[ITA]
Una giovane ragazza si prepara a ricevere nel proprio appartamento un cliente. L’uomo, trasposizione di Don Quijote nella Milano degli anni Novanta, seguendo una precisa ritualità si dedica alla pulizia maniacale di quattro stanze. La ragazza, incarnazione di Dulcinea, mangia, legge, si mette lo smalto, fuma, si veste e si sveste, come se Quijote non fosse lì presente e come se fra i due non ci fosse alcun rapporto. Il cliente, seguendo uno schema patologico, trafuga alcuni oggetti della ragazza, riponendoli in sacchetti di plastica, e successivamente nella sua 24 ore. Altre volte gli oggetti di feticcio vengono distrutti, vittime di raptus maniacali, in una meccanica che conduce alla ripetizione di un rito di celibato e di solitudine. Un film donchisciottesco, che prova a retrocedere a uno sguardo basico e anti-narrativo per restituire magicamente il senso di tutto nel ritmo di un linguaggio semplice e sperimentale allo stesso tempo.
[ENG]
A young girl is getting ready to welcome a client at her apartment. The man, transposition of Don Quixote, following a precise ritual, devotes himself to the maniacal cleaning of four rooms. The girl, personification of Dulcinea, eats, reads, paints her nails and smokes. She dress up and she get undress as if Don Quixote is not present there and as if there is no relationship between them. The client, following a pathological scheme, steals some girl’s objects, he puts them in a plastic bag and than inside a small briefcase. Sometimes the objects he fetishizes are destroyed like victims of maniacal bursts. This mechanism leads to the repetition of a celibate and solitary rite. A donquixotesque movie, which tries to move back into a basic and anti-narrative gaze in order to magically give back the sense of everything in the rhythm of a language at the same time simple and experimental.