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eterotopie / 27 maggio 2019

Costanza Quatriglio, Paola Caridi e Marta Bellingreri dialogano con l’autrice.

retrovie italiane / 27 maggio 2019

A partire dai filmati d’archivio che ripercorrono i giorni dell’impresa lunare del 1969, una conversazione che evoca apologie, elegie, digressioni e dissensi intorno a un tema su cui si confrontarono alcuni maestri del cinema e della letteratura italiana di quegli anni (da Pasolini a Ceronetti e Manganelli, da Bertolucci a Fellini).

letterature queer / 27 maggio 2019

Incontro con il movimento per i diritti dei/delle sex worker

Daniela Tomasino incontra Pia Covre e Ethan Bonali

Quali sono i desideri e le speranze delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso? Un confronto tra autodeterminazione, criminalizzazione e stigma.

letterature queer / 27 maggio 2019

Pietro Pitarresi, F.P. Alexandre Madonia e Giuseppe Burgio dialogano con il curatore del volume Massimo Prearo

[ita]

Attivista, intellettuale e saggista, Mario Mieli fu anche attore e poeta, autore impegnato in un lavoro di scrittura pervasa da intenzioni politiche innovative che lo hanno reso uno dei protagonisti più radicali della storia culturale italiana del secolo scorso. Strumento indispensabile per comprendere l'evoluzione del suo pensiero, questo volume ne compendia la ricerca teorico-politica, che si espresse nella partecipazione ai primi collettivi italiani di liberazione omosessuale per poi confluire in un percorso personale e in una visione della società in chiave anticapitalistica. Gli interventi raccolti spaziano dalle osservazioni sull'attivismo e sull'esperienza omosessuale degli anni Settanta, al posizionamento all'interno o a margine del movimento, alla politica e all'estetica del travestitismo e della transessualità. Un pensiero che presenta intuizioni e sintesi brillanti accompagnate da letture scientifiche e si arricchisce delle discussioni tra compagne e compagni, di attraversamenti estetici, poetici e geografici. Capace di anticipare molti temi dell'attuale dibattito, fino a includere preoccupazioni e convinzioni ecologiste e antimilitariste, osservazioni etnografiche della scena gay urbana, Mieli individua come punto da cui ripartire l'oppressione della femminilità di ogni essere umano: solo nella sua liberazione è possibile infrangere il predominio fallico e mettersi al lavoro per costituire una nuova comunità. Il volume è accompagnato da un'introduzione e da una biografia critica che restituiscono i momenti chiave della formazione esistenziale e politica di Mieli.

[eng]

An activist, intellectual and essayist, Mario Mieli was also an actor and poet, an author engaged in a work of writing pervaded by innovative political intentions that made him one of the most radical protagonists of Italian cultural history of the last century. This collection of essays is a necessary instrument to understand the evolution and development of Mieli critical thoughts. The essays summarize the theoretical-political research of Mieli, which expressed itself in the participation in the first Italian collectives of homosexual liberation and then merged into a personal journey and an anti-capitalist vision of society. The contributes range from observations on activism and the homosexual experience of the Seventies, to positioning within the movements, the politics and the aesthetics of transvestitism and transsexuality. The book reconstruct a thought made of perceptive insights and summaries sustained by scientific readings; it is enriched by discussions between companions and aesthetical, poetic and also geographical crossovers. Able to prefigure many topics of the current debate, including ecological concerns and convictions and antimilitarist, ethnographic observations of the urban gay scene, Mieli identifies as a starting point the oppression of the femininity within every human being: only in the liberation of this aspect might contribute to break phallic dominance and working to build a new community. The book includes an introduction and a critical biography that show the key moments of Mieli's existential and political formation.

letterature queer / 27 maggio 2019

Elena Mignosi e Daniela Tomasino dialogano con l’autrice.

[ita]

Di cosa è fatto il desiderio? Una domanda che si nasconde dentro i sei racconti scritti da Delia Vaccarello e a cui rispondono sei storie intrecciate all'eros e ai suoi segreti. Uno sguardo sensuale, una carezza accennata, una spalla poco scoperta, un sospiro dietro l'orecchio: tra luci soffuse e ombre voluttuose, l'autrice indaga la dimensione erotica dei complessi personaggi di Desiderio. Racconti di eros, segreti, bugie, proiettando la narrazione oltre il corpo e abbattendo i tabù che lo censurano, con l'intenzione di rendere esplicito – non volgare – il sesso. Non importa se questo avvenga tra uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna. L'argomento unico che unisce questi racconti è l'essere umano, l'amore e il suo mistero. L'essere umano nudo e fragile. Erotico.

[eng]

What is the matter of the desire? This is a question hiding behind the six short stories focussed on the secrets of eros written by Delia Vaccarelo. A sensual glance, a hinted caress, a slightly uncovered shoulder, a whisper behind the ear: between soft lights and voluptuous shadows, the author investigates the erotic dimension of complex characters of her stories. Desire. Stories of Eros, Secrets, Lies casts the narration beyond the body and it overthrows the censoring taboos, with the intention to explicit the sex without exhibition of obscenities. It does not matter if sex would be between a man and a woman, man and man or woman and woman. The only one argument that connects the short stories is the love and the mystery behind the human being, in its complete nude fragility and eroticism.

letterature queer / 27 maggio 2019

Ambra Carta (Università di Palermo), Salvatore Ferlita (Università “Kore” di Enna) e Massimo Milani (Palermo Pride) presentano Domenico Conoscenti, I neoplatonici di Luigi Settembrini. Gli amori maschili nel racconto e nella traduzione di un patriota risorgimentale, Mimesis 2019 (vincitore del Premio Studi GLBTQ Maurice 2016) alla presenza dell'autore.

[ita]

Divertissement in forma di traduzione anonima, edito nel 1977, un secolo dopo la morte dell'autore, I neoplatonici ha suscitato giudizi contrapposti e tenaci fraintendimenti. Alieno dal farsi portavoce di un outing postumo, il saggio rintraccia negli scritti del patriota-scrittore il suo punto di vista sull'omosessualità ed evidenzia le peculiarità dei protagonisti, i quali ignorano – in contrasto con l'opera di Luciano di Samosata, tradotta dallo stesso autore – lo statuto canonico della pederastia e la fissità dei ruoli sessuali, vivendo un'insolita parabola erotica che sfocia in una borghese bisessualità. Infrangendo la consegna del silenzio, grazie alla sua conoscenza del mondo antico Settembrini ci lascia una visione originale del vizio innominabile, immaginata mentre l'Europa si avvia verso un ambiguo processo di medicalizzazione dell'omosessualità. Aperto dalla prefazione di Maya De Leo, il saggio è seguito da un'appendice che consegna al lettore I neoplatonici in una versione più aderente al manoscritto originale.

[eng]

A century after the death of the author, The Neoplatonics, that was published in 1977, seems like a divertissement delivered in an anonymous translation. The text provoked controversial opinions and tenacious disagreements. In contrast to be a sort of spokesman for a posthumous outing, this essay tracks down the point of view of the patriot-writer about homosexuality and it remarks the particularity of the main characters who ignore the canonical status of pederasty and the fixity of sexual roles, experiencing an unusual erotic parable that leads to a bourgeois bisexuality – in contrast with the Luciano of Samostata’s work translated by Luigi Settembrini. Breaking the delivery of silence, thanks to his knowledge of the ancient world, Settembrini provide us with an original vision of the unmentionable vice, figured while Europe is moving towards an ambiguous process of medicalization of homosexuality. The book is opened by the preface of Maya De Leo; it also includes an appendix that gives at the reader amore adherent version of the original manuscript.

eterotopie / 25 maggio 2019

Syrian Films after 2011 – Between Documenting and Creativity

31 maggio 2019, ore 14.00-18.00 *
Sala Bianca / Centro Sperimentale di Cinematografia – sede Sicilia
Cantieri Culturali alla Zisa – Palermo

Esiste la possibilità di fare un film durante la guerra?
Quante sono le probabilità?
Cosa vogliono i media? Cosa vuole il Governo? Cos’è che sto vedendo Io?

retrovie italiane / 23 maggio 2019

[ITA]

“Di tutte le persone, il meno insopportabile è un misantropo”. Queste le parole di Emil Cioran su Guido Ceronetti, fondatore del Teatro dei Sensibili, traduttore, scrittore e poeta. Ma il misantropo non è che una delle sue sfaccettature: di fronte allo sfacelo che ha assunto ai suoi occhi la società contemporanea non può che assumere questo atteggiamento, ma un’onda di gioia e consolazione è quella che emana dal suo teatro, dalla sua poesia. Il mestiere di dare gioia è un mestiere duro: richiede un’assoluta dedizione e una continua autoanalisi, non lascia spazio alla costanza e alla regolarità di una vita pensata e vissuta a metà. Queste le premesse della storia di una ricerca artistica e spirituale unica, che interroga la tradizione antica e moderna riportandola costantemente a una vita nuova, ricca di una eco traboccante che dubita e riempie.

[ENG]

“Of all people, the less unbearable ones are misanthropes”. This is What Emil Cioran had to say on Guido Ceronetti, who was the founder of Teatro dei Sensibili, as well as a translator, a writer and a poet. But he’s not just a misanthrope: that’s the attitude he had to have because of the debacle that contemporary society has become to him, but there’s a wave of joy and consolation that spreads from his plays and his poems. The job of giving joy is a hard one: it requires absolute dedication and it leaves no room for the steadiness and regularity of a half-thought or half lived life. This is the premise of the story of a unique artistic and spiritual pursuit, that questions ancient and modern tradition to continuously give it a new life, a life that’s enriched by an overflowing echo that doubts and fulfills.

retrovie italiane / 23 maggio 2019

[ITA]

Un affermato soprano americano, Caterina Silveri, dopo la morte del marito e manager Douglas Winter lascia gli Stati Uniti e si stabilisce a Roma con il figlio Joe. Dalle atmosfere composte di una vita americana a Brooklyn, madre e figlio vengono catapultati in una sensualissima Roma dai colori bruciati dal sole. La città è illuminata anche di notte da una luna che dona visioni, svela e nasconde, riflette desideri, li perverte, li plasma finché non si svela come la guida che attraverso la sua attrazione fatale mostra i conflitti e li compone.

La luna più che un film è un gioco di specchi sul perdersi e il ritrovarsi, sul non riuscire a rivedersi nel mondo senza una guida e un modello, su come i percorsi individuali siano inesorabilmente intrecciati nonostante la nostra temporanea cecità, il nostro nasconderci dietro ciò che accettiamo come vero.

[ENG]

A well-known American soprano, Caterina Silveri, after the death of her husband and manager Douglas Winter, leaves the United States and settles up in Rome with her son Joe. Suddenly from the sober atmospheres of their American life in Brooklyn they are thrown to a sensual, drenched-in-sun Rome. By night the city is lit by a moon that gives visions, unveils and hides, reflects wishes, shapes and perverts them; until it reveals itself to be a guide that shows conflicts and settles them by her fatal attraction.

The moon is a game-of-mirrors movie on losing oneself and find it again, on not being capable to have a place in the world without a guide, on how individual paths are necessarily intertwined despite our superficial blindness, despite the habit of hiding behind what we accept as true.

eterotopie / 23 maggio 2019

[ITA]

Il film racconta la storia di tre donne in tre città differenti. Donne che si sono arrese alla vita. Una vive a Damasco. Ha smesso di parlare con gli altri, isolandosi nel suo appartamento. La seconda ha lasciato Damasco a causa della guerra trasferendosi in Svezia, dove si rifugia nei suoi dipinti, sperando tramite tramite essi di liberarsi del tormento del passato. La terza è finita a Vienna e affronta un futuro incerto, come il fantasma di una donna fuggita da Vienna dopo la Seconda Guerra Mondiale. È una discussione tra l’interiore e l’esteriore – una conversazione impossibile.

Lo sguardo attento e sincero della regista ci restituisce così dei ritratti intimi e accorati di anime altrimenti invisibili, sconfitte da una guerra che non gli è mai appartenuta.

[ENG]

The film narrates the story of three women in three different cities. They have given up on life. One lives in Damascus. She has stopped speaking to others entirely, isolating herself in her flat. The other has left Damascus as a result of the war and went to Sweden, where she imprisons herself in her paintings, hoping through them to rid herself of the torments of the past. The third ended up in Vienna and faces an unknown future, like the ghost of a woman who fled Austria after the Second World War. It is a conversation between the interior and exterior – an impossible conversation.

The director’s attentive and authentic gaze hence pay us back the otherwise invisible souls’ intimate and heartfelt portraits, defeated by a war that never belong them.

panorama queer / 23 maggio 2019

[ITA]

1996: il protagonista del cortometraggio (possibilmente Hoolboom stesso) è un trentacinquenne sieropositivo da ormai 8 anni che riflette sulla propria condizione di malato osservando i cambiamenti cui è soggetto il proprio corpo. E lì dove il linguaggio si arena, liquidando le immagini come infantili e banali, inizia ad aprirsi uno scarto dove si insinua il desiderio e dove continua a sgorgare la vita.

Movimenti coreografici, rime visive, giustapposizioni sinestetiche ed efflorescenze caleidoscopiche si manifestano sullo schermo fino a dilatare l’immagine e il suo senso presunto. Perché, se “qualsiasi uomo che esprime i suoi veri sentimenti è una drag queen”, non resta che tentare il rappacificamento con il corpo, far sì che la sua sofferenza non lo trasformi in un oggetto slegato dall’interiorità.

[ENG]

1996: the protagonist of this short film (seemingly Hoolboom himself) is a thirty-five-year-old HIV-positive man who, for the past 8 years, has been reflecting on his condition of patient observing the changes which his body is subjected to. And there, where language runs aground, dismissing the images as childish and trivial, a gap begins to opens up where desire creeps in and where life continues to flow.

Choreographic movements, visual rhymes, synesthetic juxtapositions and kaleidoscopic efflorescences manifest on screen until they dilate the image and its alleged sense. Because, if “any man who expresses his true feelings is a drag queen”, all that remains is to try to reconcile with the body, to ensure that his own suffering does not transform it into an object disconnected from his inner self.

panorama queer / 23 maggio 2019

[ITA]

Il fragore degli scoppi e le immagini del solenne, risoluto incedere dei manifestanti riscaldano l’atmosfera prima che abbia luogo una conferenza. I luoghi, visualizzati e/o ascoltati, si sovrappongono e annullano ogni frontiera precostituita. Ricorrendo a digressioni storiche che si aprono a una messinscena in costume o, ancora, a una dimensione futuristica, si ritorna però alla rivoluzione in marcia, in cui tanti individui/“io” cercano un “noi” da cui far ripartire la società.

Basato su un discorso tenuto da Paul B. Preciado nel 2003 a Londra e intitolato “Pharmacopornographics counter fiction”, (S)he Said That prende in disamina la continua trasformazione del potere che disciplina i corpi, vincolati a una catena di montaggio in cui riproduzione sessuale e produzione di capitale sono le facce della stessa medaglia: quella del controllo biopolitico.

[ENG]

Roaring explosions and images of the solemn, resolute gait of the protesters warm up the atmosphere before a conference begins. The places, displayed and/or heard, overlap and efface every pre-established boundary. By resorting to historical digressions that opens up to a costume drama or even to a futuristic dimension, we return though to the revolution on the march, in which many individuals/“I” look for a “we” from which to restart the society.

Based on a talk by Paul B. Preciado delivered in London in 2003 and entitled “Pharmacopornographic counter fiction”, (S)he Said That examines the continual transformation of the power that disciplines the bodies, bound to an assembly line in which sexual reproduction and production of capital are two sides of the same coin: that of biopolitical control.

panorama queer / 23 maggio 2019

[ITA]

Una giovane donna arriva su un’isola remota per mettersi tutto alle spalle, rifugiandosi in un moderno studio utopia. Tutto quello che le serve è la quiete e una pace ristorativa, ma la sua permanenza è bruscamente interrotta da un’intrusa: un’artista le cui installazioni acustiche disturbano tutto quello che la ha da offrire il vuoto dell’abitazione spartana. La tensione tra le due donne cresce e la calma immota dà vita a una crescente frustrazione e rabbia. Emergendo dalla natura selvaggia, la casa diventa il terzo personaggio della storia – un labirinto in cui personalità contrastanti si incontrano e stili di vita differenti e aspettative si scontrano.

Fra mistero, erotismo e ironia, un film potente e sinuoso, lodato pubblicamente da Nicolas Winding Refn.

[ENG]

A young woman comes to a remote island to get away from it all, taking refuge at a modern studio utopia. All she needs is restorative peace and quiet, but her stay is jarringly interrupted by an intruder: an artist whose acoustic installation disturbs everything that the starkly empty house has to offer. The tension between the two women rises and the motionless calm gives way to growing frustration and anger. Emerging from the wilds of nature, the house becomes the third character of the story – a labyrinth in which contrasting personalities meet and differing lifestyles and expectations clash.

Trough mistery, etorism and irony, a powerful and sinous movie, publicly praised by Nicolas Winding Refn.

panorama queer / 22 maggio 2019

[ITA]

Alla storia di un momento di fioritura culturale, passato il giusto tempo, devono affiancarsi le storie delle singole vite che lo hanno reso possibile. Questo è l’obiettivo di questo documentario, che attraverso la testimonianza di parenti, amici, ammiratori e collaboratori mostra l’evoluzione della carriera di Alfredo Cohen tra politica, insegnamento, teatro, musica e cinema. Il film racconta la storia di un uomo che ha lasciato una traccia piegando le forme di espressione che frequentava, sfumando i confini fra i sessi e le sessualità, tra italiano e dialetto, tra teatro colto e popolare, tra vita e arte. L’itinerario esistenziale di una figura centrale per importanza politica e creativa per fecondare il nostro presente e farlo risuonare di voci che possono farci riscoprire l’importanza dell’immaginazione.

[ENG]

The story of a moment of cultural flowering, after the right time has passed, must be accompanied by the stories of the individual lives that made it possible. This is the goal of this documentary, which shows the evolution of the career of Alfredo Cohen between politics, teaching, drama, music and cinema through the testimonies of relatives, friends, fans and collaborators. The movie tells the story of a man that left a trace by bending the forms of expression that he associated with, by shading the borders between sexes and sexualities, between italian and dialect, between high and popular theatre, between life and art. The existential path of a figure that’ s central for political and creative significance is what can fertilize our present and make it reverberate with voices that can make us rediscover the importance of imagination.

panorama queer / 22 maggio 2019

[ITA]

Negli anni 2000 Berlino è diventata il polo d’attrazione della cultura europea. Da Mitte a Kreuzberg, guidati da una narratrice lucida e tenera, siamo invitati a calarci nel mondo fragile dei Berlin Based, artisti di ogni sorta che hanno scelto di trasferirsi lì, nei quartieri di una città satura di storia in cui tutto sembrava ancora possibile.

Tra mitologie berlinesi e precarietà degli artisti nell’epoca dell’ipercapitalismo, il ritratto di una città ancora oggi appassionante e una meditazione sulla condizione del lavoro culturale oggi.

[ENG]

During all the 2000 Berlin became the center of attraction of Europe culture. From Mitte to Kreuzberg, led by a tender and lucid narrator, we are invited to descend upon the fragile world of the Berlin Based, artists of any kind who decided to move there, in certain areas of a city saturated by history in which everything seemed still possible.

Through Berlin mythologies and artists’s precariousness in the age of ipercapitalism, the portrait of a city even today fascinating and a meditation about today’s condition of cultural work.

panorama queer / 22 maggio 2019

[ITA]

A metà degli anni 90 un gruppo di ballerini si riunisce in uno sperduto college abbandonato per preparare le coreografie in vista di un imminente spettacolo. Finite le prove però, tra il gruppo di ballerini inizia a generarsi un’insolita e bizzarra paranoia e quella che era iniziata come una tranquilla festa a base di sangria si tramuterà in un incubo allucinatorio da cui è impossibile fuggire.

L’ultima, sconvolgente opera di Gaspar Noé. Un viaggio sensoriale dentro la mente del regista franco-argentino, un’esperienza psicotropa ed epilettica che mette a dura prova la sfera emozionale di ogni spettatore. Lasciate ogni speranza, o voi che entrate!

[ENG]

In the mid-90s a group of dancers meet in a lost abandoned college in order to work over the choreographies in sight of a forthcoming play. When the rehearsals are over, among the dancer’s group starts generating a strange and bizarre paranoia and what begun as a relaxed sangria party turns into a dazzling nightmare from which is impossible to run away.

Gaspar Noé’s last disturbing movie. A sensorial trip inside the French-Argentinian director’s mind, a psychotropic and epileptic experience which will hard test every spectator’s emotional sphere. All hope abandon, ye who enter in!

panorama queer / 22 maggio 2019

[ITA]

Da molti anni la giovane Eva è fuggita da casa nella ricerca disperata di un qualcosa che non è in grado di spiegare. Per anni ha viaggiato in lungo e in largo attraverso l’Universo, di pianeta in pianeta. Adesso è sola, nella stanza di un motel che fluttua nello spazio, inesorabilmente attratto dalla gravità di un Buco Nero nelle vicinanze. Una vecchia amica, Sacha, fa il suo ingresso nel motel e incontra Eva. Le due donne passano insieme una notte nostalgica, condividendo memorie sulla loro vita. Uno straniero, una figura malinconica e misteriosa, le spia dalla stanza accanto… Eva racconta che, da quando ha lasciato la Terra, non fa che sognarla. Tutti i suoi sogni sono ambientati sulla Terra. Sono sogni d’amore e di maternità. Più si allontana dalle sue radici, e più queste radici si rafforzano. E nonostante ciò sa di non poter più ritornare.

[ENG]

A young woman named Eva ran away from her home in the desperate search of something she can’t even explain. For years she has been travelling around Space, from planet to planet, and now she finds herself in a solitary motel which floats nearby a massive Black Hole. Sacha, a woman from her past, arrives at the motel. The two women meet and spend a nostalgic night in the motel room, sharing memories of their life on Earth. A stranger, a melancholic and mysterious figure, is spying on them from the room next door.

Eva says that, since she left her birth planet, she can’t stop dreaming of it. They are dreams of love and motherhood. The farther she goes, the stronger her roots feel. And yet she still can’t go back.

panorama queer / 22 maggio 2019

[ITA]

Durante il suo discorso di premiazione per il premio alla carriera, Nicholas Chauvin soldato contadino, veterano della Rivoluzione e delle Guerre Napoleoniche e padre del chauvinismo, si imbarca in un gran monologo che lo manda indietro nello spazio e nel tempo. Fino a che, ad una curva in una strada illuminata dalla luna, un incontro spettrale cambia il corso della sua non esistenza.

Intrecciando senza soluzione di continuità il passato ed il presente, il film ci invita a riesaminare le figure cristallizzate nella storia attraverso una lente nuova e particolare. Un delirio che riesce ad essere allo stesso tempo esaltazione iconografica e pura iconoclastia atemporale.

[ENG]

During his acceptance speech for a lifetime achievement award, Nicolas Chauvin farmer soldier, veteran of the Revolutionary and Napoleonic Wars, and the father of chauvinism embarks on a grand monologue, sending him back in time and space. Until, at a bend on a moonlit road, a spectral encounter changes the course of his non existence.

Linking seamlessly past and present, the movie invites us to review the figures crystallized in History throughout a new and peculiar lens. A delirium which manages to be at the same time iconographical glorification and timeless iconoclasm.

panorama queer / 22 maggio 2019

[ITA]

Può essere difficile venire a contatto con la propria identità, molti sono gli ostacoli che il nostro io deve superare per esprimere se stesso con pienezza, che siano interiori o derivanti dalla famiglia, dalla comunità e società in cui si vive. In Eigentlich ist sie mein kleiner Bruder Lena Lobers affronta la ricerca dell’identità di genere, partendo da una riflessione sulla sua sorellina, che biologicamente è nata maschio. Il film apre piccoli squarci sulla vita delle persone transgender e su chi gli sta vicino, della lotta solitaria che la decisione di essere se stessi comporta e del coraggio che richiede. Lotta per un futuro, un corpo e un nome in cui potersi riconoscere e vivere, per accettare i propri desideri e il proprio modo di essere nonostante tutto.

[ENG]

It can be difficult to deal with our own identity, there are many obstacles that our ego has to get through to fully express itself, whether they are interior or originate from the family, the community and society in which they live. In Eigentlich ist sie mein kleiner Bruder Lena Lobers deals with the search of gender identity, starting from a reflection on her little sister, who was biologically born as a male. This movie brings us into small excerpts of the life of transgenders and of the people that are close to them: it talks about the solitary struggle that is entailed in being ourselves, about the courage it takes; a struggle for a future, a body and a name to recognize ourselves in, a struggle to accept our desires and the way we are, in spite of everything.

panorama queer / 22 maggio 2019

[ITA]

J. è un giovane di una realtà qualunque, in uno qualunque dei nostri giorni. Odia il suo aspetto fisico e spende il suo tempo sui social network, proiettando i suoi desideri e i suoi impulsi sessuali in un mondo in cui nessuno si prende gioco di lui. L’ideale di un corpo che risponda ai canoni della società contemporanea lo ossessiona giorno e notte e lo accompagna in tutti i luoghi che frequenta, spingendolo ad adottare i consigli e le strategie promosse da un mondo in cui la bellezza è un valore indiscutibile. I modelli imposti però finiscono con l’impadronirsi della sua psiche, e il confine tra ciò che è digitale e ciò che è reale inizia a diventare sempre più sottile, trascinando J. in una realtà distorta che presto si trasformerà in un incubo.

[ENG]

J. is a teenager of any ordinary reality, in a ordinary day of our life. He hates the way he looks so he spends his time on social networks, projecting his desires and sexual impulses in a world where nobody makes fun of him. The ideal of a body that could embrace the standard of the contemporary society torments him day and night, and follows him in every place he frequent, pushing him to follow the advices and the strategies promoted by a world in which beauty is an unquestionable value. The imposed models though end up taking possession of his psyche, and the border between what is digital and what is real start to get thinner and thinner, dragging J. in a distorted digital reality that soon will become a nightmare.