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Afterwards

[ita]

Dopo il tragico suicidio di una collega universitaria, la regista documenta gli spazi liminali di Berlino, mentre le lettere della giovane donna scomparsa al fratellastro punteggiano il viaggio. Un'esplorazione toccante delle lotte affrontate dagli individui trans e delle intersezioni tra razza, genere e sessualità che contrassegnano le loro esperienze. In Afterwards, Chongyan Liu compie un gesto di cinema post-mortem: gli spazi svuotati dalla presenza umana sono avvolti da un'aura spettrale, come se fossero visti dalla prospettiva della defunta, di cui ascoltiamo le lettere che raccontano il suo difficile percorso di vita. Allo stesso modo, Afterwards è un viaggio: spaziale, attraverso una Berlino decostruita; esistenziale, attraverso la sua narrazione; politico, in quanto tratta di una lotta individuale. La sua bellezza sobria e tagliente ci ricorda che il cinema non ha bisogno di molto per toccare l'essenziale.


[eng]

After the tragic suicide of a university colleague, filmmaker documents the liminal spaces of Berlin, with letters from the deceased young woman to her half-brother punctuating the journey. A poignant exploration of the struggles faced by trans individuals, and the intersections of race, gender, and sexuality that shape their experiences. In Afterwards, Chongyan Liu delivers a gesture of post-mortem cinema: the spaces empty of human presence are enveloped in a ghostly aura, as if they were seen from the perspective of the deceased, whose letters we hear, recounting her difficult trajectory through life. Similarly, Afterwards is a journey: spatial, through a deconstructed Berlin; existential, through its narrative; political, as it is about an individual struggle. Its sober and sharp beauty reminds us that cinema does not need much to touch the essential.

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