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carte postale à Serge Daney / 12 ottobre 2021

[ita] 


Sylvain, giovane cinefilo e solitario, è il gestore di un piccolo cinema di quartiere sull’orlo della bancarotta. Con grande dedizione si occupa dell’intera organizzazione, in qualità di responsabile della programmazione, proiezionista e cassiere e, in quegli stessi luoghi scalcinati e ombrosi, si è ricavato un seminterrato in cui vivere. Ogni notte, dopo l’ultimo spettacolo, si aggira per le strade della città e commette un omicidio… Dernière séance incorpora gli stilemi del film slasher e tesse un canto d’amore cinefilo che spinge alle estreme conseguenze l’illusione di “abitare” la realtà dei film visti e adorati, tanto da non riuscire più a distinguere tra finzione e realtà, tra cinema e vita reale.


[eng]


Sylvain, a young and lonely cinephile, is the manager of a small neighborhood cinema on the verge of bankruptcy. With great dedication he takes care of the entire organization, as programming manager, projectionist and cashier and, in those same moldy and shady places, he has carved out a basement in which to live. Every night, after the last screening, he wanders the streets of the city and commits a murder...Dernière séance incorporates the stylistic features of slasher films and weaves a cinephilic love song that takes to the extreme the illusion of “living” the reality of the films "inhabiting" the reality of those films seen and revered, so much so that it is no longer possible to distinguish between fiction and reality, between cinema and real life.

carte postale à Serge Daney / 12 ottobre 2021

[ita]

Simone e Martine lavorano come maschere in un cinema porno a Montparnasse. Passano le loro giornate nel limbo della hall, tra qualche chiacchiera e risata, incontrando gli habitué e le persone solo di passaggio per traghettarle in sala, al loro posto. A mezzanotte Simone si mette in marcia nella notte parigina alla volta di un club lesbico… Ispirato alla biografia di Marie-Claude Treilhou, che in gioventù ha lavorato in un cinema porno per mantenersi al fianco dell’esplosiva Ingrid Bourgoin (che troviamo nel film nei panni di Simone Barbès), è l’opera più conosciuta della regista francese. Un viaggio in tre atti articolato tra interno esterno, buio e luci artificiali, in cui il bizzarro cinema e la città che lo circonda dialogano continuamente e sembrano persino invertirsi. In questa Parigi notturna sospesa tra il cinema di Eustache e l’estetica camp anni Ottanta che ha ispirato tanto cinema francese a venire, Simone e Martine sopravvivono grazie a uno humour senza limiti e a un’eccezionale vitalità.

[eng]  

Simone and Martine are usherettes in a porno cinema in Montparnasse. Installed in the limbic hall, they greet regulars and people passing through, put people in their place, and pass the time chatting. Inspired by the biography of Marie-Claude Treilhou, who in her youth worked to support herself in a porn cinema alongside the explosive Ingrid Bourgoin, who we find in the film as Simone Barbès, this is the best-known work of the French director. A journey in three acts between the interior and exterior, darkness and artificial lights, in which the bizarre cinema and the city that surrounds it constantly dialogue and even seem to invert each other. In this nocturnal Paris, suspended between Eustache's cinema and the 1980s camp aesthetic that inspired so much of French cinema to come, Simone and Martine survive thanks to their boundless humour and exceptional vitality.

carte postale à Serge Daney / 12 ottobre 2021

[ita]

 

Tre anziane sorelle si riuniscono, come ogni domenica. Hanno poco in comune, si potrebbe anche dire che sono spesso ostili tra loro. In questa speciale domenica dell’Epifania – il giorno dei re magi –, però, l'atmosfera è più elettrica del solito. Oltre al programma canonico che prevedere il recarsi al cimitero, pranzare al ristorante cinese e mangiare infine la tradizionale “galette des rois”, le tre devono andare a vedere lo spettacolo dell'altra sorella. La selvaggia e scandalosa Marie-Louise fa parte di una troupe comica di vecchi teatranti…Un’immersione divertente e veritiera nel microcosmo della terza età; irriverente e originale e con un cast d’eccezione di grandi attori professionisti, che ci riporta lontano, in Oriente, ai capolavori sulla vecchiaia realizzati dal maestro Ozu, riferimento costante di Marie-Claude Treilhou.

 

[eng]

 

Three elderly sisters get together, just like they do every Sunday. They have little in common, one could even say, they’re often hostile with each other. On this special Epiphany Sunday, however, the atmosphere is more electric than usual. In addition to the canonical program of visiting the cemetery, lunch at a Chinese restaurant and finally eating the traditional “galette des rois”, the three of them have to trot off to see their other sister’s show. Wild and scandalous Marie-Louise is a member of a comic trope of elderly thespians…An amusing and truthful immersion in the microcosm of the old age; irreverent and original, with an exceptional cast of great professional actors, capable of taking us back to the Far East, to the masterpieces made by the master Ozu, constant reference of Marie-Claude Treilhou.

carte postale à Serge Daney / 12 ottobre 2021

[ita]

 

Un furto anomalo nella casa di campagna di Simone e Hélène, una coppia di donne sulla cinquantina, dà vita a una serie di ipotesi, verifiche, fatti e investigazioni che coinvolgono loro stesse e un gruppo di persone che sta loro intorno. La suspense legata alla risoluzione del caso diventa nello stesso tempo un confronto di ciascuno dei personaggi con la propria visione del mondo, la propria ideologia e la propria morale, in un crescendo in cui verità e giustizia diventano concetti fluidi. Un cast d’eccezione per un piccolo gioiello del cinema francese più nascosto: Ingrid Bourgoin, Dominique Cabrera, Alain Guiraudie, Claire Simon e Marie-Claude Treilhou. Nel 2004, Louis Skorecki su Libération ne parla in questi termini: “Treilhou sa posare. Posa la sua macchina da presa, i suoi attori, il suo paesaggio e li lascia parlare. Nei suoi film il paesaggio parla, ma far parlare i personaggi al ritmo di un paesaggio è molto più complicato. Un petit cas de conscience racconta semplicemente la vita straordinaria di alcuni personaggi ordinari: […] non siamo lontani da Pagnol e Guitry”.


[eng]

 

A suspect burglary in the country house of Simone and Hélène, a couple of women in their fifties, represents the starting points for a series of hypotheses, verifications, facts and investigations involving the two women and a group of people people around them. The suspense for the resolution of the case becomes an occasion for comparing the vision of the world, ideology and morals of all the people involved, a crescendo in which truth and justice turn into fluid concepts. Modeled by an exceptional cast, Ingrid Bourgoin, Dominique Cabrera, Alain Guiraudie, Claire Simon and Marie-Claude Treilhou, the film is a little gem in French indie cinema. As Louis Skorecki wrote on Libération in 2004: “Treilhou knows how to pose her camera on her actors and landscape and lets them talk. In her films the landscape speaks, and the characters speak following the rhythm of the landscape, which is not easy to obtain. A small case of consciousness is the point of departure for narrating the extraordinary life of some ordinary characters: […] we are not far from Pagnol and Guitry ”.

carte postale à Serge Daney / 29 maggio 2021

[ita]

 

Nella primavera del 1981, il critico Serge Daney vede in Lisbona non un centro, ma un polo che per un certo periodo attrae il cinema più interessante che si fa in Europa: Manoel de Oliveira, Raúl Ruiz, Wim Wenders, Robert Kramer, Alain Tanner, João Cesar Monteiro… Al cuore di questo polo portoghese un giovane produttore: Paulo Branco. Trentacinque anni più tardi, Paulo Branco ha prodotto quasi 300 film, si è risollevato da diversi fallimenti, sempre a cavallo tra Parigi e Lisbona… Trentacinque anni più tardi, un giovane regista parte alla volta di un incontro con la persona, ma deve confrontarsi prima di tutto con la leggenda.


[eng]

 

In the spring of 1981, the critic Serge Daney sees in Lisbon not a center, but a pole that for a certain period attracts the most interesting cinema that is made in Europe: Manoel de Oliveira, Raúl Ruiz, Wim Wenders, Robert Kramer, Alain Tanner, João Cesar Monteiro… At the heart of this Portuguese pole a young producer: Paulo Branco. Thirty-five years later, Paulo Branco has produced almost 300 films, has recovered from several failures, always between Paris and Lisbon... Thirty-five years later, a young director heads out to an encounter with the person, but firstly he must confront with the legend.