[ita]
Una sera d’estate del 1966, a San Francisco, nel quartiere Tenderloin – dal vocabolario “distretto noto per vizi e corruzione” – si accende, con la rabbia queer collettiva, la rivolta delle “screaming queens”. Drag queen, female impersonator, persone transgender e quella che oggi chiameremmo comunità LGBTQIA+ rivendicano un proprio spazio all’interno della Compton’s Cafeteria, punto di ritrovo e riferimento. In un “no” di cui sentiamo ancora l’eco, corpi ed esperienze queer reclamano riconoscimento da parte di un’alterità normativa, spesso violenta, rappresentata dai poliziotti e dal proprietario del locale. Stryker e Silverman, attraverso archivi privati e non, interviste e studi sul luogo, ricostruiscono un evento sommerso della storia statunitense, una rivolta dall’effetto valanga sulla coscienza e le lotte LGBTQIA+.
[eng]
One summer evening in 1966, in San Francisco's neighborhood of Tenderloin – from the vocabulary "district known for vice and corruption" – the collective queer rage ignited the "screaming queens" revolt. Drag queens, female impersonators, transgender people and from what we would now call the LGBTQIA+ community are claiming their own space within Compton's Cafeteria, a meeting place and landmark. In a "no" whose echoes we still hear, queer bodies and experiences claim recognition from a normative, often violent otherness represented by the cops and the café owner. Stryker and Silverman, through private and non-private archives, interviews and site studies, reconstruct a submerged event in U.S. history, a riot with a snowball effect on LGBTQIA+ consciousness and struggles.