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Sicilia Queer 2015 / 21 marzo 2019

SICILIA QUEER 2015

Premi e vincitori della quinta edizione del Sicilia Queer filmfest assegnati dalla Giuria internazionale composta da Véronique Aubouy, Roberto Castón, Benjamin Crotty, Davide Oberto e Tiziana Lo Porto.

arti visive / 21 novembre 2017

Il racconto in soggettiva di Regina José Galindo a Palermo nell’aprile del 2015. Le sue dichiarazioni, la performance-installazione Raíces e la mostra antologica Estoy Viva sono un pretesto per raccontare il corpo come luogo politico all’interno dell’arte contemporanea.

arti visive / 21 novembre 2017

Cinque artisti diversi, cinque luoghi diversi, cinque sguardi differenti. La Sicilia vanta una delle più alte densità di artisti outsider in Europa. È un’isola dove la condizione di outsider diventa quasi normale e necessaria per coloro che non abbiano altro modo di vivere se non quello di restare ai margini.

arti visive / 21 novembre 2017

Lungo questo itinerario da Messina a Sciacca abbiamo incontrato molte opere ed artisti  nel tentativo di penetrare il mistero dell'arte irregolare, quella che parla come l’arte ufficiale non riesce a fare.

queer music / 21 novembre 2017

queer music / 21 novembre 2017

queer music / 21 novembre 2017

carte postale à Serge Daney / 21 novembre 2017

Solange, un’avvocatessa famosa per accettare cause senza speranza, decide di difendere René, un giovane accusato di aver ucciso Jeanne, la zia psicoanalista. Thriller, psicanalisi, infanzia, mistero: molte delle tematiche tipiche del cinema di Ruiz si intrecciano in questo film che anche grazie alle memorabili interpretazioni di un cast stellare (Piccoli, Deneuve, Lafont, Poupaud tra gli altri) ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino nel 1997.

carte postale à Serge Daney / 21 novembre 2017

Nel dicembre del 1994 Raúl Ruiz è a Palermo per tenere varie conferenze dal titolo Il cinema come viaggio clandestino. Grazie alla collaborazione tra la Filmoteca Regionale e il Sicilia Queer filmfest questo lavoro archeologico ci permette di recuperare un evento che ci riporta tutta la vivacità intellettuale di un autore profondamente legato al cinema e al mondo delle immagini in generale. 

carte postale à Serge Daney / 21 novembre 2017

Due uomini nella notte al calore di un falò decidono di scavare una buca alla ricerca di alberi di mandarino. Il giorno dopo si ritrovano alla fine del tunnel, all’interno di un mandarineto scambiando degli strani dialoghi con un cacciatore. In un’atmosfera surreale il lavoro del regista cileno mette in scena dei testi di Franco Scaldati utilizzando un tono a metà tra l’onirico e il nonsense. Il pozzo dei pazzi è un cortometraggio di Raúl Ruiz, immagini per la più celebre pièce di Franco Scaldati. A seguire il prologo che Ruiz filmò per la messinscena di Elio De Capitani al Piccolo Teatro di Palermo nel 1989 dello spettacolo di Franco Scaldati, qui a confronto con Le belle bandiere di Pier Paolo Pasolini.

One night, two men by the bonfire decide to dig a hole in search of mandarin trees. The following day they find themselves at the end of the tunnel, in a mandarin plantation where they have a bizarre conversation with a hunter. In a surreal atmosphere, the Chilean director’s work puts on screen some of Franco Scaldati’s texts with a dreamy and nonsensical tone. Il pozzo dei pazzi is a short movie by Raúl Ruiz, a collection of images for Franco Scaldati’s most renowned play. Followed by the prologue that Ruiz filmed for the show directed by Elio De Capitani at Piccolo Teatro di Palermo in 1989, where Franco Scaldati reads a passage taken from Pasolini’s Le belle bandiere.

retrovie italiane / 14 novembre 2017

Uno degli episodi più crudi e misteriosi della Resistenza, il dirottamento di una corriera da parte di tre brigatisti neri conclusosi in un’esecuzione sommaria, costituisce il soggetto per uno dei più film più significativi di Gian Vittorio Baldi. Sempre distintosi come uno dei registi e produttori più industriosi ed originali del panorama italiano, Baldi si mantiene in bilico tra fiction e documento, indagando il sottile confine tra ragione e sentimento.

retrovie italiane / 14 novembre 2017

Lise, una ragazza ebrea, giunge il 26 luglio 1943 al lieben camp insieme ad altre giovani destinate ai piaceri dei soldati nazisti in licenza. Il campo è dominato dalle bieche figure del comandante Konrad e della kapò Wagma impegnati a torturare e uccidere sadicamente. Entrambi, indifferenti al dramma di Lise, che si augura solo di poter morire, si sforzano di piegarla al dolore e alla disperazione.

presenze / 14 novembre 2017

Romain, fotografo di moda trentunenne, scopre che gli rimangono soltanto tre mesi di vita. Dopo un consulto con il medico decide di rifiutare le cure per il suo tumore: lascia il lavoro, allontana il compagno Sasha e fa di tutto per inimicarsi e ferire la sorella. L’unica persona della famiglia con cui riesce a confidarsi è sua nonna Laura. Mentre è in viaggio per raggiungere la nonna, incontra Jany che lavora come cameriera in un bar. La donna, concorde con il marito sterile, gli chiede di aiutarli a fare un bambino. Dopo una iniziale resistenza, Romain accetta di fare l’amore con la ragazza, a condizione che partecipi anche il marito. Jany rimarrà incinta. Prima di morire, Romain riallaccerà i rapporti con la sorella e farà testamento, riconoscendo il figlio e designandolo quale erede universale.

Romain, thirty-one-year-old fashion photographer, finds out that he has only three month to live. After a consultation with his doctor he decides to refuse medical treatment for his tumour: he quits his job, pushes away his partner Sasha and makes every effort to make his sister become hostile to him and to hurt her. The only person of the family to whom he is able to confide the truth is his grandmother Laura. On the way to his grandmother’s. he meets Jany who works as a waitress in a coffee. The woman, in agreement with her sterile husband, asks him to help them have a child. After an initial resistance, Romain accepts to make love with the girl, on the condition that her husband will participate too. Jany will get pregnant afterwards. Before dying, Roman gets back in touch with his sister and makes a will, recognising his son and naming him his sole heir.

presenze / 14 novembre 2017

Un detective privato alcolizzato e un sicario: due figure classiche del noir cinematografico omaggiate qui nel primo dei cortometraggi realizzati da Melvil Poupaud all’età di 11 anni. Il loro rapporto di attrazione-ripulsione sarà legato, come da tradizione, a un affare di soldi.

presenze / 14 novembre 2017

Il remake del primo fortunato cortometraggio di Melvil Poupaud, realizzato vent’anni dopo dallo stesso Poupaud. Le immagini del passato dialogano con quelle del presente, l’attore adulto si rispecchia in quello bambino reinterpretandone i dialoghi e confrontandosi con la sua stessa immagine. Un rispecchiamento che è caratteristico dell’opera di Poupaud regista.

It is a remake of the first successful short movie by Melvil Poupaud, it was made twenty years later by Poupaud him- self. Past images are compared to pres- ent ones, the grown up actor looks at his younger self in a mirroring which is typical of Poupaud’s directing work.

presenze / 14 novembre 2017

Rémi è uno dei cortometraggi più lunghi e complessi di Melvil Poupad. Senza dubbio l’esperienza di Conte d’été di Eric Rohmer deve averlo segnato: e qui è proprio il cinema di Rohmer a essere canzonato, in un gioco in cui l’attore Poupaud coinvolge i suoi amici più stretti nel corso di una vacanza. Ne deriva un ritratto ironico che si misura direttamente e in maniera irriverente ancorché affettuosa con il cinema del grande maestro.

Rémi is one of the longest and most complex short movie by Melvil Poupaud. Without a doubt, Eric Rohmer’s A Summer’s Tale must have left a mark on him. He mimics Rohmer’s movies in a game that Poupaud plays with his closest friends while on holiday. The result is an ironic portrait that faces directly and in an irreverent yet affectionate way the maestro’s movies.

presenze / 14 novembre 2017

Autoritratto in tre atti dall’infanzia alla maturità. Un lavoro che riprende e lega tra loro i materiali cinematografici girati nel corso degli anni mescolando fantastico e quotidiano. Autoritratto in forma di retablo, specchio a tre facce, è un film in prima persona, ma la persona Melvil non smette di sdoppiarsi e di metamorfizzarsi davanti alla telecamera, di volta in volta figlio o padre, se stesso o altro. Nel primo racconto, Le fils, Poupaud interpreta un alieno atterrato in una foresta che comincia a osservare da lontano una famiglia prima di raggiungerla. Nel secondo, Le Recours, Melvil, in vacanza con moglie e figlia, viene sostituito da un altro Melvil creando un surreale racconto sul tema del doppio. Infine nell’ultimo atto, Le Cinéma, Poupaud ammazza il tempo nella sua camera d’albergo tra una ripresa e l’altra di un film di François Ozon. Olivier Père lo ha definito come «il miglior segreto del cinema francese alternativo, uno degli ultimi film davvero underground».

Self-portrait in three acts, from childhood to maturity. A work that gathers and connects movie extracts filmed through the years, mixing fantastic elements and daily routine. Self-portrait in the form of a retable, a three-faced mirror, it is a movie told in first person, but Melvil never ceases to split into two and to transform in front of the camera, he becomes father and son, hilmself or someone else. In the first story, Le fils, Poupaud plays an alien landed in a forest where he starts to gaze at a family from afar before joining them. In the second story, Le Recours, while on holiday with his wife and daughter, Melvil is replaced with another Melvil thus creating a surreal tale on the theme of the double. In the final act, Le Cinéma, Poupaud kills time in his hotel suite during the filming of a movie by François Ozon. Olivier Père has defined him as «the best secret in the alternative French cinema, one of the last movies to be truly underground».

eterotopie / 21 maggio 2015

Dopo aver scontato diversi anni di prigione, un individuo cerca la via verso casa attraverso le strade ed i quartieri del Cairo, in una realtà dove tutto ciò che gli era familiare non esiste più. La città è ora governata da un nuovo sistema di norme e regolamentazioni e la vita, così come la conosceva prima di andare in prigione, è definitivamente cambiata. Nella sua ricerca per la vita il protagonista ripercorre tutti gli aspetti del suo passato: la famiglia che non ha visto per anni, la polizia, l'esercito, i netturbini, la città dei morti. Gli abitanti del Cairo sono ignari di tutti i dettagli di quella vita.

After years of incarceration an individual tries to find his way home through Cairo's streets and quarters at a time when anything that used to be familiar to him doesn't exist anymore. The city is now governed by a new set of norms and regulations and life as he knew it before going to prison is now permanently changed. In his quest for life the main character recalls every single aspect of his past: the family he hasn't seen for years, the police, the army, the garbage collectors, the City of the Dead. The inhabitants of Cairo are unaware of all the details of that life.

letterature queer / 21 maggio 2015

Andrea è un artista singolare, nelle sue opere reinterpreta i classici dell'arte – come il San Sebastiano di Mattia Preti – attraverso un raffinatissimo montaggio di fotografie d'insetti: ne possiede a migliaia, coleotteri, lepidotteri, esapodi di ogni specie, conservati in speciali teche o ritratti in uno sterminato archivio iconografico. Ma il perfetto ordine con cui cataloga e impiega i suoi insetti come fossero coloratissimi tocchi di pennello, non basta; Andrea è inseguito da un bisogno di fine, che non lo abbandona soprattutto dopo che Mike, il suo ultimo amore, è scomparso improvvisamente. Con una lucida disperazione mascherata da cinismo, Andrea si immerge nel frenetico universo gay di Milano. Tra palestre, cruising bar e chat, affastella corpi su corpi. Tutti gli amanti di Andrea – che pare collezionare specie rare di uomini come colleziona insetti – soddisfano un bisogno estetico, ma non riempiono il suo vuoto, non riescono a radicarlo a qualcosa. Ma il giorno del suo compleanno Andrea riceve in dono il diario di sua madre Jules, scomparsa quando lui aveva appena sedici anni durante una vacanza insieme a Maiorca. Con la voce di Jules inizia a ricomporsi un dialogo struggente e più che mai necessario, e capace di riportare alla luce segreti sepolti...

Andrea is a peculiar artist who reinterprets classical paintings – such as Mattia Preti’s San Sebastian – making elegant assemblages of insects' photos:  he owns thousands of insects preserved in special shrines or portrayed in an immense iconographic archive. But the perfect order with which he arranges and uses his insects – as if they were colorful brush strokes – is not enough for Andrea. He is haunted by a permanent sense of ending especially emerged after Mike's unexpected passing. Andrea, with a lucid desperation disguised as cynicism, dives into the hectic gay universe of Milan. Among gyms, cruising bars and chats, Andrea collects bodies on bodies. All of Andrea's lovers – he  seems to collect rare species of men as he collects insects – satisfy an aesthetical need but they don't fill the emptiness of his life, neither do they succeed in entrenching him to something. On his birthday, Andrea receives as a gift his mother Jules’ diary, who died when Andrea was sixteen and they were together on holiday in Majorca. Through Jules’ voice, a much-needed and heartbreaking dialogue is recomposed, bringing to light buried secrets…

letterature queer / 21 maggio 2015

La società postmoderna si contraddistingue per essere sottoposta alla costante minaccia di armi di distruzione di massa, per l'industrializzazione dell'esistenza, il consumismo, i simulacri tecnologici dell'umano e le simulazioni del reale. Questi elementi accelerano la crisi delle forme rappresentative, delle nozioni di spazio, tempo e storia, delle strutture soggettive e sociali solide, facendo coincidere l'esperienza del quotidiano postmoderno con l'attesa di un'apocalisse imminente e senza redenzione. Attraverso le opere letterarie di autori emblematici del postmodernismo (Ballard, DeLillo, Dick, Ellis, Pynchon) e i generi cinematografici specifici prima e dopo l'11 Settembre (il disaster movie, la fantascienza e il living dead movie di Romero) in questo libro si costruisce un percorso fatto di immagini catastrofiche, oggetti forieri di distruzione, metropoli simili a novelle Babilonia e corpi ibridi che mettono in crisi il concetto stesso di umano, di vita e di morte, dando forma all'esperienza dell'apocalisse postmoderna.

Postmodern society is characterised by the constant threat of weapons of mass destruction, the industrialisation of human lives, consumerism, technological simulacra of human beings and simulations of the real. These elements accelerate the crisis of representational forms, of notions of space, time and history, as well as of subjective and social structures. In so doing, they force a collision between the experience of postmodern daily existence and the expectation of an imminent and unredeemable apocalypse. By analysing the literary work of well-known postmodern writers (Ballard, DeLillo, Dick, Ellis, Pynchon) and cinema genres before and after 9/11 (disaster movies, sci-fi and Romero’s living dead movie), this book develops an itinerary full of catastrophic images, portents of destruction, metropolises like new Babylons and hybrid bodies which deconstruct the very notions of human, life and death, thus giving a shape to the experience of postmodern apocalypse.