Il Sicilia Queer filmfest insieme al Coordinamento Palermo Pride e al Centro Internazionale di Fotografia di Palermo diretto da Letizia Battaglia, e in collaborazione con ruber.contemporanea presenta The Human Landscape, personale dell’artista americana Catherine Opie, al debutto con il suo primo film The Modernist e in mostra con una selezione di lavori dalla serie Portraits.
Utilizzando la fotografia, e in parte il video, come strumento di documentazione e amplificazione dei più disparati fenomeni sociali nell’America contemporanea, Catherine Opie intende registrare le modalità per mezzo delle quali si instaurano le relazioni umane e con le quali uomini e donne si inseriscono nel proprio contesto (paesaggio) di riferimento. L’artista americana si concentra, quindi, sin dai primi approcci su questioni ancora aperte inerenti i rapporti (in senso lato o specifico), che vengono analizzati da un canto con sguardo intimo, privato, dall’altro con spirito politico e collettivo.
Con un approccio a metà tra il concettuale e il documentario, Opie utilizza strumenti a lei familiari – quali il ritratto, la foto di paesaggio o gli scatti in studio – per produrre fotogrammi, immagini seriali o articolate composizioni formali. In tal modo l’artista intende catturare le singole identità, siano pur ritratte all’interno di una coppia, di una famiglia o di aggregazioni sociali più complesse (squadre, folle, etc.), rivelandone in punta di piedi le biografie, che diventano tessere di una stratificata rappresentazione della società del nostro tempo.
Sia che documenti istanze politiche della cultura LGBTQI, la cultura queer o le trasformazioni del paesaggio urbano e naturale, il lavoro di Opie si pone dunque in opposizione ad una visione consolidata del mondo e si concentra sul “modo in cui le cose dovrebbero essere viste”, prova questa dell’influenza che la storia dell’arte e della pittura hanno avuto sulla sua formazione.
The Modernist presenta una visione distopica di Los Angeles, una città che ha certamente avuto un ruolo importante nel lavoro di Opie. Il film è in aperta conversazione con il corto radicale di Chris Marker del 1962 La Jetée, che utilizzava la fotografia per raccontare una storia di nostalgia, viaggi nel tempo e il terrore dell’apocalisse nucleare. Il film di Opie porta avanti questo dialogo impiegando strutture formali e narrative simili, ma concentrandosi su temi contemporanei come disastri naturali e tragedie globali, il crollo del sistema politico americano, la crisi abitativa di Los Angeles. The Modernist, della durata di 22 minuti, ha per protagonista Stosh, alias Pig Pen, un caro amico di Opie, apparso in molte delle sue fotografie, un artista in difficoltà che è ossessionato dall’architettura moderna della metà del secolo.
Oltre 800 fotogrammi in bianco e nero catturano con un ritmo serrato il protagonista e il suo mondo da più angolazioni e punti panoramici, creando un effetto cinematografico lirico. In tutto il film, il protagonista ritaglia i titoli dei giornali e le pubblicità dei prodotti e li riunisce per costruire un collage che riecheggia il suo stato psicologico, illustrando le sue frustrazioni e i suoi desideri e fornendo un catalizzatore visibile per la distruzione che verrà. Nel corso del film la sua incapacità nel realizzare i propri sogni e desideri lo spinge a commettere una serie di atti dolosi, incendiando metodicamente edifici iconici in tutta la città. Eppure la qualità onirica del film costringe lo spettatore a chiedersi se ciò che accade sia un atto di distruzione reale o solo un sogno.
Catherine Opie / nata a Sandusky, Ohio nel 1961. Vive e lavora a Los Angeles, California. Ha conseguito il BFA presso il San Francisco Art Institute (1985), e l’MFA presso il CalArts (1988), dal 2001 è docente presso la University of California, Los Angeles. Opie ha ricevuto diversi premi, tra i quali: President’s Award for Lifetime Achievement from the Women’s Caucus for Art (2009), United States Artists Fellowship (2006), Larry Aldrich Award (2004) e CalArts Alpert Award in the Arts (2003). Il suo lavoro è stato esposto presso l’Institute of Contemporary Art, Boston (2011), il Los Angeles County Museum of Art (2010), il Guggenheim Museum, New York (2008), l’MCA Chicago (2006) e il Walker Art Center, Minneapolis (2002).
Catherine Opie. The Human Landscape è patrocinata dal Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura. Si ringrazia Edge – excellence & diversity by glbt executives.
Catherine Opie / The Human Landscape
a cura di Antonio Leone e Andrea Ruggieri
Palermo. Centro Internazionale di Fotografia
Cantieri Culturali alla Zisa | Padiglione 18 – via Paolo Gili, 4
31 maggio – 15 luglio 2018 | martedì – domenica, ore 9.30 – 18.30 | chiuso il lunedì
Inaugurazione 31 maggio, ore 18.30
SICILIA QUEER 2018
INTERNATIONAL NEW VISIONS
FILMFEST
8th edition
PALERMO MAY 31 – JUNE 6