[ita]
Legiferiamo, controlliamo, tentiamo di sfuggire da tutto ciò che ci fa sentire animali e mortali. Eppure basta un soffio, magari del tempo in solitudine, per far crollare l’illusione. Questa consapevolezza infesta La Legge, un film rifiutato da tutti i festival del mondo in cui siamo chiamati in prima persona per sfumare i confini tra legge e natura, umanità e animalità. Sono centonovanta le voci a dar corpo agli articoli della Costituzione Italiana, centonovanta i cellulari che fungono da medium per lasciar penetrare la Legge nei propri spazi privati, più di centonovanta i gatti, cani, piccioni, pecore a darle un volto.
La Legge ci spinge nelle pieghe perturbanti delle sovrastrutture che non ci appartengono ma a cui ci aggrappiamo in un climax crescente: solo alla fine, come collettività, potremo riconoscerci come animali umani.
[eng]
We legislate, we control, we attempt to escape from everything that makes us feel animal and mortal. Yet all it takes is a breath, perhaps some time alone, to shatter the illusion. This awareness haunts La Legge, a film that hasn’t been accepted by any festival in the world, in which we are called upon to blur the boundaries between law and nature, humanity and animality. There are a hundred and ninety voices to flesh out the articles of the Italian Constitution, a hundred and ninety cell phones that serve as mediums to let the Law penetrate one's private spaces, more than a hundred and ninety cats, dogs, pigeons, sheep to give it a face.
La Legge pushes us into the perturbing folds of superstructures that do not belong to us but to which we cling in an escalating climax: only in the end, as a collective, will we be able to recognize ourselves as human animals.