queer short / 17 maggio 2017
[ITA]
Il desiderio è il filo conduttore di questo corto che unisce protagonisti, attori e spettatori in un meccanismo circolare in cui l’onirico e il reale si intrecciano. Un triangolo mostruoso, una coppia e una giovane ragazza, danno vita a una catena di passioni amorose in cui i gesti dell’uno trovano eco nelle scene successive dell’altro. Oltre al desiderio, sono rappresentati anche l’amore per il teatro e i piaceri della vista e dell’ascolto (simboleggiato da un piacere differito, che nasce grazie a un suono registrato). All’incrocio di queste diverse entità, che sono il nucleo di questo poema erotico, fluttuano le isole del desiderio.
[ENG]
The desire is the theme of this short that involves characters, actors and spectators into a circular mechanism in which the dreamlike side and the real one are intertwined. A monstrous triangle, a couple and a young girl, create a chain of love passions where the gestures of one find echo in the subsequent scenes of the other. In addition to desire, the love for the theatre and the pleasures of the eye and of the ear (symbolized by the deferred elation, with the sound recording). At the crossroads of these several entities, which are the body of this erotic poem, there are the floating islands of the desire.
queer short / 17 maggio 2017
[ITA]
Due uomini si conoscono grazie a un sito di appuntamenti. Al primo incontro seguiranno altri due nei quali, il desiderio sessuale si trasformerà via via in qualcosa di ancora più intimo. Sfondo metaforico di questa possibile relazione è il Vesuvio, simbolo del carattere effimero e anche tragico di ogni amore. Pensato all’inizio come una pièce radiofonica, il dialogo tra i due amanti, uno dei quali impersonato dallo stesso regista, si configura come una riflessione al tempo stesso attuale e atemporale sulla dimensione dell’incontro. La struttura apparentemente semplice e lo scenario essenziale mettono in risalto il senso delle parole e delle voci, esaltando la performance dei due attori.
[ENG]
Two men meet through a dating site. The first meeting will be followed by two more in which the sexual desire will be gradually transformed into something even more intimate. The metaphorical background of this possible relationship is the Vesuvius, as a symbol of the ephemeral and even tragic nature of all love. Initially conceived as a radio play, the dialogue between the two lovers, one of them played by the director himself, represents both a present and a timeless reflection on the dimension of the encounter. The seemingly simple structure and the essential setting emphasize the meaning of words and voices, highlighting the performances of the two actors.
queer short / 17 maggio 2017
[ITA]
Filip è un bambino di sette anni che vive con la madre e suo fratello maggiore Sebastian, che ammira più di chiunque altro: i due trascorrono il loro tempo libero insieme, guardando la tv e giocando a calcio. Filip però è anche il nome del migliore amico di suo fratello, con il quale i ragazzi passano spesso molte ore insieme. Dopo avere scoperto che Sebastian e il “Grande” Filip, come lo chiama il bambino, sono più che amici, Filip non sa come affrontare la situazione. Sarà così costretto, suo malgrado, a rimettere in questione l’ammirazione per il fratello e a considerare sotto una luce nuova il significato della parola “gay”, sentita usare come un insulto nel cortile della scuola.
[ENG]
Filip is a seven years old child who lives with his mother and his older brother Sebastian. He admires him most of all: during their spare time they watch movies and play football. But Filip is also the name of his brother best friend, with whom they often hang out together. After discovering that Sebastian and “Big” Filip, as the child call him, are more than friends, Filip doesn't know how to handle it. He will be forced to question his admiration for the brother as well as the meaning the word ”gay” as an insult in the playground at school.
nuove lezioni siciliane / 15 maggio 2017
La Fémis di Parigi è una delle più prestigiose scuole di cinema del mondo. Ogni anno, orde di giovani e meno giovani si riuniscono nel giorno delle selezioni per tentare la sorte, provando così ad accedere a quello che, per molti, risulta essere un efficacissimo trampolino di lancio, un ponte verso un altrimenti irraggiungibile sogno. Ma chi è che decide chi saranno I futuri registi di domani? Chi prenderà il posto di Techine, Annaud e Desplechin? Quali sono I criteri adottati dai professori ogni anno per selezionare gli studenti? Attraverso l’occhio attento e neutrale della sua telecamera, Claire Simon ci racconta l’ordalia di un gruppo di ragazzi e dei professori che li giudicheranno, smascherando il cinismo, le contraddizioni e le difficoltà che si celano dietro il lunghissimo processo di selezione della più antica scuola di cinema francese.
La Fémis of Paris is one of the most prestigious film schools around the world. Every year, a moltitude of young and less young gather on selection’s day to roll the dice, trying to access to that, for many, result to be an effective stepping stone, a bridge towards an otherwise unreacheble deam. But who’s that decide who will be the future directors of tomorrow? Who will take Techine, Annaud and Desplechin places? What are the parameters adopted by the teacher each year to judge the students? Through the attentive and neutral eye of his camera, Claire Simon tells us the ordeal of a group of students and the teaches that will judge them, unveiling the cynicism, the contraddictions and the complexities concealed behind the very long selection process of the oldest french film school.
nuove lezioni siciliane / 15 maggio 2017
Il bosco come uno spazio isolato dentro la città, un luogo dove fuggire per ritrovarsi fuori dal clamore della città, una zona franca in cui chiunque ha asilo e tutti possono liberamente esprimersi. Armata di macchina da presa, Claire Simon in giro per il Bois de Vincennes parla con alcuni dei frequentatori abituali del bosco: dalla signora che decide di vivere nel bosco perché non sa più vivere in città alla squadra di rugby di ragazzini che si allena nei prati, dalla comunità cambogiana fuggita da Pol Pot che si riunisce nel fine settimana al responsabile dei piccioni del parco. Tutti raccontano un pezzo della loro vita e della loro relazione con questo pezzo di natura. Sullo sfondo, l’evocazione dell’esperimento universitario di Paris VIII, con la voce di Gilles Deleuze che risuona tra gli alberi.
The forest as an isolated space inside the city, a place where run away to find oneself outside of city’s glamour, a free zone in which anyone has shelter and everyone can express freely. Armed with a camera, Claire Simon speaks with some of Bois de Vincennes regulars; from the lady that decides to live in the woods because she doesn’t know how to live in the city anymore to the kids rugby team that trains in the fields, from the Cambodian community escaped from Pol Pot that gathers during the weekends to the park's pigeons responsible. Everyone recounts a piece of their life and their relation with this part of nature. On the background, the evocation of the academic experiment of Paris VIII, with the voice of Gilles Deleuze that resounds through the trees.
nuove lezioni siciliane / 15 maggio 2017
[ITA]
La Gare du Nord di Parigi è un luogo di incontro e di scontro tra personalità ed individui differenti. C’è chi parte e c’è chi arriva ma, in questo strano vortice capace di racchiudere I meccanismi di tutto l’universo, ben pochi si fermano. Sotto gli occhi di Claire Simon e del suo amico di vecchia data e collega Simon Mérabet, la stazione centrale di Parigi si rivela essere una splendida scenografia che custodisce le più belle e curiose storie che potreste mai sentire: storie di tutti I giorni, storie che nel caos e nella frenesia quotidiana, finiscono per rimanere troppo spesso inascoltate, storie che si perdono confuse tra I rumori della stazione. Nato durante le riprese del lungometraggio di finzione Gare du Nord, presentato al Festival del film di Locarno, Geographie Humanie è il perfetto esempio di quanto sia labile il confine tra la realtà e la finzione, di come ogni storia meriti di essere raccontata.
[ENG
]Paris Gare du Nord is a gathering and clash place between different characters and personalities. There’s who leaves and there’s who arrives but, in this strange turmoil capable of contain the mechanisms of the whole univeres, quite a few stop. Under the eyes of Claire Simon and his old friend and collegue Simon Mérabet, Paris central station unveils as a splendid scenography that safeguards the most beautiful and curious stories that you could ever hear: everyday stories, stories that, inside everyday chaos and frenesy, end too many times untold, stories that are lost within the station sounds. Born during while shooting the fiction movie Gare du Nord, presented at Locarno Festival, Geographie Humaine is the perfect example of how is thin the limit between fiction and reality, of how every story deserves to be told.
nuove lezioni siciliane / 15 maggio 2017
Mimi Chiola non è una star, è soltanto una persona qualunque. Il tipo di persona che da sempre ha combattuto per essere se stessa. In sua compagnia, per le strade di Nizza, Mimi sarà un’amorevole narratrice, un autentico personaggio di finzione la cui imprevedibile storia esprime un inesauribile desiderio di libertà che non conosce confini. Presentato nel 2003 al Festival del Cinema di Berlino, Mimi è un omaggio affettuoso e romantico a una donna che ha sempre amato le donne.
Mimi Chiola isn’t a star, she’s just someone. The kind of person that has always fought to be herself. In her company, strolling through Nice, Mimi will be a loving narrator, an authentic fictional character whose unpredictable tale expresses an inexhaustible longing for freedom that knows no bounds. Presented at Berlinale in 2003, Mimi is a tender homage to a woman who always loved women.
nuove lezioni siciliane / 15 maggio 2017
Nizza, zona industriale di Saint-Laurent de Var. Con i soldi del suocero, Jihad ha aperto una piccola impresa alimentare. Le cose, nonostante la passione dei dipendenti e la bontà dei prodotti, non vanno bene. Jihad, però, non si dà per vinto: insieme ai cuochi e la segretaria va avanti. «Costi quello che costi». Tornata nel suo Midi, Claire Simon dispone le pedine di una commedia umana, che ben presto hanno la meglio sul soggetto. Un film su un’utopia non diversa da quella che sta dietro ogni progetto della regista.
Nice, the industrial area of Saint-Laurent del Var. With money from his in-laws, Jihad opens a small eatery. Despite the commitment of his employees and the abundance of good products, things aren’t going well. But Jihad does not give up; together with the cooks and his secretary, he forges ahead, “cost what it costs.” Back in Midi, Claire Simon shows the pieces of a human comedy that soon get the best of the film’s subject. A film about a utopia similar to the one behind all of the director’s projects.
retrovie italiane / 15 maggio 2017
Il padre è impegnato in politica, la madre è una candida ninfomane che va dove la portano i sensi. La piccola Piera cresce sballottata tra gli spaesamenti del padre (innamoratissimo della moglie, ma angosciato dal suo comportamento) e le scorribande sessuali della madre. I genitori finiscono entrambi in manicomio, e la figlia, a sorpresa, diventa attrice. Dal romanzo omonimo di Piera degli Esposti e Dacia Maraini, un apologo surreale sulla femminilità descritta come natura assoluta, quasi mitica, estranea ai movimenti della Storia. Un film dalle grandi interpretazioni femminili dove le sfumature dei sentimenti delle protagoniste compongono un racconto di grande scandalo e libertà.
The father is involved in politics, the mother is a candid nymphomaniac that follows just her desires. Little girl Piera grows up tossed between her father’s disorientations (he is really in love with his wife, but distressed by her behaving) and her mother’s sexual forays. Both her parents end up in a madhouse, and the daughter, unexpectedly, becomes an actress. Based on the novel by Piera Degli Espositi and Dacia Maraini, a surreal apologia on femininity described as absolute nature, almost a mythical one, unrelated to history. A film with great female interpretations where the shadows of the feelings felt by the main characters compose a tale of great scandal and freedom.
retrovie italiane / 15 maggio 2017
In una affollatissima discoteca, Malvina, una ragazza incinta, viene molestata e importunata da un gruppo di sbandati. Anna, che si trova lì, la salva e decide di portarsela a casa dove lei e Gordon la ospitano per una notte. Malvina si dimostra fin troppo invadente e finisce per venire cacciata dai due, anche se poi è la stessa Anna a rivolerla a casa. Tra i tre comincia a instaurarsi uno strano rapporto fatto di reciproca attrazione. Marco Ferreri, con la complicità di una sceneggiatura scritta insieme a Dacia Maraini e Piera Degli Esposti, mette in scena il tema, a lui molto caro, della crisi della coppia con il solito piglio provocatorio e anarchico che contraddistingue i suoi lavori. Presentato in concorso alla 41° edizione del Festival di Venezia, il film presenta la celebre scena della performance non accreditata di Pierangelo Bertoli.
In a very crowded nightclub, Malvina, a pregnant girl, is harassed and bothered by a group of scoundrels. Anna, being there, saves her and decides to bring her home where she and Gordon host her for a night. Malvina proves to be too much of an intrusive person and ends up being driven away by the two, even if later Anna herself wants her back home. Among them a strange relationship made of reciprocal attraction begins to establish. Marco Ferreri, with the complicity of the screenplay written together with Dacia Maraini and Piera Degli Esposti, puts on stage the theme, very important for him, of the relationship crisis with the usual provocative and anarchic tone that identifies his works. Presented in competition at the 41° edition of the International Festival of Venice, the film presents the famous scene of the uncredited performance by Pierangelo Bertoli.
carte postale à Serge Daney / 14 maggio 2017
Parigi, carcere de La Santé. Gaspard Claude attende di sapere quale sarà il giudizio della Corte per il tentato omicidio della moglie. Durante l’attesa viene trasferito momentaneamente in un’altra cella dove verrà a contatto con un gruppo di detenuti che progettano da tempo un’evasione. Dopo qualche titubanza iniziale, i quattro decidono di coinvolgere il nuovo arrivato all’interno del loro piano di fuga. Lo scavo del buco e della galleria che condurrà i cinque all’agognata libertà metterà a dura prova l’ingegno e i rapporti di fiducia tra i prigionieri. Le trou è uno dei film più significativi della storia del cinema francese e mondiale, considerato da Jean-Pierre Melville come il miglior film francese di tutti i tempi, è costruito con rara maestria su un ritmo pieno di tensioni rese attraverso i rumori, gli sguardi, la suspense. Un’opera di rara bellezza che racconta dentro una messa in scena semplice temi come la dignità, la fiducia, il coraggio. Un film, come dice Serge Daney, capace di “filmare l’idea stessa di libertà”.
Paris, prison La Santé. Gaspard Claude is waiting to know what the court's judgment will be for the attempted murder of his wife. While waiting, he is temporarily transferred to another cell where he will get in contact with a group of inmates who have been planning to escape the prison for some time now. After initial hesitation, the four inmates decide to involve the newcomer in their escape plan. The excavation of the hole and of the gallery that will lead them to the long-awaited freedom will put a strain on their ingenuity and on the relationships of trust between the prisoners. Le trou is one of the most significant films of the French and international history of cinema, also considered by Jean-Pierre Melville as the best French film of all time, it is built with rare mastery at a rhythm full of tensions made through noises, looks and suspense. A work of rare beauty that tells in a simple mise-en-scene themes such as dignity, confidence, and courage. A movie, as Serge Daney says, capable of "filming the very idea of freedom."
eterotopie / 14 maggio 2017
Bloccati da mesi a Idomeni, al confine tra la Grecia e la Macedonia, più di 15.000 rifugiati curdi, siriani, pakistani e afghani decidono di far partire una rivolta, interrompendo il passaggio dei treni che attraversano il campo. Ripresi inizialmente in interminabili file per cibo o medicinali, dopo essere stati ridotti a sagome, a “spettri” che attendono in un limbo fatto di fango e di pioggia, nel lirico epilogo i rifugiati assurgono a individui. Inquadrati frontalmente ne possiamo osservare i volti, gli sguardi imbarazzati dalla telecamera, che investono lo spettatore interpellandolo direttamente. Il testo conclusivo è un’accusa diretta all’Europa istituzionale, ma in prima istanza ai suoi abitanti, colpevoli di aver annientato le proprie ideologie e dimenticato il proprio passato, rievocato da un altro spettro, quello di Walter Benjamin, morto suicida nel 1940 in seguito al rifiuto del visto che lo avrebbe fatto imbarcare per gli Stati Uniti.
Stuck for months at Idomeni, on the border between Greece and Macedonia, more than 15.000 Kurdish, Syrian, Pakistani and Afghan refugees decide to start a riot, interrupting the passage of the trains crossing the field. Initially filmed standing in endless queues for food or medicines, after turning gaunt, like "ghosts" who are waiting in a limbo made of mud and rain, in this lyrical epilogue through which these refugees become individuals. Framed frontally we can observe their faces, their looks embarrassed by the camera which invest the audience, engaging it directly. The final text is a direct accusation to institutional Europe, but above all things to its inhabitants, guilty of having destroyed their own ideologies and forgotten their past, evoked by another spectrum, that of Walter Benjamin, who committed suicide in 1940 as a result of the refusal of the visa that would have let him embark to the United States.
arti visive / 14 maggio 2017
18 maggio - 3 giungo 2017
orari: giovedì – sabato: 16.00-19.00 | durante il festival 18.00-21.00
Haus der Kunst / Cantieri Culturali alla Zisa
a cura di Verein Düsseldorf-Palermo
Opere di 17 artisti ispirati ai corti in concorso nella sezione Queer Short. Gli artisti coinvolti Bejamin Novalis-Hoffman / Dimitri Agnello / Evangelos Koukowikatis e Christina Böckler / Andrea Buglisi / Daniele Franzella / Roberta Mazzola / Sara Rizzo / Francesco Tagliavia / Giuseppe Borgia / Andrea Stepkova / Michael Kortländer / Alessandro Bazan / Francesco Costantino / Marcello Buffa / Marta Colombo / Birgit Jensen
nuove lezioni siciliane / 14 maggio 2017
NUOVE LEZIONI SICILIANE
WORKSHOP CLAIRE SIMON
2 GIUGNO – 9 GIUGNO 2017
Sicilia Queer 2017 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di main sponsor main technical sponsor con il sostegno di in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2018 / 13 maggio 2017
Sicilia Queer 2019 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2020 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2021 / 13 maggio 2017
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Sicilia Queer 2022 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
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