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eterotopie / 27 maggio 2019

Costanza Quatriglio, Paola Caridi e Marta Bellingreri dialogano con l’autrice.

eterotopie / 25 maggio 2019

Syrian Films after 2011 – Between Documenting and Creativity

31 maggio 2019, ore 14.00-18.00 *
Sala Bianca / Centro Sperimentale di Cinematografia – sede Sicilia
Cantieri Culturali alla Zisa – Palermo

Esiste la possibilità di fare un film durante la guerra?
Quante sono le probabilità?
Cosa vogliono i media? Cosa vuole il Governo? Cos’è che sto vedendo Io?

eterotopie / 23 maggio 2019

[ITA]

Il film racconta la storia di tre donne in tre città differenti. Donne che si sono arrese alla vita. Una vive a Damasco. Ha smesso di parlare con gli altri, isolandosi nel suo appartamento. La seconda ha lasciato Damasco a causa della guerra trasferendosi in Svezia, dove si rifugia nei suoi dipinti, sperando tramite tramite essi di liberarsi del tormento del passato. La terza è finita a Vienna e affronta un futuro incerto, come il fantasma di una donna fuggita da Vienna dopo la Seconda Guerra Mondiale. È una discussione tra l’interiore e l’esteriore – una conversazione impossibile.

Lo sguardo attento e sincero della regista ci restituisce così dei ritratti intimi e accorati di anime altrimenti invisibili, sconfitte da una guerra che non gli è mai appartenuta.

[ENG]

The film narrates the story of three women in three different cities. They have given up on life. One lives in Damascus. She has stopped speaking to others entirely, isolating herself in her flat. The other has left Damascus as a result of the war and went to Sweden, where she imprisons herself in her paintings, hoping through them to rid herself of the torments of the past. The third ended up in Vienna and faces an unknown future, like the ghost of a woman who fled Austria after the Second World War. It is a conversation between the interior and exterior – an impossible conversation.

The director’s attentive and authentic gaze hence pay us back the otherwise invisible souls’ intimate and heartfelt portraits, defeated by a war that never belong them.

eterotopie / 21 maggio 2019

[ITA]

In tempo di guerra e desolazione, in luoghi senza dèi e senza padroni, figure confuse e prive di identità si muovono attraverso il tempo. In un mondo dove tutto pare non avere più un senso, dove il passato si confonde costantemente con il presente, le immagini anarchiche ci raccontano storie imperfette, incomplete, spezzate.

Un lavoro di montaggio che, ricorrendo all’ausilio di prezioso materiale d’archivio e di video tratti da internet, si situa ai confini tra il documentario e la finzione, una finestra su scenari invisibili, su un quotidiano assurdo, incoerente e senza spettatori.

[ENG]

In a time of war and desolation, in places without gods or rulers, confused figures and without identity travel through time. In a world where everything seems to make no sense, where the past got confused with the present, anarchical images tell us imperfect, incomplete, broken stories.

A work of montage that, thanks to the help of precious archive footage and videos borrowed from the internet, wander between the border of documentary and fiction, becoming a window to invisible scenarios, to an absurd and incoherent daily life without any audience.

eterotopie / 21 maggio 2019

[ita]

Un tendone del circo nazionale italiano arriva a Damasco. Non c’è alcuna traccia però del realismo magico raccontato da Fellini. Persino da quel luogo idealizzato, fatto di sogni e celluloide, non si vede l’ora di fuggire. Mentre le immagini della rivolta si riversano nei televisori e i missili sibilano nel cielo, lo sguardo innocente di due bambini dilata il tempo all’infinito.

Lontano dall’asettico racconto di guerra o dal reportage televisivo, il documentario di al-Beik è disperata ricerca di un ordinario inesistente, accorato e insistito racconto di un quotidiano ben più irreale della stessa finzione.

[eng]

The Italian National Circus tent arrive in Damascus. However, there’s no trace of the magical realism told by Fellini. Even in that idealized place, made by dreams and celluloid, you can’t wait to run away. While the pictures of the riot pour into the TV, while the rockets whistle in the sky, the innocent look of two kids stretches time endlessly.

Far from the aseptic war story or the TV report, al-Beik’s documentary is a frantic research of a fictional normality, a heartfelt and insisted tale of a daily life even more unreal that fiction itself.

eterotopie / 21 maggio 2019

[ITA]

Quando Ammar incontra la sua ex amante Marie, i due decidono di spendere la notte insieme nel suo appartamento di Parigi. Distesi sul letto, possiamo percepire la loro angoscia: mentre l'ambiziosa Marie è preoccupata per la sua carriera di attrice, il fotoreporter Ammar è sempre più ossessionato dalle news che arrivano dalla Siria, da dove è rientrato con due giorni in anticipo, dove aveva fotografato la guerra in corso ad Aleppo.

Partendo dal reale, e calandolo in un racconto metropolitano, al-Beik porta avanti una coraggiosa riflessione sulle responsabilità dell’artista, e quindi dell’arte, nella società. Una disamina sull’intorbidimento dell’arte a causa dell’agio borghese.

[ENG]

When Ammar meets his former mistress Marie, they decide to spend the night together at his apartment in Paris. Laying on the bed, we sense their distress: while Marie is worried about her career as an actress because of her ambitions, Ammar the photojournalist is becoming increasingly obsessed with the news from Syria, from which he just returned two days earlier, where he was covering the ongoing war in Aleppo.

Setting off from reality, blending it inside a metropolitan tale, al-Beik carries on a bold discussion about the artists’ duties, thus the art’s one, in our society. An examination on art’s muddying by middle-class comfort.

eterotopie / 21 maggio 2019

[ITA]

2011, Il Cairo: una folla inferocita piange la morte dei martiri del popolo, manifestando contro la famiglia Mubarak. Parallelamente, una famiglia si prepara per raggiungere la folla nelle strade. Il suono assordante del televisore si confonde con l’eco della rivolta delle strade. Un giovane martire muore, torturato e ucciso da un regime oppressore. Un bimbo nasce già sporco del sangue del suo popolo.

La giustapposizione di materiale d’archivio e filmati casalinghi trasportano la dimensione intima del focolare domestico nel mezzo della rivolta, in uno scambio reciproco e simbiotico fatto di memoria, sangue e sofferenza.


[ENG]

2011, Cairo: a furious crowd cries the death of his martyrs, demonstrating against Mubarak’s family. In the mean time, a family gets ready to join the crowd on the streets. The deafening sound of the television mixes up with the echoes of the street’s revolt. A young martyr dies, tortured and killed by an oppressive regime. A child is born covered with the blood of the people.

The juxtaposition of archive footage and homemade videos carries the family hearth’s intimate dimension

in the middle of the riot, in a mutual and symbiotic exchange made by memory, blood and suffering.