, ye who enter in!
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Da molti anni la giovane Eva è fuggita da casa nella ricerca disperata di un qualcosa che non è in grado di spiegare. Per anni ha viaggiato in lungo e in largo attraverso l’Universo, di pianeta in pianeta. Adesso è sola, nella stanza di un motel che fluttua nello spazio, inesorabilmente attratto dalla gravità di un Buco Nero nelle vicinanze. Una vecchia amica, Sacha, fa il suo ingresso nel motel e incontra Eva. Le due donne passano insieme una notte nostalgica, condividendo memorie sulla loro vita. Uno straniero, una figura malinconica e misteriosa, le spia dalla stanza accanto… Eva racconta che, da quando ha lasciato la Terra, non fa che sognarla. Tutti i suoi sogni sono ambientati sulla Terra. Sono sogni d’amore e di maternità. Più si allontana dalle sue radici, e più queste radici si rafforzano. E nonostante ciò sa di non poter più ritornare.
[ENG]
A young woman named Eva ran away from her home in the desperate search of something she can’t even explain. For years she has been travelling around Space, from planet to planet, and now she finds herself in a solitary motel which floats nearby a massive Black Hole. Sacha, a woman from her past, arrives at the motel. The two women meet and spend a nostalgic night in the motel room, sharing memories of their life on Earth. A stranger, a melancholic and mysterious figure, is spying on them from the room next door.
Eva says that, since she left her birth planet, she can’t stop dreaming of it. They are dreams of love and motherhood. The farther she goes, the stronger her roots feel. And yet she still can’t go back.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Durante il suo discorso di premiazione per il premio alla carriera, Nicholas Chauvin soldato contadino, veterano della Rivoluzione e delle Guerre Napoleoniche e padre del chauvinismo, si imbarca in un gran monologo che lo manda indietro nello spazio e nel tempo. Fino a che, ad una curva in una strada illuminata dalla luna, un incontro spettrale cambia il corso della sua non esistenza.
Intrecciando senza soluzione di continuità il passato ed il presente, il film ci invita a riesaminare le figure cristallizzate nella storia attraverso una lente nuova e particolare. Un delirio che riesce ad essere allo stesso tempo esaltazione iconografica e pura iconoclastia atemporale.
[ENG]
During his acceptance speech for a lifetime achievement award, Nicolas Chauvin farmer soldier, veteran of the Revolutionary and Napoleonic Wars, and the father of chauvinism embarks on a grand monologue, sending him back in time and space. Until, at a bend on a moonlit road, a spectral encounter changes the course of his non existence.
Linking seamlessly past and present, the movie invites us to review the figures crystallized in History throughout a new and peculiar lens. A delirium which manages to be at the same time iconographical glorification and timeless iconoclasm.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Può essere difficile venire a contatto con la propria identità, molti sono gli ostacoli che il nostro io deve superare per esprimere se stesso con pienezza, che siano interiori o derivanti dalla famiglia, dalla comunità e società in cui si vive. In Eigentlich ist sie mein kleiner Bruder Lena Lobers affronta la ricerca dell’identità di genere, partendo da una riflessione sulla sua sorellina, che biologicamente è nata maschio. Il film apre piccoli squarci sulla vita delle persone transgender e su chi gli sta vicino, della lotta solitaria che la decisione di essere se stessi comporta e del coraggio che richiede. Lotta per un futuro, un corpo e un nome in cui potersi riconoscere e vivere, per accettare i propri desideri e il proprio modo di essere nonostante tutto.
[ENG]
It can be difficult to deal with our own identity, there are many obstacles that our ego has to get through to fully express itself, whether they are interior or originate from the family, the community and society in which they live. In Eigentlich ist sie mein kleiner Bruder Lena Lobers deals with the search of gender identity, starting from a reflection on her little sister, who was biologically born as a male. This movie brings us into small excerpts of the life of transgenders and of the people that are close to them: it talks about the solitary struggle that is entailed in being ourselves, about the courage it takes; a struggle for a future, a body and a name to recognize ourselves in, a struggle to accept our desires and the way we are, in spite of everything.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
J. è un giovane di una realtà qualunque, in uno qualunque dei nostri giorni. Odia il suo aspetto fisico e spende il suo tempo sui social network, proiettando i suoi desideri e i suoi impulsi sessuali in un mondo in cui nessuno si prende gioco di lui. L’ideale di un corpo che risponda ai canoni della società contemporanea lo ossessiona giorno e notte e lo accompagna in tutti i luoghi che frequenta, spingendolo ad adottare i consigli e le strategie promosse da un mondo in cui la bellezza è un valore indiscutibile. I modelli imposti però finiscono con l’impadronirsi della sua psiche, e il confine tra ciò che è digitale e ciò che è reale inizia a diventare sempre più sottile, trascinando J. in una realtà distorta che presto si trasformerà in un incubo.
[ENG]
J. is a teenager of any ordinary reality, in a ordinary day of our life. He hates the way he looks so he spends his time on social networks, projecting his desires and sexual impulses in a world where nobody makes fun of him. The ideal of a body that could embrace the standard of the contemporary society torments him day and night, and follows him in every place he frequent, pushing him to follow the advices and the strategies promoted by a world in which beauty is an unquestionable value. The imposed models though end up taking possession of his psyche, and the border between what is digital and what is real start to get thinner and thinner, dragging J. in a distorted digital reality that soon will become a nightmare.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Linfa è generoso documentario corale sulla scena artistico-performativa underground femminile di Roma est, sulla passione per l'arte e la musica, sulla libertà di essere ciò che vogliamo davvero essere, alla scoperta del proprio sé più autentico, al di là dei ruoli stereotipati e imposti dalla società contemporanea, e sulla scelta di seguire il talento e i desideri che danno linfa e restituiscono un senso alla nostra esistenza. Una storia di resistenza artistica che diventa politica declinata al femminile a testimonianza della possibilità di opporre mondi creativi alternativi al consueto.
[ENG]
Linfa is a generous choral documentary about the artistic / perfomative underground female scene of West Rome, about the passion for art and music, about the freedom to be what we want to really be, discovering our most authentic self, beyond the stereotypical roles as well as imposed by contemporary society, and about the choice to follow the talent and the desires which give nourishment and give back a sense of our existence. A story about artistic resistance which becomes politic declined to feminine, testifying about the chance to oppose creative worlds different from the usual.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Sidney, 1920: la polizia trova il corpo di una donna. Ci sono poche prove per dimostrarlo, ma l’ispettore di polizia Dick è convinto sia stato un omicidio. Allo stesso tempo, un gruppo di marinai ai moli ci ride su. Uno di loro, Eugène, si tiene in disparte. Sulla strada di ritorno verso la sua piccola stanza d’hotel, Eugène è sopraffatto dai ricordi. La scomparsa di sua moglie Annie è uno di questi.
Basato su eventi reali sulla scomparsa di Anne Birketts e la storia di Eugène Falleni, The Man Woman Case racconta la tragica storia in dieci episodi. Elementi rotoscopici, principalmente in binaco e nero, sottolineano gli eventi reali, mentre le animazioni in 2D comunicano lo stato emozionale di Eugène e i suoi ricordi. Si uniscono in una crime story avvincente e toccante, raccontata da prospettive differenti.
[ENG]
Sydney, 1920: The police discover the body of a woman. There is little evidence to prove it, but Police Inspector Dick is convinced it was murder. At the same time, a group of sailors jokes about at the docks. One of them, Eugène, stands a little further away. On the way back to his small hotel room, Eugène is overwhelmed by memories. The disappearance of his wife Annie is one of them.
Based on real events about the disappearence of Anne Birketts and the life of Eugène Falleni, The Man Woman Case tells the tragic story in ten episodes. Rotoscoping elements, mainly in black and white, underline the reallife events, while 2D animations convey Eugène’s emotional state and memories. They merge into a gripping and poignant crime story told from different perspectives.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Jakob ha 17 anni e vive con suo padre e suo nonno in un piccolo appartamento di Vienna. Quando, finito il liceo, è costretto a lavorare nel mattatoio del padre in attesa di iscriversi all’università, i suoi disturbi d’ansia si fanno più intensi, accendendo un desiderio che cerca di colmare online. L’incontro su un sito di chat erotiche con l’affascinante Kristjan gli darà la possibilità di lasciarsi andare, ma le ferite più profonde della sua anima lo aspetteranno nei meandri più oscuri di Nevrland, mettendo a rischio l’integrità della sua stessa psiche.
Un film sulla potenza del desiderio che affermandosi può stravolgere l’intera esistenza, distruggendo le nostre certezze fino a portarci in un luogo in cui lo stesso concetto di identità sembra perdere ogni tipo di significato.
[ENG]
Jakob is 17 and he lives with his father and his grandfather in a small apartment in Vienna. When, finished high school, he’s forced to work in his father’s slaughterhouse waiting to start his university’s career, his anxiety disorder gets more intense, turning on a desire which he tries to fulfil online. The meeting with the handsome Kristjan in a chat-cam sex site, will give him the change to unwind, but the deepest wounds of his souls will wait him in the darkest meanders of Nevrland, putting at risk the integrity of his own psyche.
A movie about the power of desire which, affirming itself can overturns the entire existence, destroying our certainties bringing us in a place where the concept of identity seems to loose every kind of meaning.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Sullo sfondo di un evento storico mondiale, la famiglia Valagrega apre gli occhi su quanto le dinamiche relazionali della famiglia si sono ripetuto per generazioni. I figli provano con tutte le loro forze a liberarsi dall’influenza dei loro genitori, ma talvolta non riescono a rompere lo schema di trasmissione di caratteri acquisiti. Oggi, tre sorelle vogliono fermare il meccanismo per anticipare la resa dei conti. Iniziano quindi un viaggio insieme al padre ripercorrendo la strada che fecero Bruno e Ugo, il nonno ed il fratello, per scappare dalla guerra oltrepassando le linee naziste. Ma a differenza di quello dei due fratelli, il loro viaggio sarà un tentativo di ricucire una ferita rimasta ancora aperta.
Il film è un viaggio, spesso esilarante, che mostra le ragioni per cui ognuno devo essere quello che è.
[ENG]
On the background of a worldwide historical event, the Valabrega family opens its eyes to how much relational dynamics among the family have been repeating themselves for generations. The sons try with all their strength to free themselves from the influences or their parents, but sometimes they do not succeed in breaking the scheme of transmission of acquired characters. Today, the three sisters want to stop the mechanism and to anticipate the showdown. Therefore they start a trip together with their father retracing the road that Bruno and Ugo, Benedetta’s granfather and his brother, took to run away from the war crossing the enemy lines. But unlike the brother’s one, their trip will try to mend a wound that is still open.
The movie is a journey, often hilarious, that shows the reasons each one has to be the way he is.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Parigi 1993, in piena esplosione della crisi dell’AIDS in Europa: Jacques, scrittore gay trentaseienne amante degli incontri sessuali senza strascichi, è padre di un bambino. Afflitto dal virus dell’AIDS, teme che non gli resti molto da vivere. Mentre inizia un rapporto con Arthur, studente dagli alti ideali che, come lui, non disdegna incontri sia con uomini che con donne, flirta saltuariamente con lo sfuggente Jean-Marie e, quando non ha la custodia del figlio, trascorre il tempo con il suo migliore amico Mathieu, che si suppone segretamente innamorato di lui.
Undicesimo lungometraggio per il cineasta, scrittore e autore teatrale francese che, fedele alla sua peculiare capacità di narrare l’intimità in ogni sua forma, non rinuncia alla nota franchezza nell’esplorare la mai scontata sessualità dei suoi personaggi mantenendo in primo piano temi come amicizia e amore.
[ENG]
Paris 1993, in the midst of the AIDS crisis in Europe: Jacques, a 36-year-old gay writer who loves sexual encounters no strings attached, is the father of a child. Affected by AIDS, he fears that not much remains for him to live. While starting a relationship with Arthur - a student with high ideals who, like him, does not disdain encounters with both men and women – Jacques flirts occasionally with the elusive Jean-Marie and, when he has no custody of his son, spends time with his best friend Mathieu, who is supposedly secretly in love with him.
Eleventh feature film for the French filmmaker, writer and dramatist who, faithful to his peculiar ability to narrate intimacy in all its forms, does not renounce to his known frankness in exploring the never predictable sexuality of his characters, keeping themes such as friendship and love in the foreground.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
“Le brave ragazze kenyane diventano brave mogli kenyane”, ma Zena e Ziki desiderano qualcosa di più. A dispetto della rivalità politica dei loro padri (uno progressista e l’altro potente uomo d’affari, sono candidati opposti alle elezioni municipali), le ragazze restano buone amiche, sostenendosi l’un l’altra nel perseguire i loro sogni in una società conservatrice. Gli sguardi che si scambiano, non lasciano però spazio alcuno a dubbi sulla natura dei loro sentimenti. Quando tra loro sboccerà l’amore, saranno forzate a scegliere tra felicità e sicurezza, in un Paese che punisce l’omosessualità con la detenzione.
Artista multidisciplinare, Wanuri Kahiu sceglie un approccio delicato, semplice – quasi il ritratto pop di una generazione, mostrata qui nella sua effervescenza - e sincero per trattare nel suo secondo lungometraggio un tema tabù nel suo Paese.
[ENG]
“Good Kenyan girls become good Kenyan wives,” but Kena and Ziki long for something more. Despite the political rivalry between their fathers (a progressive shopkeeper and a businessman, opposed candidates to the municipal elections), the girls resist and remain close friends, supporting each other to pursue their dreams in a conservative society. When love blossoms between them, the two girls will be forced to choose between happiness and safety.
A multidisciplinary artist, Wanuri Kahiu chooses, for her second feature film, a delicate, simple and sincere approach - almost the pop portrait of a generation, shown in all its effervescence - to treat a taboo subject in her country.
panorama queer / 22 maggio 2019
[ITA]
Mònica è una regista trentenne innamorata di Sarai, la donna con cui vive la sua prima relazione importante. Avendo avvertito le prime avvisaglie di una crisi che potrebbe condurle alla rottura, Mònica decide di osservare la loro vita di coppia attraverso lo sguardo indagatore della macchina da presa.
Una confessione a cuore aperto elaborata attraverso una messinscena intima e intensa, resa con un bianco e nero scabro, contrastato. Una riflessione sul cinema e sui limiti dello sguardo, sul tempo che scorre offuscando le tracce dell’amore che, forse, può rivivere solo nelle situazioni e negli oggetti più banali del quotidiano grazie alla loro capacità di rivelare come ci si sente dentro.
[ENG]
Mònica is a film director in her thirties, who is in love with Sarai, the woman with whom she lives her first meaningful relationship. Having experienced the first signs of a crisis that could lead to their breakup, Mònica decides to observe their life as a couple through the inquiring gaze of the camera.
A confession with an open heart, made through an intimate and intense mise-en-scène, portrayed through a stark black and white. A reflection on cinema and on the limits of the gaze, on the passing of time that dims the traces of love which, perhaps, can only be relived in the most ordinary situations and objects of everyday life due to their ability to reveal how one feels inside.
queer short / 21 maggio 2019
[ITA]
Rahmi è un giovane musulmano rumeno che vive a Londra con la madre e il problematico fratello minore. La madre gestisce la casa nel tentativo di rievocare le tradizioni del loro paese di origine, vicino al Mar Nero, parlando rumeno ai suoi figli, mentre Rahmi cerca di sopperire all’assenza del padre cercando di creare un ponte tra le usanze di un tempo e i costumi del paese di accoglienza. Ma Rahmi ha un segreto: la doppia vita che conduce bussa alla sua porta. Presto scoprirà che persino le bugie a fin di bene possono stravolgere la sua esistenza.
[ENG]
Rahmi is a young Romanian Muslim man living in London with his mother and his trouble-making younger brother Cemil. His mother runs a family home that recalls their country of origin, near the Black Sea, speaking Romanian with her sons, while, in the absence of their father, Rahmi is head of the family – and the bridge between the family's roots and their adopted home. But Rahmi has a secret. The double life he leads is catching up with him and soon he will discover that even the whitest of lies can shake him to the core.
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