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carte postale à Serge Daney / 12 ottobre 2021

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Sylvain, giovane cinefilo e solitario, è il gestore di un piccolo cinema di quartiere sull’orlo della bancarotta. Con grande dedizione si occupa dell’intera organizzazione, in qualità di responsabile della programmazione, proiezionista e cassiere e, in quegli stessi luoghi scalcinati e ombrosi, si è ricavato un seminterrato in cui vivere. Ogni notte, dopo l’ultimo spettacolo, si aggira per le strade della città e commette un omicidio… Dernière séance incorpora gli stilemi del film slasher e tesse un canto d’amore cinefilo che spinge alle estreme conseguenze l’illusione di “abitare” la realtà dei film visti e adorati, tanto da non riuscire più a distinguere tra finzione e realtà, tra cinema e vita reale.


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Sylvain, a young and lonely cinephile, is the manager of a small neighborhood cinema on the verge of bankruptcy. With great dedication he takes care of the entire organization, as programming manager, projectionist and cashier and, in those same moldy and shady places, he has carved out a basement in which to live. Every night, after the last screening, he wanders the streets of the city and commits a murder...Dernière séance incorporates the stylistic features of slasher films and weaves a cinephilic love song that takes to the extreme the illusion of “living” the reality of the films "inhabiting" the reality of those films seen and revered, so much so that it is no longer possible to distinguish between fiction and reality, between cinema and real life.

carte postale à Serge Daney / 12 ottobre 2021

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Simone e Martine lavorano come maschere in un cinema porno a Montparnasse. Passano le loro giornate nel limbo della hall, tra qualche chiacchiera e risata, incontrando gli habitué e le persone solo di passaggio per traghettarle in sala, al loro posto. A mezzanotte Simone si mette in marcia nella notte parigina alla volta di un club lesbico… Ispirato alla biografia di Marie-Claude Treilhou, che in gioventù ha lavorato in un cinema porno per mantenersi al fianco dell’esplosiva Ingrid Bourgoin (che troviamo nel film nei panni di Simone Barbès), è l’opera più conosciuta della regista francese. Un viaggio in tre atti articolato tra interno esterno, buio e luci artificiali, in cui il bizzarro cinema e la città che lo circonda dialogano continuamente e sembrano persino invertirsi. In questa Parigi notturna sospesa tra il cinema di Eustache e l’estetica camp anni Ottanta che ha ispirato tanto cinema francese a venire, Simone e Martine sopravvivono grazie a uno humour senza limiti e a un’eccezionale vitalità.

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Simone and Martine are usherettes in a porno cinema in Montparnasse. Installed in the limbic hall, they greet regulars and people passing through, put people in their place, and pass the time chatting. Inspired by the biography of Marie-Claude Treilhou, who in her youth worked to support herself in a porn cinema alongside the explosive Ingrid Bourgoin, who we find in the film as Simone Barbès, this is the best-known work of the French director. A journey in three acts between the interior and exterior, darkness and artificial lights, in which the bizarre cinema and the city that surrounds it constantly dialogue and even seem to invert each other. In this nocturnal Paris, suspended between Eustache's cinema and the 1980s camp aesthetic that inspired so much of French cinema to come, Simone and Martine survive thanks to their boundless humour and exceptional vitality.

carte postale à Serge Daney / 12 ottobre 2021

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Tre anziane sorelle si riuniscono, come ogni domenica. Hanno poco in comune, si potrebbe anche dire che sono spesso ostili tra loro. In questa speciale domenica dell’Epifania – il giorno dei re magi –, però, l'atmosfera è più elettrica del solito. Oltre al programma canonico che prevedere il recarsi al cimitero, pranzare al ristorante cinese e mangiare infine la tradizionale “galette des rois”, le tre devono andare a vedere lo spettacolo dell'altra sorella. La selvaggia e scandalosa Marie-Louise fa parte di una troupe comica di vecchi teatranti…Un’immersione divertente e veritiera nel microcosmo della terza età; irriverente e originale e con un cast d’eccezione di grandi attori professionisti, che ci riporta lontano, in Oriente, ai capolavori sulla vecchiaia realizzati dal maestro Ozu, riferimento costante di Marie-Claude Treilhou.

 

[eng]

 

Three elderly sisters get together, just like they do every Sunday. They have little in common, one could even say, they’re often hostile with each other. On this special Epiphany Sunday, however, the atmosphere is more electric than usual. In addition to the canonical program of visiting the cemetery, lunch at a Chinese restaurant and finally eating the traditional “galette des rois”, the three of them have to trot off to see their other sister’s show. Wild and scandalous Marie-Louise is a member of a comic trope of elderly thespians…An amusing and truthful immersion in the microcosm of the old age; irreverent and original, with an exceptional cast of great professional actors, capable of taking us back to the Far East, to the masterpieces made by the master Ozu, constant reference of Marie-Claude Treilhou.

carte postale à Serge Daney / 12 ottobre 2021

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Un furto anomalo nella casa di campagna di Simone e Hélène, una coppia di donne sulla cinquantina, dà vita a una serie di ipotesi, verifiche, fatti e investigazioni che coinvolgono loro stesse e un gruppo di persone che sta loro intorno. La suspense legata alla risoluzione del caso diventa nello stesso tempo un confronto di ciascuno dei personaggi con la propria visione del mondo, la propria ideologia e la propria morale, in un crescendo in cui verità e giustizia diventano concetti fluidi. Un cast d’eccezione per un piccolo gioiello del cinema francese più nascosto: Ingrid Bourgoin, Dominique Cabrera, Alain Guiraudie, Claire Simon e Marie-Claude Treilhou. Nel 2004, Louis Skorecki su Libération ne parla in questi termini: “Treilhou sa posare. Posa la sua macchina da presa, i suoi attori, il suo paesaggio e li lascia parlare. Nei suoi film il paesaggio parla, ma far parlare i personaggi al ritmo di un paesaggio è molto più complicato. Un petit cas de conscience racconta semplicemente la vita straordinaria di alcuni personaggi ordinari: […] non siamo lontani da Pagnol e Guitry”.


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A suspect burglary in the country house of Simone and Hélène, a couple of women in their fifties, represents the starting points for a series of hypotheses, verifications, facts and investigations involving the two women and a group of people people around them. The suspense for the resolution of the case becomes an occasion for comparing the vision of the world, ideology and morals of all the people involved, a crescendo in which truth and justice turn into fluid concepts. Modeled by an exceptional cast, Ingrid Bourgoin, Dominique Cabrera, Alain Guiraudie, Claire Simon and Marie-Claude Treilhou, the film is a little gem in French indie cinema. As Louis Skorecki wrote on Libération in 2004: “Treilhou knows how to pose her camera on her actors and landscape and lets them talk. In her films the landscape speaks, and the characters speak following the rhythm of the landscape, which is not easy to obtain. A small case of consciousness is the point of departure for narrating the extraordinary life of some ordinary characters: […] we are not far from Pagnol and Guitry ”.

Sicilia Queer 2021 / 13 settembre 2021

Siclia Queer 2021

I premi e i vincitori dell’undicesima edizione del Sicilia Queer filmfest, assegnati dalla Giuria internazionale  composta da Manuel Asín (critico spagnolo e direttore artistico del festival Punto de vista di Pamplona), Frank Beauvais (regista francese, vincitore del concorso di lungometraggi del Sicilia Queer 2020), Elisa Cuter (scrittrice e critica cinematografica italiana), Beatrice Gibson (artista e filmmaker sperimentale inglese) e Olaf Möller (selezionatore e critico tedesco, collaboratore di festival in tutto il mondo) quelli assegnati dalla Giuria del Coordinamento Palermo Pride e dal Pubblico.

Sicilia Queer 2021 / 06 settembre 2021

La costruzione di un festival passa attraverso molte contingenze e poche certezze. La certezza che sta alla base dell’undicesima edizione del Sicilia Queer – la seconda consecutiva realizzata in un periodo di emergenza legato alla pandemia di Covid-19 – è quella di voler mantenere viva l’esistenza di uno spazio che concepiamo come laboratorio, un luogo di incontri e di incroci, di esperienze e di condivisione, di conoscenza e di scambio.
Questa volontà ha dovuto fare i conti con un numero imprevedibile di contingenze: le sale cinematografiche italiane sono rimaste chiuse dal 26 ottobre 2020 al 26 aprile 2021 e molte hanno riaperto ancora dopo, viste le svariate limitazioni – la persistenza del coprifuoco fino all’inizio dell’estate, l’alternarsi di zone rosse, arancioni, gialle e bianche nelle varie regioni italiane che ancora oggi caratterizza la nostra quotidianità, l’obbligo di distanziamento e di mantenere la mascherina in sala per tutto il corso dello spettacolo, il rischio costante di una nuova chiusura. La fruizione del cinema tramite piattaforme on line ha visto potenziare enormemente i suoi utenti e siamo evidentemente in un’epoca di transizione verso l’ennesima rivoluzione nella diffusione del cinema, ma anche per questo, nel nostro piccolo, nel tentativo di stare dentro il tempo e insieme contro il tempo, non vogliamo smettere di lottare per difendere la visione del cinema al cinema, per continuare a promuovere quell’esperienza insostituibile che fa condividere a persone sconosciute, con la scusa di un film, un tempo e uno spazio fisici. Un espediente per provare a comprendere qualcosa del mondo; un tramite per mettere in gioco direttamente la vita delle persone, in modo sempre imprevedibile. Una scelta dichiaratamente politica, ché altrimenti un festival sarebbe poca cosa.

queer short / 30 agosto 2021

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In Georgia, due naufraghi nigeriani, Obinna e Afame, navigano nell’intorpidita città di Tbilisi dopo una lunga notte fuori. Tuttavia, al sorgere del giorno, le vere sfumature del loro ambiguo rapporto cominciano a rivelarsi, poiché soltanto così potranno trovare conforto in un ambiente tanto ostile. Mentre i protagonisti vagano senza meta per la città, si avverte un senso di apertura esistenziale. Non hanno un posto dove andare, e poco viene rivelato del loro passato. Ogni azione, ogni parola pronunciata ha luogo in un presente indeterminato, come se non fossero legati né a eventi passati né a qualcosa che verrà. Elene Naveriani cattura i piccoli dettagli e i sentimenti sfuggenti che caratterizzano questa temporalità fluida, dove all'io è data la possibilità di rimodellarsi.


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In Georgia, two stranded Nigerians, Obinna and Afame, navigate the sleeping city of Tbilisi after a long night out. However, as day breaks the true colors of their ambiguous affection begin to show. In this way, they find solace despite their hostile environment.A sense of existential openness arises from Red Ants Bite, as the protagonists wander aimlessly through the city. They have nowhere to go, and little is revealed about their past. Every action, every word uttered takes place in an indeterminate present, as if they were related neither to any past events nor to anything to come. Elene Naveriani captures the small details and the ambiguous feelings that characterize this fluid temporality, where the self is given the opportunity to refashion itself.

 

queer short / 30 agosto 2021

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In una notte di pioggia, un uomo triste lascia la sua casa per consegnare una lettera a qualcuno che lo ha lasciato di recente. Ad un angolo incontra una donna che lo avverte della strada sdrucciolevole. È così che conosce Diana. Gonçalo – il cuore spezzato – cade dalla sua moto.

Il cinema di Diogo Costa Amarante è tutto un confondere i confini e sfidare i sistemi binari. Giorno e notte, realtà e fantasia, presente e ricordi sono così strettamente intrecciati che non si riesce più a distinguerli. Questo apre la strada a una poesia onirica e associativa, dove il significato svanisce e lascia spazio al semplice piacere visivo. Il film stesso diventa una strada sdrucciolevole sulla quale lo spettatore, come Gonçalo, cade dopo aver rinunciato a qualsiasi tentativo di pensare attraverso categorie normative.

 

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On a rainy night, a sad man leaves his home to deliver a letter to someone who recently left him. At a corner, he meets a woman who warns him about the slippery road. This is how he met Diana. Suffering from a heartbreak, Gonçalo falls from his motorbike.

Diogo Costa Amarante’s cinema is all about blurring boundaries and challenging binary systems. Day and night, reality and fantasy, present and memories are so closely intertwined that one cannot distinguish them anymore. This opens the way for a dreamlike and associative poetry where meaning fades away and leaves room for mere visual pleasure. The film itself becomes a slippery road on which the audience, like Gonçalo, falls down after giving up any attempt to think through normative categories.

 

queer short / 30 agosto 2021

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A Cordoba, lontana dalla capitale argentina, la fine di un regime militare promette una primavera che non durerà a lungo. “La Delpi” è l'unica sopravvissuta di un gruppo di amici composto da donne transgender e drag queen, che hanno cominciato a morire di AIDS alla fine degli anni '80. In una città tanto cattolica e conservatrice, il "Gruppo Kalas" ha costruito le sue armi e le sue trincee con abiti e performance improvvisate. Oggi, le immagini di un filmato unico e fino ad allora sconosciuto non sono solo una lettera d'addio, ma anche un manifesto di amicizia. Ricordi intrecciati emergono da questi home-movies privati dove vediamo le attrici del "Gruppo Kalas" resistere al genocidio trans usando il palcoscenico come luogo di resistenza.

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In Cordoba, far away from Argentina's capital city, the end of a military regime promises a spring that doesn't last long. “La Delpi” is the sole survivor of a group of friends made up of transgender women and drag queens, who began to die of AIDS in the late 80's. In a Catholic and conservative city, the "Kalas Group" made their weapons and trenches out of improvised dresses and playbacks. Today the images from a unique and unknown footage are not only a farewell letter, but also a friendship manifesto.Memories woven through unique footage where the actresses of "Kalas Group” resist to trans genocide using the stage as a place of resistance.

queer short / 30 agosto 2021

[ita]

 

Una notte dell'ottobre 2011, dal sogno di un uccello tanto misterioso quanto premonitore nasce Cuco, un pirata di latex transgender.

Un manifesto scritto tutto d'un fiato in Messico in seguito a questa visita, seguito da una prima apparizione in una notte di dicembre in un club in Francia. Ma Cuco non è solo un nottambulo, un abitante della notte, perché, nell'affrontare la transfobia e lo stato emergenziale, si unisce ad altre vite relegate e ai margini. Herman@s segue questo piccolo cavaliere della notte e del giorno, che cerca di creare forme di riconoscimento e resistenza con quelli che chiama “mis hermanas, mis hermanos”, sorelle e fratelli.

Una lotta collettiva che prende le forme di una danza sfrenata e sciamanica in bianco e nero che attraversa i luoghi della terra.


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In a night in October 2011, a mysterious and prescient bird dream gave birth to Cuco, a transgender latex pirate. A manifesto written in one go in Mexico following this visitation was followed by a first appearance one night in December in a club in France. But Cuco is not just a night owl, because Cuco, in confronting transphobia and the state of emergency, joins forces with other lives left behind.

Herman@s follows this little knight of the night and the day, who tries to create forms of recognition and resistance with those he calls “mis hermanas, mis hermanos”, sisters and brothers.

A collective struggle that takes the form of an unrestrained and shamanic black and white dance which crosses countries and continents.

queer short / 30 agosto 2021

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Juan, un bambino peruviano di 9 anni, vive con il suo padre taciturno in una casa galleggiante sul meraviglioso Rio delle Amazzoni. Questo scenario idillico è il punto di partenza di un viaggio allegorico nel cuore della giungla, dove la natura, il genere, la verità e tutte le cose che circondano i protagonisti iniziano a rivelare l'identità di suo padre, perché d’altronde, come recita l’epigrafe del film, “non c’è segreto che la natura non possa svelare”…

Realtà e magia si fondono in questo corto immerso in una vegetazione lussureggiante e oscura, sospeso tra fiaba dark e realismo magico.

 

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Juan, a 9 year-old Peruvian boy, lives with his silent dad in a floating house on the breathtaking Amazon River. This idyllic background sets an allegorical journey into the rainforest jungle, where nature, gender, truth and all things begin to reveal the identity of his dad, because, as the epigraph of the film says, "there is no secret that nature cannot reveal"...

Reality and magic come together in this short film surrounded by a luxuriant and obscure vegetation, suspended between dark fairy tale and magical realism.

queer short / 30 agosto 2021

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In un capannone abbandonato, una folla danza al ritmo della techno. Là in mezzo c’è Dustin, una giovane transgender, con la sua crew: Felix, Raya e Juan. Con il procedere della notte la gioia della festa collettiva si trasforma in dolce malinconia e l’euforia diventa voglia di tenerezza.
Uno spaccato del mondo notturno techno-queer parigino che sta rivoluzionando il clubbing francese, dove un gruppo di sole donne, il collettivo Possession, organizza serate in hangar e magazzini in periferia, luoghi in cui, grazie al ballo e alla libertà dei corpi in movimento, hanno finalmente espressione tutte le minoranze.
Cinema e musica si fondono in questo film dal realismo ultra-contemporaneo che in controluce stabilisce importanti connessioni con altre voci e volti emergenti del nuovo e brillante cinema queer francese.

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In an abandoned warehouse, a crowd is danc­ing to the rhythm of techno music. Among them there is Dustin, a young transgender and his crew: Felix, Raya and Juan. As the night draws on, collective enthusiasm morphs into sweet melancholy, and euphoria into yearning for tenderness.
A glimpse of the techno and queer Parisian nightlife that is revolutionizing French clubbing, where a group of women, the Possession collective, organize raves in hangars and warehouses in the suburbs, places where, thanks to dance and bodies in movement, all minorities can express themselves.
Cinema and music come together in this film based on an ultra-contemporary realism, which establishes important connections with other emerging voices and faces of the brilliant new French queer cinema wave.

queer short / 30 agosto 2021

[ita]

In Brasile, dove in media viene uccisa una persona trans ogni tre giorni, Marilene cerca sua figlia Roberta, una donna trans che è sparita. Nella sua corsa contro il tempo scoprirà una speranza per il futuro.
La storia raccontata in Inabitável nasce dall'ondata di violenza che sta colpendo il Brasile, il paese con il tasso di omicidi di persone trans più elevato al mondo. Attraverso il cinema e attraverso il potere che il film di genere offre, Inabitável racconta la storia di un personaggio che ottiene qualcosa di diverso rispetto a ciò che si aspettava. La sofferenza e la paura sono così profonde da aprire uno squarcio nella realtà, permettendo agli elementi mutuati dalla fantascienza e dall’horror di guidare i personaggi in una direzione che li allontana dalla morte.
Sullo sfondo la città, con i suoi palazzi e le sue case di fortuna che si arrampicano in altezza, osserva silenziosa i fatti.

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In Brazil, where a trans person is murdered every three days, Marilene searches for her daughter Roberta, a trans woman who went missing. While running out of time, she discovers a hope for the future.
The story narrated in Unliveable originates from the surge of violence that currently ravages Brazil, the country with the highest homicide rates of trans people in the world. Through cinema and through the power offered by horror and science-fiction movies, Unliveable tells the story of a character whose outcome is different than expected. Pain and fear are so profound that they open a fracture into reality, opening the door for the elements of science fiction to guide the characters in a direction that leads them away from death.
In the background, the city, with its high buildings and shacks, silently observes the events.

queer short / 30 agosto 2021

[ita]

 

Un documentario animato minimalista basato sull’intervista a Brigitte Baptiste, a capo dell’Istituto Humboldt di Bogotá. Baptiste è un’attivista transgender, una delle più importanti ambientaliste al mondo, nonché una delle più importanti esperte di biodiversità. Nel suo complesso discorso analizza la connessione tra colonialismo, egemonia del discorso scientifico e le fantasie contemporanee riguardanti il mito del progresso. Da portavoce esperta qual è, le sue parole sono frutto di anni di esperienza nell’analisi di queste complesse relazioni.

Un film sull’importanza della biodiversità per la sopravvivenza delle identità culturali e per l’indipendenza economica dell’America Latina, che ci mostra in modo assolutamente originale, grazie alla seduzione delle immagini animate, la convergenza tra la sovversione delle norme di genere e la lotta ambientale.

 

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An animated minimalist documentary based on the filmmaker's interview with Brigitte Baptiste, head of the Instituto Humboldt in Bogota. Baptiste is a transgender activist and Colombia's most prominent environmental protectionist, as well as one of the world's leading experts in biodiversity. In her complex discussion, she explains the interconnections between colonialism, the hegemony of scientific discourse and contemporary fantasies concerning progress. She speaks as a mediator whose every word resonates with decades of experience in elucidating complicated relationships.

A film about the importance of biodiversity for the cultural identity and the economic independence of Latin America, which shows us in an original way, thanks to the seduction of animated images, the convergence between the subversion of gender norms and the environmental fight.

queer short / 30 agosto 2021

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Un immigrato si ritira tra bianche steppe ghiacciate e boschi per ritrovare sé stesso, cercando una storia preziosa che lo aiuti a fuggire dalle ansie dello sradicamento. Presentato come una video-lettera alla sorellina del protagonista che vive nella Cina rurale, il film è una riflessione sull'autoesilio come necessaria forma di resistenza laddove in patria sia impossibile essere sé stessi.

Inquadrature fisse e colori a contrasto in questo intenso ed elegante haiku, giocato sulla dialettica tra il dentro e il fuori, dove il gelido paesaggio invernale fa da specchio all’interiorità del protagonista. Il sontuoso cinema del giovane Hao Zhou è un’immersione nelle vite di persone ai margini, migranti, persone queer, che traccia rotte e connessioni dalla Cina all’America.

 

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An immigrant retreats to find himself into white frozen prairies and forests, trying to find a meaningful story and escape the anxieties of dislocation. Delivered as a film-letter to the protagonist’s little sister in rural China, the film considers his self-exile as a form of resistance whereas at home it would be impossible to express themselves.

Fixed shots and contrasting colors in this intense and elegant haiku, based on the dialectic between inside and outside, where the icy winter landscape mirrors the protagonist's interiority.

The sumptuous cinema of the young Hao Zhou is an immersion in the lives of marginalized people, migrants, queer people, tracing routes and connections from China to America.

queer short / 30 agosto 2021

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Voin è cresciuto nella Bulgaria comunista. Dopo vent'anni trascorsi nell’Europa occidentale torna a Sofia, nei luoghi dove ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza. Un ritratto ramingo che asseconda il suo peregrinare da un luogo all’altro della città, mentre ricordi e aneddoti sono lasciati emergere spontaneamente. Anche i diversi formati utilizzati restituiscono la stratificazione del ricordo, impossibile da ingabbiare nel recinto dell’ordine (crono)logico.

Gaëlle Boucand ricostruisce dunque l’epos frammentato del ritorno di un ragazzo cresciuto tra Est e Ovest, diviso tra due mondi, dalla Berlino underground alla Bulgaria post-sovietica; un racconto di formazione dove città e memoria si fondono: sui monumenti è impressa l’impronta del passato, anche recente, e i fantasmi dell’URSS li abitano, come del resto li abitano le memorie private dei cittadini.

Così in questa città-interiore si aggira Voin che, tramite lo strumento del racconto, rilegge con grande vitalità il suo passato, conquistandosi un posto nella micro e nella macro-storia.


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Voin grew up in communist Bulgaria. After 20 years in Western Europe, he returns to those places in Sofia where he spent his childhood and adolescent years. His portrait’s composition moves from place to place, and from memories to anecdotes let them emerge spontaneously. The different formats used in the film also convey the stratification of memory, impossible to cage in the enclosure of (chrono)logical order.

Gaëlle Boucand reconstructs the fragmented epos of the return of a boy who grew up between East and West, torn between two worlds, from underground Berlin to post-Soviet Bulgaria; a coming-of-age story where city and memory merge: the imprint of the past, even the most recent past, is impressed on the monuments, and the ghosts of the USSR inhabit them, as the private memories of every citizen.

And so Voin wanders through this inner-city, reinterpreting his past with great vitality through the medium of storytelling, gaining a place in small and big History.

queer short / 30 agosto 2021

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Roma. Claudio ha quindici anni e qualcuno gli sta scrivendo in fronte “J’ador” perché profuma come una femminuccia. È Lauro, il leader diciottenne di un gruppo di ragazzi che dicono di essere fascisti e fanno un sacco di cose per un partito di estrema destra. Claudio vuole andare con loro alla “cena” in sezione, ma alla cena si va solo se si fa parte del gruppo, e le femminucce non ci entrano. Se vuole ottenere ciò che desidera, in un pomeriggio Claudio dovrà perdere il suo profumo da ragazzino e imparare a odorare come un uomo.

Cosa si deve fare per non soccombere al “diritto del più forte”, per non cedere alla sopraffazione e alle umiliazioni machiste? Simone Bozzelli recupera la lezione fassbinderiana e la traspone tra campetti di calcio e palazzoni, in quella periferia romana che il cinema contemporaneo ci ha insegnato a conoscere.

 

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Rome. Claudio is 15 years-old, someone is writing “J’ador” on his forehead because he smells like a little girl. It’s Lauro, eighteen-year-old leader of a group made of guys claiming to be fascists and doing a lot of things for a far-right party. Claudio wants to go with them to the “dinner”, but only those who belong to the group can join it, not the little girls. If he truly wants to achieve his goal, one afternoon Claudio must lose its boy scent and learn how to smell like a man.

What must we do to avoid succumbing to the "right of the strongest", to avoid giving in to toxic masculinity and humiliation? Simone Bozzelli takes Fassbinder's lesson and transposes it in those very Roman suburbs that contemporary Italian cinema introduced to us.

queer short / 30 agosto 2021

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Lo spettatore diventa parte di una scena intima tra due PupPlayers in un salotto. Un primo piano mostra i morbidi tocchi e le azioni giocose di due uomini vestiti da cani.

And then we touch ci mette a confronto con i nostri bisogni di animali umani: sensualità, tatto, giocosità. Nel momento in cui si accresce la propria consapevolezza della natura performativa di categorie quali umanità e animalità, si schiude uno spazio luminoso in cui l'umano sfiora il non umano.

Nel suo saggio cinematografico, Egger tenta di comporre un'identità post-umana eseguita attraverso gesti e grugniti. Diventare animale non equivale a un ritorno a un cosiddetto stato di natura; al contrario, è un processo ibrido, profondamente "impuro", in cui corpi e artefatti si fondono.


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The viewer becomes part of an intimate scene between two PupPlayers in a living room. The close-up cinematography shows the soft touches and playful actions of two men dressed as dogs.

And then we touch confronts us with our own needs for sensuality, touch and playfulness as human animals. A shimmering space opens up when the human is touching the non-human.

Egger raises our awareness of the performative nature of categories such as humanity and animality. In his cinematic essay he attempts to make up a post-human identity performed through bodily gestures and grunts. Becoming animal does not amount to a return to a so-called state of nature; on the contrary, it is a hybrid process, deeply “impure”, in which bodies and artifacts merge.

queer short / 30 agosto 2021

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Nessuno sa dire addio alla persona amata, a qualsiasi età, ma quando si è giovani è ancora più difficile: Camilla e April sono cresciute insieme in un piccolo villaggio sulla costa e sono migliori amiche. Tra le due c’è un’evidente e complicata attrazione. Ma la famiglia di April deve trasferirsi in città e così le loro strade sono costrette a separarsi per sempre.

Un coming of age delicato e romantico, avvolto in quella dolce malinconia piena di desiderio delle estati di gioventù scolpite nella memoria di ciascuno.


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No one knows how to say goodbye to the person they love, but if you’re really young it’s even more difficult: Camila and April grew up together in a small town on the coast and are best friends. There is an obvious and uncomfortable attraction between them. But April's family has to move to the city, so their paths will have to separate forever.

A delicate and romantic coming-of-age, wrapped in that sweet, longing melancholy of youthful summers etched in everybody’s memory.

dibattiti / 30 agosto 2021

L’affermarsi delle piattaforme come produttori, un nuovo tipo di fruizione a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 sta modificando profondamente lo stato della distribuzione in Italia e non solo. Un incontro tra Dario Bonazelli (IWonder) e Umberto Parlagreco della Multisala Iris di Messina, Gianmauro Costa e Irene Tagliavia del Rouge et Noir di Palermo, Michele Avveduto del Nuovo Cineteatro Aurora di Modica e Alberto Surrentino del Cinema King di Catania, esercenti siciliani che lavorano da anni a una proposta poco omologata e che si confrontano ogni giorno con l’esigenza di una sostenibilità economica per una programmazione di qualità.