nuove visioni / 29 maggio 2024
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[ita]
Il viaggio attraverso la wilderness americana di cinque adolescenti che si lasciano il liceo alle spalle e partono per una nuova avventura, affrontando piccole e grandi sfortune ma sempre sotto il segno della condivisione e della voglia di fare esperienza. Lo spettatore viaggia con loro fra gli Stati Uniti d’America liberandosi dalle strutture del cinema tradizionale come se fossero gli stessi protagonisti a scuoterlo nelle fondamenta, rendendo il film un abbraccio generazionale incontrollabile e pieno di energia, sparato alla velocità della luce, la stessa con cui i cinque adolescenti fuggono dall’età adulta un’ultima volta.
Un film intimo ma grande, che fa toccare con mano l’amicizia e la fraternità con conseguenze imprevedibili.
[eng]
The journey of five teenagers through US wilderness, leaving behind the high school and headed to a new adventure, facing little and big misfortunes always under the sign of sharing and desire to experience everything. The spectator travels with them through the United States of America breaking free from the structures of traditional cinema as if the protagonists were the very agents of this deep shaking, directing themselves the movie as an out of control and energetic generational hug, shot at the speed of light, the same speed they use to get away from adulthood one last time.
An intimate yet big movie, which makes you touch with hands friendship and fraternity with unforeseeable consequences.
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nuove visioni / 28 maggio 2024
[ita]
Quando muore qualcuno, i primi gesti associati al lutto sono al tempo stesso pragmatici e rituali: mettere in ordine, buttare via, fare spazio, sollevare la polvere. Grazie alla cura dell'inquadratura, che lascia i volti dei propri cari permanentemente fuori campo, il film di Nicolás Torchinsky materializza questo rituale del lutto costruendo con sobrietà lo spazio lasciato vuoto dalla zia del regista. Il film ritrae la donna morta e il suo percorso per diventare la donna che è stata in modo frammentario e mai diretto, affrontando il tema del lutto come una questione condivisa e quello dell’identità trans come una scelta intima.
Il ritratto di July prende vita poco a poco, come in un incantesimo, invocata attraverso le parole, ma soprattutto attraverso i suoi spazi, le sue cose, le sue foto, le sue parrucche, i suoi vestiti, la sua musica preferita. E la sua biografia, come quello specchio ancora appeso alla parete della casa in cui ha vissuto, riflette la storia di un'intera comunità.
[eng]
When someone dies, the first gestures of mourning are both pragmatic and ritual: tidying up, throwing away, making space, stirring up the dust. Thanks to the care taken in the framing, which leaves the faces of loved ones permanently off-camera, Nicolás Torchinsky’s movie materializes this work of mourning by soberly constructing the space left empty by the filmmaker's aunt. In a fragmentary and oblique manner, considering mourning as a shared affair and trans identity as an intimate politics, this film portrays the dead woman and her journey to become the woman she was.
The figure of July comes to life little by little, as if in a spell, invoked through words, but above all through her spaces, her things, her photos, her wigs, her clothes, her favorite music. And she weaves a biography that, like that mirror that still hangs on her wall, reflects the history of an entire community.
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nuove visioni / 27 maggio 2024
[ita]
Le voci, i volti e i corpi degli studenti del Liceo Artistico Mengaroni di Pesaro incarnano i personaggi di due romanzi di Cesare Pavese, La bella estate e Il diavolo in collina. A distanza di settant’anni, le “belle estati” di Ginia e Guido, Amelia e Poli, Oreste, Pieretto, sono messe in scena da corpi contemporanei che leggono le parole di Pavese e scoprono la vicinanza delle tematiche affrontate dall’autore rispetto al loro vissuto, provando sulla propria pelle le emozioni che suscita in loro la messa in scena di alcuni episodi delle due opere.
Quello di Santini è un cinema sempre radicato nella contemporaneità, volto a incorporare l’atto creativo nella narrazione stessa, con l’obiettivo duplice di smascherarlo ma anche di caricarlo di nuova linfa vitale attraverso le emozioni spontanee, fragili e giocose al tempo stesso, dei ragazzi che le mettono in scena.
[eng]
The voices, faces and bodies of the students of the Liceo Artistico Mengaroni in Pesaro embody the characters of two novels by Cesare Pavese, La bella estate and Il diavolo in collina. Seventy years later, the "beautiful summers" of Ginia and Guido, Amelia and Poli, Oreste, Pieretto, are staged by contemporary bodies who read Pavese's words and discover the closeness of the themes addressed by the author to their own experience, feeling the emotions that the staging of some episodes of the two works arouses in them.
Santini's cinema is deeply rooted in contemporaneity, and it aims to incorporate the creative act into the narrative itself, with the dual objective of unmasking it but also of charging it with new lifeblood through the spontaneous emotions, simultaneously fragile and playful, of the boys and girls who stage them.
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nuove visioni / 27 maggio 2024
[ita]
«Move slowly, and when the movement starts to feel automatic stop. Feel again», sussurrano gli invisibili, coloro che implodono nella danza della morte, il butoh. La trance dance, cuore di Invisible People, nasce in Giappone nell’atmosfera sperimentale del secondo dopoguerra e ribolle di carne che perde tutto ciò che la rende leggibile, escluso il movimento; si anima di corpi liberati dal proprio collasso e di materia che si dissolve per divenire varco tra la vita e la morte.
Il documentario di Alisa Berger si lascia sommergere da questo linguaggio segreto, orfano di parole, per intessere un’estetica erotica e spettrale. Attraversa le immagini dei danzatori con cui prende parte alla meraviglia della distruzione razionale. Si ferma. Sente di nuovo.
[eng]
«Move slowly, and when the movement starts to feel automatic stop. Feel again», whisper the invisible people, those who implode in the dance of death, the butoh. The trance dance, the heart of Invisible People, was born in Japan in the experimental atmosphere after World War II and seethes with flesh that loses everything of its legibility, excluding movement; it comes alive with bodies freed from their own collapse and with matter that dissolves to become a gateway between life and death.
Alisa Berger's documentary is submerged by this secret language, orphaned of words, to weave an erotic and spectral aesthetic. It traverses the images of the dancers with whom it partakes in the wonder of rational destruction. It stops. It feels again.
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nuove visioni / 25 maggio 2024
[ita]
«Puoi conquistare l’oscurità che avvolge le stelle», dicono le milioni di voci di Mamántula, l’essere affamato di sperma e desiderio che estrae la vita dei propri amanti dai genitali. Due detective, guidate dalla propria reciproca pulsione erotica, indagano per risolvere il caso, ripercorrendo la scia di morti.
In Mamántula ogni identità resta impigliata nei fili di una ragnatela gore ed erotica: il carnefice può essere contemporaneamente amante, orso e ragno, e il sesso e il desiderio guidano le azioni di tutti, rivelandone doppiezze, ambivalenze e molteplicità. Ion de Sosa traccia una mappa ironica e aracnide di un presente alternativo in cui immaginare amori transdimensionali e morti di piacere, mentre smembra aspettative cinefile e innesta generi cinematografici che “senza soluzione di continuità” viaggiano fra il poliziesco, l’horror, l’erotico, per un’esperienza completamente inedita.
[eng]
«You can conquer the darkness that envelops the stars,» say the millions of voices of Mamántula, the being hungry for sperm and desire that extracts the lives of its lovers from its genitals. Two detectives, guided by their mutual erotic drive, investigate to solve the case, retracking the trail of dead.
In Mamántula every identity gets entangled in the threads of a gore and erotic web: the executioner can be simultaneously lover, bear and spider, and sex and desire guide everybody’s actions, revealing duplicity, doubleness and ambiguity. Ion de Sosa draws an ironic and arachnid map of an alternate present in which to imagine transdimensional loves and deaths of pleasure, while dismembering cinephile expectations and incorporating cinematic genres which “seamlessly” travel through detective story, horror, erotic, for a completely new experience.
ticket online (26/05/2024) | http://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=503673
ticket online (30/05/2024) | https://www.liveticket.it/evento.aspx?Id=505262
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nuove visioni / 25 maggio 2024
[ita]
Due pupi in un teatro di marionette presentano uno spettacolo: è la performance-sfogo di Domenico Monetti, un rituale ferreriano di commento libero sul cinema e sulla vita mentre trangugia ostriche e litri di vino. Qualche spettatore commenta, uno strano figuro sorteggia delle domande, e le domande diventano sempre più cupe.
Uno dei consueti dispositivi rigidi del cinema di Luca Ferri viene sfidato dall’ebbrezza e dalle parole libere di Monetti, in un labirinto di specchi concettuali che fa riflettere il film su sé stesso, fino a un suggestivo punto di rottura nel finale. Una seduta di psicanalisi al protagonista e al cinema in generale, forse addirittura al nostro rapporto col cinema, che riesce a far breccia nei sentimenti più profondi del protagonista da traiettorie imprevedibili.
[eng]
Two puppets in a puppet theatre present a show: it is Domenico Monetti’s performance-outburst, a Ferrerian ritual of free commentary on cinema and life while gulping down oysters and litres of wine. Some spectators comment, a strange figure draws questions, and the questions become increasingly darker.
One of the usual rigid devices of Luca Ferri’s cinema is challenged by Monetti’s intoxication and free words, in a labyrinth of conceptual mirrors that makes the film reflect on itself, up to a suggestive breaking point in the finale. A psychoanalysis session on the protagonist and on cinema in general, perhaps even on our relationship with cinema, which manages to penetrate the protagonist’s deepest feelings from unforeseeable trajectories.
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nuove visioni / 14 maggio 2024
[ita]
Il regista Armel Hostiou viaggia a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, perché qualcuno da lì è penetrato nel suo account Facebook, e si è finto lui annunciando dei provini fasulli. Il film racconta questo viaggio: un regista alla ricerca della propria falsa identità, nascosta - e identificata - attraverso un avatar di Facebook. O non è così? Le vrai du faux forse invece mostra la ragnatela di relazioni inserita in un sistema di potere che decreta cosa sia il bianco e il nero. O è falso? Le vrai du faux si muove in uno spazio di confine tra reale e virtuale, usurpatore e usurpato, me e l’altro. Falso, ma è tutto vero.
In una matrioska di prospettive senza fine, Hostiou esplora i significati di verità e di menzogna, impresa che si trasforma nella miccia per giocare con posizioni identitarie all’apparenza oppositive, e dissacrare il concetto stesso d’identità.
[eng]
Director Armel Hostiou travels to Kinshasa, in the Democratic Republic of Congo, because someone from there hacked into his Facebook account and posed as him by announcing fake auditions. The film documents this journey: a director in search of his false identity, hidden - and identified - through a Facebook avatar. Or is it not so? Le vrai du faux perhaps shows the web of relationships embedded in a system of power that decrees what is black and white. Or is it fake? Le vrai du faux moves in a boundary space between real and virtual, usurper and usurped, me and the other. False, but it's all true.
In an endless matryoshka of perspectives, Hostiou explores the meanings of truth and lies, an enterprise that becomes the fuse for playing with -apparently- oppositional identity positions and desecrating the very concept of identity.
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nuove visioni / 13 maggio 2024
[ita]
Pierre Primetens è nato il 22 aprile 1974, tre giorni prima della Rivoluzione dei garofani che mette fine alla dittatura portoghese. Ha trascorso i primi anni della sua infanzia a Chaville, non lontano da Versailles, ed ha effettuato regolarmente viaggi di famiglia in Portogallo, fino alla morte della madre. Poi la sua vita prende un'altra svolta. I ricordi si affastellano e le foto della sua infanzia e della sua famiglia vanno perdute o distrutte. Ripercorrere e capire gli eventi che hanno segnato la sua biografia e determinato il suo essere diventa per il regista una tappa fondamentale per restare in vita. Decide quindi di raccontare la sua storia prendendo in prestito le immagini di altri.
Indagando le possibilità del film di montaggio d’archivio, Primetens realizza una sinfonia intima e graffiante con cui riesce a mettersi a nudo senza mostrarsi mai davvero, alludendo, ammiccando, evocando altro pur rimanendo sempre fuoricampo, tra le immagini ma mai nascosto. Mai lo schietto e il subliminale sono mai state così tanto facce della stessa medaglia.
[eng]
Pierre Primetens was born on 22 April 1974, three days before the Carnation Revolution which put an end to the Portuguese dictatorship. He spent the first years of his childhood in Chaville, not far from Versailles and regularly took family trips to Portugal, until the death of his mother. Then his life takes another turn. Memories pile up, and photos of his childhood and his family get lost or destroyed. Retracing and understanding the events that marked his biography and determined his being become a fundamental step for him to survive. Consequently, he decides to tell his story by borrowing the images of others.
Investigating the possibilities of archive montage film, Primetens creates an intimate and scratchy symphony with which he manages to lay himself bare without ever really showing himself, alluding, winking, evoking something else while always remaining off-screen, among the images but never hidden. Never have the frankness and the subliminal been so much sides of the same coin.
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