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eterotopie / 16 maggio 2024

Un percorso cinematografico immaginato per restituire la complessità del rapporto Queer/Palestina e la varietà di forme capace di assumere. Dall'omaggio che Jumana Manna rende a Scorpio Rising di Kenneth Anger con Blessed Blessed Oblivion al ritratto di Nasser alle prese con la sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni e la fine del sogno panarabo raccontato in The Return of Osiris da Essa Grayeb; dall'ironico e toccante momento madre e figlio nell’It Was in the Winter and You Were Born at the Beginning of the Spring di Mahdi Baraghithi all'incontro con la drag palestinese Sultana nel Sultana's Reign di Hadi Moussally.

eterotopie / 16 maggio 2024

Un percorso cinematografico immaginato per restituire la complessità del rapporto Queer/Palestina e la varietà di forme capace di assumere. Dall'omaggio che Jumana Manna rende a Scorpio Rising di Kenneth Anger con Blessed Blessed Oblivion al ritratto di Nasser alle prese con la sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni e la fine del sogno panarabo raccontato in The Return of Osiris da Essa Grayeb; dall'ironico e toccante momento madre e figlio nell’It Was in the Winter and You Were Born at the Beginning of the Spring di Mahdi Baraghithi all'incontro con la drag palestinese Sultana nel Sultana's Reign di Hadi Moussally.

letterature queer / 16 maggio 2024

Come altri artisti della sua generazione – Cindy Sherman, Nan Goldin, Philip-Lorca diCorcia – Allen Frame utilizza uno stile cinematografico in cui l'inquadratura e la messa in scena sono costruite a partire dalla sua esperienza come regista teatrale. A proposito del suo lavoro Mark Alice Durant scrive "le sue fotografie [...] esistono in un modo interstiziale. [...] Le fotografie di Allen sono uniche per il loro elegante understatement, osservano senza giudicare, sono malinconiche senza essere sentimentali, si rivelano senza clamore". Whereupon racconta il quotidiano di artisti nei loro appartamenti e nelle strade di New York. Sono incluse nel libro le immagini dalle prove teatrali di Turmoil in the Garden, performance di monologhi tratti da Sounds in the Distance, un testo di David Wojnarowicz, che Frame ha co-adattato e co-diretto, insieme a Kirsten Bates, nel 1983 e 84 a New York e Berlino.

letterature queer / 16 maggio 2024

L’opera di Le Guin abolisce il concetto di nemico, lo smonta, fa apparire tutti i guasti che derivano da questa contrapposizione, e accoglie l’altr* come espressione della conoscenza. A distanza di più di cinquant’anni, The Left Hand of Darkness (La mano sinistra del buio) di Ursula K. Le Guin possiede ancora la stessa potenza di cui disponeva nel 1969. Giuliana Misserville ne restituisce una lettura queer, a partire dalla vita e dalle scritture dell’autrice, volta a sottolineare tutta la carica sovversiva e visionaria di un romanzo apripista dei canoni inversi, ambigui e transfemministi. Un grandioso esperimento sociale volto a decostruire il genere e a mettere in discussione i meccanismi binari della società.

letterature queer / 16 maggio 2024

A partire dalla pubblicazione di due libri recenti su Serge Daney, il primo scritto da Pierre Eugène e il secondo da lui co-curato con Kate Ince e Marc Siegel, una conversazione aperta sul grande critico francese, cui è intitolata la sezione di storia del cinema del Sicilia Queer filmfest.

panorama queer / 15 maggio 2024

anteprime queer / 15 maggio 2024

[ita]
Pianti isterici interrotti, porte che si aprono, film che iniziano e film che finiscono, botti che rotolano e uomini che corrono, azioni ripetute, battute spezzate, ricontestualizzate, ricucite, movimenti accostati, ammiccamenti, epiche western e gangster che finiscono.
Il montaggio dadaista di Alberto Grifi e Gianfranco Baruchello demistifica l’immaginario hollywoodiano e allo stesso tempo riarrangia il potenziale del montaggio. Il loro blob interroga lo statuto ontologico delle immagini in movimento, tra attrazioni e repulsioni, trasformando il monolitico carisma del cinema americano (per esempio di Samuel Fuller) in uno terreno strabordante di possibilità, promiscuo e, in qualche modo, privo degli artifici originali.

[eng]
Hysterical crying interrupted, doors opening, films starting and films ending, barrels rolling and men running, repeated actions, broken dialogue lines, recontextualised, stitched together, juxtaposed movements, winks, western and gangster epics ending.
The Dadaist editing of Alberto Grifi and Gianfranco Baruchello demystifies the Hollywood imagination and at the same time rearranges the potential of editing. Their blob questions the ontological status of moving images, between attractions and repulsions, transforming the monolithic charisma of American cinema (for example Samuel Fuller) into a terrain overflowing with possibilities, promiscuous and, in some ways, devoid of original artifices.

extra / 14 maggio 2024

ticket online | https://dice.fm/partner/tavola-tonda-aps/event/oe25a5-cineconcerto-della-felicit-27th-may-arci-tavola-tonda-palermo-tickets
tutta la programmazione | https://www.liveticket.it/siciliaqueer


Il Cine-Concerto della Felicità è un progetto musicale del regista Agostino Ferrente (già vincitore del David di Donatello con Selfie) e dei musicisti Andrea Satta e Giorgio Maria Condemi, che unisce cinema e musica a partire dai video musicali realizzati dal regista su canzoni dello stesso Satta e dei Têtes de Bois. Come in La Rosa Purpurea del Cairo, questo cine-spettacolo con mini-concerto dal vivo esalta l’elemento magico della commistione film-realtà, con il protagonista che esce dallo schermo per suonare le sue canzoni. Un po’ Buster Keaton, un po’ Woody Allen. Le immagini di Alfonsina e la bici, del Film a Pedali e di Coupon – Il Film della Felicità dialogheranno con lo spettacolo live musicale, e il pubblico potrà “interrogare” il regista e il cantautore, e perché no, il musicista che li accompagna, pronti a raccontare il dietro le quinte di queste avventure, che hanno visto partecipare, tra gli altri, la scienziata Margherita Hack, il cantautore Francesco Di Giacomo dei Banco del Mutuo Soccorso, l’attrice Milena Vukotic, il politico Pier Luigi Bersani, la poetessa e scrittrice Maria Grazia Calandrone, l’attore e doppiatore Paolo Lombardi, la voce italiana di Alfred Hitchcock e di tante altre star internazionali.

extra / 14 maggio 2024

[ita]
Autobiographie des contradictions (Autobiografia delle contraddizioni) è la prima collaborazione teatrale tra Alma Palacios e Manon Parent. Il loro lavoro si ispira all'opera di Goliarda Sapienza, autrice – assieme a molte altre opere affascinanti – del romanzo L'arte della gioia, pubblicato postumo nel 1998, per creare uno spettacolo in linea con la sua eredità. In un universo elettro-acustico creato dal vivo, le due interpreti si appellano a voci e corpi per emanciparsi con complicità e umorismo. Celebrano l'amicizia e la sorellanza che le lega da 25 anni, e rispondono alla forza vitale ricevuta dai libri di Sapienza. Esplorando lo sconvolgimento che questi testi hanno provocato in loro stesse e nella maggior parte delle persone che li hanno letti, Alma Palacios e Manon Parent cercano di cogliere il significato profondo dell’arte della gioia, che sembra essere una vera e propria disciplina, una ricerca che implica dolore e costrizione.

Il progetto "Autobiografia delle contraddizioni" è sviluppato da Manon Parent e Alma Palacios con il sostegno di varie istituzioni in Francia e in Germania. Quest’anno, Kultur Ensemble Palermo lo accoglie all’interno della sua programmazione per una residenza. Lo spettacolo debutterà nell'autunno 2024 al teatro Le Colombier di Bagnolet. Per il lavoro di ricerca letteraria, Manon Parent e Alma Palacios vengono affiancate da Alberica Bazzoni (professoressa associata di Letteratura comparata presso l'Università per Stranieri di Siena, presso l'Università di Oxford e presso l'ICI - Institute for Cultural Inquiry di Berlino). 

[eng]
Autobiography of Contradictions is the first stage collaboration between Alma Palacios and Manon Parent. The artists drew inspiration from the work of Goliarda Sapienza to create a piece in keeping with her legacy. Sapienza is the author - among many other fascinating works - of the novel The Art of Joy, published posthumously in 1998. In an electro-acoustic universe that they produce live, the two performers borrow different voices and bodies to emancipate themselves with complicity and humour. They celebrate the sisterly friendship that has united them for 25 years and respond to the vital energy they have received from Sapienza's books. By exploring the way in which the books have had such a powerful meaning for them and for most of the people who have read them, they seek to understand more deeply what is meant by this "art of joy". It appears to imply a real discipline, a quest involving pain and constraint, to which Manon and Alma seek to give shape on stage.

Autobiography of Contradictions is being developed by Manon Parent and Alma Palacios with the support of various institutions in France and Germany. This year, Kultur Ensemble Palermo is hosting the project as part of its residency programme. The show will premiere in autumn 2024 at the Théâtre Le Colombier in Bagnolet (France). For their literary research, Manon Parent and Alma Palacios are being advised by Alberica Bazzoni (Associate Professor of Comparative Literature at the University for Foreigners in Siena, Oxford University and the ICI - Institute for Cultural Inquiry in Berlin). 

arti visive / 14 maggio 2024

Norika Nienstedt e Michael Jonas, due artisti visuali tedeschi, mettono in scena pratiche che interrogano il corpo attraverso le tecniche del collage e dell’autoritratto fotografico. Nelle opere di Nienstedt ogni immagine decostruisce volti e corpi per assemblarli in giustapposizioni oniriche, in cui forme anatomiche si integrano con elementi iconografici realizzati attraverso l’utilizzo di immagini tratte da riviste e quotidiani. I fotoritratti di Michael Jonas trasformano il corpo dell’artista nel medium in cui si innesca l’interazione tra uomo e donna. Le opere dei due artisti tematizzano i concetti di identità e di isolamento nella società globalizzata, tecnologica e anonima di oggi.

 

Haus der Kunst
dal 24 maggio 2024
nei giorni del festival: ore 18 - 21
ingresso libero

 

arti visive / 14 maggio 2024

Il 25 maggio la comunità Ballroom presenterà un'installazione performativa di 15 minuti con elementi voguing. La performance avrà luogo all’interno della mostra “SELBST” di Norika Nienstedt e Michael Jonas presso l’Haus der Kunst.

repliche alle 17:30 e alle 19:30
ingresso libero




arti visive / 14 maggio 2024

Nella serata di preapertura della quattordicesima edizione del Sicilia Queer dieci performer attivi in Germania e in Italia (Father David Elle, Ray Elle, Paula Elle, Dimi Angels, Essi Laveaux, DJ Aaro 007, Mother Concetta Windowsen, Kri Windowsen) si esibiscono in un Ballroom. Il Ballroom è l’espressione di un movimento nato nelle comunità formate da persone black trans*. Dagli anni '60 la comunità Ballroom organizza regolarmente prestigiosi concorsi, i cosiddetti balli, in cui i partecipanti si incontrano, competono in varie categorie e si scambiano idee creative. Negli ultimi anni il Ballroom si è appropriato sempre di più della cultura visiva tradizionale del cinema, della televisione e del costume, i corpi dei performer sono archivi viventi di una cultura underground che riemerge attraverso pose e gesti in balli effimeri e fortemente evocativi.

Fashion Collaboration: Casa Preti

Performer: Mother Zoe Elle, Father David Elle, Ray Elle, Paula Elle, Dimi Angels, Jimi Margiela, Essi Laveaux Mother Concetta Windowsen, Gorgeous Gian Gucci Windowsen, Kri Windowsen e DJ Aaro 007

premio Nino Gennaro / 14 maggio 2024

Motivazioni

 

Figura centrale della cinematografia indipendente tedesca, Monika Treut ha dato un impulso decisivo al nascente New Queer Cinema della fine degli anni ’80. Situandosi all’incrocio tra formazione accademica, esperienza cinematografica e attivismo lgbtqia+, ha portato sullo schermo soggettività dalla sessualità fluida e dissidente per raccontare storie complesse, in cui confluiscono elementi non convenzionali delle identità e degli stili di vita. La sua prolifica attività di regista e produttrice ha ben ribaltato la rappresentazione del binarismo di genere, dell’identità sessuale, delle pratiche erotiche sadomaso, del piacere sessuale – soprattutto femminile – intervenendo direttamente nei dibattiti che si stavano svolgendo nel movimento femminista della seconda ondata, e ponendosi in modo obliquo rispetto al mainstream. Refrattaria a ogni etichetta identitaria, Treut ha sfidato le norme tradizionali, portando sullo schermo personagge in viaggio (reale e metaforico) verso la scoperta di un desiderio e di un’intimità che giocano con e sul corpo, elemento di conoscenza di sé e di nuove fruttuose relazioni con l’alterità. È proprio l’alterità il nodo attorno al quale tutto ruota nel suo cinema e nella sua vita: come lesbica e femminista sex-positive, osteggiata da un certo femminismo; come tedesca nomade che molto ha lavorato negli Stati Uniti, in Sud America e a Taiwan, diventando protagonista del cinema transnazionale indipendente; come donna in un'industria dominata dagli uomini, dove i finanziamenti e i premi vanno in genere ai registi. Il suo immaginario poliedrico, provocatorio e politico non teme di avventurarsi su binari scomodi, e allarga lo sguardo ai margini per sovvertire la narrazione dominante. Pur nella diversità dei mezzi espressivi, ravvediamo forti vicinanze tra Nino Gennaro e Monika Treut per quel che riguarda il lavoro sulla liberazione del corpo e della mente dall’autoritarismo e dal conformismo sociale. Spiriti indomiti e controcorrente, entrambi hanno sfidato lo status quo, trascendendo ogni prigione identitaria con la propria audace, creativa e autentica alterità. Per questa ed altre ragioni, è un onore per noi conferire il Premio Nino Gennaro 2024 a Monika Treut.

 

Monika Treut, a central figure in German independent filmmaking, played a pivotal role in the rise of New Queer Cinema in the late 1980s. Drawing on her academic background, filmmaking experience, and LGBTQIA+ activism, she portrayed fluid and nonconformist sexualities on screen, weaving complex stories where unconventional identities and lifestyles intersect. Her prolific work as a director and producer has well overturned the representation of gender binarism, sexual identity, S&M erotic practices, and sexual pleasure – especially female – by intervening directly in the debates that were taking place in the second-wave feminist movement, and by standing obliquely to the mainstream. Resistant to traditional identity labels, Treut challenged norms by depicting characters on journeys – both real and metaphorical – toward discovering desire and intimacy through exploration of the body. This approach led to self-discovery and richer relationships with otherness. It is precisely otherness that is the knot around which everything in her cinema and in her life revolves: as a lesbian and sex-positive feminist, opposed by a certain feminism; as a nomadic German who has worked extensively in the United States, South America and Taiwan, becoming a leading player in transnational independent cinema; as a woman in a male-dominated industry, where funding and awards generally go to filmmakers. Her multifaceted, provocative, and political imagery boldly explores uncomfortable subjects and shifts focus to the margins to challenge the dominant narrative. Despite their diverse means of expression, Nino Gennaro and Monika Treut share a focus on liberating body and mind from authoritarianism and social conformity. Both exhibit indomitable, countercultural spirits, challenging the status quo and transcending the confines of identity with their bold, creative, and authentic approaches. For these and other reasons, we are honored to present the Nino Gennaro Award 2024 to Monika Treut.

premio Nino Gennaro / 14 maggio 2024

La regista Monika Treut, figura centrale della cinematografia indipendente tedesca è la vincitrice del Premio Nino Gennaro del Sicilia Queer 2024.

Dialogo con la critica cinematografica Federica Fabbiani a partire dal suo cinema.

 

extra / 14 maggio 2024

anteprime queer / 14 maggio 2024

[ita]
Quella di progettare relazioni artificiali tra elementi trovati o rubati è una tecnica che cerca di problematizzare il found footage. Credere a tutto narra di case ed esseri viventi e si è sviluppando intrecciando foto antiche, un testo, la sequenza di un film e riprese video originali. Materiali che prendono tempo, spazio e nuovi significati all’interno della visione espansa dei cosiddetti “spettatori”.
Una sessione di musica techno mentre sedute spiritiche e panoramiche su case derelitte ci interrogano su cosa vediamo e su cosa non possiamo vedere.

[eng]
Designing artificial relationships between found or stolen elements is a technique that seeks to discuss found footage. Credere a tutto tells about houses and living beings and has developed by intertwining ancient photos, a text, a film sequence and original video footage. Materials that take on time, space and new meanings within the expanded vision of the so-called “spectators”.
A techno music session while séances and panoramic views of derelict houses question us about what we see and what we cannot see.

anteprime queer / 14 maggio 2024

[ita]
Raccontare il genocidio di Gaza con altre immagini e con altre parole è possibile.
Il ritrovamento di alcune diapositive in un liceo di Catania è il punto di partenza per analizzare l'origine dell'occupazione militare di Gaza da parte di Israele ricorrendo all'etimologia delle parole usate per descrivere cosa significhino espressioni come "terrorista" o "occupazione militare", mentre i disegni di Amos, bambino israeliano che ritrae l'amica immaginaria Anya sotto lo sguardo preoccupato della babysitter May Golan, dimostra che la maggior parte delle storie dell'orrore ha radici profonde nella quotidianità. Invenzione e humour nero cercano di superare la realtà (negata) di un’apartheid e di un genocidio normalizzato, esposto e contemporaneamente rimosso.

[eng]
Talking about the story of the Gaza genocide with other images and other words is possible.
The discovery of some slides in a high school in Catania is the starting point for analyzing the origins of Israel's military occupation of Gaza by resorting to the etymology of the words used to describe what expressions like "terrorist" or "military occupation" mean, while the drawings of Amos, an Israeli child who portrays his imaginary friend Anya under the worried gaze of the babysitter May Golan, point out that most horror stories have deep roots in everyday life. Invention and black humor try to overcome the (denied) reality of an apartheid and a normalized genocide, exposed and simultaneously removed.

anteprime queer / 14 maggio 2024

[ita]
Testimonianze di giovani donne, la gelosia dei loro ragazzi, l’indifferenza dei loro padri, l’intransigenza degli stereotipi che le attraversano.
10 episodi di una web-series sperimentale sul sessismo e sulla violenza di genere, nata subito dopo lo stupro di Palermo del luglio 2023 nel tentativo di costruire una contro-narrazione che demistifichi le mitologie machistiche e misogine dei media e dei collettivi, sullo sfondo di considerazioni antropologiche sugli “uomini che odiano le donne”. Disturbante, percussiva e martellante come tutte le opere di canecapovolto, un luogo in cui penetrare il problema ed estrarne le radici per una maggiore comprensione delle cose. La serie è senza copyright, può essere liberamente ricondivisa da chiunque.

[eng]
Testimonies of young women, the jealousy of their boyfriends, the indifference of their fathers, the intransigence of the stereotypes that pass through them.
10 episodes of an experimental web-series on sexism and gender violence, born immediately after the rape in Palermo in July 2023 in an attempt to build a counter-narrative that demystifies the macho and misogynistic mythologies of the media and the collectives, against the backdrop of anthropological considerations on “men who hate women”. Disturbing, percussive and pounding like all the works by canecapovolto, a place in which to penetrate the problem and extract its roots for a greater understanding of things. The series is copyright-free, it can be freely reshared by anyone.

anteprime queer / 14 maggio 2024

[ita]
Il 7 aprile 2006 Alberto Grifi, poco più di un anno prima della sua scomparsa, rilascia l’ultima intervista a Roberto Silvestri e canecapovolto. Ne emerge il ritratto di un cineasta underground che si muove sempre con il duplice obiettivo di tenere insieme la ricerca scientifica e artistica e il cui cinema, influenzato dal metodo di Grotowski, è fatto da persone il cui obiettivo è capire com'è fatta la vita interpretando ruoli che permettono di vivere esperienze diverse da quelle che avrebbero altrimenti vissuto. Il suo interesse per la tecnologia e la costruzione di dispositivi come il vidigrafo è mosso da una riflessione sulle macchine come costruzioni ispirate ai nostri corpi alle quali si contrappone un uso capovolto (e redditizio) della tecnologia stessa, in cui è la tecnica a produrre la scienza. La riflessione si estende anche all’uso politico delle immagini filmate e alla possibilità da parte dello spettatore di diventare autore, come nel caso delle riprese del G8 Genova nel 2001, il cui montaggio avviene in tribunale.
Non meno interessante l’idea dell’utilizzo della trasformazione quotidiana del suo volto, fotografato dal padre per la mera necessità di finire il rullino, come una modalità alternativa di fare psicoanalisi e quella secondo la quale i film sono appunto punte di coscienza che accompagnano il regista nell’arco di una vita.

[eng]
7 April 2006 Alberto Grifi, a year before his death, is interviewed for the last time by Roberto Silvestri and canecapovolto. What emerges in the interview is the portrait of an underground filmmaker who was always intrigued by the dual aim of pursuing scientific and artistic research simultaneously, and whose cinema, influenced by Grotowski's method, was made by people whose objective was to understand how life works by interpreting roles that allow them to live experiences which were totally different from their own ones. His interest in technology and the construction of devices such as the vidigraph was driven by a reflection on machines as constructions inspired by our bodies, a reflection contrasted with an upside down (and profitable) use of technology itself, in which technique produces science. The reflection also extends to the political use of filmed images and the chance for the spectator to become an author, as it happened with the tape recording of the G8 Genoa in 2001, which was edited in court.
The idea of using the daily transformation of his face, photographed by his father for the mere need to finish the film, as an alternative way of carrying out psychoanalysis, is deeply connected with the definition of his own films as points of conscience who go along with the director throughout his life.

panorama queer / 14 maggio 2024