anteprime queer / 08 dicembre 2024
Angela è tante persone diverse in una sola: assistente di produzione, autista, influencer, nipote. Cerca persone che hanno subìto gravi infortuni sul posto di lavoro per renderli parte di un documentario commissionato da una multinazionale allo scopo di sensibilizzare i propri dipendenti, e allo stesso tempo affronta un’azienda edile che vuole appropriarsi del terreno del cimitero dove è sepolta sua nonna per costruire un condominio di lusso. E intanto interpreta un personaggio aggressivo, omofobo e misogino sui social per fare satira del mondo che la circonda. Lo stesso mondo che osserva guidando da una parte all’altra di Bucarest. Non è estraneo alla sperimentazione il regista romeno Radu Jude, forse l’autore di punta nella proposta cinematografica del suo paese. Il suo ritratto on the road, variegato e instancabile, non ha paura di puntare il dito contro le ipocrisie del mondo del lavoro e dello spettacolo, scoprendo altarini imprevedibili che scoperchiano idiosincrasie, abissi culturali e luoghi comuni da sfatare. Tutto dentro un dispositivo cinematografico affascinante e irripetibile.
[eng]
Angela is many different people in one: production assistant, driver, influencer, niece. She searches for people who have suffered serious injuries in the workplace to make them part of a documentary commissioned by a multinational company with the aim of raising awareness among its employees, and at the same time she faces a construction company that wants to take over the cemetery land where her grandmother is buried to build a luxury building. And in the meantime, she plays an aggressive, homophobic and misogynistic character on social media to satirize the world around her. The same world she observes while driving from one side of Bucharest to the other.
The Romanian director Radu Jude is no stranger to experimentation. Nowadays he is probably the leading director in his country’s cinematographic proposal. His portrait is a varied and tireless on the road that is not afraid of pointing the finger at the hypocrisies of the work and entertainment worlds, revealing unpredictable skeletons in the closet, uncovering idiosyncrasies, cultural abysses and clichés to dispel. All within a fascinating and unrepeatable cinematic device.
anteprime queer / 07 ottobre 2024
[ita]
Ana Bauch, una professoressa di lettere in una piccola città ungherese, consiglia ai suoi studenti di vedere il film Poeti dall’inferno di Agnieszka Holland sulla vita di Rimbaud per aiutarli a comprendere meglio il simbolismo delle sue poesie e l’epoca in cui furono scritte. Ma il padre di uno degli studenti reputa il film immorale: è l'inizio del calvario di Ana, vittima di preside, colleghi, genitori, media e commissioni di inchiesta che diventano paladini del benessere dei ragazzi. Vittima soprattutto di conformismo, invidia e paura. Forse solo gli studenti le potranno regalare qualche speranza.
Ispirato ad un fatto di cronaca, il primo lungometraggio di Katalin Moldovai affronta in modo lucido e intelligente il dibattito sulla libertà di pensiero e di espressione. Tutto è ordinato e luminoso ma la scuola è una dolce prigione delle apparenze e dell'ordine da mantenere a tutti i costi, uno specchio purtroppo fin troppo fedele della società in cui viviamo.
[eng]
Ana Bauch, a literature teacher in a small Hungarian town, recommends that his students watch Agnieszka Holland's film Total Eclipse about the life of Rimbaud to help them better understand the symbolism of his poems and the time period in which they were written. But the father of one of the students considers the film immoral: it’s the beginning of Ana’s ordeal, she is victim of the school director, the colleagues, the parents, the media and the commissions of inquiry that brandish the argument of the teenagers’ well-being. She is victim of conformism, envy and fear. Maybe only the students could give her some hope.
Inspired by a true story, Katalin Moldovai's first feature film focuses in a clear and clever manner on the debate about freedom of thought and expression. Everything is tidy and bright, but the school is a sweet prison where law and order rule, regrettably a realistic mirror of the society we live in.