panorama queer / 14 maggio 2024
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L’aspirante designer di giochi Alejandro si trasferisce a New York City insieme alle sue insolite idee sulla vita, oltre che ai ricordi di infanzia del suo paese d’origine, San Salvador. Quando il suo visto di residenza sta per scadere, Alejandro trova una possibile soluzione collaborando con la stralunata curatrice d’arte Elizabeth, che vuole realizzare una mostra con le opere del marito, artista ossessionato dalle uova. Sarà l’inizio di un viaggio delirante fra le strade della grande metropoli.
L’esilarante esordio alla regia del giovane attore Julio Torres (già voce per il candidato all’Oscar come Miglior Film d’Animazione Nimona) è un viaggio surreal-burocratico fra uffici, mostre d’arte e funivie, funambolico racconto di formazione e grande esercizio di bravura per Tilda Swinton nei panni di Elizabeth, mattatrice e punta di diamante di una nuova commedia targata A24, incrocio impossibile tra Charlie Kaufman e Wes Anderson.
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Aspiring video game designer, Alejandro, moves to New York City along with his unusual ideas about life, as well as his childhood memories of his home country, San Salvador. When his residency visa is about to expire, Alejandro finds a possible solution by collaborating with the dazed art curator Elizabeth, who wants to create an exhibition of the works of her husband, an artist obsessed with eggs. It will be the beginning of a delirious journey through the streets of the great metropolis.
The exhilarating diretorial debut of the young actor Julio Torres (already the voice for the Academy Awards nominee for Best Animated Film Nimona) is a surreal-bureaucratic journey between offices, art exhibitions and cable cars, an acrobatic coming-of-age and a great exercise of actorial skill for Tilda Swinton in the role of Elizabeth, absolute star and spearhead of a new comedy by A24, an impossible crossing between Charlie Kaufman and Wes Anderson.
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presenze / Matías Piñeiro / 14 maggio 2024
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Mercedes lavora in un museo ed è un’avida lettrice. È il vertice di un pentagono sentimentale che comprende Leticia, Clara, Andrés e Leandro, la cui vita romantica e professionale è perennemente filtrata dagli occhi vivaci della protagonista, tra dialoghi, baci rubati e corse a perdifiato in musei, strade e parchi di una labirintica Buenos Aires.
Il primo lungometraggio di Matías Piñeiro è una ronde di rara grazia, e presenta in nuce tutte le sue ossessioni principali: Shakespeare, i musei e i monumenti, la letteratura, la tecnica della pellicola, i piccoli inganni d’amore. Un madrigale à la Éric Rohmer, oppure una rivisitazione delle scorribande della nouvelle vague, un film che introduce Piñeiro al mondo ludico ma sofisticato del nuovo cinema argentino.
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Mercedes works in a museum and is an avid reader. She is the summit of a sentimental pentagon that includes Leticia, Clara, Andrés and Leandro, whose romantic and professional life is perpetually filtered by the lively eyes of the protagonist, between dialogues, stolen kisses and breathless races in museums, streets and parks of a labyrinthine Buenos Aires.
Matías Piñeiro’s first feature film is a ronde of rare grace, and presents in essence all his main obsessions: Shakespeare, museums and monuments, literature, film technique, the small deceptions of love. A madrigal in the style of Éric Rohmer, or a revisiting of the ’s lively wanderings, a movie that introduces Piñeiro to the playful but sophisticated world of new Argentine cinema.
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nuove visioni / 14 maggio 2024
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Il regista Armel Hostiou viaggia a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, perché qualcuno da lì è penetrato nel suo account Facebook, e si è finto lui annunciando dei provini fasulli. Il film racconta questo viaggio: un regista alla ricerca della propria falsa identità, nascosta - e identificata - attraverso un avatar di Facebook. O non è così? Le vrai du faux forse invece mostra la ragnatela di relazioni inserita in un sistema di potere che decreta cosa sia il bianco e il nero. O è falso? Le vrai du faux si muove in uno spazio di confine tra reale e virtuale, usurpatore e usurpato, me e l’altro. Falso, ma è tutto vero.
In una matrioska di prospettive senza fine, Hostiou esplora i significati di verità e di menzogna, impresa che si trasforma nella miccia per giocare con posizioni identitarie all’apparenza oppositive, e dissacrare il concetto stesso d’identità.
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Director Armel Hostiou travels to Kinshasa, in the Democratic Republic of Congo, because someone from there hacked into his Facebook account and posed as him by announcing fake auditions. The film documents this journey: a director in search of his false identity, hidden - and identified - through a Facebook avatar. Or is it not so? Le vrai du faux perhaps shows the web of relationships embedded in a system of power that decrees what is black and white. Or is it fake? Le vrai du faux moves in a boundary space between real and virtual, usurper and usurped, me and the other. False, but it's all true.
In an endless matryoshka of perspectives, Hostiou explores the meanings of truth and lies, an enterprise that becomes the fuse for playing with -apparently- oppositional identity positions and desecrating the very concept of identity.
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premio Nino Gennaro / 14 maggio 2024
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Il regista tedesco di cinema, teatro e opera Werner Schroeter si definisce da sé come un dinosauro di un’altra epoca, “quando si sognava la massima libertà nel cinema”. La regista Monika Treut lo visita sul set del suo film Deux a Parigi, e lo ritrova poi a Düsseldorf durante la produzione dell’opera Norma.
Un incontro ai vertici nell’Olimpo dei registi del cinema tedesco di fine Novecento, meno conosciuti ma non per questo meno grandi.
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The late German film, theatre and opera director Werner Schroeter is a self-proclaimed dinosaur from another age, “when people dreamed of ultimate freedom in film”. Filmmaker Monika Treut visits him on the set of his feature Deux in Paris, and then in Düsseldorf during the production of the opera Norma.
A meeting of two giant directors of late 900s cinema, they are little known but not for this smaller than others.
panorama queer / 14 maggio 2024
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Nei primi anni del Novecento, in un carteggio enigmatico, Rosa confida all’amica Giorgina che l'uomo-macchina di cui parla Marinetti non è un futuro che riguarda i soli uomini, come dicono i futuristi. È un fatto presente e concreto per le donne, che Giorgina e le altre possono ricevere “per posta”.
L’ironia e il capovolgimento dei codici e dogmi culturali sono il fondamento di We Should All Be Futurists, che racconta con piglio tagliente e comico un mondo in cui ad appropriarsi degli esiti del futurismo sono proprio le donne. Angela Norelli mescola fiction e materiali d’archivio con un montaggio che non interrompe mai il flusso narrativo andando, anzi, ad acuire sempre di più l’interesse in chi guarda, raccontando la condizione femminile del passato con echi che risuonano ancora oggi.
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In the early years of the twentieth century, in an enigmatic correspondence, Rosa confides to her friend Giorgina that the man-machine of which Marinetti speaks is not a future that concerns men alone, as the Futurists say. It is a present and concrete fact for women, which Giorgina and the others can receive "by mail".
Irony and the reversal of cultural codes and dogmas are the foundation of We Should All Be Futurists, which tells with a sharp and comic attitude a world in which women are the ones who appropriate the results of futurism. Angela Norelli mixes fiction and archival materials with an editing that never interrupts the narrative flow, going on the contrary, to sharpen more and more the interest of the viewer, telling the female condition of the past with echoes that still resonate today.
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panorama queer / 14 maggio 2024
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Un bambino aspetta in silenzio nella quiete del giardino di casa sua, nella profonda campagna, in compagnia del suo pastore tedesco. Cerca sua madre, si guarda attorno, controlla in un capanno, finché non la vede uscire di casa. Ma è come se lei non lo vedesse. Qualcosa la riporta presto dentro casa, e il bambino viene lasciato solo coi suoi incubi.
Un radicale e fulminante cortometraggio che il compianto regista Laurent Achard realizza nel 2004 nell’ambito di un progetto denominato Portraits firmato Arte e Films Hatari. Un raggelante pianosequenza in cui l’ambizione di rendere evidente ma invisibile il reale motivo dello sconcerto e della paura diventa una sotterranea traccia di orrore, dispersa opacamente in un paesaggio di quotidianità. Suoni, colori, attese, rendono questi 9 minuti tra i film più agghiaccianti della recente storia del cinema europeo.
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A child waits in silence in the quiet of his home garden, in the deep countryside, alongside with his German Shepherd. He looks for his mother, looks around, checks in a shed, until he sees her leaving the house. But it’s as if she doesn’t see him. Something soon brings her back into the house, and the child is left alone with his nightmares.
A radical and shocking short film that the recently passed away director Laurent Achard made in 2004 as part of a project called Portraits, by Arte and Films Hatari. A chilling long take in which the ambition to make the real reason for bewilderment and fear evident but invisible becomes an underground trace of fear, opaquely dispersed in a placid everyday landscape. Sounds, colors, expectations, make these 9 minutes among the most unsettling movies in the recent history of European cinema.
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panorama queer / 14 maggio 2024
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Novanta giorni per fare una scelta che cambia la vita. Donne di ogni estrazione sociale si rivolgono all'Ospedale Cervello di Palermo per l’interruzione di gravidanza mentre un centro pro-vita ostracizza questa pratica. L'infermiera Antonietta guida le donne nel loro percorso per abortire tra pillole e assorbenti, mentre le donne del movimento anti aborto, tra corredini e fotografie di neonati, portano avanti la loro battaglia. Due mondi opposti uniti da una corsa contro il tempo.
La regista racconta le storie, le speranze, i desideri, i dubbi e le paure di alcune donne che si trovano ad affrontare una scelta per sé stesse. Districandosi tra le difficoltà che susseguono la loro decisione le donne protagoniste si confrontano con il senso di colpa e con i perché delle loro scelte. Assente e presente al contempo è il corpo delle donne, attraversato da tensioni e incertezze.
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Ninety days to make a life-changing choice. Women of all social backgrounds go to the Cervello Hospital in Palermo for a voluntary termination of pregnancy while the pro-life center ostracizes this practice. Nurse Antonietta guides the women on their path into having an abortion with pills and sanitary pads, while the women of the anti-abortion movement carry on their battle by offering layettes and showing photographs of newborn babies. Two opposing worlds united by a race against time.
The director tells stories, hopes, desires, doubts and fears of some women who are facing a life changing choice. Untangling the difficulties that follow their decision, the women protagonists confront guilt and the whys of their choices. The female body is absent and present at the same time, crossed by tensions and uncertainties.
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panorama queer / 13 maggio 2024
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Nei loro sogni tutte le meduse sono bagnate. I sogni sono quelli del desiderio, cui Marie Luise Lehner ci ha abituato in tutti i suoi cortometraggi; le meduse bagnate sono i corpi desideranti che popolano le piscine pubbliche, in uno spettro di diversità che possono finalmente esibirsi, confrontarsi, relazionarsi senza alcuna vergogna.
Dalla repressione all’esibizione, dalla rimozione all’autodeterminazione, con la spigliatezza calorosa di un occhio empatico, genuino e riconoscente. Il microcosmo dei suoi allegri personaggi si arricchisce a dismisura in questa indagine sulle normative di genere e sulle convenzioni sociali di uno spazio pubblico come la piscina, in cui esposizione dei corpi e necessità di adattamento si scontrano col rischio di relegare alla sola fantasia un atto pirotecnico di liberazione.
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In their dreams all the jellyfish are wet. The dreams are those of desire, to which Marie Luise Lehner has accustomed us in all her short films; wet jellyfish are the desiring bodies that populate public swimming pools, in a spectrum of diversity that can finally perform, compare, relate without any shame.
From repression to exhibition, from removal to self-determination, with the warm ease of an empathetic, genuine and grateful eye. The microcosm of his cheerful characters is enriched immeasurably in this investigation into gender regulations and the social conventions of a public space like the swimming pool, in which exposure of bodies and need for adaptation clash with the risk of relegating a pyrotechnic act of liberation alone within the imagination.
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panorama queer / 13 maggio 2024
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Giocare, indossare altri generi, raccontare di quel sogno imbarazzante che ha a che fare con Erdogan e la depilazione. Fare sesso. Geh Vau vuol dire tutto questo, ma anche ritrarsi da un presente che relega le “cose di poco conto” a intercorsi e interruzioni di una temporalità produttiva. Il quotidiano delle coinquiline Thea e Paula appare dislocato e rivendica la propria dimensione gratuita anche quando entra in contatto con l’alterità, Anton, desiderio erotico di Thea. Il tentativo dei due di avere un rapporto sessuale viene costellato di battute d’arresto, dalla chiamata ricevuta da Anton per andare al concerto delle Schapka alla mancanza del preservativo, che sembrano confondersi con l’esperienza erotica stessa.
Marie Luise Lehner sfugge dai dettami della temporalità portando con sé i propri personaggi e i loro desideri in un cortometraggio denso di euforia e scoperte.
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Playing, wearing other genders, talking about that embarrassing dream that has to do with Erdogan and hair removal. Having sex. Geh Vau means all this, but also withdrawing from a present that relegates “things of little importance” to intercourses and interruptions of a productive temporality. The daily life of roommates Thea and Paula appears dislocated and claims its own gratuitous dimension even when it comes into contact with otherness, Anton, Thea's erotic desire. The two's attempt to have sexual intercourse is peppered with setbacks, from the call received from Anton to go to the Schapka concert to the lack of a condom, which seem to be confused with the erotic experience itself. Marie Luise Lehner escapes the dictates of temporality, bringing her characters and their desires with her in a short film full of euphoria and discoveries.
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panorama queer / 13 maggio 2024
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Davide è un trentenne che vive in un paese dell’entroterra siciliano. Non conosce il tempo libero. Si sveglia all’alba per aprire il suo bar e comincia il duro lavoro. Vive la cura del corpo come un culto: shake proteici, palestra, integratori, lezioni di pole dance e i trattamenti di Alessandra, la fidanzata estetista. Davide ha sempre desiderato piacere e piacersi. Da modello a mister Sicilia, oggi il suo sogno si realizza sul palco di un locale notturno dove lavora come spogliarellista e si lascia desiderare dagli altri.
Un documentario che affronta il tema dell'ossessione per la bellezza e il culto del corpo senza trascurare quello altrettanto attuale della costruzione dell'identità a partire dal nostro corpo e dallo sguardo degli altri.
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Davide is a thirty-year-old who lives in a town in the Sicilian hinterland. He doesn't know what free time is. He wakes up at dawn to open his bar and begins the hard work. He experiences body care as a cult: protein shakes, gym, supplements, pole dancing lessons and treatments from Alessandra, his beautician girlfriend. Davide has always wanted to please and be admired. From model to Mister Sicily, today his dream comes true on the stage of a nightclub where he works as a stripper and lets himself be desired by others.
A documentary focused on obsession with beauty and the cult of the body without neglecting the equally current issue of the construction of identity starting from our body and the gaze of others.
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panorama queer / 13 maggio 2024
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Intrappolato a casa con delle droghe allucinogene e il suo gatto parlante, Bold cerca rifugio tra le forti braccia di strani uomini di Internet che si masturbano per raggiungere la vera felicità.
Con il suo personaggio confinato in casa, Bold Eagle fa rivivere i ricordi della reclusione durante la recente pandemia di Covid-19, quando solo gli schermi di computer e cellulari offrivano la possibilità di evasione sessuale e geografica. Il regista filippino Whammy Alcazaren propone un viaggio attraverso un montaggio di video e foto presi dal web, tra contenuti pornografici e scatti idilliaci delle Hawaii, per evocare condizioni di esistenza in cui il desiderio è suscitato esclusivamente dalle immagini digitali.
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Trapped at home with hallucinogenic drugs and his talking cat, Bold seeks refuge in the strong arms of strange men from the internet as they masturbate their way to true happiness.
With its homebound character, Bold Eagle revives memories of confinement during the recent Covid-19 pandemic, when only computer and cell phone screens offered the possibility of sexual and geographical escapism. Filipino filmmaker Whammy Alcazaren takes us on a journey through a montage of videos and photos from the web, between pornographic content and idyllic shots of Hawaii, to evoke conditions of existence where desire is aroused exclusively by digital images.
ticket online | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504111
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panorama queer / 13 maggio 2024
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Il viaggio di un gruppo di giovani ragazzi queer in una casa stregata in Normandia. The Deep Queer Massacre è un omaggio al genere, o meglio, ai generi cui si riferisce: c’è l’horror anni Ottanta, lo splatter, la violenza cruda e grottesca di Joe D’Amato mischiata alle volute goffagini e peripezie estetico-narrative della Troma. Un film artigianale e potente nella sua plasticità quasi rivoltante, che magnetizza a ogni visione; una dichiarazione d’intenti estetica e politica a quello che è il cinema: magia, rimaneggiamento, terrore e soprattutto sessualità e desiderio, in un mix geniale e visivamente febbricitante.
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A bunch of horny gay boys’ journey to a witch’s manor in Normandy. The Deep Queer Massacre is a tribute to the genre, or rather, to the genres to which it refers: there is 80s horror, splatter, the raw and grotesque violence of Joe D'Amato mixed with the deliberate clumsiness and aesthetic-narrative vicissitudes of Troma. An artisanal and powerful film in its almost revolting plasticity, which magnetizes at every viewing, an aesthetic and political declaration of intent on what cinema is: magic, rehash, terror and above all sexuality and desire, in a brilliant and visually feverish mix.
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panorama queer / 13 maggio 2024
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Hervé Couergou diventa partner del regista Lionel Soukaz nel 1982, durante i dolorosi primi anni dell'epidemia di HIV/AIDS in Francia. Condividono gli amici, gli amanti, i momenti creativi, gli attimi di disperazione e di gioia, la vita. Attingendo ad un diario intimo di oltre 2000 ore di registrazione realizzato da Soukaz tra il 1991 e il 2013, Artistes en zones troublés racconta la storia di Hervé e Lionel, di come il loro rapporto diventa un rifugio in mezzo a una tempesta, e in particolare del genio poetico di Hervé, del suo spirito dandy, delle registrazioni musicali e delle pagine colorate dei loro taccuini.
Al di là dell’omaggio al compagno del regista, Hervé Couergou, figura centrale di tutte i video, il film mira a fabbricare il diario di un’epoca e non rinuncia alla vocazione di trasmettere e testimoniare, come con una fotografia, un momento storico ben preciso per le giovani generazioni.
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His lover since 1982, Hervé Couergou becomes filmmaker Lionel Soukaz's partner during the painful first years of the HIV/AIDS epidemic. They share friends, lovers, creative moments, instants of despair and joy, life. Artistes en zones troublés, from a diary by Soukaz that spans 2000 hours shot between 1991 and 2013, tells the story of Hervé and Lionel, how their relationship becomes a shelter in the middle of a storm, and in particular the poetic genius of Hervé, his dandy spirit, his music recordings and the colorful pages of his notepads.
Besides the homage to the director's partner, Hervé Couergou, the central figure of all the footage, the film aims to create the diary of an era and does not give up on its vocation of transmission and testimony, as with a photo, of a specific historical moment for the younger generations.
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panorama queer / 13 maggio 2024
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Nell’Italia del sud una comunità di donne si dedica a pratiche divinatorie risalenti all'antichità romana, come l'ornitomanzia e l'interpretazione dei fenomeni celesti. In mezzo a un paesaggio prevalentemente rurale, le "augure" ritratte da Clémentine Roy decifrano l’indizio dato dal volo di un uccello o il significato dei brontolii del temporale e si scambiano le informazioni con messaggi vocali sul cellulare.
Predizioni che risuonano piuttosto come descrizioni di un mondo desiderato in cui la lentezza e i gesti quotidiani si riappropriano dell'importanza ormai perduta. Un film che propone una nuova affascinante formula per vivere in armonia col cosmo, incapace di nascondere i conflitti evidenti di una modernità che si scontra con un mondo ancestrale e misterioso, ma capace di incuriosire su come sia possibile riscrivere il presente, o vederlo con occhi nuovi.
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In the south of Italy, a community of women devotes itself to divinatory practices dating back to Roman antiquity, such as ornithomancy and the interpretation of celestial phenomena. In the midst of a predominantly rural landscape, the "augurs" portrayed by Clémentine Roy decipher the clue given by the flight of a bird or the meaning of the rumblings of the storm and exchange the information with voice messages on their cell phones.
Predictions that resonate rather like descriptions of a desired world in which slowness and daily gestures reconquer their lost importance. A movie that suggests a new fascinating way to live in harmony with the cosmos, unable to hide the evident conflicts between modernity and an ancestral and mysterious world, but able to intrigue about how it could be possible to rewrite the present, or to see it with new eyes.
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panorama queer / 13 maggio 2024
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L’isola della Giudecca, a sud del centro storico di Venezia, è la sede del Convento delle Convertite, ormai quasi da 200 anni un carcere femminile destinato alla reclusione e alla riabilitazione delle prigioniere condannate. L’edificio però era ancora prima un convento dove prostitute e donne considerate immorali venivano rinchiuse contro la loro volontà. Dietro quelle mura, e in particolare nel parlatorio, c’è però un’altra storia, per la quale le donne si esibivano per l’alta società, offrendo spettacoli di travestitismo, talvolta anche blasfemo.
Il corto di Pauline Curnier Jardin inizia quieto sulla voce fuoricampo di una prigioniera, ma lentamente, tramite disegni e viraggi al negativo, si trasforma in un trip funky di collage dadaisti e animazioni stralunate, una notte stellata di fuochi d’artificio che scopre un’energia mai sopita, ammiccante ed esaltata, come con un rituale alternativo a quello sacro, in un funambolico controcampo profano.
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The island of Giudecca, south of the historic center of Venice, is the home of the Convent of the Convertite, which for about 200 years has been a women’s jail for the imprisonment and rehabilitation of condemned prisoners. Even before that, the building was a convent where prostitutes and women considered immoral were locked up against their will. Nevertheless, behind those walls, and in particular in the parlor, there is another story, and according to this story women performed for high society offering shows of transvestism, sometimes even blasphemous.
Pauline Curnier Jardin’s short movie begins quietly on the voice over of a prisoner, but slowly, through drawings and negative toning, transforms into a funky trip of Dadaist collages and dazed animations, a starry night of fireworks that discovers a never dormant energy, winking and exalted, as with an alternative ritual to the sacred one, in a acrobatic profane countershot.
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nuove visioni / 13 maggio 2024
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Pierre Primetens è nato il 22 aprile 1974, tre giorni prima della Rivoluzione dei garofani che mette fine alla dittatura portoghese. Ha trascorso i primi anni della sua infanzia a Chaville, non lontano da Versailles, ed ha effettuato regolarmente viaggi di famiglia in Portogallo, fino alla morte della madre. Poi la sua vita prende un'altra svolta. I ricordi si affastellano e le foto della sua infanzia e della sua famiglia vanno perdute o distrutte. Ripercorrere e capire gli eventi che hanno segnato la sua biografia e determinato il suo essere diventa per il regista una tappa fondamentale per restare in vita. Decide quindi di raccontare la sua storia prendendo in prestito le immagini di altri.
Indagando le possibilità del film di montaggio d’archivio, Primetens realizza una sinfonia intima e graffiante con cui riesce a mettersi a nudo senza mostrarsi mai davvero, alludendo, ammiccando, evocando altro pur rimanendo sempre fuoricampo, tra le immagini ma mai nascosto. Mai lo schietto e il subliminale sono mai state così tanto facce della stessa medaglia.
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Pierre Primetens was born on 22 April 1974, three days before the Carnation Revolution which put an end to the Portuguese dictatorship. He spent the first years of his childhood in Chaville, not far from Versailles and regularly took family trips to Portugal, until the death of his mother. Then his life takes another turn. Memories pile up, and photos of his childhood and his family get lost or destroyed. Retracing and understanding the events that marked his biography and determined his being become a fundamental step for him to survive. Consequently, he decides to tell his story by borrowing the images of others.
Investigating the possibilities of archive montage film, Primetens creates an intimate and scratchy symphony with which he manages to lay himself bare without ever really showing himself, alluding, winking, evoking something else while always remaining off-screen, among the images but never hidden. Never have the frankness and the subliminal been so much sides of the same coin.
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queer short / 13 maggio 2024
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Il nero torbido del carboncino, il bianco sporco della carta, e i segni di una lotta artistica e sentimentale consumata sul crinale tra composizione e decomposizione.
Y è un film d’animazione il cui titolo rimanda all’incognita, al dubbio che ogni relazione schiude rispetto alla propria durabilità, simboleggiando anche un’iniziale unità che nel corso del tempo si usura fino a biforcarsi e a scindere l’originale simbiosi in irreparabile distanza. Un bivio, dunque, che pone la protagonista e gli spettatori di fronte a due opposti: l’intimità e l’allontanamento, l’inizio di un amore e la sua fine. Y è un viaggio rizomatico di osservazione prossima del desiderio e del corpo femminile, tratteggiato in ogni angolo e curva e colto quasi sempre sotto il tocco desiderante di due amanti destinate a non ritrovarsi mai più.
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The turbid black of the charcoal, the dirty white of the paper, and the signs of an artistic and sentimental struggle played on the ridge between composition and decomposition.
Y is an animated film whose title refers to the unknown, to the doubt that every relationship opens up regarding its own durability, but that also symbolizes an initial unity that wears out over time until it branches out and splits the original symbiosis in an irreparable distance. A crossroads, therefore, that let the protagonist and the spectators face two opposites: intimacy and estrangement, the beginning of a love story and its end. Y is a rhizomatic journey of close observation of desire and female body, outlined in every corner and curve and almost always caught under the desiring touch of two lovers destined to never meet again.
ticket online (26/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=503999
ticket online (30/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504120
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queer short / 13 maggio 2024
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XVI secolo. Dopo un periodo trascorso all'estero nella Francia antartica, Jean Aurand trova rifugio come servitore nella casa del filosofo francese Michel de Montaigne, dove una serie di eventi fantastici cambia per sempre la vita dei due uomini.
In questa fantasia queer che evoca ricordi del primo Bertrand Mandico, di Perceval le Gallois di Eric Rohmer e di West Indies di Med Hondo, il regista brasiliano Bernardo Zanotta contrappone la brutalità dei colonizzatori alla sensualità del rapporto di Jean Aurand con gli indigeni. Possiamo solo sognare quale corso avrebbe preso la storia se l'approccio pacifista e non binario del servitore avesse prevalso sulla violenza coloniale.
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16th century. After a period overseas in the Antarctic France, Jean Aurand finds refuge as a servant in the house of French philosopher Michel de Montaigne, where a series of fantastical events change the lives of these two men forever.
In this queer fantasy that conjures up memories of early Bertrand Mandico, Eric Rohmer's Perceval le Gallois and Med Hondo's West Indies, Brazilian filmmaker Bernardo Zanotta contrasts the brutality of the colonists with the sensuality of Jean Aurand's relationship with the natives. We can only dream of the course history would have taken if the servant's pacifist, non-binary approach had prevailed over colonial violence.
ticket online (26/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=503999
ticket online (30/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504120
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queer short / 13 maggio 2024
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Germania, in un futuro molto vicino. Un uomo viene rilasciato dalla prigione e decide di far subito visita alla sua migliore amica, Ava, sorpresa di vederlo. Ciò che grava sul film è l'incombere di una minaccia che agisce insidiosamente per cancellare dalla città l’esistenza dei corpi queer.
Questo anelito di cancellazione perseguito da uno Stato violento e omofobo viene elaborato dallo sguardo di Carlos Pereira in un’estetica della delicatezza, che lascia a dei quadri compositivamente scarni il compito di veicolare l’atrocità dell’assenza. Così, ricorrendo all’utilizzo della camera fissa e inquadrando un muro su cui posa una carta da parati fuori fuoco, il regista permette allo spettatore di sentir crescere, dentro di sé, un malessere sempre più intollerabile causato dall’assenza sullo schermo di quegli stessi corpi che, dentro e fuori dalla narrazione, rischiano di scomparire per sempre. Ma anche quando la realtà diventa troppo ostile l’unica risposta risiede sempre nella resistenza: queer allora diventa un luogo politico dove reinventare sé stessi e le regole di una società che nega ogni diritto di esistenza della differenza.
[eng]
Germany, in a near future. A man is released from prison and as a first stop he visits Ava, his best friend, who didn’t expect to see him. What weighs on the film is the coming of a threat that acts insidiously to erase the existence of queer bodies from the city. This desire for cancellation pursued by a violent and homophobic State is elaborated by the gaze of Carlos Pereira in an aesthetic of delicacy, which leaves to compositionally sparse shots the task of conveying the atrocity of absence. Thus, by resorting to the use of the fixed camera and by framing an out-of-focus wallpapered wall, the director allows the viewer to feel growing an increasingly intolerable discomfort caused by the absence on the screen of those same bodies that, inside and outside the narrative, risk disappearing forever. But even when reality becomes too hostile, the only answer always lies in resistance: queer then becomes a political place to reinvent oneself and the rules of a society that denies any right of existence of the difference.
ticket online (26/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=503999
ticket online (30/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504120
tutta la programmazione | https://www.liveticket.it/siciliaqueer
queer short / 13 maggio 2024
[ita]
Un’esplorazione del corpo transgender e non-binary colto e rappresentato attraverso il mordançage, un processo fotografico del XIX secolo che ricorre all’utilizzo di sostanze chimiche aggressive in grado di alterare la patina delle foto, sottoponendole a un processo di lenta e graduale trasformazione.
In questo film di Mia Felić, il supporto fotografico e il corpo umano diventano un unico, inscindibile medium. Lo sfaldarsi epidermico della loro superficie svela, infatti, la nascita di nuove forme di vita e nuovi modi d’essere. Il corpo in transizione assume qui la protoplasmaticità tipica degli organismi unicellulari: stampato sulla carta fotografica, il corpo/medium galleggia – proprio come le amebe – in un liquido mortifero e contemporaneamente vitale, sperimentando una onnipotenzialità che gli consente di compiere mutamenti metamorfici improvvisi e di passare da una condizione a un’altra, da un genere a un altro, evolvendosi, stadio dopo stadio, sino a fissarsi nella forma ritenuta più adatta.
[eng]
An exploration of the transgender and non-binary body caught and represented through the mordançage, a photographic process of the Nineteenth century that consists in aggressive chemicals capable of altering the silver gelatine prints, causing them to undergo a process of slow and gradual transformation.
In this film by Mia Felić, the photographic support and the human body become a unique, inseparable medium. The epidermal disintegration of their surface reveals, indeed, the birth of new forms of life and new ways of being. The body in transition assumes here the protoplasticity typical of unicellular organisms: printed on photographic paper, the body/medium floats - just like the amoebas - in both a deadly and vital liquid, experimenting with a transformability that allows it to make sudden metamorphic changes and to move from one condition to another, from one gender to another, evolving, stage after stage, until fixing in the form deemed most suitable.
ticket online (28/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504126
ticket online (29/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=504007
tutta la programmazione | https://www.liveticket.it/siciliaqueer
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