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J’Ador

[ita]

 

Roma. Claudio ha quindici anni e qualcuno gli sta scrivendo in fronte “J’ador” perché profuma come una femminuccia. È Lauro, il leader diciottenne di un gruppo di ragazzi che dicono di essere fascisti e fanno un sacco di cose per un partito di estrema destra. Claudio vuole andare con loro alla “cena” in sezione, ma alla cena si va solo se si fa parte del gruppo, e le femminucce non ci entrano. Se vuole ottenere ciò che desidera, in un pomeriggio Claudio dovrà perdere il suo profumo da ragazzino e imparare a odorare come un uomo.

Cosa si deve fare per non soccombere al “diritto del più forte”, per non cedere alla sopraffazione e alle umiliazioni machiste? Simone Bozzelli recupera la lezione fassbinderiana e la traspone tra campetti di calcio e palazzoni, in quella periferia romana che il cinema contemporaneo ci ha insegnato a conoscere.

 

[eng]

 

Rome. Claudio is 15 years-old, someone is writing “J’ador” on his forehead because he smells like a little girl. It’s Lauro, eighteen-year-old leader of a group made of guys claiming to be fascists and doing a lot of things for a far-right party. Claudio wants to go with them to the “dinner”, but only those who belong to the group can join it, not the little girls. If he truly wants to achieve his goal, one afternoon Claudio must lose its boy scent and learn how to smell like a man.

What must we do to avoid succumbing to the "right of the strongest", to avoid giving in to toxic masculinity and humiliation? Simone Bozzelli takes Fassbinder's lesson and transposes it in those very Roman suburbs that contemporary Italian cinema introduced to us.

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