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carte postale à Serge Daney / 10 aprile 2019

Santiago è stato il maggiordomo della famiglia Salles per ben quarant’anni, divenendo testimone delle vicende di una casa tra le più importanti del Brasile di quegli anni. Argentino di origini piemontesi, è uomo colto, appassionato di lirica e di arte italiana rinascimentale, ha trascritto per decenni con la sua macchina da scrivere la storia dell’umanità attraverso le vicende delle famiglie aristocratiche. È il 1992 quando João Moreira Salles decide di intervistarlo per raccontare la singolarità del personaggio, ma anche per ripercorrere la storia della sua famiglia e della casa nella quale hanno vissuto insieme per tanto tempo. Una serie di vicende porterà il regista a completare il lavoro di montaggio solo nel 2005, intrecciando le interviste di Santiago a una riflessione sull’evoluzione del documentario stesso e restituendo un lavoro affascinante e magnetico come le storie e i ricordi raccontati dal suo eccentrico protagonista.

 

Santiago has been Salles’ butler for the last forty years, becoming witness of the events happened in a family, at that time, among the most important in the whole Brazil. Argentinian of Piedmontese origins, he is a cultivated man, fond of opera music and of Italian renaissance art. He has been transcribing for decades with his typewriter the history of humanity through the events of aristocratic families. It is 1992 when João Moreira Salles decides to interview him to tell us about the singularity of this character, but also to retrace the story of his family and of the house where they lived together for a long time. A series of events will lead the director to complete the editing only in 2005, intertwining the interviews to Santiago with a reflection on the evolution of the documentary itself and making a work as fascinating and magnetic as the stories and tales told by its eccentric main character. 

carte postale à Serge Daney / 10 aprile 2019

Tony Mounset, giovane e ricco signorotto inglese, decide di assumere Hugo Barnett come suo maggiordomo per la sua nuova casa londinese. Susan, la fidanzata di Tony, non sembra molto contenta del nuovo cameriere e tuttofare nonostante la sua affabilità e professionalità. L’arrivo di Vera, sorella di Hugo, creerà ulteriori motivi di diffidenza. Nel frattempo il rapporto servo-padrone tra Tony e Hugo sembra cominciare a rovesciarsi. 

Nato dalla collaborazione tra il regista americano e il commediografo Harold Pinter, Il servo è uno di quei capolavori della storia del cinema fuori da qualsiasi possibile definizione, un’opera che continua a dimostrarsi efficace dopo più di cinquanta anni. Ambientato quasi tutto all’interno della casa, il duo Losey-Pinter mette in scena un dramma di grande effetto scenico dove le dinamiche dell’animo umano si rivelano nel loro lato più morboso e profondo. Grazie anche alla strepitosa interpretazione di Dirk Bogarde, nel rapporto tra i due si rivela in filigrana un sottotesto omosessuale che non mancò di creare scandalo. 

 

Tony Mounset, a young and wealthy English squire, decides to hire Hugo Barnett as his butler for his new London house. Susan, Tony’s girlfriend, does not seem very happy with the new waiter and handyman, despite his affability and dexterity. The arrival of Vera, Hugo's sister, will create further reasons for distrust. Meanwhile, the roles of master-servant between Tony and Hugo start to reverse.

Resulting from the collaboration between the American director and the playwright Harold Pinter, The Servant is one of those masterpieces in the history of cinema that eludes a precise definition, a film that still proves effective after more than fifty years. Set almost entirely within the house, the duo Losey-Pinter builds a mesmerizing scenery, in which the dynamics of the human soul reveal their most morbid and deep side. Also due to Dirk Bogarde’s sensational performance, a homosexual subtext, which did not fail to raise a scandal when the film came out, emerges from the relationship between the two men.

queer short / 10 aprile 2019

In piena notte, un giovane cammina in una strada deserta verso una destinazione ignota. A un certo punto si ferma e telefona alla madre, lasciandole un messaggio in segreteria. Le sue parole, però, fanno trasparire una realtà radicalmente diversa da quella che sta vivendo. Costruito come un vero e proprio thriller, Rafael Last Time Seen mette in scena una storia misteriosa e dall’esito imprevedibile ambientata in un luogo sospeso. Un’ideale seconda parte – il cortometraggio Choice – aggiunge qualche ulteriore dettaglio, continuando a ricorrere a elementi narrativi tutt’altro che scontati.

In the middle of the night, a young man walks in an empty street towards an unknown destination. He calls his mother and leaves her a voice message. His words and actions show two very different realities. Rafael Last Time Seen tells a mysterious story – an actual thriller – set in a suspended place till an unpredictable ending. A second part – Choice – adds some elements but always getting rid of predictable narrative elements.

queer short / 10 aprile 2019

Alexe è una giovane donna trans in transizione. Una sera invita il suo migliore amico Carl a bere qualcosa prima di recarsi a una festa. La loro complicità riscalda l’atmosfera e, lentamente, avvolti in una tenera intimità, i due decidono di fare l’amore insieme per la prima volta. Quello che doveva essere un atto spontaneo, all’insegna dell’amicizia, comporta tuttavia per Alexe molte più complicazioni del previsto. All’avanzare di un treno nella notte corrisponde l’abbraccio complice che trasforma i due amici in amanti immersi in una luce verde quasi hitchcockiana per la sua capacità di scompigliare le carte della realtà. 

Alexe is a young trans woman in transition. One evening, she hosts her best friend Carl for a few drinks before going out to a party. Warming up gently during the night, both decide to have sex together for the first time. But what was planned to be a simple and purely friendly act turns out to be much more complex for Alexe. As a train runs through the night, the embrace transforms friends into lovers bathed in a green light that, for its ability to wreak havoc on reality, reveals Hitchcockian echoes. 

queer short / 10 aprile 2019

Pedro torna a casa all’alba. Prima che il giovane possa addormentarsi, sua madre lo trascina in spiaggia. Qui Pedro incontra uno sconosciuto e, con una scusa qualunque, lo segue dietro le dune, lasciando la madre sola in una spiaggia quasi deserta ad aspettare un appuntamento che forse non arriverà mai. Girato nei sobborghi di Lisbona, Pedro è un dramma familiare che narra di un adolescente e della madre di mezza età in un giorno di fine estate. Il film, costruito attorno alle aspettative del protagonista su intimità e desiderio, ha il merito di mettere a fuoco l’ambiguità delle relazioni umane senza concedere mai spazio ai luoghi comuni.

Pedro gets back home at dawn. Before the young man can fall asleep, his mother drags him to the beach. Here Pedro encounters a stranger and follows him behind the dunes with an excuse, leaving his mother alone in a deserted beach waiting for a date that perhaps will never show up. Pedro is a family drama shot in the suburbs of Lisbon that narrates of a teenager and his middle-aged mother, on a late summer day. Built around the protagonist’s expectations on intimacy and desire, the film has the merit of focusing on the ambiguity of human relationships while giving no space to clichés.

queer short / 10 aprile 2019

Documentario in forma animata che illustra la storia di Ofer, uomo transessuale, che nota i primi segni della pubertà in quinta elementare e con essi anche i primi segnali di disforia. I dubbi lasciano presto spazio a una sola certezza: il sentimento di odio verso il suo corpo che abbandona le rassicuranti forme infantili per trasformarsi in qualcosa che lo inquieta. Se inizialmente sono le felpe di papà e nonno – che spesso indossa fino a quattro strati – a ovviare al problema, appare presto chiaro che per nascondere il seno non basteranno sempre espedienti così semplici. E non passerà molto tempo prima che giungano anche altri segni di un corpo che si sta sviluppando. La lotta per Ofer è solo all'inizio. Con un’animazione e una voce fuori campo, Keren Nir mette in scena un evento, quello del proprio corpo che muta, inizialmente destabilizzante per chiunque ma ancor più per chi sa già che non sarà mai corrispondente a ciò che sente di essere davvero. 

Animated documentary based on the story of Ofer, a transgender man who notices the first signs of puberty during fifth grade and at the same time experiences the first signs of dysphoria. The first doubts soon leave room to a certainty: the feeling of hatred towards his body that leaves its reassuring infantile forms to turn into something that bothers him. If initially the sweatshirts of his dad and his grandfather – which he often wears up to four layers – may do the trick, it soon becomes clear that hiding the breasts will ask for more effective devices. In fact, soon other signs of a body that is in full development will show up. The fight for Ofer is just at the beginning. With an animation and a voice over, Keren Nir stages an event, the changes in one’s body, initially destabilizing for anyone but much more for those who already know that it will never correspond to what they feel they are.

queer short / 10 aprile 2019

Un uomo ossessionato dal coito extraterrestre entra a far parte di un programma di sesso telefonico con alieni che ha luogo all’interno di un’ex base militare. In attesa di un incontro dal vivo che avverrà più di sessant’anni dopo, l’uomo conduce un’esplorazione impassibile dei misteri del desiderio umano. La realtà quotidiana si rivela inadeguata nel soddisfare la libidine dell’uomo che raggiunge vette cosmiche, mentre nelle immagini notturne di ambienti scalcinati si trapiantano inserti disegnati a mano. Combinando cupezza e umorismo, prende forma un ulteriore incontro, quello tra l’indefinitezza del sonoro e la lacunosità dell’immaginazione, dal quale si genera la visione. 

A man obsessed with extra-terrestrial coitus enters into an alien phone sex program that occurs in a former military base from which contact can be established. Waiting for a live meeting that will take place in more than sixty years, the man conducts a deadpan exploration of the mysteries of human desire. Everyday reality proves to be inadequate for satisfying his lust that reaches cosmic heights, while hand-drawn animation is transplanted within the nocturnal images of crumbling environments. Combining gloom and humour, a further meeting takes shape, the one between the indefinite nature of sound and the incompleteness of imagination from which vision is generated.

queer short / 10 aprile 2019

La ciclicità scoordinata della vita di una coppia è al centro di questo corto privo di dialoghi e lussureggiante sul piano sonoro. Un racconto impetuoso, filmato in bianco e nero, sulla quotidianità asfissiante di uno scrittore in piena crisi di mezza età e in cerca di ispirazione. Oscillando tra passione febbrile ed esplosioni incontrollabili di violenza, lo scrittore inizia a confondere fantasie e realtà, riversando la propria insoddisfazione sulla moglie. Come spesso accade nel cinema nipponico, piccola e “grande” morte si fanno indiscernibili, scandite da una ritualità spogliata da ogni qualità rassicurante. Nulla, in fin dei conti, destabilizza più della normalità. 

The uncoordinated cyclicity of a couple is the theme of this dialogue-less but sonically lush short. An impetuous tale, filmed in black and white, about the stifling everyday life of a writer facing a midlife crisis while seeking inspiration. Torn between feverish passion and uncontrollable outbursts of violence, the writer starts to confuse fantasy and reality, venting his dissatisfaction on his wife. As often happens in Japanese cinema, little and “big” death are indiscernible, marked by a rituality deprived of any reassuring quality. Nothing, after all, is more destabilizing than alleged normality. 

queer short / 10 aprile 2019

Gaël è un ragazzo fragile e smarrito, folle d’amore per Victor. Dal momento che questi lo ha lasciato per Julie, Gaël è disposto a tutto pur di riconquistarlo. Animato da un furore implacabile e percorso da una tenera insicurezza – residui adolescenziali – il giovane, in gonna e tacchi a spillo, decide di irrompere in casa dell’amato nel cuore della notte. Rouge amoureuse è un’opera prima commovente, in cui i corpi lottano per non essere inghiottiti dal buio e dal silenzio opprimente di un paesino della Borgogna: paesaggio interiore più che geografico, e teatro di un delirio amoroso che sfilaccia i contorni della realtà. In un continuo attraversamento di soglie, Gaël si rivela un randagio che si spoglia di ogni identità prefissata, colorato da un dolore dalle sfumature sempre mutevoli. 

Fragile and a bit lost, Gaël is madly in love with Victor. Since the latter left him for Julie, he will stop at nothing to get him back. Animated by a relentless rage and seized by a tender insecurity – teenage legacies – the young man, in a tight skirt and high heels, decides to break into the house of the beloved in the middle of the night. Red Love is a moving first film, in which bodies struggle to avoid being swallowed up by the darkness and the oppressive silence of a Burgundy’s village, more of an emotional landscape, the scene of a delirious love that frays the contours of reality. In a constant threshold crossing, Gaël reveals himself as a stray cat, stripped of every predetermined identity, coloured by a pain of ever-changing nuances.  

queer short / 10 aprile 2019

Nato in un corpo femminile, Riley si è sempre sentito confuso sulla sua identità di genere. Un giorno scopre un modo semplice per modificare il suo genere biologico. Se la fisica ha dimostrato che i sette colori dell’arcobaleno sono in realtà sezioni di una lunghezza d’onda su uno spettro continuo, alcuni psicologi hanno ripreso ed elaborato la scala Kinsey per indicare il nostro orientamento sessuale attraverso sette differenti gradi. Il genere, tuttavia, continua a essere definito come le due uniche facce di una moneta, con molte persone che vivono nel mezzo, nel buio e in confusione. Scritto, diretto e animato da Yue Xia, The decision of Riley è un film sulla metamorfosi che, come in un sogno in stop motion, ci svela un nuovo modo di guardare alle questioni di genere. </p>

Born with a female body, Riley has always been confused about her gender identity. One day, she discovers a simple way to interchange her biological gender. Physicists demonstrated the 7 colours of rainbow are actually sections of wavelengths on a continuous spectrum. Psychologists developed the Kinsey Scale to indicate our sexual orientations with 7 different ratings. However, gender is defined as two sides of a coin with so many people living in between, in dark, and in confusion. Written, directed and animated by Yue Xia, is a movie about metamorphosis that, through a stop-motion dream, shows us a new perspective on gender. 

queer short / 10 aprile 2019

Michael è un rabbino carismatico e stimatissimo di una Yeshivah di Gerusalemme. Una confessione rivelatrice di Gadi, suo allievo prediletto, scuoterà le certezze e l’universo familiare in cui il rabbino ha trovato rifugio fino a quel momento. Come conciliare tradizioni rigide e desideri personali? La Parola non lascia trapelare il turbamento emotivo, se non attraverso slanci improvvisi che ne scalfiscano la dimensione corporea. Ha’rav si sviluppa ricorrendo a una tavolozza variopinta di colori e di emozioni, accensioni effimere come luci al neon sfarfallanti. Lame di luce, pervase del bianco inimitabile della Terra d’Israele, irrompono dalle finestre a irradiare una comunità di corpi imbrigliati entro un’assolvenza lunga un’esistenza intera.

Michael is a charismatic and much-admired rabbi at a Jerusalem Yeshivah. A revealing confession by Gadi, his favourite student, will shake the certainties and the whole household in which the rabbi has sought refuge until then. How to balance strict traditions and personal desires? The emotional turmoil cannot seep through the Word, except through sudden outbursts that affect its bodily dimension. The Rabbi develops by using a varied palette of colours and emotions, ephemeral sparks like flickering neon lights. Blades of light, impregnated with the inimitable white of the Land of Israel, break through the windows to irradiate a community of bodies harnessed by a lifelong fade-in.

queer short / 10 aprile 2019

Gustavo Vinagre e Travis Mathews in un mix esplosivo del panorama cinematografico queer contemporaneo. Tiago e João non si sono mai incontrati e non hanno niente in comune, eccetto l’uomo che entrambi hanno frequentato e forse amato. Dopo la scomparsa di questi in seguito a una overdose, i due visitano la casa dell’amante. È qui che le loro strade si incrociano per la prima volta e si accende tra loro qualcosa che li porterà a conoscersi. In un film formalmente apparentato al suo lungometraggio I Want Your Love del 2012, Travis Mathews – regista da sempre fedele alle tematiche LGBT – esplora ancora una volta l’intimità di due personaggi in uno spazio a loro estraneo.

Gustavo Vinagre and Travis Mathews in an explosive mix of the contemporary queer cinema scene. Tiago and João have never met before and have nothing in common, except the man they both had an affair with and perhaps loved. After he died of an accidental overdose, they both visit their lover’s apartment. Here, their paths cross for the first time while something happens between them that will lead them to know each other. In a film formally related to his feature film I Want Your Love (2012), Travis Mathews – filmmaker always loyal to the LGBT themes – once again explores the intimacy of two characters in a foreign space.

queer short / 10 aprile 2019

Uno strano suono spazza via l’intera popolazione. Gli unici a scampare a questa calamità sono un gruppo di persone non udenti: una coppia di lesbiche che cerca di salvare il proprio rapporto, una ragazza tormentata da un terribile segreto e un uomo che finalmente ha raggiunto un grande traguardo in seno alla sua comunità. Realizzato con la collaborazione della comunità dei sordi di Londra, Dawn of the Deaf è un film horror apocalittico che attraverso una narrazione coinvolgente ci insegna a guardare la “disabilità” dei personaggi non più come tale, ma come un vantaggio sul resto della popolazione.

When a strange sound wipes out the hearing population. The only ones who escape this calamity are a group of deaf people: a lesbian couple fighting to save their relationship, a troubled young girl hiding a terrible secret, and a man who has finally reached a great goal within his community. Made with the collaboration of London deaf community, Dawn of the Deaf is an apocalyptic horror film that, through an engaging narrative, shows us how to look at characters’ “disability” as an advantage over the hearing population.

queer short / 10 aprile 2019

Mentre si ritrova a studiare in Belgio, uno studente sudafricano scopre che l’origine dei suoi antenati non combacia con le storie che gli sono state raccontate. Riflettendo sulle implicazioni di tale scoperta, mette in dubbio la propria identità e si rende conto che le sue radici non affondano in nessuno dei due continenti. Ricorrendo a una messinscena sobria e precisa, Jurg Slabbert realizza un documentario autobiografico che ripercorre le vicissitudini multigenerazionali della propria famiglia. Affinità e divergenze emergono quasi involontariamente come forme e tratti preesistenti, inalienabili, che sonnecchiano, mimetizzati, ancorati all’ereditarietà dei corpi.

While studying in Belgium, a South African student learns that his ancestors’ origin is not what he was told. Reflecting on the revelation, he questions his own identity and realises that his roots are neither here nor there. Drawing upon a sober and precise mise-en-scène, Jurg Slabbert creates an autobiographical documentary that traces the multigenerational vicissitudes of his family. Affinities and divergences emerge almost involuntarily as pre-existing, inalienable forms and traits, which doze, camouflaged, anchored on the hereditariness of the bodies.

queer short / 10 aprile 2019

Dances è un documentario che in cinque minuti raccoglie testimonianze di esperienze queer vissute dagli utenti di app d’incontri e drammatizzate attraverso la danza e l’animazione. Cresciute online a causa dell’ostracismo della società contemporanea, le comunità LGBTQIA hanno sempre fatto largo uso di app come Tinder, Grindr, Scruff e OkCupid. D’altra parte la danza, che non ha mai smesso di occupare un posto di rilievo nell’universo queer, è con la sua fisicità e flagranza quanto di più lontano possa esistere dal mondo virtuale. Facendo interagire queste due dimensioni così distanti, Dances ci aiuta a vedere come dietro ai profili e ai commenti sprezzanti ci siano persone reali che vogliono soltanto entrare in relazione tra loro.

Dances is a five-minute documentary which explores queer experiences with app culture, dramatized through dance and animation. Apps like Tinder, Grindr, Scruff, OkCupid are, in fact, central to the queer community. Due to lack of acceptance in broader society, LGBTQIA communities have flourished online. Dance has long held a place of importance in the queer community, too. But it couldn’t be further from the virtual world, because it is so physical and immediate. By this pairing, Dances shows that, behind the online personas and the dismissive comments, there are real people just wanting to connect.

queer short / 10 aprile 2019

In pieno inverno, in una città dormitorio, Baptiste, Mathilde, Jørgen, Yulya e Jeanne, adolescenti selvaggi e teneri allo stesso tempo, si raccontano senza reticenze. Tra la noia che invade le loro giornate e le aspirazioni taciute, questi giovani combattono la loro solitudine armati di desiderio e parole in un mondo disertato dagli adulti. Accanto agli incontri e agli scambi di battute, i monologhi recitati direttamente in camera rivelano paure, rabbie e desideri inconfessabili. Adattamento dell’omonima pièce teatrale di Laura Desprein, Cœurs sourds è un cortometraggio dalla scrittura sicura e dalla forma interessante e curata.

In the middle of winter, in a dormitory town, Baptiste, Mathilde, Jørgen, Yulya and Jeanne, all wild and tender at the same time, tell all about themselves without reticence. Between the boredom that invades their days and unspoken aspirations, armed with desire and words they fight their loneliness in a world deserted by adults. Besides hanging out and talking, their monologues performed in front of the camera reveal fears, anger and unspeakable desires. Screen adaptation of Laura Desprein’s homonymous play, Deaf Hearts is a short film that not only shows a very accurate writing, but also a distinctive and attentive visual style.

queer short / 10 aprile 2019

La quindicenne Zoé entra in un rigido collegio in cui gli studenti studiano con atteggiamento apatico e indifferente. La violenza dell’istituzione appare dietro le maschere ossequiose dei supervisori ma, grazie all’incontro con Marie, Zoé scoprirà le potenzialità del proprio corpo e soprattutto il mistero che si cela dietro quell’atmosfera inquietante. Combinando sapientemente genere vampiresco e sguardo d’autore, cinema fantastico e politica, Ceux qui peuvent mourir esprime una narrazione aperta a una temporalità reversibile. In questo microcosmo, isolato e al contempo vincolato alla realtà esterna da “patti di sangue”, si respira il clima asettico del “mondo nuovo” huxleiano, dove vige una crudeltà sorda e perturbante.

Zoé, 15 years old, enters a strict boarding school. Around her, pupils are attending classes with faded eyes. Through their obsequious facade, the supervisors’ violence lurks. One day Zoé meets Marie and understands what they are destined for and, above all, what her body can do. Skilfully combining vampire genre and art-house gaze, fantasy movies and politics, the narrative unfolds under the assumption of time reversibility. Isolated and bound by external reality with its “blood oaths”, this microcosm is permeated by an aseptic climate as like in the Huxleian’s brave new world, ruled over with a subtle and perturbing cruelty.

queer short / 10 aprile 2019

Un’avventura frenetica che, senza ricorrere a sottigliezze, esplora le dinamiche del desiderio di individui gender fluid. Costantemente in bilico tra libido, godimento personale e reciprocità del contatto, i personaggi sono alla ricerca di una strada che possa condurre, anche attraverso metamorfosi corporee, alla “porta del corpo” altrui, riscoprendo altresì, sotto una nuova luce, il proprio sé. L’animazione psichedelica – col suo piglio punk attento all’etica del DIY – garantisce una libertà espressiva pressoché totale e una flessibilità narrativa che permette al corto di sfociare nel gioco senza mai perdere la sua carica graffiante.

An explicit rush adventure which explores the dynamics of desire of gender-fluid individuals. Constantly poised between libido, personal pleasure and reciprocal contact, the characters are looking for a way that, even through bodily metamorphosis, can lead to the others’ “door of the body”, while rediscovering their own selves in a new light. The psychedelic animation – with its punkish attitude, attentive to the DIY ethic – guarantees an almost total freedom of expression and a narrative flexibility that allows achieving some kind of playfulness without ever losing its scathing edge.

presenze / 09 aprile 2019

Max è un uomo sulla quarantina. Vaga da una stazione all’altra, a caccia di prede che adesca fingendosi eterosessuale. Alla Gare d’Austerlitz, convince un giovane soldato a seguirlo al Bois de Boulogne, dove cercherà di raggiungere i propri scopi.

Max is a man in his forties. He wanders from one station to another, hunting for preys that he lures by pretending to be heterosexual. At Austerlitz Station, he picks up a young soldier and takes him to the Bois de Boulogne to get his way.

presenze / 09 aprile 2019

Due fratelli s’incontrano dopo dieci anni di assenza. Uno, diventato nel frattempo attore cinematografico a Parigi e di passaggio nel suo paese natale, si ferma a casa del fratello, barbiere, che ha preso il posto del padre nel salone di un paesino situato nel sud-ovest della Francia più profonda. Non hanno più niente in comune, neanche il cognome. Soltanto il salone non è cambiato. In questo luogo desueto avviene il confronto tra i due fratelli. Gli specchi ormai opachi riflettono i loro dialoghi, le loro liti e i tentativi di riavvicinamento. Ma la frattura è irreparabile. Un testo teatrale di Jacques Nolot portato allo schermo in una elegante riduzione televisiva in bianco e nero da André Téchiné: il primo incontro con la storia e il mondo di Jacques Nolot, l’antefatto essenziale di ogni sua altra opera.

Two brothers meet after ten years of absence. One, become in the meantime a cinematographic actor in Paris and passing through his native village, is hosted at his brother’s, a barber who took their father’s place in the barbershop of a small village Southwest the deepest France. They don’t have anything to share anymore, not even the surname. Only the barbershop didn’t change. In this obsolete place the exchange between the two brothers takes place. The by now opaque mirrors reflect their dialogues, their arguments, and their attempts of reconciliation. But the rift is irreparable. A theatrical text by Jacques Nolot brought to the screen in an elegant television reduction in black and white by André Téchiné: his first encounter with Jacques Nolot’ story and universe, the essential background of all his following works.