David Bowie
Londra, 8 gennaio 1947 – New York, 10 gennaio 2016
Era un marziano che scrutava attento, il profeta dello spazio giunto a portarci in altri mondi. Il camaleonte dalle mille e più sfaccettature, nella dolcissima schizofrenia dell’essere se stesso.
La salvezza per un ragazzino di sedici anni che si muove goffamente e annaspa in un mondo che non gli somiglia, né gli appartiene. La salvezza per una ragazzina che del piccolo eroismo quotidiano ha fatto il suo credo, a testa alta, contro le brutture che la circondano. Resta guida e modello per i sognatori di tutto il mondo, flessuoso duca bianco, il più queer tra i queer. La sua scomparsa, forse un ritorno a universi lontani, non è nero e silenzio, ma musica e polvere di stelle. A questo mondo non apparteneva di certo, né a noi può appartenere: spirito libero e vate. Un’abbagliante stella nera che continua e continuerà a meravigliarci, a risvegliarci, a farci sentire meno soli, meno estranei e tristi.
• “Chi era David Bowie per i giovani palermitani del 1973”
da «Teledurruti», la televisione monolocale di Fulvio Abbate
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