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La peur, petit chasseur

[ita]
Un bambino aspetta in silenzio nella quiete del giardino di casa sua, nella profonda campagna, in compagnia del suo pastore tedesco. Cerca sua madre, si guarda attorno, controlla in un capanno, finché non la vede uscire di casa. Ma è come se lei non lo vedesse. Qualcosa la riporta presto dentro casa, e il bambino viene lasciato solo coi suoi incubi.
Un radicale e fulminante cortometraggio che il compianto regista Laurent Achard realizza nel 2004 nell’ambito di un progetto denominato Portraits firmato Arte e Films Hatari. Un raggelante pianosequenza in cui l’ambizione di rendere evidente ma invisibile il reale motivo dello sconcerto e della paura diventa una sotterranea traccia di orrore, dispersa opacamente in un paesaggio di quotidianità. Suoni, colori, attese, rendono questi 9 minuti tra i film più agghiaccianti della recente storia del cinema europeo.

[eng]
A child waits in silence in the quiet of his home garden, in the deep countryside, alongside with his German Shepherd. He looks for his mother, looks around, checks in a shed, until he sees her leaving the house. But it’s as if she doesn’t see him. Something soon brings her back into the house, and the child is left alone with his nightmares.
A radical and shocking short film that the recently passed away director Laurent Achard made in 2004 as part of a project called Portraits, by Arte and Films Hatari. A chilling long take in which the ambition to make the real reason for bewilderment and fear evident but invisible becomes an underground trace of fear, opaquely dispersed in a placid everyday landscape. Sounds, colors, expectations, make these 9 minutes among the most unsettling movies in the recent history of European cinema.

 


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