presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
Figura rilevante del cinema underground, l’artista Mike Kuchar – che assume in questo film le fattezze di un pesce, poi di un astro e infine di un volatile, in un omaggio alla sfrenata fantasia del cinema delle origini – parla del suo rapporto con la settima arte, si ricorda del suo parto, rievoca la sua attrazione per le stelle, i centri commerciali e gli uccelli, la cui libertà si ritrova nella volontà del regista americano di esplorare nuovi orizzonti dell’arte del cinematografo. Il suo discorso si sviluppa secondo un principio di libera associazione di idee ed è rispecchiato dalle immagini oniriche dell’opera, la cui estetica rende omaggio a quella dei film a basso costo di Kuchar. Marie Losier fornisce un ritratto intimo e spensierato dell’amico, offrendo un atlante spiritoso dell’immaginario del regista.
[ENG]
A major figure in underground cinema, the artist Mike Kuchar – who in this film turns into a fish, then into a star, and finally into a bird, as a tribute to the unbridled imagination of early cinema – talks about his relationship with film, remembers his birth, recalls his fascination for stars, shopping malls and birds, whose liberty is to be found in the American director’s will to explore new horizons of cinematographic art. His speech unfolds according to free association of ideas, mirrored in the dream-like images of the film whose aesthetics pays tribute to Kuchar’s B movies. Marie Losier delivers an intimate and cheerful portrait of her friend and offers a humourful atlas of the director’s world.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
L’artista e regista americano George Kuchar, la cui testa compare qui al posto del leone della celebre sigla della Metro Goldwyn Mayer, parla della sua passione per il meteo, si abbandona ai ricordi delle bufere di neve in Oklahoma, il cui cibo gli piace molto, prima di riflettere sul mangiare come rituale sociale, sulla sua riluttanza nel lavare le lenzuola e sul modo di fare la doccia. Ancora una volta il metodo è quello della libera associazione, e le Immagini di Kuchar (prima nudo mentre affronta la neve e il freddo, poi sotto la doccia vestito con un impermeabile rosso) danno ritmo al suo discorso spontaneo e spiritoso. Un’esplorazione fantasiosa delle ossessioni di una figura cult dell’underground newyorkese, con cui Marie Losier ha stretto una grande amicizia.
[ENG]
American artist and director George Kuchar - whose head replaces the famous Metro Goldwyn Mayer lion in the opening credits - talks about his fascination for the weather, gives into a recollection of snowstorms in Oklahoma, whose food he likes a lot, before reflecting on eating as a social ritual, his reluctance to wash his bed sheets and his way of having shower. Once more the film unfolds according to free associations, and the images of Kuchar (first naked, braving the snow and the cold, then under the shower wearing a red raincoat), gives rhythm to his spontaneous and humorous speech. An imaginative exploration of the obsessions of a cult figure from New York underground scene, with whom Marie Losier became friend.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
“Nel teatro si tratta sempre di sesso”, dichiara il regista teatrale Richard Foreman, fondatore dell’Ontological-Hysteric Theater, che reinventava il teatro americano negli anni Sessanta. Mentre lavora a una produzione teatrale, approfondisce la sua concezione del teatro come atto profondamente erotico, spiegando che, quando era giovane, gli attori non gli piacevano, perché la loro sola presenza in scena gli sembrava un’ingiunzione ad amarli. Un’affascinante immersione nel pensiero di Foreman, per il quale il teatro è un modo di esplorare la natura desiderante dell’essere umano. Marie Losier riesce a catturare l’energia vitale all’origini di una delle operi teatrali più originali degli ultimi cinquant’anni.
[ENG]
“Theater is about sex”, states the theater director Richard Foreman, founder of the Ontological-Hysteric Theater, who reinvented American theater in the sixties. While working on a theater production, he elaborates on his conception of theater as a deeply erotic act. For instance, he explains that he did not like actors when he was young, because their very presence on stage came across to him as an injunction to love them. A fascinating immersion into Foreman’s thought, according to which theater is a way to explore the hidden desires of human soul. Marie Losier manages to capture the vital energy at the heart of one of the most original theater work of the last fifty years.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
Il compositore minimalista Tony Conrad lo ricorda perfettamente: da bambino era molto introverso. Davanti alla cinepresa di Marie Losier è tutto il contrario: si trasforma in personaggi stravaganti ed eccentrici, giocando con i suoi piedi o con delle arance, cucinando delle pellicole cinematografiche per metterle in conserva o ancora ballando follemente en travesti. Il grande artista e musicista statunitense, ispiratore della musica dei Velvet Underground, racconta la sua vita, gli spettacoli di marionette che faceva con sua madre, la scoperta del violino, la sua amicizia con La Monte Young, il suo incontro con Jack Smith. Marie Losier offre non soltanto un ritratto dolce e divertente del suo amico Tony Conrad, ma anche un’ode all’amicizia e ai piccoli momenti di fantasia che sono il sale della vita.
[ENG],
Minimalist composer Tony Conrad remembers that as a child, he was much introverted. Yet, in front of Marie Losier’s camera, it is hard to believe. Indeed, he turns into odd and eccentric characters, playing with his feet or oranges, cooking reels and canning them, or crazily dancing dressed as a woman. The great American artist and musician, who inspired the Velvet Undergound, tells about his life, the puppet shows he used to do with his mother, his discovery of violin, his friendship with La Monte Young, and his meeting with Jack Smith. Marie Losier offers not only a sweet and funny portrait of her friend Tony Conrad, but also an ode to friendship and to the tiny moments of creativity that amount to the salt of life.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
L’artista coreano di fama internazionale Chong Gon Byun raccoglie oggetti trovati per usarli in un modo surrealista che mette in discussione la società post-industriale che li produce. Oggetti di qualsiasi tipo: giocattoli, manichini, orologi, strumenti, cappelli, occhiali, maschere, lampade e altro che tiene nelle stanze del suo studio, offrendo un mosaico di tutto ciò che la nostra civilizzazione crea e butta. Marie Losier compie un’esplorazione visiva del mondo dell’artista, quasi un’enciclopedia delle piccole cose, filmando gli oggetti raccolti da Chong Gon Byun e proponendo un inventario della sua opera. Il montaggio frenetico e la mobilità della cinepresa a mano non fanno altro che rispecchiare la smania consumistica sulla quale si basa il nostro rapporto con gli oggetti.
[ENG]
World famous Korean artist Chong Gon Byun collects found objects to use them in a surrealist way in order to challenge the post-industrial society where they are produced. Objects of any kind: toys, dummies, clocks, instruments, hats, glasses, masks, lamps and so on, that he keeps in his studio, offering thus an atlas of everything that our civilization creates and throws away. Marie Losier conducts a visual exploration of the artist’s world, filming the objects collected by Chong Gon Byun. She offers thus a sort of inventory of his work. The frantic editing and the shaky camera effects do nothing but mirroring the consumerist urge on which our relationship with objects is based.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
Com’era la vita del cantante e artista Alan Vega (Suicide, The Sisterhood)? La risposta è data in questo film attraverso un ritratto familiare. Dalle lezioni di sassofono del figlio Dante al bucato con la moglie Lize Lamere, per non parlare della preparazione dell’albero di Natale, tutto fornisce il pretesto per una serie di giochi senza fine. La vita quotidiana sembra dovere essere sempre reinventata, come se la routine fosse destinata a essere sovvertita. “La vita stessa è rivoluzionaria”, dice Alan Vega mentre cammina di notte per le strade di New York coperte di neve. Di sicuro la sua vita era cosi, e Marie Losier riesce ad entrare con grande tenerezza e intimità nella vita della famiglia Vega-Lamere, con cui condivide momenti di sincera complicità.
[ENG]
How was the life of singer and artist Alan Vega (Suicide, The Sisterhood)? The answer is provided in this film through a family portrait. From the saxophone lessons of Vega’s son Dante to the laundry with his wife Lize Lamere, to say nothing about decorating the Christmas tree, everything serves as pretext for a series of endless games. Daily life seems to have to be reinvented all the time, as if the routine was doomed to be subverted. “Life itself is revolutionary”, says Alan Vega while walking in the snow-covered New York streets. No doubts his life was so. Marie Losier manages to capture scenes from the Vega-Lamere family life with tenderness and intimacy, sharing with them true moments of complicity.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
Come altri parenti della famiglia Moreno, le sorelle Rossy, Esther e Cynthia sono lottatrici professioniste di lucha libre. Non c’è dubbio: lottare è la passione della loro vita. Lo fanno ovunque, non solo sul ring, ma anche a casa, dove il soggiorno può trasformarsi all’improvviso in un’arena di wrestling, a ritmo di cha cha cha. Quando non lottano, Rossy cucina nel suo ristorante, Esther si occupa di suo figlio, mentre Cynthia si esercita. In questi momenti di pausa parlano della loro traiettoria di vita e dell’evoluzione dei loro rapporti. Marie Losier filma i corpi delle tre donne con grande tenerezza, in un modo che ricorda l’opera di Fellini o di Werner Schroeter, affascinata dalla loro esuberanza e generosità. Un film che anticipa di qualche anno il ritratto del più celebre tra gli exoticos: il lottatore Cassandro cui dedicherà nel 2018 un lungometraggio.
[ENG]
Like many relatives from the Moreno family, the sisters Rossy, Esther and Cynthia are professional lucha libre wrestlers. There is no doubt about it: wrestling is their life passion. They do it everywhere, not only on the ring, but also at home. The living room may suddenly be turned into a wrestling area, cheered up by the cha cha cha rhythm. When they do not fight, Rossy cooks in her restaurant, Esther looks after her son, while Cynthia works out. In these moments of break they talk about their life course and the evolution of their relationship. Marie Losier films the three women’s exuberant and generous bodies with great tenderness, in a manner reminiscent of Fellini’s and Werner Schroeter’s works. This short film was made a few years before Losier’s portrait of the most famous exotico, namely the wrestler Cassandro, protagonist of her 2018 feature Cassandro, the Exotico!.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
Inquadratura fissa: il compositore tedesco Felix Kubin, vestito di un abito blu e di una camicia rossa, suona il pianoforte, ma senza pianoforte. Non si sa da dove provenga la musica: incantesimo, magia, o trucco? Questo rimane un mistero. L’unica cosa di cui siamo sicuri è l’agilità di Kubin, filmato in mezzo primo piano, che picchietta con le dita nell’aria con grande destrezza, in un’immagine che ricalca una celebre sequenza interpretata da Jerry Lewis alla macchina da scrivere. Con questo cortometraggio, la cui estetica ricorda i film di Georges Meliès, Marie Losier sviluppa una riflessione filosofica e ludica sul potere della musica, mentre rende omaggio agli effetti speciali dell’epoca del film muto. Kubin sarà protagonista di un nuovo lungometraggio di Marie Losier, attualmente in fase di montaggio.
[ENG]
Still shot. German composer Felix Kubin, wearing a blue suit and a red shirt, plays the piano without piano. A halo of mystery surrounds the origin of the music he plays: enchantment, magic or trick? This remains a puzzle. The only thing we know for sure is Kubin’s great agility. A medium shot shows him tapping his fingers with dexterity, in a reminiscent manner of famous Jerry Lewis’s typewriter scene. Through this short whose aesthetics reminds of Georege Meliès’ films, Marie Losier addresses the power of music in a philosophical and playful way, while paying tribute to special effects from the silent era. Kubin will be the protagonist of Marie Losier’s next feature, which is currently being edited.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
Nei primi anni Novanta, l’artista e musicista Genesis Breyer P-Orridge conosce Lady Jaye, un incontro che segna l’inizio di una storia d’amore fuori norma. Dopo il matrimonio, i due artisti intraprendono il progetto ‘pandroginia’, un processo di trasformazione del loro corpo per assomigliarsi. La loro vita quotidiana diventa un campo di sperimentazioni permanenti, Genesis e Lady Jaye sfidano qualsiasi tipo di norma nel loro agire inventando rituali – quali ricostruire la prima volta che hanno fatto l’amore – che trasformano la loro vita in un’opera d’arte.
Marie Losier ritrae la coppia in un modo intimo e affettuoso attraverso immagini della loro vita quotidiana e la narrazione di Genesis, che ricorda con emozione la sua compagna deceduta e il desiderio che il loro rapporto fosse ricordato come una delle relazioni sentimentali più grandi di sempre.
[ENG]
In the early nineties, the artist and musician Genesis Breyer P-Orridge meets Lady Jaye, a meeting that marks the beginning of an extraordinary love story. After the marriage, the two artists undertake the “pandrogyny” project, a look alike transformation process of their bodies. Their daily life becomes a permanent experimentations camp, Genesis and Lady Jaye challenge every tipe of rules in their act, making up rituals – such as reenacting the first time they made love – which transform their life into an artwork.
Marie Losier portraits the couple in an intimate and tender way through images of their daily life and Genesis’s voice over, who reminds with emotion his deceased partner and the desire that their relationship would be remembered as one of the greatest love story ever.
presenze / 21 maggio 2019
[ITA]
Figura cult della lucha libre dichiaratamente omosessuale, Cassandro è famoso per i suoi talenti sportivi ed anche come exótico, una categoria di lottatori che combattono travestiti. Malgrado le difficoltà incontrate nella sua carriera, tra tentativi di suicidio e tossicodipendenza, ha ottenuto riconoscimenti grazie ai suoi successi e si è affermato come uno dei personaggi queer più importanti del wrestling, trasformando il ring in una metafora della lotta per affermare il diritto di assumere la propria identità.
Marie Losier segue Cassandro nella sua vita quotidiana, tra incontri di wrestling e periodi di risposo, filmando con una grande tenerezza il corpo dello sportivo coperto di cicatrici, che racconta una storia di lotta e di sofferenza, ma anche di vittoria.
[ENG]
An overtly gay cult figure from Lucha Libre, Cassandro is famous for his talent and also as an “exótico”, a category of wrestlers that fight wearing drag. Despite the obstacles faced during his career, between suicide attempts and drug addiction, he obtained recognition thanks to his successes establishing as one of the most important queer wrestling characters, transforming the ring into a metaphor of the fight to assert the right to assume his own identity.
Marie Losier follows Cassandro in his daily life, between wrestling matches and resting periods, filming with great tenderness the body of the athlete covered by scars, who tells a story of fight and suffering, but also of victory