panorama queer / 13 maggio 2015
Dovrebbe essere un idillico seppur melanconico weekend. Anna e Stefan, Bernd e Marc, due coppie di amici, passano qualche giorno in campagna. La miniera di carbone a cielo aperto in continua espansione, che presto inghiottirà il paese, i suoi boschi e i suoi prati, li riporta a casa. Il posto è quasi deserto, la scuola in rovina, perfino le tombe sono state riesumate e messe a riposare da un'altra parte. Tuttavia le due coppie si godono il soggiorno. Ma il ritorno a casa sembra avere un effetto minaccioso su Anna. Lei e Bernd sono perseguitati da incubi, le realtà cominciano a cambiare. Come se non bastasse, Stefan è attratto dalla relazione poliamorosa dei due altri uomini – una verità usata da Marc per fare dei giochetti mentali con Anna, che sente che la sua vita ben strutturata sta andando fuori controllo...
It's supposed to be an idyllic, although melancholy weekend. Anna and Stefan, Bernd and Marc – two couples – spend a few days in the countryside. The ever -expanding open-cast coal mining operation, which will soon be swallowing the village, its woods and meadows, brings them back home. The place is almost deserted, the schoolhouse in ruins, even the graves have been exhumed and laid to rest elsewhere. Still, they're enjoying their visit. But coming back home seems to have a menacing effect on Anna. She and Bernd are haunted by nightmares, realities begin to shift. On top of that, Stefan is attracted by the polyamorous relationship of the two other men – a fact used by Marc to play mind games with Anna. She feels her well-structured life slipping out of control...
panorama queer / 10 maggio 2015
Personale diario di un anno "in viaggio" per combattere HIV ed epatite C. Attraverso una narrazione visiva del suo quotidiano il regista mostra le sue reazioni alla malattia utilizzando solamente lo scarno filtro della drammaturgia filmica, nulla insomma che possa mediare l’autenticità di queste confessioni personali. Lo fa registrando tutto ciò che lo circonda, discutendo di tempo e memoria, di globalizzazione e natura ripensando ai suoi amici scomparsi (João César Monteiro, Raúl Ruiz, Serge Daney tra gli altri) e al ruolo avuto da essi nella sua vita e nel panorama artistico internazionale. Non mancano riflessioni sull’arte, la letteratura, la musica, e il cinema. Un’opera piena di vita e di passione con uno sguardo intriso di un sentimento religioso che oltrepassa ogni stretta visione dottrinale e dogmatica.
Journal of an year-long “journey” to fight HIV and hepatitis C. Through a visual narration of his daily routine, the director shows his reactions to the disease using nothing but the minimal filter of filmed dramaturgy, so that there is nothing mediating the authenticity of his personal confessions. He does so recording everything that surrounds him, discussing about time and memory, globalization and nature, remembering his friends who passed away (João César Monteiro, Raúl Ruiz, Serge Daney among others) and their role in his life and in the international artistic panorama. Reflections about art, literature, music and cinema are abundant. A work full of life and passion with a look deep with religious feeling crossing all strict doctrinal and dogmatic vision.
panorama queer / 10 maggio 2015
Federico è uno studente di architettura dell’università di Palermo. Trascorre le sue giornate in giro nella zona nuova della città alla ricerca di edifici moderni da fotografare e disegnandone i dettagli. Durante il suo vagabondare incontra un ragazzo, Borobudur, che gli aprirà le porte di una nuova dimensione urbanistica della città. Sulla scia di questo magico incontro Federico abbandonerà il suo quotidiano per immergersi in una città in continua trasformazione e che lo avvierà a una personale metamorfosi. Borobudur è una riflessione sullo spazio urbano e sulla percezione che ne hanno i suoi abitanti, è un viaggio supportato da uno sguardo originale rivolto verso una parte della città spesso poco considerata, un affresco che prova ad allontanarsi dalla retorica di una Palermo “paradiso perduto”.
Federico is an architecture student of the University of Palermo. He spends his days walking around the new city looking for modern buildings to photograph and drawing some of their details. In his wandering he meets a guy, Borobudur, who will disclose him the doors of a new urban dimension of the city. In the wake of this magic encounter Federico will abandon his routine to plunge into a city undergoing constant transformation that will drive him towards a personal metamorphosis. Borobudur is a reflection on the urban space and on the perception that its habitants have about it, it is a journey supported by an original look on a part of the city often little considered, a fresco that tries to take distance from the rhetoric of Palermo as a “lost paradise”.
panorama queer / 10 maggio 2015
È mezzanotte al palazzo del principe Dom Luis Felipe Maria, una donna esce correndo dalla dimora reale e affrettandosi per le scale scivola, perdendo una scarpetta. Sarà l’unico segno rimasto al principe della presenza della donna al ballo appena conclusosi. Il giorno dopo il principe, aiutato dal suo fedele Dom Alfonso, comincerà un’ossessiva ricerca della donna e della scarpa mancante. Prendendo spunto dalla celebre favola popolare, Boa noite Cinderela è una riscrittura che mette al centro il tema del desiderio in un gioco fatto di intrecci e ambiguità, con una messa in scena perennemente sospesa in un clima tra l’onirico e il fiabesco. Il film ha partecipato alla Semaine de la critique del Festival di Cannes nel 2014.
It's midnight in Prince Dom Luis Felipe Maria's palace, a woman leaves hastily the royal palace and, while she is running away, she slides on the steps and loses her little slipper. It's the only hint left to the prince of her presence at the ball. The next day the prince, helped by his loyal Dom Alfonso, starts an obsessive search for the woman and the missing slipper. Inspired to the famous folk tale, Boa noite Cinderela is a rewriting that focuses on the theme of desire in a plot made of twists and ambiguity, with a set-up constantly suspended in a dreamlike and fantastic mood. The movie was screened at the Cannes Film Fest's Semaine de la critique in 2014.
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