carte postale à Serge Daney / Magnifico Sirk / 29 novembre 2023
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Seconda guerra mondiale: il giovane soldato tedesco Ernst Graeber torna in licenza nella sua città, semidistrutta dai bombardamenti alleati. Alla ricerca dei genitori dispersi, l’incontro con l’ex compagna di scuola Elizabeth lo porterà a scoprire la possibilità di un amore in mezzo all’orrore della guerra. Jean-Luc Godard ne scrisse entusiasta sui “Cahiers du Cinéma”: «Chi non ha mai visto o amato Liselotte Pulver correre sulla riva di non so più quale Reno o Danubio, abbassarsi bruscamente per passare sotto lo steccato, poi risollevarsi, hop, con un colpo di reni, chi non ha visto a questo punto la grossa Mitchell di Douglas Sirk abbassarsi contemporaneamente e poi, hop, risollevarsi con lo stesso morbido movimento di gambe, ebbene, costui non ha mai visto niente, o semplicemente non sa cosa sia la bellezza». Il ritorno di Sirk in Europa, per uno dei film più sentiti dal regista, con Erich Maria Remarque anche in veste di attore.
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Second World War: young German soldier Ernst Graeber returns on leave to his hometown, which is now half-destroyed by Allied bombings. In his quest to find his missing parents amid the ruins, he reunites with his former schoolmate, Elizabeth. She becomes the beacon of love in the midst of the horrors of war. Jean-Luc Godard expressed enthusiastic praise for the film in the “Cahiers du Cinéma”, stating, Who never saw or loved Liselotte Pulver running on the shores of that Rhine Danube river, abruptly getting down to pass over the fance, then rising up, hop, with a jump, and who never saw at this time the big Douglas Sirk’s Mitchell getting down and then rising up, hop, with the same soft legs movement, well, this man never saw anything, or simply does not know what beauty is.' This marks Sirk’s return to Europe for one of his most heartfelt films, featuring Erich Maria Remarque also in an acting role.
carte postale à Serge Daney / Magnifico Sirk / 20 ottobre 2023
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Negli anni Trenta, in piena Grande Depressione, il giornalista Burke Devlin incontra un gruppo di acrobati del cielo: l’ex eroe di guerra Roger Shumann, sua moglie Laverne e il meccanico Jiggs. Shumann è ossessionato dalla passione per il volo ed è pronto a sacrificargli ogni cosa, anche la famiglia; Laverne è il centro di attrazione attorno a cui tutto gravita, compreso l’amore di Jiggs e di Devlin. Ma un senso di morte e di pessimismo attraversa il film, splendidamente fotografato da Irving Glassberg in un bianco e nero che accenta la cupezza e la luminosità di personaggi intrappolati nelle loro vite. Una danza macabra all’insegna della circolarità che rappresenta, come ha notato Jean-Loup Bourget, l’eredità pietosa e grottesca della Prima Guerra Mondiale.
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In the ’30s, amid the Great Depression, journalist Burke Devlin encounters a group of sky acrobats: the veteran Roger Shumann, his wife Laverne, and the mechanic Jiggs. Shumann is consumed by his passion for flight, willing to sacrifice everything, including his family. Laverne serves as the gravitational center of the story, drawing in the affections of both Jiggs and Devlin. However, a pervasive sense of death and obscurity permeates the entire film, beautifully captured by the cinematographer Irving Glassberg in a striking black and white that accentuates the characters' gloom and lightness as they find themselves ensnared in their own lives. The film unfolds as a danse macabre marked by circularity, revealing, as noted by Jean-Loup Bourget, the pitiful and grotesque legacy of the First World War.
carte postale à Serge Daney / Magnifico Sirk / 20 ottobre 2023
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Maestro incontrastato del melodramma hollywoodiano degli anni Cinquanta (ma non solo), grande scopritore e direttore di attori e attrici che hanno fatto la storia del cinema, la sua opera è stata oggetto di costante di ammirazione e oblio ma anche di incomprensioni e grandi fraintendimenti. Nato nel 1897 ad Amburgo, Germania, col nome di Dietlef Sierck, lascia la Germania all’alba della Seconda guerra mondiale girando per l’Europa e arrivando infine in America. Tra i grandi e iconici capolavori si annoverano Lo specchio della vita, Secondo amore, Tempo di vivere, Magnifica ossessione e Come le foglie al vento.
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Undisputed master of ’50s Hollywood melodrama (but not only that), great discover and director of actors and actresses that made the history of cinema, his work has been long admired and forgotten but also mistaken and greatly misunderstood. Born in 1897 in Hamburg, Germany, under the name of Dietlef Sierck, he leaves Germany at the dawn of Second World War travelling through Europe and at last arriving in America. Among his greatest and iconic masterpieces are Imitation of Life, All That Heaven Allows, A Time to Love and a Time to Die, Magnificent Obsession and Written on the Wind.
carte postale à Serge Daney / Magnifico Sirk / 27 settembre 2023
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L’attrice Lora Meredith assume come governante Assie Johnson, una donna nera che si occuperà di crescere le figlie di entrambe, Susie e Sarah Jane. Due madri, due figlie e ancora una volta vite che si intrecciano, con le loro illusioni e gli inganni offerti dai modelli sociali. Ultimo lungometraggio di Sirk prima del ritiro, remake del film omonimo di John M. Stahl (1934), per Fassbinder è «un grande film folle sulla vita e sulla morte; e sull’America», e la crudeltà sta nel fatto che tutti i personaggi hanno ragione, ma che nessuno potrà aiutarli «a meno di non cambiare il mondo. Per questo motivo abbiamo tutti pianto al cinema: perché è così difficile cambiare il mondo».
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The actress Lola Meredith hires the black woman Assie Johnson as housekeeper: she’ll take care of her and Lola’s daughters, Susie and Sarah Jane. Two mothers, two daughters, and once again lives that intertwine, with their illusions and the deceptions of the social stereotypes. The last feature film by Sirk before retirement, remake of John M. Stahl’s Imitation of Life (1934), according to Fassbinder ‘a great mad film about life and death; and about America.’ Cruelty is due to the fact that all the characters are right, but anyone can help them ‘unless they could change the world. That’s the reason we all cry in the movie theatre: because it is so difficult to change the world.’