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presenze / Matías Piñeiro / 30 maggio 2024

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Durante la quarantena nel 2020 i due amici Mariano Llinás e Matías Piñeiro si sono spediti vicendevolmente delle videolettere – 8 videolettere, 4 l’uno – per creare una compilation di idee, pensieri e scambi su commissione di Sergi Álvarez Riosalido per La Casa Encendida di Madrid. Llinás è in Argentina e Piñeiro è a New York, e cominciano a ordinarsi a vicenda ritratti di luoghi, riflessioni su artisti, idee sul cinema.
Tra detour imprevisti e piccole sorprese, la raccolta di videolettere di due punte di diamante del nuovo cinema argentino è un atto di resistenza all’inedia da quarantena, ma anche l’ennesima entusiasmante esplorazione, da parte dei registi, di un cinema fatto con poco ma in grado di arrivare ovunque, attraversare continenti, restituire momenti di disarmante candore e costruire ragionamenti esaltanti su etica ed estetica. Basta un cellulare, corredato di curiosità.


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During the quarantine in 2020, the two friends Mariano Llinás e Matías Piñeiro sent each other video letters – 8 in total, 4 each of them – to create a compilation of ideas, thoughts and exchanges commissioned by Sergi Álvarez Riosalido for La Casa Encendida (Madrid). Llinás is in Argentina and Piñeiro is in New York, and they begin to order each other portraits of places, reflections on artists, ideas on cinema.
Between unexpected detours and small surprises, the collection of video letters from two spearheads of the new Argentine cinema is an act of resistance to quarantine starvation, but also yet another exciting exploration, by these two directors, of a cinema made with little but capable of reaching everywhere, crossing continents, restoring moments of disarming candor and constructing exhilarating reasoning on ethics and aesthetics. All you need is a cell phone, accompanied by curiosity.

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presenze / Matías Piñeiro / 29 maggio 2024

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Prima e dopo la nascita di suo figlio, l’insegnante, assistente scenografa e aspirante attrice Mariela sogna di interpretare Isabella nella commedia di Shakespeare Misura per misura. Si reca a un provino, studia la parte, si fa aiutare da una donna misteriosa, e intanto si muove fra città e campagna e fra presente e passato per imparare a non autosabotarsi, a dare il meglio di sé e a superare le difficoltà del teatro come della vita.
Piñeiro indaga l’annoso mistero che intercorre fra azione e interpretazione, costruendo un film rigoroso, essenziale, e allo stesso tempo vitale e umanissimo. Il volto della sua protagonista di sempre, María Villar, è il fulcro e la calamita per la sua macchina da presa, ed è il primo strumento per navigare all’interno di un viaggio allusivo e accattivante nella vita di Mariela.

 


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Before and after the birth of his son, the teacher, assistant set designer and aspiring actress Mariela dreams about playing the role of Isabella in the Shakespeare’s comedy Measure for measure. She goes to an audition, she studies the script, she gets help from a mysterious woman, and in the meantime she wanders through city and country and through present and past, in order to learn to not sabotage herself, to give the best of her and to go over the difficulties of theatre as well as of life.
Piñeiro surveys the timeless mystery that runs between action and interpretation, building up a strict, essential, and yet vital and very human movie. The face of his habitué actress, María Villar, is the pivot and the magnet of his directorial eye, as well as the first instrument to navigate within the allusive and engaging journey inside Mariela’s life.

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presenze / Matías Piñeiro / 27 maggio 2024

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Una voce di donna presenta l’isola deserta dove la strega Sycorax è approdata insieme al figlio Calibano, lo schiavo deforme della Tempesta di William Shakespeare. Ma le immagini sono quelle del presente, ogni personaggio dell’opera viene cucito sopra l’immagine di una persona vista per strada. Si tratta forse del pensiero di una donna che deve adattare il dramma del drammaturgo inglese in terra portoghese? E perché, allora, si perde in un bosco alla ricerca di Ariel, lo spirito dell’aria?
Qui in co-regia con Lois Patiño, Matías Piñeiro pensa che il presente possa nascondere Shakespeare dietro ogni angolo, e per farlo vedere allo spettatore intesse il suo film più sospeso e magico, una seduta di ipnosi tenuta da una strega che sa far oscillare i confini fra realtà e finzione.


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A female voice presents the desert island where the witch Sycorax landed with her son Caliban, the crooked slave from William Shakespeare’s The Tempest. But the images are the ones of the present, and every character from the play is sewed on the image of a person seen in the street. Is it maybe all about the thoughts of a woman who needs to adapt the English playwright’s drama in Portuguese land? And why, then, she gets lost in the woods looking for Ariel, the spirit of the air?
Co-directing with Lois Patiño, Matías Piñeiro thinks that the present day may hide Shakespeare behind any corner, and to make the spectator see that he creates his more suspended and magic movie, an hypnotic session held by a witch who’s able to blur the borders between reality and fiction.

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presenze / Matías Piñeiro / 26 maggio 2024

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Tre mesi nella vita di Camila, traduttrice ed esperta di teatro shakespeariano, tre mesi in cui vola a New York da Buenos Aires per partecipare a un progetto su Sogno di una notte di mezza estate e intreccia più storie con uomini e donne, affrontando il passato e approdando nel futuro. Con l’aiuto di una serie di misteriose cartoline che cominciano ad esserle recapitate.
Con la consueta grazia, Matías Piñeiro sperimenta col racconto esplorando tutte le possibili direzioni della vita di Camila, tornando sui versi poetici del drammaturgo inglese e sfruttando i riconoscibilissimi volti di sue attrici feticcio come María Villar, Agustina Muñoz e Laura Paredes. Il regista annoda assieme inglese e spagnolo, uomini e donne, silenzio e musica, fino a disegnare le linee e i sentieri di una mappa di una commedia umana in cui ogni persona è la caccia al tesoro di un’altra.


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Three months in the life of Camila, translator and expert of Shakespeare’s theatre, three months in which she flies to New York from Buenos Aires to attend a project based on A Midsummer Night’s Dream and she intertwines relationships with men and women, facing her past and discovering her future. With the help of a series of mysterious postcards that she starts to receive.
With his usual grace, Matías Piñeiro experiments with storytelling exploring all the possible directions of Camila’s life, thinking about the poetic verses of the English dramatist and employing the very known faces of some of his muses like María Villar, Agustina Muñoz and Laura Paredes. The director bonds together English and Spanish languages, men and women, silence and music, with the aim to draw the paths and the trajectories of a map of a human comedy where every person is the treasure hunt of another.

 

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presenze / Matías Piñeiro / 25 maggio 2024

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tú me abrasas si apre col ricordo del suicidio di Pavese il 27 agosto del 1950, in una camera dell'albergo Roma a Torino. Sul comodino c’erano i Dialoghi con Leucò, scritti da Pavese tra il 1945 e il 1947. Le immagini scorrono sullo schermo riunendo frammenti di vita in Spagna, in Grecia, a New York, mentre le attrici protagoniste parlano di amore, amicizia, dolore, memoria, rimpianto, morte e destino attraverso letture e traduzioni che vanno oltre i miti di Pavese e della poetessa greca Saffo. Torino è semi deserta nella canicola di agosto, le onde si infrangono ripetutamente sugli scogli, un rubinetto sta colando, i palazzi si muovono, un campanello suona.
Con tú me abrasas Piñeiro adatta il dialogo di Saffo e Britomarti cercando i segreti nella metrica e nei misteri atavici dei versi della poetessa attraverso immagini allusive ed enigmatiche. Il risultato è una narrazione che si rinnova a ogni lettura e rende le conversazioni tra la poetessa e la ninfa aperte a sempre nuove interpretazioni.


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You Burn Me opens with an image of the room at the Roma hotel in Turin where Pavese committed suicide on 27 August 1950. On the night table he left a copy of Dialogues with Leucò, written by Pavese himself between 1945 and 1947. The images scroll across the screen bringing together fragments of life in Spain, Greece, New York, while the main actresses talk about love, friendship, pain, memory, regret, death and destiny through readings and translations that go beyond the myths of Pavese and of the poet Sappho. Turin is semi-deserted in the heat of August, the waves repeatedly crash on the rocks, a tap is dripping, buildings are moving, a doorbell rings.
With You Burn Me Piñeiro adapts the dialogue between Sappho and Britomartis looking for secrets in the metrics and in the ancestral mysteries of the poet’s verses through allegorical and enigmatic images. As an end result, we can relish various layers of reading, and the conversations between the Greek poet Sappho and the nymph Britomartis open to being viewed in newer and newer ways.

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presenze / Matías Piñeiro / 14 maggio 2024

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Mercedes lavora in un museo ed è un’avida lettrice. È il vertice di un pentagono sentimentale che comprende Leticia, Clara, Andrés e Leandro, la cui vita romantica e professionale è perennemente filtrata dagli occhi vivaci della protagonista, tra dialoghi, baci rubati e corse a perdifiato in musei, strade e parchi di una labirintica Buenos Aires.
Il primo lungometraggio di Matías Piñeiro è una ronde di rara grazia, e presenta in nuce tutte le sue ossessioni principali: Shakespeare, i musei e i monumenti, la letteratura, la tecnica della pellicola, i piccoli inganni d’amore. Un madrigale à la Éric Rohmer, oppure una rivisitazione delle scorribande della nouvelle vague, un film che introduce Piñeiro al mondo ludico ma sofisticato del nuovo cinema argentino.


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Mercedes works in a museum and is an avid reader. She is the summit of a sentimental pentagon that includes Leticia, Clara, Andrés and Leandro, whose romantic and professional life is perpetually filtered by the lively eyes of the protagonist, between dialogues, stolen kisses and breathless races in museums, streets and parks of a labyrinthine Buenos Aires.
Matías Piñeiro’s first feature film is a ronde of rare grace, and presents in essence all his main obsessions: Shakespeare, museums and monuments, literature, film technique, the small deceptions of love. A madrigal in the style of Éric Rohmer, or a revisiting of the ’s lively wanderings, a movie that introduces Piñeiro to the playful but sophisticated world of new Argentine cinema.

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presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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C’è una scena, nel film La princesa de Francia di Matías Piñeiro, ambientata in un museo. Nella scena, mentre i due protagonisti parlano, un terzo personaggio “satellite” dialoga con loro mentre scatta delle fotografie a una statua e ad alcuni dipinti allo scopo di realizzare un catalogo. Matías Piñeiro ritrova le foto scattate durante le riprese dall’attrice, Gabriela Saidón, e si accorge di quanto siano inadatte a quel catalogo inesistente, e a quanto fossero precise quanto più l’attrice era calata nella parte.
A partire da questo presupposto, il regista argentino si interroga sui borgesiani labirinti di possibilità che possono nascere intrecciando le finzioni in una storia. Questo viaggio nella fantasia lo fa incrociare con altri registi, altri film, altre storie, scoprendo come ciò che non si vede e non esiste possa procurare concrete e vivide emozioni.


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There is a scene, in the film La princesa de Francia by Matías Piñeiro, that is set in a museum. In the scene, while the two protagonists talk, a third “satellite” character talks to them while taking photographs of a statue and some paintings in order to create a catalogue. Matías Piñeiro finds the photos taken during the shooting by the actress, Gabriela Saidón, and realizes how unsuitable they are for that non-existent catalogue, and how precise they were the more the actress was immersed in her role.
Starting from this assumption, the Argentine director questions himself on the Borgesian labyrinths of possibilities that can arise by intertwining fictions into a story. This journey into fantasy brings him together with other directors, other films, other stories, discovering how what cannot be seen and what does not exist can provide concrete and vivid emotions.

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presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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Dopo un anno dalla morte del padre, Victor torna a Buenos Aires e cerca di ricostruire i pezzi della sua vita amorosa, una vita che aveva abbandonato all’improvviso e che forse ora vuole riconquistare. Nel frattempo, pianifica la realizzazione di un radiodramma su Pene d’amor perdute di Shakespeare.
In equilibrio sottile e ironico fra sentimentalismo e cerebralità, La princesa de Francia si propone l’ambizione di coniugare solennità e scherzo, assecondando i mille rivoli del destino dei suoi protagonisti. Questo trasforma la vita, dentro il film di Piñeiro, in un tranello di giochi, pieno di invenzioni visive e di intrufolamenti curiosi in luoghi e tempi sacri (i musei, la musica di Felix Mendelssohn) che vengono rimaneggiati con un savoir faire che viene direttamente dalla nouvelle vague francese.


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A year after his father’s death, Victor returns to Buenos Aires and tries to rebuild the pieces of his love life, a life that he had suddenly abandoned and that perhaps he now wants to regain. In the meantime, he plans to make a radio drama about Shakespeare Love’s Labour’s Lost.
In a subtle and ironic balance between sentimentality and cerebrality, The Princess of France aims to combine solemnity and joke, supporting the thousand rivulets of the destiny of its protagonists. This transforms life, within Piñeiro’s film, into a trap of games, full of visual inventions and curious intrusions into sacred places and times (such as museums or Mendelssohn’s music) which are reworked with a savoir faire that comes directly from the French Nouvelle Vague.

 

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presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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Viola, Cecilia, Agustín, Javier, Sabrina. Una storia di attrici e di uomini, un labirinto di intrighi sentimentali, mentre sullo sfondo, ma forse neanche troppo lontano dalle quotidianità dei protagonisti, si organizza l’allestimento della Dodicesima notte di William Shakespeare.
Sempre attraverso i versi e le battute dalle opere del drammaturgo inglese, Piñeiro riesce a unire volti diversi, situazioni differenti e distanti, suggerendo i fili che legano fra loro tutte le parti di un disegno complessivo, umano e drammatico, in bilico fra verità e menzogna. Un altro esperimento di creatività narrativa, pieno di grandi momenti di grazia che rendono il cinema del regista argentino così unico e accattivante.


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Viola, Cecilia, Agustín, Javier, Sabrina. A story of actresses and men, a labyrinth of sentimental intrigue, while in the background, but perhaps not too far from the daily lives of the protagonists, the staging of William Shakespeare’s Twelfth Night is organized.
Again through the verses and lines from the works of the English playwright, Piñeiro manages to unite different faces, various and distant situations, suggesting the threads that bind together all the parts of an overall, human and dramatic design, poised between truth and lie. Another experiment in narrative creativity, full of great moments of grace that make the Argentine director’s cinema so unique and captivating.

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presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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Un gruppo di attori si trasferisce su un’isola immersa nella natura per fare le prove di un’opera di William Shakespeare, Come vi piace, ma i dialoghi e i rapporti fra i personaggi shakespeariani sembra sempre di più ricalcare la passione, il veleno e l’inganno che scorre fra gli attori, e Luisa, che interpreta Rosalinda, comincia a perdersi dentro questo grande sogno arcadico.
Una ronde di persone, di battute, di sottintesi: gli esseri umani di Piñeiro non si isolano per poter essere finalmente loro stessi, ma per poter finalmente interpretare altro da sé, forse persino per scappare da sé stessi. Una coreografia di piccoli e grandi inganni che ricorda il più grande cinema francese e traduce in immagini e movimenti i magici rivoli linguistici dell’opera di Shakespeare.

 

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A group of actors move to a island surrounded by nature to rehearse As you like it by William Shakespeare, but the lines and the relationships among the characters of the play start to seem very similar to the passion, the venom and the deceit among the actors, and Luisa, who plays Rosalinda, starts to get lost inside this Arcadian dream.
A ronde of people, of dialogues, of implications: Piñeiro’s human beings do not isolate themselves to enthusiastically be themselves, but to enthusiastically interpret someone different from themselves, maybe even to escape from themselves. A choreography of little and big deceptions that reminds of the greatest French cinema and that translates in images and movements the magic linguistic streams of Shakespeare’s works.

presenze / Matías Piñeiro / 12 maggio 2024

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Helena invita a casa sua alcuni suoi amici ventenni, con uno scopo misterioso. Tutti mentono: i tre uomini, le quattro donne, perfino la casa in campagna che li ospita. Ogni risvolto di trama, ogni battuta di dialogo, potrebbe essere una menzogna, tanto da far perdere qualsiasi distinzione fra quadri falsi e sentimenti falsi, fra letture di testi di fantasia e riferimenti ad eventi reali. 
Se c’è un regista che riesce a trasformare una scena all’aperto in una commedia teatrale, o in un piccolo concerto da camera, quello è Matías Piñeiro. I suoi personaggi si muovono tramite traiettorie imprevedibili dentro e fuori il campo visivo, si agitano come in un formicaio, mentre il suo occhio li attraversa con un nitore degno di Jacques Rivette. È come se avessero tutti sempre un obbiettivo da svolgere, un compito, una funzione, e mentre si dimenano in un gioco intellettuale dei sentimenti perdono il quadro generale della realtà. Tanto che non si capisce se un bacio è solo un bacio o nasconde un agente segreto nell’ombra. Cinema come lucido e garbato complottismo.


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Helena invites some of her twenty-year-old friends to her house, with a mysterious purpose. Everyone lies: the three men, the four women, even the house in the countryside that hosts them. Every plot twist, every line of dialogue, could be a lie, so much so that any distinction between false paintings and false feelings, or between readings of fictional texts and references to real events, is lost.
If there is a director who is able to transform an outdoor scene into a theatrical comedy, or in a small chamber concert, that director is Matías Piñeiro. His characters move through unpredictable trajectories in and out of the image, they shake as if in an anthill, while his eye passes through them with a clarity that’s worthy of Jacques Rivette. It’s as if they all always had an objective to accomplish, a task, a function, and while they struggle in an intellectual game of feelings they lose the general picture of reality. The effect is that it is not clear whether a kiss is just a kiss or hides a secret agent in the shadows. Cinema as lucid and polite conspiracy.