Il 12 settembre 2021, giornata di chiusura della seconda parte dell'undicesima edizione del Sicilia Queer filmfest, si sono tenute le premiazioni al Cinema De Seta di Palermo.
La giuria internazionale composta da Manuel Asín (critico spagnolo e direttore artistico del festival Punto de vista di Pamplona), Frank Beauvais (regista francese, vincitore del concorso di lungometraggi del Sicilia Queer 2020), Elisa Cuter (scrittrice e critica cinematografica italiana), Beatrice Gibson (artista e filmmaker sperimentale inglese) e Olaf Möller (selezionatore e critico tedesco, collaboratore di festival in tutto il mondo) assegna il premio per il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni a ex aequo a Beatrix di Milena Czernovsky e Lilith Kraxner (Austria 2021) e a Aloma i Mila di Tuixén Benet (Spagna 2020). La stessa giuria assegna il premio per il miglior cortometraggio – Queer Short a Playback. Ensayo de una despendida di Agustina Comedi (Argentina 2019).
La scelta della giuria del Premio Palermo Pride ha espresso un ex aequo sui cortometraggi Playback. Ensayo de una despendida di Agustina Comedi (Argentina 2019) e Herman@s di Hélène Alix Mourrier (Francia 2021); menzione speciale a And then we touch di Benjamin Egger (Svizzera 2021).
Il Premio del pubblico – Conte Cappello invece premia per i lungometraggi La dernière séance di Gianluca Matarrese (Italia, Francia 2021) e per i cortometraggi Dustin di Naïla Guiguet (Francia 2020).
Le motivazioni della giuria internazionale
Premio miglior lungometraggio – Nuove Visioni
Beatrix di Milena Czernovsky e Lilith Kraxner (Austria 2021)
«Per la sua rappresentazione poetica del quotidiano, come per la sua costruzione ellittica del tempo e dello spazio, la giuria ha deciso di premiare un film che si distingue per il suo approccio giocoso e sottile nella caratterizzazione femminile e il risultato complessivo in quanto opera prima».
Aloma i Mila di Tuixén Benet (Spagna 2020)
«Per la sua abile integrazione della coreografia e della narrazione, il suo approccio creativo e personale all'adattamento, e la sua rappresentazione del territorio».
Premio miglior cortometraggio - Queer Short
Playback. Ensayo de una despendida di Agustina Comedi (Argentina 2019)
«Per la sua rivisitazione intima e militante della memoria e il suo détournement del concetto di conservazione dei filmati d'archivio».
Le motivazioni della giuria del Palermo Pride
Playback. Ensayo de una despendida di Agustina Comedi (Argentina 2019)
«Perchè racconta di come un gruppo di drag resistenti, in un'Argentina alla fine della dittatura militare e all'alba della crisi mondiale dell'AIDS, costruisca uno spazio safe della comunità per la comunità; uno spazio dove ci si diverte, si condivide, ci si emoziona, si attraversa tutto insieme anche i lutti. Il film racconta quello che era il meglio del nostro movimento in passato e che oggi necessità di essere recuperato: il lavoro per la comunità e la capacità di immaginare e scrivere un finale diverso, in un momento in cui fatalismo, individualismo e normalizzazione sono la risposta più semplice».
Herman@s di Hélène Alix Mourrier (Francia 2021)
«Perché affronta la tematica della spazio pubblico, così il film, raccontandone la trasformazione con il linguaggio proprio degli ultimi anni. Uno spazio della comunità per la comunità, in cui ci si diverte, ma in cui si condivide anche quel senso di isolamento e di solitudine che appartiene al nostro comune sentire, specialmente degli ultimi anni. La lotta di Cuco non è la lotta di un solo corpo, ma è la lotta di un corpo politico che rappresenta in sé la pluralità delle identità e delle espressioni del proprio essere. Cuco, "creatura transgender, terzo sesso, mostro fantasma, senza volto, senza sesso" compare e scompare nella notte, fondendosi con la musica delle discoteche che frequenta, l'unico luogo in cui può davvero esprimere la sua non-identità. L'unico luogo in cui non è illegale. La maschera che Cuco indossa rivendica politicamente la sua anonimità, il suo essere "solo corpo e parole", il suo "non-essere", e per questo "essere-tutto". Si tratta dunque di una rappresentazione di una comunità che oggi si trova a dover affrontare necessità ed istanze che aspirano alla liberazione, nel vero senso intersezionale del termine, di tutti i corpi e di tutte le identità».
Menzione speciale
And then we touch di Benjamin Egger (Svizzera 2021)
«Per il forte segnale politico che ci consegna. Da una pratica di sesso “kinky” che è spesso soggetta a stereotipi, che genera stigmatizzazione e discriminazione delle persone che le praticano, abbiamo invece molto da imparare. La scena intima di due puppy players in un salotto che si accarezzano, si annusano, si amano indicano a tutt* un modo creativo di non rinunciare a vivere la sessualità in tempo di pandemia con gioia e soprattutto mostrano una forma alternativa di sessualità che può essere vissuta in modo appagante, paritario, senza prevaricazioni, senza possessore e posseduto, che fa riflettere tutt* e può soprattutto essere di insegnamento rispetto a pratiche agite con violenza da maschilità tossiche».
Materiale stampa e immagini
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