I vincitori della quattordicesima edizione del Sicilia Queer filmfest: i premi delle giurie assegnati al Cinema De Seta per la serata di chiusura ai film in concorso delle sezioni Nuove Visioni e Queer Short.
La giuria internazionaledella quattordicesima edizione del Sicilia Queer filmfest, ha assegnato il premio per il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni a El polvo di Nicolás Torchinsky (Argentina 2023).
La stessa giuria assegna il premio per il miglior cortometraggio – Queer Short a Boléro di Nans Laborde-Jourdaà (Francia 2023), mentre una menzione speciale va a Honeymoon di Alkis Papastathopoulos (Grecia-Francia-Cipro 2023).
Il premio della giuria Circuito Festival, composta da Morena Faverin (Lago Film Fest); Maria Vittoria Pellecchia (Laceno d'Oro International Film Festival) e Alessandro Rais (Efebo d’Oro Film Festival), assegna il premio per il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni a Le belle estati di Mauro Santini (Italia 2023); la stessa giuria premia per la sezione Queer Short Grandmamauntsistercat di Zuza Banasińska (Paesi Bassi-Polonia 2024) e Slimane di Carlos Pereira (Germania 2023).
Il premio del Coordinamento Palermo Pride per la sezione Queer Short va a Honeymoon di Alkis Papastathopoulos; menzione speciale a Slimane di Carlos Pereira.
Il pubblico premia per la sezione Nuove Visioni Le Vrai du Faux di Armel Hostiou (Francia 2023) e Honeymoon di Alkis Papastathopoulos per Queer Short.
Le motivazioni della giuria internazionale
Premio miglior lungometraggio – Nuove Visioni
El polvo di Nicolás Torchinsky (Argentina 2023)
«Per tutto ciò che di spettacolare, di misterioso e di romanzesco si nasconde dietro una moneta avvolta in un pezzo di carta, una foto ingiallita, nella polvere depositata sopra un divano… Per tutto ciò che questi dettagli intimi rivelano di una vita… Ma anche per tutto ciò che queste voci, quelle della famiglia, dei colleghi, degli amici svelano senza volere sulla difficoltà di essere visti, conosciuti, riconosciuti per quello che si è veramente. È ciò che compone il film che ci ha emozionato. Il tentativo poetico di realizzare un ritratto impossibile».
«For everything that is spectacular, mysterious and fictional, everything that is hidden behind a coin wrapped in a piece of paper, an old picture, in the dust deposited on a sofa... For all that these intimate details reveal about a life... But also for all that these voices, those of family, colleagues, friends unwillingly reveal about the difficulty of being seen, known, recognised for what one really is. These are all things that constitute the film that moved us the most. The poetic attempt to create an impossible portrait».
Premio miglior cortometraggio – Queer Short
Boléro di Nans Laborde-Jourdaà (Francia 2023)
«Per la sua bella idea di riparazione attraverso la danza che si trasforma a poco a poco in rivoluzione e apre la strada a una certa possibilità di cambiamento. E perché grazie a una regia attenta e a una recitazione entusiasmante, il film rivela progressivamente la sua forza sovversiva: opporre a ogni forma di violenza e di aggressione la potenza impercettibile e delicata del corpo».
«For its beautiful idea of reparation through dance, which gradually turns into revolution and leads the way to a certain possibility of change. And thanks to its careful direction and exciting acting, this film gradually reveals its subversive power: to oppose all forms of violence and aggression with the imperceptible and delicate power of the body».
Menzione speciale
Honeymoon di Alkis Papastathopoulos (Grecia-Francia-Cipro 2023)
«Perché sono proprio loro. Per quello che dicono, ma anche e soprattutto per quello che esprimono al di là delle parole: solidarietà, amore, profonda amicizia. E infine, dal momento che danno voce a tutte e tutti coloro che non ce l’hanno, la giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale a Mary Petrouliou e Nasia Sydeta per HONEYMOON di Alkis Papastathopoulos».
«Because they are themselves. For what they say, but also and above all for what they express beyond words: solidarity, love, comradery. And finally, because they give a voice to all those who do not have one, the jury decided to award a special mention to Mary Petrouliou and Nasia Sydeta for HONEYMOON by Alkis Papastathopoulos».
Le motivazioni della giuria Circuito Festival
Miglior lungometraggio – Nuove Visioni
Le belle estati di Mauro Santini (Italia 2023)
«Per la sorprendente fluidità ed intensità con la quale studenti e studentesse si sono appropriati dei racconti pavesiani restituendoli con una nuova luce attraverso il proprio sguardo e le proprie emozioni; per la delicatezza antispettacolare con la quale l'occhio del regista sa osservare donne e uomini di un futuro prossimo impegnati nella ricerca del sé; per l'incanto del gioco incessante tra messa in scena e svelamento della sua fragilità».
«For the astonishing fluidity and the intensity with which students have appropriated Pavesi's tales, restoring them in a new light through their own eyes and emotions; for the anti-spectacular delicacy with which the director's eye is able to observe women and men of the near future engaged in the search of oneself; for the enchantment of the incessant play between staging and the unveiling of its fragility».
Miglior cortometraggio - Queer Short
Grandmamauntsistercat di Zuza Banasińska (Paesi Bassi-Polonia 2024)
«Per lo straordinario e sorprendente uso dell’archivio capace di trasformare filmati didattici e propagandistici della Polonia comunista in un tenero film-saggio che risuona universalmente proponendo una riflessione stratificata sulle relazioni e sull’identità lacerando e ribaltando con potenza la distorsione patriarcale insita nella società di ieri e oggi».
«For its extraordinary and surprising use of the archive, capable of transforming didactic and propaganda footage from communist Poland into a tender essay-film that resonates universally, proposing a layered reflection on relationships and identity, tearing apart and powerfully overturning the patriarchal distortion inherent to our past and present society».
ex aequo
Slimane di Carlos Pereira (Germania 2023)
«Un’opera fortemente minimalista che dimostra come l’uso sapiente della forma possa raccontare con semplicità e potenza la miscela di gioia e dolore che permane l’esistenza ricordandoci che la società è una prigione, ma a cielo aperto».
«A strongly minimalist work that demonstrates how the skilful use of form can recount with simplicity and power the mixture of joy and pain that lingers in existence, reminding us that society is a prison, but an open-air one».
Le motivazioni della giuria del Coordinamento Palermo Pride
Miglior cortometraggio - Queer Short
Honeymoon di Alkis Papastathopoulos (Grecia-Francia-Cipro 2023)
«Per la tematica della transfobia nella Grecia dei giorni nostri - ricordiamo, Paese di un’Unione Europea alla vigilia di elezioni in cui la minaccia dell’avanzata delle destre neofasciste e transfobiche è concreta - raccontata tramite la bella e singolare storia di amore/amicizia fra le due protagoniste ed il loro viaggio di addio, che poi diventa di fuga ma anche di ribellione e di speranza. Un road movie essenziale, ben sceneggiato, recitato e girato, che parla in modo comprensibile di amore queer e di solidarietà femminile; una storia transfemminista che celebra il diritto di lottare e di opporsi alla violenza crescente contro le persone trans e che denuncia la transfobia e la violenza presenti anche nelle istituzioni nell’Europa e nella Grecia contemporanea, ispirato alla storia dell’attivista queer Zak Kostopoulos, ucciso nel 2018 da un gruppo di uomini e dalle forze di polizia».
Menzione speciale
Slimane di Carlos Pereira (Germania 2023)
«Un cortometraggio toccante che affronta temi attuali come l'identità e le lotte delle comunità emarginate. Il suo stile visivo è evocativo, con una fotografia essenziale ma ricca di significato. Il ritmo lento del film non lascia spazio a distrazioni, accompagnando delicatamente lo spettatore verso la riflessione. La scena finale completa magistralmente la narrazione emotiva del film, che è intimamente intrecciata con la comunità afroamericana segregata e discriminata della Detroit del declino post-industriale dove la musica techno ha origine. Allo stesso tempo, richiama la Berlino della DDR, dove la comunità "outsider" trova nella scena musicale underground uno spazio dove esplorare l'identità e la libertà all'interno di uno spazio condiviso. In conclusione, Slimane è un cortometraggio ben realizzato che lo rende un’opera ricca di spunti di riflessione».
foto della cover di Daniele Cannavò / SQFF24