queer short / 18 maggio 2016
Nel bizzarro contesto sociale di una piccola e dormiente cittadina dominata da una base militare, due giovani adolescenti scoprono la loro sessualità e la relazione tra sesso e potere. David è il figlio spaccone e vanaglorioso di un ufficiale di alto rango, mentre la famiglia di minoranza etnica di Aseng gestisce una tabaccheria che vende liquore di contrabbando. Attraverso l'amicizia tra i due ragazzi e la loro irruenta confusione sessuale, il regista porterà avanti un'indagine svelando i punti di raccordo tra classi sociali differenti.
Two preteen boys discover their sexuality and the relation between power and sex in the awkward social setting of a sleepy small town with a military base. David is the big-shot boastful son of a high-ranking officer, while Aseng's family is part of an ethnic minority and runs a tobacco shop where they sell bootleg liquor. Through their friendship and their impetuous sexual confusion, the director conducts an investigation unveiling the connection points between different social classes.
queer short / 18 maggio 2016
Ollie ha 8 anni, gioca a calcio e le piacciono i cowboy. Porta i capelli corti, veste come un maschiaccio e non vede nulla di strano nel far baldoria con gli altri al posto di stare composta come le bambine della sua età. La verità è che Ollie non ha nessuna intenzione di comportarsi come una bambina e quest'anno, per la parata di Pasqua, ha deciso di indossare un cappello particolare per dimostrarlo a tutti.
Ollie is 8 years old, plays football and likes cowboys. She has short hair, dresses like a tomboy and she doesn't see anything strange in making a mess with the other boys instead of staying calm like the other girls of her age. The truth is that Ollie doesn't want to act like a girl and this year for the Easter Bonnet she decides to wear an unusual hat to prove it to everyone.
queer short / 18 maggio 2016
Shudō o l'amore ai tempi dei samurai. Su una collina innevata nei pressi di un limpido lago ghiacciato, i corpi dei guerrieri caduti giacciono immobili come la neve. Sono testimoni di una violenta battaglia tra due nemici, tra due rivali, tra un allievo e un maestro, tra due amanti. Il ricordo si confonde tra i fendenti vibrati, un sorriso si trasforma in un lamento, una carezza in una ferita, la gioia in tristezza, la vita diventa morte.
Shudō or love at the age of samurais. On a hill covered in snow near a clear icy lake, the fallen warriors bodies lie motionless like the snow. They witnessed a violent battle between two enemies, two rivals, a master and his pupil, between two lovers. The memory blurs among strokes of swords, a smile turns into a moan, a caress into a wound, happiness into sadness, life into death.
producer
Gobelins – L’école de l’image
contact
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queer short / 18 maggio 2016
Siamo creature prodotte dalla società, perfino negli aspetti che consideriamo essere i più privati. Combinando la sensuale attività del cucinare e una poesia d'amore, Prinzessin des Alltags dà un'occhiata da vicino anche a questa verità. Il regista Dan Dansen ci regala un'intima visione della sua relazione con il partner Fabia attraverso una narrazione calma formata da lunghi piani sequenza. Quello che sembrava essere chiaro e ovvio diventa improvvisamente fragile, ambiguo e queer: una storia di coming out attraverso un'altra prospettiva.
We are creatures produced by society – even in the parts we think as our most private. By combining the sensual activity of cooking and a love poem, Princess of everyday life takes a closer look at this very fact. Director Dan Dansen gives an intimate insight into his relationship with his partner Fabian through a calm narration characterized by long camera shots. What seemed to be clear and obvious suddenly becomes fragile, ambiguous and queer: a coming-out story through another perspective.
queer short / 18 maggio 2016
Jeffrey ha sei anni. Gli piace ballare, cantare ed esibirsi per i suoi genitori: BJ, una lesbica dall'aspetto mascolino e la sua compagna Sherrie. Ma più di ogni altra cosa Jeffrey ama indossare vestiti da donna. A scuola c'è chi ride di lui, chi lo prende in giro ma a Jeffrey pare non importare. Fa karate da quando ha 4 anni per difendersi dai bulli e vive la sua vita con spensieratezza. Da grande vuole diventare una ragazza e quest'anno ad Halloween, per la prima volta in pubblico, si vestirà finalmente da principessa.
Jeffrey is six years old. He likes to dance, sing and perform for his parents: BJ, a butch lesbian and her partner Sherrie. However, more than anything, he loves to wear dresses. His friends at school make fun of him but he really doesn't matter. He takes karate lessons since he was 4 to defend himself from the bullies and he cheerfully goes on with his life. When he grows up he would like to be a girl and this year for Halloween, for the first time in public, he will finally dress as a princess.
queer short / 18 maggio 2016
Mary è una madre di mezz'età, divorziata, e vive in un piccolo paesino inglese. Un fine settimana riceve la visita del figlio Oscar, che rivelerà alla madre di essere innamorato del suo coinquilino, William. Come reagirà Mary al coming out di suo figlio ma, soprattutto, ai pettegolezzi delle donne del paese?
Mary is a divorced middle aged mother, who lives in a small English village. One weekend, she receives the visit of her son Oscar who reveals her that he is in love with his flatmate, William. How will Mary react to her son coming out but, most of all, to the rumors of the village women?
queer short / 18 maggio 2016
Un misterioso videoritratto di Fernando, conosciuto anche come Deborah Krystal, la splendente e poetica performer del club Finalmente di Lisbona, dove si esibisce ogni notte in abiti dorati da più di 30 anni. Sotto gli strati dei suoi coloratissimi capi, le varie pelli di Fernando vengono rivelate, dando così vita alle leggende di Lisbona. Alternativamente sotto forma di donna sirena, uccello femmineo, donna leone, siamo trasportati nei sogni e nei desideri della metamorfosi e del mito.
Mysterious portrait of Fernando, aka Deborah Krystal, the glittering and poetic performer of the Lisbon club Finalmente, where he has been performing in golden dresses every night over the last 30 years. Under the layers of his colorful fabrics, the many skins of Fernando are revealed, letting Lisbon’s legends come to life. Either mermaid, female birds, woman lion, we are taken into the desires and dreams of metamorphosis and myths.
queer short / 18 maggio 2016
Gabriel è un attore di 32 anni, sportivo e grande appassionato di calcio e a cui piace tantissimo vestirsi da donna. Jigs è una donna di 25 anni con l'aspetto da maschiaccio che si veste e si comporta come un uomo. Un incontro dal tabaccaio li unisce in una intensa storia d’amore queer, un moderno adattamento della favola di Cenerentola, senza scarpetta e con il ribaltamento di ruoli tra Cenerentola e del Principe.
Gabriel is a 32-year-old athletic actor and a huge soccer fan, who loves to dress like a woman. Jigs is a 25-year-old tomboy woman who dresses and acts like a man. A brief encounter in a tobacco shop ties them together in an intense queer love story, a modern adaptation of Cinderella’s tale, without shoe and with a role overturning between Cinderella and the Prince.
queer short / 18 maggio 2016
La mamma ha sempre ragione. Quantomeno così recita il detto. E cosa può esserci di meglio che presentare il tuo fidanzato a tua madre, facendo finalmente coming out, per saggiare la flessibilità e l'apertura mentale di cui tanto si vanta? Magari potrà darti qualche utile consiglio, magari sarà felice per te, magari metterà una buona parola con papà per aiutarlo a capire e magari ti dirà di lasciar perdere i pregiudizi della gente. O magari no.
Mother knows best, so the saying goes. And what's best than introduce your boyfriend to your mother, finally coming out, testing her flexibility and her open mindedness that she praises so much? Maybe she could give you some good advice, maybe she'll be happy for you, maybe she will put in a good word with your father for you to help him understand and maybe she'll encourage you not to mind about people's prejudices. Or maybe not.
queer short / 18 maggio 2016
In una piccola casetta di campagna vivono la gallina Ryaba e i suoi due padroni. Malgrado l'aspetto, però, i vecchietti sono in realtà delle spie mandate dalla CIA per distruggere la Russia, alimentando la propaganda LGBT tra i minori. Ispirato a una vecchia fiaba popolare russa e animato con la tecnica della claymation, Kurochka Ryaba è un corto d'animazione che mescola nonsense e satira in un’efficace critica verso l'insensata politica omofoba nell'odierna Federazione Russa.
In a small country cot, hen Ryaba and her two masters live. However, despite their appearances, the two little old men are actually spies sent by CIA to destroy Russia, propagandizing LGBT to minors. Inspired by an old Russian folk tale and animated with claymation tecnique, Kurochka Ryaba is an animated short movie that mixes nonsense and satire in an effective critique towards the senseless politic against homosexuality in the modern Russian Federation.
queer short / 18 maggio 2016
Jamie
Christopher Manning
Regno Unito 2015 / 10' / v.o. sott. it. / anteprima assoluta
Jamie è un ventenne solitario che sta maldestramente cercando di avere la sua prima relazione. Timido e con poca autostima, le sue passate esperienze con gli uomini hanno dato risultati insoddisfacenti. Una domenica incontra Ben, e mentre trascorrono il pomeriggio insieme Jamie inizia a fantasticare se abbia o meno incontrato finalmente la persona giusta.
Jamie, a quiet loner in his early twenties, is clumsily looking for his first relationship. Shy and lacking self-confidence, his past experiences with men have yielded disappointing results. One Sunday, he meets Ben. As they spend the afternoon together, Jamie begins to wonder if he has finally met his match.
Christopher Manning è uno scrittore e regista di racconti di finzione. Ha viaggiato e lavorato in Europa e in America prima di ottenere la laurea alla Columbia University a New York, dove ha studiato Storia e Film. Ha lavorato come script reader, production coordinator e assistente alla regia in svariati documentari e film, così come per la televisione. Nel 2015 ha partecipato al Cinephile Scholarship Program al Telluride Film Festival. Attualmente frequenta un Master in Filmmaking alla London Film School.
Christopher Manning is a writer and director of narrative fiction. He travelled and worked a variety of jobs in Europe and America before earning a BA from Columbia University in the City of New York, where he studied History and Film. He has worked as a Script Reader, Production Coordinator and Assistant Director on various fiction and documentary films as well as for television. In 2015, he participated in the Cinephile Scholarship Program at the Telluride Film Festival. Christopher is currently enrolled on the MA Filmmaking course at the London Film School.
screenplay
Christopher Manning
cinematography
Alistair Little
editing
Jojo Erholtz
sound
Rory Rea
Mauricio D'Orey
Terence Dunn
cast
Sebastian Christophers
Raphael Verrion
Paul Clerkin
Sam Atkinson
producer
Christopher Manning
Alistair Little
Naomi Waring
contact
www.csmanning.com
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queer short / 18 maggio 2016
A vent’anni dalla pubblicazione del romanzo di Shyam Selvadurai, Funny Boy (1994), la regista incontra a Colombo due vecchi amici con i quali ha intenzione di scoprire lo Sri Lanka. I tre si lasciano contagiare poeticamente dalla lettura di Selvadurai, ritrovano così i luoghi e le atmosfere del romanzo, che racconta con ironia e leggerezza di un ragazzo srilankese e dei suoi primi turbamenti d’amore non convenzionale in una società chiusa e scossa dal conflitto tamil-cingalese. Immagini, foto e brevi interviste realizzate durante il viaggio diventano un’opera collettiva e avventurosa grazie a un workshop di montaggio presso la Scuola FuoriNorma di Catania.
Twenty years after the publication of Shyam Selvadurai's novel, Funny Boy (1994), the director meets two old friends in Colombo. Together they plan to discover Sri Lanka. The three follow the poetic influence of Selvadurai and visit the places and the atmosphere of the novel. Funny Boy is the story of a young Sri Lankan and his first heartbreaks of a non-conventional love in a closed society, tormented by the Tamil–Sinhalese conflict. Images, photographs and short interviews made during the journey become a collective and adventurous thanks to a workshop in editing at the Scuola FuoriNorma in Catania.
queer short / 18 maggio 2016
Freud und Friends
Gabriel Abrantes
Portogallo-Svizzera 2015 / 23' / v.o. sott. it. / anteprima nazionale
Il più grande desiderio del noto neuroscienziato Herner Werzog è sempre stato quello di entrare nel cervello della gente per sondarne la psiche, diventando spettatore invisibile dei loro sogni. Grazie agli esperimenti della dottoressa Matilda Morta del Champalimaud Center for the Uknown, Werzog potrà finalmente analizzare tramite uno schermo il subconscio di un volontario: Gabriel Abrantes, giovane filmmaker e fidanzato della dottoressa Morta. Facendo letteralmente il verso al cinema herzoghiano di stampo documentaristico, Abrantes mette in scena un bizzarro mockumentary che si avvale del sogno e del format televisivo per far eco a registi del calibro di Lynch, Cronenberg e Allen.
Well-known neuroscientist Herner Werzog has always dreamed of entering people's brains to study their psyche, becoming an invisible spectator of their dreams. Thanks to Doctor Matilda Morta's experiment at Champalimaud Center for the Unknown, Werzog will finally analize through a screen the subconscious of a volunteer: Gabriel Abrantes, a young filmmaker and Doctor Morta's fiancé. Literally imitating Herzog's documentary cinema, Abrantes stages a bizarre mockumentary that uses dreams and TV formats to echo such directors as Lynch, Cronenberg and Allen.
Gabriel Abrantes, nato in North Carolina nel 1984, è un artista e filmmaker che ha prodotto un significativo numero di film dall'inizio dei suoi studi presso L’École National des Beaux-Arts (2005-2006) e Le Fresnoy – Studio National des Arts Contemporains, Francia (2007). Nel 2013 il suo corto Zwazo è stato proiettato al Festival di Rotterdam e Ennui ennui ha avuto la prima mondiale al Festival di Roma. Taprobana è stato mostrato in anteprima mondiale nella sezione dei corti in competizione della Berlinale del 2014. Molti dei suoi film sono realizzati in collaborazione con altri artisti e filmmaker come Daniel Schmidt, Benjamin Crotty e Ben Rivers. Attualmente insegna cinema alla Haute Ecole d'Art et Design a Ginevra mentre lavora al suo primo lungometraggio, Tristes Monroes, co-diretto con Daniel Schmidt, una screwball comedy ambientata in una Haiti post-terremoto.
Gabriel Abrantes, born in North Carolina in 1984, is an artist and filmmaker who has produced a significant number of films since she started studying at L’École National des Beaux-Arts (2005-2006) and Le Fresnoy Studio National des Arts Contemporains, France (2007). In 2013 Zwazo was shown in Rotterdam and Ennui ennui had its world premiere at the Rome FF. Taprobana world premiered in Berlin's shorts competition section in 2014. Many of his films are made in collaboration with other artists and filmmakers such as Daniel Schmidt, Benjamin Crotty, and Ben Rivers. He is currently teaching cinema at the Haute Ecole d'Art et Design in Geneva and he is currently working on his first feature film, Tristes Monroes, co-directed with Daniel Schmidt, a screwball comedy in post earthquake Haiti.
screenplay
Gabriel Abrantes
David Phelps
cinematography
Jorge Quintela
editing
Margarida Lucas
sound
Rafael Cardoso
Norberto Lobo
cast
Gabriel Abrantes
Carloto Cotta
Sónia Balacó
Filipa Anika
David Phelps
Cláudia Jardim
Joana Barrios
Natxo Checa
Norberto Lobo
producer
IndieLisboa - Associação Cultural
Gabriel Abrantes
contact
www.portugalfilm.org
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queer short / 18 maggio 2016
Au bruit des clochettes / When you hear the bells
Chabname Zariab
Francia-Afghanistan 2015 / 25' / v.o. sott. it. / anteprima nazionale
Saman è un batcha, che è il nome con cui vengono chiamati in Afghanistan i giovani ragazzi che si prostituiscono. Vive suo malgrado a casa di Farroukhzad, suo maestro, che ha anche il compito di istruirlo nell'arte della danza con cui, vestito da donna, delizia ogni notte gli ospiti del suo protettore. Farroukhzad però sembra essere sempre meno contento degli atteggiamenti scostanti di Saman e l'arrivo di Bijane in casa, scelto per sostituirlo, non faranno che riempire Saman di gelosia.
Saman is a batcha, which what young male prostitutes are called in Afghanistan. Much against his will, he lives at Farroukhzad's, his master, who also has the role of educating him to the art of dancing. And each night, he delights his protector’s guests dancing dressed as a woman. However, Farroukhzad seems to be less and less happy about Saman's unpleasant attitude and the arrival of Bijane, who has been chosen to replace him, will fill Saman with jealousy.
Chabname Zaria, nata in Afghanistan e cresciuta in Francia, dopo essere stata notata come vincitrice de l'Ile-de-France di un concorso per giovani sceneggiatori organizzato dal Festival di Cannes, ha scritto la sua prima sceneggiatura, Etat Second. Successivamente, ha scritto, diretto e autoprodotto Je Passe, un documentario che ha ottenuto il premio del pubblico al One Country One Film Festival ed è stato selezionato per il premio Anasy Documentary ad Abu Dhabi. Au bruit des clochettes è il suo primo cortometraggio di finzione. Attualmente sta lavorando al suo prossimo romanzo mentre sviluppa il suo primo lungometraggio, Les Ambitieuses.
Chabname Zariab, born in Afghanistan and raised in France, wrote her first screenplay, Etat Second after being noticed as the Ile-de-France winner of a young screenwriter competition organised by the Cannes Film festival. Later, she wrote, directed and auto-produced Je Passe, a documentary which obtained the audience award at the One Country One Film Festival and was selected in the Anasy Documentary Awards in Abu Dhabi. Au bruit des clochettes is her first fiction short. She is now working on her next novel and is developing her first feature film, Les Ambitieuses.
screenplay & cinematography
Chabname Zariab
editing
Guillaume Saignol
sound
Aymen Toumi
cast
Farhad Faghih Habibi
Shafiq Kohi
Arya Vossoughi
producer
Les Films du Bal
contact
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queer short / 18 maggio 2016
1954: sulle coste giapponesi, una giovane donna americana sta visitando un villaggio con suo marito e un gruppo di amici. Allontanatasi dal gruppo, incontra Namiko, una giovane pescatrice ama. Richiamata dalle incomprensibili parole della giapponese, la donna seguirà la pescatrice in mare e la natura diventerà punto di incontro tra due popoli fino ad allora culturalmente agli antipodi. Un corto animato che mescola efficacemente pittoreschi sfondi basati sugli inchiostri delle stampe artistiche della Ukyo-e con la moderna tecnica di animazione occidentale.
1954: On the coast of Japan, an American woman is visiting a village with her husband and a group of friends. While she walks away from the group, she meets Namiko, a young ama fisherwoman. Pushed by the Japanese woman's incomprehensible words, she follows the fisherwoman into the sea and the nature becomes a meeting point between two nations until then culturally opposed. An animated short movie that succeeds in mixing pictoresque backgrounds based upon the Ukyo-e artistic print inks with the modern western animation technique.
queer short / 18 maggio 2016
A Qui la Faute / No Matter Who
Anne-Claire Jaulin
Francia 2015 / 19' / v.o. sott. it.
È estate e un gruppo di ragazze scout passa il tempo tra escursioni e festicciole, muovendosi dal campo base ed esplorando le campagne francesi circostanti. Marie è la capo squadra, ed è quella a cui tutte si rivolgono quando c'è un problema, soprattutto Judith. Marie però è segretamente innamorata di Lise, ma quando finalmente trova il coraggio di fare il primo passo le due vengono sorprese da una compagna. Per non perdere la faccia davanti alle amiche, Marie sarà costretta a tradire sia Lise che i suoi stessi sentimenti.
It's summertime and a group of scout girls hang out together hiking and partying, moving from the base camp and exploring the surrounding French countryside. Marie is the group leader, and she is also the one everyone talks to if there is a problem, especially Judith. However, Marie is secretly in love with Lise and when she finally finds the courage to make the first move they are surprised by a friend. Marie will be forced to betray both Lise and her feelings to save face in front of her friends.
Dopo essersi laureata alla EM Lyon Business School, Anne-Claire Jaulin inizia a lavorare nelle produzioni cimentandosi presto nella scrittura e nella regia. Nel 2012 scrive e co-dirige il suo primo cortometraggio, The Assistant. Il film è stato venduto a Shorts TV e selezionato in più di 30 festival internazionali. Nel 2014 dirige Marthe, un cortometraggio prodotto dalla Vagabundo Films. A Qui la Faute è il suo ultimo cortometraggio.
After graduating from EM Lyon Business School, Anne-Claire Jaulin started working in production and turned quickly to writing and directing. In 2012 she wrote and codirected her first short film The Assistant. The film was sold to Shorts TV and got selected in 30 international festivals. In 2014, she directed Marthe, a short film produced by Vagabundo Films. No matter Who is her latest short film.
screenplay
Anne-Claire Jaulin
cinematography
Pierre-Hubert Martin
editing
Julie Lena
sound
Philippe Deschamps
cast
Ilys Barillot
Louisiane Gouverneur
Anita Simic
Elisa Noyez
Pauline Demians
Anne-Claire Jaulin
Albane Danflous
producer
Frédéric Dubreuil
contact
www.enviedetempete.com
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Sicilia Queer 2016 / 19 gennaio 2016
direttore artistico Andrea Inzerillo
direzione organizzativa, direzione artistica queer short Tatiana Lo Iacono
collaborazione alla direzione organizzativa Giorgio Lisciandrello
programmer Etrio Fidora, Giorgio Lisciandrello, Roberto Nisi
programmer queer short Emmanuelle Bouhours, Roberto Rippa
retrovie italiane Umberto Cantone
ufficio stampa Giovannella Brancato, Ada Tullo
assistenza ufficio stampa Eleonora Giammanco
progetto grafico Donato Faruolo
webdesign Roberto Speziale
letterature queer Mirko Lino, Silvia Antosa
movimentazione copie Simona Marino
organizzazione Associazione Culturale Sicilia Queer e Associazione Culturale Sudtitles
organizzazione generale e accoglienza Andrea Anastasi, Valeria Cicilese, Giulia D’oro, Francesca Ernandes, Etrio Fidora, Eleonora Giammanco, Alessio Librizzi, Veniero Magenga, Simona Palminteri, Angelo Profeta, Roberta Sardella, Francesco Teresi, Chiara Volpes
segretaria di giuria Emmanuelle Bouhours
curatela arti visive Antonio Leone
queer music Francesco Anzelmo, Giorgio Lisciandrello
sottotitoli Sudtitles Palermo, Simona Marino,Vittoria De Stefani
traduzioni sottotitoli e interpretariato Simona Marino, Vittoria De Stefani, Ambra Cascio, Francesca Genduso, Simona Gennaro, Flavia Guadagnino, Giorgio Lisciandrello, Annalisa Mazzola, Melanie Messina, Valeria Messina, Nicoletta Scapparone, Chiara Spinoso, Silvia Stella,Giorgia Valenti, Chiara Volpes
web tv Valentina Lamantia, Francesca Sapia
sigla SQ 2016 Valentina Lamantia, NicolaLeone
foto Giulio Azzarello, Alessandro Leone, Alessia Maddalena, Andrea Rizzo, Mattia Trupia
proiezioni Danilo Flachi, Rino Cammarata, Franco Rizzuto
premi Vincenzo Vizzari – Cittàcotte, Daniele Franzella, Quir
responsabile attività formative Giovanni Lo Monaco
tutor attività formative Simona Marino
teatro bastardo Giovanni Lo Monaco, Giovanna La Barbera
archivio Luca Di Grigoli, Andrea Anastasi, Alessio Librizzi
ospitalità Maurizio Giambalvo, Francesca Pellitteri, Visitpalermo.it
comunicazione generale Associazione Culturale Sicilia Queer
stagisti Marco Criscì,Giuliana Scolaro
coordinamento volontari Roberta Sardella
volontari Delia Affronti, Silvia Armi, Federica Barbaro, Erika Benigno, Chiara Bonanno, Maria Chiara Caldarella, Giulia Di Giorgio, Federica Fiandaca, Mattia Li Puma, Simona Mazzara, Daria Raimondo, Pietro Renda, Anastasia Zadvornova
bookshop Libreria Easy Reader (Laura Bonomo), Edizioni Precarie (Carmela Dacchille)
presentatore Martino Lo Cascio
TRAILER
Sicilia Queer 2016 International New Vision Filmfest trailer
Roberto Castón
CATALOGO
a cura di Andrea Inzerillo
redazione testi Abel Azcona, Lionel Baier, Umberto Cantone, Alexandre Costanzo, Daniel Costanzo, Serge Daney, Carmen Dell’Aversano, Vincent Dieutre, Andrea Inzerillo, Antonio Leone, Giorgio Lisciandrello, Giovanni Lo Monaco, Ruben Montini, Gonzalo Orquín, AndreaRuggieri, Dominique Sanda, Anna Serlenga, Seçkin Tercan
schede Etrio Fidora, Alessio Librizzi, Giorgio Lisciandrello
traduzioni Francesco Caruso, Etrio Fidora, Alessio Librizzi, Simona Marino, Chiara Volpes
revisioni Clare Kobasa,Valeria Cicilese
design Donato Faruolo
GIURIE
giuria internazionale
Roy Dib, Valérie Donzelli, João Ferreira, Victoria Schulz,Giorgio Vasta
giuria del coordinamento Palermo Pride
Luigi Carollo, Alessandro Di Liberto, Massimo Milani, Valentina Morici, Carmelo Mulè, Mirko Pace, Daniela Tomasino
Sicilia Queer 2016 / 01 gennaio 2016
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Una storiella di origine induista narra la leggenda di unUna storiella di origine induista narra la leggenda di ungruppo di saggi ciechi che, venuti a conoscenza dell’arrivo incittà di un elefante – animale di cui non avevano mai sentitoparlare prima – vollero conoscerlo direttamente. Il primo ciecosi avvicinò quindi alla testa dell’animale e dichiarò con aria sicura:«Ho capito che cos’è un elefante: è una sfera!». Il secondosi avvicinò alla zampa e disse da par suo: «Ora so cos’è unelefante: è una colonna». Il terzo si avvicinò alla proboscide esmentendo i primi due esclamò: «Un elefante è senz’altro untipo di serpente». Tanti saggi, come i ciechi della leggenda,sono convinti di aver capito che cos’è il Sicilia Queer: da doveproviene, di cosa parla e dove va. A chi interessa e a chi non interessa,a chi si rivolge e a chi no. L’edizione che vi presentiamoè invece il provvisorio punto di arrivo di una serie di riflessioni,discussioni, evoluzioni, incontri. Lo scorso anno la conferenzadi Paul B. Preciado in occasione della consegna del premioNino Gennaro ci ha posto di fronte all’esigenza di analizzare piùrigorosamente il progetto che portiamo avanti dal 2010. Stiamorealizzando un festival lgbt o un festival queer? Cosa significanoqueste diciture? Era come se ci trovassimo davanti a unascelta: la rivendicazione identitaria o la necessità di slegare ilconcetto stesso di identità da ogni rigida categorizzazione. Maforse ci stavamo comportando come quei saggi ciechi, convintidi poter definire l’elefante a partire da uno solo dei suoi aspetti eincapaci di avere una visione più ampia. Siamo consapevoli delfatto che il nostro è un festival atipico nel panorama mondialedei festival queer. Abbiamo riflettuto sul nostro presente – quelloin cui visioni pacificate dell’omosessualità pervadono i mezzidi comunicazione, anche al cinema – e deciso di togliere l’acronimolgbt dal nome del festival, che d’ora in poi si chiameràdunque Sicilia Queer – Festival internazionale di nuove visioni.Non certo per rinnegare alcunché: il Sicilia Queer non mutanella sostanza e mantiene come sempre una programmazioneaperta, stratificata e problematica. Semmai per chiarire ulteriormentealcuni obiettivi e non subire proiezioni esterne che non rispecchiano il nostro lavoro, o che ne esaminano un solonon rispecchiano il nostro lavoro, o che ne esaminano un soloaspetto: il Sicilia Queer è e vuole essere un luogo libero di sperimentazionedei saperi, di ibridazione delle culture, di trasformazionedel pensiero, di lavoro sulle complessità. Un cantiererealmente aperto, con tutti i suoi rischi. Ci inorgoglisce pensareche oggi l’unico festival internazionale che presenta lungometraggidi finzione a Palermo sia proprio un festival Queer, contutto il portato di differenza che questo comporta, e pensiamoche sia un messaggio importante, un segnale di apertura e forseanche un inizio di trasformazione concettuale e linguisticadi quello che il termine queer stesso significa (non sarebbe,d’altronde, la prima volta).È la nostra interpretazione del termine a far nascerequest’anno un nuovo concorso, dedicato appunto alle nuovevisioni: una competizione internazionale di lungometraggi che– accanto a quella di cortometraggi – prova a scommettere suinuovi autori del futuro, presentando opere prime e seconde ofilm di autori che sono già riconosciuti in tutto il mondo comepunti di riferimento e che in Italia sono ancora pressoché sconosciuti.Una scommessa dei cui risultati potremo discutere solofra qualche tempo.Un festival non è un sistema né ha pretese totalizzanti: è lalaboriosa presentazione di una ricerca in atto. È questo che lorende un corpo vivo e un prodotto originale che guarda sempreal futuro, consapevole della storia da cui proviene. Viviamo unperiodo di lenta trasformazione: è di questi giorni l’approvazionein Parlamento di una legge sulle unioni civili che porta l’Italia adotarsi – con molto ritardo – di uno strumento legislativo cheè frutto di un compromesso al ribasso rispetto alle mire iniziali.Lungi da ogni trionfalismo, è molto discutibile che riconoscerela parità di diritti delle persone attraverso istituti giuridici diversisia un reale passo avanti, se non altro da un punto di vistaculturale. Se per alcuni può trattarsi pur sempre di una base,ci riconosciamo più in chi pensa che si tratta di un punto dalquale ripartire per una battaglia che punti a mutamenti più significativi,e che anche luoghi come questo possono contribuire asviluppare. Avremo modo di discuterne insieme agli studiosi diCIRQUE, un centro di ricerca interuniversitario sul Queer che ènato a Pisa e a cui abbiamo deciso di assegnare quest’anno ilpremio Nino Gennaro, perché in tempi di proclami ci sembra importantefermarsi a riflettere e approfondire le questioni sociali,estetiche e politiche che il queer implica. Lo faremo insieme adalcuni studiosi britannici che abbiamo incontrato all’Universitàdi Manchester, dove siamo stati invitati per parlare del festivalin un convegno internazionale dal titolo Queer Film Festivals asActivism, pochi giorni prima di partecipare in Spagna a uno deifestival queer più importanti d’Europa come Zinegoak. [...]
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An old Hindu legend tells the story of a group of blindAn old Hindu legend tells the story of a group of blindwise men who, upon having learned that an elephant, an animalthey have never heard of, was coming to town, wanted tosee it person. The first of them went close to the animal’s headand self-assuredly affirmed: «now I know what an elephant is:it’s a sphere». The second one came close to the animal’s footand said: «now I know what an elephant is: it’s a column». Thethird one came close to the animal’s trunk and contradicting histwo companions said: «an elephant is for sure a type of snake».There are many wise men like those in the legend who think theyknow what the Sicilia Queer is: where it comes from, what itspeaks about, and where it is going. (Who is interesting in it,and who is not; to whom it speaks, and to whom it does not).This edition is instead the point of arrival of a number of reflections,debates, developments, encounters. Last year, Paul B.Preciado’s speech upon reception of the “Nino Gennaro Award”prompted us to consider more rigorously the project we havebeen carrying out since 2010. Are we making a LGBT festivalor a queer one? What do these labels mean? It was as if wewere at a crossroad: should we affirm an identity or should weavoid pigeonholing the very notion of identity? Perhaps, we wereacting like those blind wise men convinced they could define theelephant only considering one of its facets, but were in fact incapableof embracing wider vision. We are certainly aware that, ifcompared to other queer festivals all over the world, ours is ratheratypical. We have been reflecting on our present time – a timewhere reconciled visions of homosexuality permeate the meansof communication, films included – and eventually decided toremove the acronym LGBT from the festival name, which fromnow on will be called Sicilia Queer – Festival internazionaledi nuove visioni. To be sure, we are not repudiating anything:Sicilia Queer is not undergoing major changes and maintainsan open, stratified, and thought-provoking offering. Rather, wewould like to make our goals clearer and avoid being the objectof external pressures that do not describe our work, or take it into account only partially: Sicilia Queer is and aims at being ainto account only partially: Sicilia Queer is and aims at being afree place for experimenting with various disciplines, hybridizingcultures, transforming thoughts, and working on complexity. Atruly open working space, with all the risks openness may entail.We are proud to know that the only international festival wherefeature films are presented in Palermo is in fact a queer festival,with all the meaning in terms of difference it has. We believe thisis an important message, a way to show sensitivity and, perhaps,the beginning of a conceptual and linguistic transformation ofwhat the term queer means (not that this would be the first time).Our own interpretation of the word has produced, for thisyear, a new competition, dedicated to new visions: an internationalcompetition of feature films that, next to the one devotedto shorts, tries to invest on authors with a future, having thempresent their first or second works, or on authors who are acclaimedin the rest of the world, but are practically unknown inItaly. Of course, this is a challenge whose results we shall beable to discuss only over the next years. [...]
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