[ita]
Il secondo movimento della Suite orchestrale n. 3 in Re maggiore di Bach accompagna tre piani sequenza, punteggiati da parole riferite alla sessualità, di donne e uomini nudi all’interno di una stanza, alternati ad altri tre piani sequenza en plein air in cui delle voci fuori campo raccontano con dovizia di dettagli delle esperienze sessuali.
Blue Streak, una dei primi lavori di Mark Rappaport, è una dichiarazione d’intenti, un manifesto programmatico di un autore che contesta la netta separazione tra: cultura alta e cultura bassa; linguaggio aulico, medico, scientifico e linguaggio quotidiano, gergale, volgare; maschile e femminile; umano e animale. E allo stesso tempo è una reinterpretazione personalissima e sovversiva del blue movie. Un invito a tenere in considerazione che ciò si sta cercando possa trovarsi nei luoghi apparentemente più impensabili.
[eng]
The second movement of Bach’s Orchestral Suite n. 3 in D major accompanies three long takes, punctuated by words referring to sexuality, of naked women and men inside a room, alternating with three other long takes en plein air in which off-screen voices tell of sexual encounters in great detail.
Blue Streak, one of Mark Rappaport's first works, is a declaration of intent, a programmatic manifesto by an author who challenges the clear-cut distinction between: high culture and low culture; courtly, medical, scientific language and informal, slang, vulgar language; masculine and feminine; human and animal. And at the same time it is a very personal and subversive reinterpretation of the “blue movie”. An invitation to always take in mind that what you are looking for may actually be found in the most unimaginable places.